Gandolfi Franca (Guarnaccia Franca)
Nata Guarnaccia e vedova Modugno (Messina, 27 novembre 1932), è un'ex attrice e cantante italiana che è stata attiva nel cinema italiano dal 1952 al 1963.
Biografia
Franca Gandolfi è stata moglie dal 1955 di Domenico Modugno, da cui ha avuto tre figli, Marco (1958), Massimo e Marcello (1966), ed a cui è stata legata fino alla morte di lui, avvenuta nel 1994.
Interprete di cabaret e del teatro di rivista, ha lavorato con Totò nella stagione 1956-1957 nello spettacolo A prescindere.
Attiva anche nel cinema, si è ritirata dalle scene a partire dal 1963, ancora giovane, per dedicarsi alla famiglia. Da allora ha anche raramente partecipato a grandi eventi; la si è notata in mezzo al pubblico del Festival di Sanremo 2013. Sempre nello stesso anno è stata interpretata dall'attrice Kasia Smutniak nella fiction dedicata al marito, Volare - La grande storia di Domenico Modugno.
Da vero curioso delle donne, Totò leggeva nel loro cuore e ne intuiva le frustrazioni. Gli bastava uno sguardo, un contatto fugace per radiografare una situazione o uno stato d’animo. Successe con una splendida ragazza poco più che ventenne, Franca Gandolfi, futura moglie di Domenico Modugno, che Totò conobbe nella sua ultima rivista A Prescindere, quando era legato a Franca Faldini. Della Gandolfi lo colpirono, oltre che la bellezza senza artifici, la modestia e la riservatezza, e si rese anche conto delle sue difficoltà professionali. La prima donna, infatti, era l’amante dell’impresario e godeva di molti privilegi tra i quali un guardaroba ricchissimo, mentre Franca doveva accontentarsi di qualche abituccio che non valorizzava la sua femminilità. Questo Totò non poteva tollerarlo e infatti un giorno le disse senza tanti complimenti: “Ragazzina le donne che lavorano con me devono essere chic. Lo esigo”. Quindi pregò la Faldini di accompagnare la “piccerella” dal sarto delle dive, Emilio Schubert perché la rivestisse da capo a piedi. “Da Cenerentola mi trasformai in una principessa, con dei vestiti meravigliosi, da giorno, da pomeriggio e da sera”, ricorda Franca, che corse a ringraziare Totò indossando una lussuosa toilette per farsi ammirare. Lui la guardò da capo a piedi compiaciuto e le disse: “Non è vero che l’abito non fa il monaco, vestita così sei ancora più bella. Finita la tournée tieniti tutto il guardaroba e consideralo un mio regalo”.
Oltre alla generosità di Totò Franca ricorda i suoi scherzi esilaranti che movimentavano la vita dietro le quinte. Come quando, dopo aver posato le mani sul ghiaccio, nascosto nella stanza di un attore particolarmente emotivo, gliele passò sul viso, nascosto dietro la porta nella sua stanza. Il malcapitato, che non aveva avuto il tempo di accendere la luce, investito da quel contatto gelido, lanciò un urlo disumano, mentre nel buio si levava la voce irriconoscibile nei suoi toni stentorei di Totò che diceva: “Gli spettri esistono e questo freddo viene dall’aldilaaaaà... ”, tra le pazze risate dei colleghi complici alla burla. “Principe la ringrazio per avermi fatto ridere come quando ero bambina”, esclamò la Gandolfi, ammirata dall’ingenua eppure geniale fantasia di Totò. “Bene, bene”, replicò lui. “Sono contento di averti fatto capire attraverso uno scherzo da prete che tornare bambini è una cosa meravigliosa in cui sta l’essenza della comicità.”
Indimenticabile dice Franca Gandolfi di Totò e lo stesso aggettivo usa Antonella Lualdi ricordandolo sul set di un film per la televisione diretto da Daniele D’Anza, Don Giovannino, col famoso sketch del manichino. Anche con lei Totò fu correttissimo, ma molto galante. Le mandò un fascio di fiori accompagnato da un biglietto così poetico da sembrare un madrigale, racconta Antonella, dispiaciuta di non aver conservato quel romantico e disinteressato omaggio, non solo alla sua bellezza, ma anche alla sua sensibilità. Quando la Lualdi, alla fine della lavorazione, lo ringraziò per la sua amicizia, lui replicò dandole del voi: “Sono io a dovervi ringraziare per aver guadagnato la vostra simpatia: mi piace assai essere voluto bene”. Insomma se ne valeva la pena, Totò considerava la donna una creatura preziosa, al di là di un possibile rapporto sessuale e poteva persino confidarsi con lei. Come quando, sempre alla Lualdi, confessò la malinconia che lo coglieva, talvolta anche dopo le scene più esilaranti, portandolo a isolarsi. In uno di quei momenti lei provò l’impulso di abbracciarlo per dimostrargli la sua affettuosa solidarietà, ma si trattenne per rispetto a quanto Totò le aveva detto, un giorno in cui era in vena di dispensare una pillola della sua filosofia: “Le lacrime per un comico sono quello che la Rolls Royce è per un poveraccio: un lusso che non ci si può permettere”.
Liliana de Curtis
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«Vi dò tutti gli autografi che volete. Fate quello che vi pare: ma vi prego, levatevi dal solet Voglio arrostirmi come una bistecca ai ferri!». Così diceva Domenico Modugno, sdraiato su uno scoglio di Marina Piccola, ai numerosi ammiratori che lo attorniavano, lo festeggiavano e gli ponevano le domande più disparate ed imbarazzanti. Dopo Sanremo, due film, le tournée s in America ed in Spagna, il nostro «Mimmo Nazionale» non si è riposato un solo momento. Si è fermato per qualche giorno a Capri con la moglie Franca ed il piccolo Marco, a godersi «rabbiosamente» un po’ di sole e di fresco. «Mi voglio rifare di tutto il caldo che ho sofferto nelle città più calde del mondo dove sono stato in questi ultimi me si: Caracas, Madrid, Barcellona, e perchè no? anche Roma!
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Pensate — ci dice sorridendo — la notte dormo senza lenzuola, e la sera vado a spasso seminudo per sentire freddo, più freddo che sia possibile!».
Durante il soggiorno caprese, i coniugi Modugno hanno affittato un piccolo villino, dalla classica architettura isolana, situato a ridosso del Monte Solaro, proprio su Marina Piccola.
Dalla terrazza si gode uno spettacolo meraviglioso : un mare di un blu acceso, e in fondo i Faraglioni, che come torri, si stagliano tra il cielo e l'acqua.
Tutte le sere Mimmo si sedeva sul muretto della veranda, prendeva la chitarra e aspettava la luna che puntualmente si affacciava dal Monacone. Cantava le canzoni «nuove» che improvvisava lì per lì, le ricantava più volte per impararle a memoria e per inserirvi le parole buttate quasi per caso. Su quel «famoso» muretto Mimmo urlava : «Capri sta n’miezzo o' mare comme tu sta’ n’bracci' a’mme. O' viento che scompiglia sta’ pineta è comme e 'mmani mie ne' capille toie».
Sembra che questa nuova canzone sarà il motivo conduttore del film «La baia di Napoli», che Modugno girerà, tra Capri ed Ischia, con Sophia Loren e Clark Gable nei primi giorni di settembre. Indubbiamente il cielo ed il mare di Capri eccitavano la fantasia del nostro cantante. «Vorrei spaccare il mondo per sapere la verità, vorrei squarciare il cielo per saper...». Mentre la prima è una canzone dolce ed appassionata, la seconda, dalle note altissime ed accentuate, esprime l'ansia di un innamorato che vuole scoprire la verità, forse, della sincerità della sua bella.
Il “bagno con la chitarra”
La mattina Mimmo si alzava prestissimo, infilava un paio di zoccoli ed i blue jeans, prendeva il costume ed a torso nudo con la chitarra a tracolla scendeva i ripidissimi gradini di Via Mulo verso lo Scoglio delle Sirene a Marina Piccola. Saltava su una barca a motore, e per lo più solo, dirigeva la prua, oltre i Faraglioni verso l'Isola dei Galli. Quel giorno eravamo con lui per vedere che cosa andava a fare così lontano dalla comoda spiaggia vicino a casa sua. «Ho escogitato un sistema per fare il bagno, cantare e tuffarmi con la chitarra!». Noi che l'abbiamo seguito per Sorrisi e Canzoni giorno per giorno, minuto per minuto, durante la sua ultima tournée americana, siamo abituati ormai alle sue simpatiche stramberie ed originalità. Ma questa volta restammo un po’ interdetti e meravigliati. Giunti sotto la villa di Malaparte, senza dire una parola, si tolse i blue jeans e senza chitarra, naturalmente, si gettò in acqua. Dopo una breve nuotata tornò sulla barca. Capimmo ancora di meno e non trovavamo nulla di strano in un normalissimo bagno. Poi, rimise in moto il motore e si diresse verso la costa. Ancorò la barca ad uno scoglio, e cominciò a salire inerpicandosi, con noi dietro ansimanti, su uno stretto e scosceso sentiero. Giungemmo all'imbocco della famosa grotta Matromania, che si erge ad una ventina di metri sul livello del mare, dove esistono ancora i ruderi delle are sulle quali i romani compivano riti propiziatori agli dei.
La grotta delle meraviglie
«Qui c'è una acustica che nemmeno il Metropolitan df New York si sogna avere!», ci disse Mimmo imbracciando la chitarra. Nell'ampia e buia grotta echeggiarono le note delle «nuove» canzoni che ci aveva fatto ascoltare poco prima nella sua villa. «Vengo sempre qui perchè nessuno mi dà fastidio, e posso urlare come voglio senza infastidire nessuno».
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Appena terminò lo spettacolo a noi soli riservato, trasse dalla tasca dei pantaloncini da bagno un lungo gomitolo di spago. Ne legò un capo al manico della chitarra. Si avviò di nuovo verso il sentiero che scende al mare e si fermò su una roccia sporgente che sovrasta lo specchio d’acqua. Calò con la corda la chitarra fin giù nella barca ancorata a riva. Appena la chitarra toccò il fondo della barca, lasciò la corda che precipitò in acqua. Terminata questa stravagante e complessa operazione, si tuffò in mare da un’altezza di circa dieci metri. «Ecco in che cosa consiste il canto-tuffo-con la chitarra!» ci disse ridendo quando dopo poco lo raggiungemmo. Modugno ha passato così le sue giornate di riposo tra sole, bagni e lunghi sonni pomeridiani prima di partire per la lunga tournée che lo porterà a Buenos Ayres, San Paolo, Rio de Janeiro, Montevideo, Cuba, Santiago del Cile.
Nel tardo pomeriggio usciva con Franca a curiosare nella «piazzetta» e nei caratteristici negozietti capresi. Quando passava nelle stradine, la gente lo salutava : «Ciao Modugno!» dandogli del tu come se lo conoscessero da tempo. Mimmo rispondeva affettuosamente con larghi gesti delle braccia e stringeva centinaia di mani.
Durante gli ozi di Capri, Modugno ci ha raccontato le impressioni della sua tournée in Spagna. All’aeroporto di Madrid — scrissero i giornali spagnoli il giorno dopo l'arrivo del cantante — mai si era vista una folla così grande, circa tremila persone, tributare una accoglienza tanto affettuosa. E' inutile parlare del successo riportato e degli entusiastici applausi del pubblico durante le sue esibizioni. Basti ricordare che valanghe di telefonate e di lettere giunsero alla «Radio Televisora Nacio-nal d'Espana» per protestare contro la direzione di una trasmissione televisiva che non aveva fatto cantare Modugno, presentato solo come «ospite d'onore». Durante gli spettacoli a Madrid, Barcellona e Palma di Maiorca, le canzoni che più volte hanno sollecitato applausi e bis sono state: Piove e Volare, naturalmente, lo, L'uomo in frack e Notte lunga notte. Quest’ultima canzone, scritta dall'ormai noto ed apprezzato maestro Enrico Polito, pianista personale di Mimmo ed autore, tra l’altro, anche di Non restare tra gli angeli, sta registrando un lusinghiero successo in tutto il mondo. Il disco fu inciso a New York da Modugno e dopo qualche settimana riportò un ottimo piazzamento nel Cash Box Bilboard, il noto concorso americano in cui gareggiano i dischi più venduti.
“Ho tifato per il toro”
Abbiamo chiesto a Mimmo cosa ne pensasse delle «corride». «E’ uno spettacolo inumano e disgustoso — ci ha detto — e mi meraviglio come si possa orgiasticamente esultare alla vista del sangue di una povera bestia. Ne ho viste molte di "corride”, e lo confesso, ho sempre "tifato" per il toro!».
Come poteva sfuggirgli l'occasione di scrivere una canzone su tale argomento? Corrida, festa di sangue è una canzone violenta, come violenta è la tauromachia. In anteprimissima, naturalmente, abbiamo ascoltato le prime battute della strofa : «Suonano le trombe che sfavillano nel sole; un'ombra nera : è il toro nell’arena e poi l’urlo della folla. Il toreador corrida. Festa di sangue!».
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Mentre andiamo in macchina Domenico Modugno, accompagnato da Enrico Polito e dal manager Enzo Piccoli, si trova già in Sud America dove si tratterrà per quattro settimane, impegnato in una serie di spettacoli nei maggiori teatri del Brasile, dell'Argentina, del Perù e del Cile.
Ormai l'acqua azzurra del mare di Capri, per lui non è che un sogno passato troppo rapidamente.
«Ci vedremo a settembre e con... Sophia Loren!» ha gridato, alla partenza dall'isola, ai marinai che lo salutavano dalle banchine del porticciolo di Marina Grande.
Sergio Manna (Fotoservizio di Giorgio Ambrosi), «Sorrisi e Canzoni TV», anno VIII, n.33, 16 agosto 1959
Filmografia
Tre storie proibite, regia di Augusto Genina (1952)
...e Napoli canta!, regia di Armando Grottini (1953)
Cronaca di un delitto, regia di Mario Sequi (1953)
Napoletani a Milano, regia di Eduardo De Filippo (1953)
I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953, non accreditata)
Giove in doppiopetto, regia di Daniele D'Anza (1954)
Questa è la vita, regia di Giorgio Pastina (1954, episodio La Giara)
Avanzi di galera, regia di Vittorio Cottafavi (1954)
Rosso e nero, regia di Domenico Paolella (1955)
Padri e figli, regia di Mario Monicelli (1957)
Mariti in città, regia di Luigi Comencini (1957)
Io, mammeta e tu, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Follie d'estate, regia di Carlo Infascelli, Edoardo Anton (1963)
Discografia
(brani incisi con Domenico Modugno)
La cicoria/Ninna nanna (1954)
La sveglietta/La barchetta dell'ammuri (1954)
Musetto/Io, mammeta e tu (1955)
Teatro
A prescindere, di Nelli e Mangini, con Totò, Franca Maj, Yvonne Ménard, Enzo Turco, Franca Gandolfi, Elvy Lissiak, Dino Curcio, Antonio La Raina, Compagnia Totò-Ménard, Spettacoli RP, musiche di Carlo Alberto Rossi, regia di Mario Mangini, prima al Teatro Sistina il 1º dicembre 1956.
Riferimenti e bibliografie:
- Sergio Manna (Fotoservizio di Giorgio Ambrosi), «Sorrisi e Canzoni TV», anno VIII, n.33, 16 agosto 1959
- "Totò, femmene e malafemmene", Liliana de Curtis e Matilde Amorosi, RCS Libri, Milano, 2003