Gastoni Lisa (Gastone Elisabetta)

Pseudonimo di Elisabetta Gastone (Alassio, 28 luglio 1935), è un'attrice cinematografica italiana.

Biografia

Di padre italiano e madre irlandese[1], negli anni del dopoguerra si trasferisce a Londra dove inizia la sua carriera di fotomodella e attrice.

Approda al cinema italiano negli anni sessanta, interpretando alcuni film di fantascienza con il nome di Jane Fate. Successivamente, dopo un breve matrimonio con un noto professore di fisica, Constatine Manos, si lega al produttore Joseph Fryd, con cui nel 1966 gira da protagonista Svegliati e uccidi di Carlo Lizzani, nel quale si fa notare nel ruolo di Candida, compagna del «solista del mitra» Luciano Lutring, interpretato da Robert Hoffmann. La pellicola ottiene un notevole successo e l'interpretazione di Lisa Gastoni viene premiata con il Nastro d'argento.

Il film maggiormente legato all'immagine di Lisa Gastoni è però indiscutibilmente il cult movie Grazie zia (1968) di Salvatore Samperi, nel quale è una conturbante e raffinata zia, attirata in un morboso rapporto psico-incestuoso dal nipote finto-paralitico, interpretato dal giovane Lou Castel, reduce dal successo di I pugni in tasca di Marco Bellocchio. La sua interpretazione sarà premiata con la Targa d'oro ai Premi David di Donatello.

« Io sono convinta che ciascuno di noi ha una sua età (...) Ci sono dei momenti fisici - perché nel cinema è soprattutto questione di momenti fisici - che ci sono più adatti, più giusti. In genere si chiamano "incontro col personaggio". In fondo il mio vero incontro col personaggio è avvenuto quando avevo ventinove anni, girando Grazie zia. All'età quindi una donna nella sua pienezza, alla soglia della trentina. Non ero vecchia ma neppure giovane. Però ero fisicamente ed emotivamente giusta per il ruolo. »
(Lisa Gastoni[2])

Nel 1973 interpreta il film erotico La seduzione. Comunque negli anni settanta gira pochi film, in virtù di una sua scelta di lavorare solo con registi di qualità. Nel 1974 interpreta il ruolo di Claretta Petacci in Mussolini ultimo atto di Carlo Lizzani e nel 1975 vince il secondo Nastro d'argento con Amore amaro di Florestano Vancini.

Dopo aver debuttato in teatro nel 1979 con La Celestina di Fernando de Rojas, sotto la regia di Luigi Squarzina, si è ritirata dalla scene, dedicandosi alla pittura e alla scrittura. Vi è ritornata a metà anni duemila con alcune eccellenti interpretazioni per il cinema e la televisione, ottenendo con Cuore sacro (2005), di Ferzan Özpetek, una candidatura al David di Donatello e al Nastro d'argento.


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

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1966 Noi donne Lisa Gastoni f0L'abbiamo vista alla televisione nella rubrica «Anteprima» — intervistata da Pietro Pintus — in un caparbio tentativo di spiegare (l'intervistatore, chissà perchè, le toglieva sempre la parola ai bocca), come è successo che dopo dieci anni di lavoro oscuro. di parti insignificanti, in film di second ordine ora lei. Lisa Gastoni, sia diventata improvvisamente l'attrice del giorno. L'abbiamo vista e ascoltata per pochi minuti: una voce roca. due grandi occhi scuri, un volto deciso, che si ricorda, ma. a voler essere sinceri, già segnato da qualche rughetta. Non per questo meno interessante.

Non ho mai dubitato che sarei riuscita — diceva pressappoco così —. aspettavo che venisse il mio momento, cioè l'incontro con il personaggio che mi desse la possibilità di recitare...». Ma intanto, in quell'attesa, erano passati dieci anni. «E se non fosse riuscita a sfondare?» le chiedeva l'intervistatore.

«Non ho mai pensato di non riuscire. non dicevo mai "se" ce la farò, ma "quando" ce la farò». E ancora: «Il nostro è un lavoro come qualsiasi altro, ci vuole tempo per impararlo bene e gli anni non passano inutilmente. La vita ci insegna qualcosa ogni giorno, ci arricchisce dentro, ci matura e questo ci aiuta a capire meglio i nostri personaggi». A questo punto l'intervistatore le ha tolto definitivamente la parola. Eppure ci era sembrato che avesse delle cose interessanti da dire, nuove. Ecco perchè sono andata a casa sua: per conoscerla meglio

La carriera di Lisa Gastoni. attrice non più giovanissima balzata improvvisamente alla ribalta interpretando la parte della moglie di Lu-tring nel film «Svegliati e uccidi» di Carlo Lizzani sul famoso bandito, è singolare e rivela le incognite, le stranezze di un mondo, quello dello spettacolo, in cui non esistono re gole, dove si può divenire popolar, in poco tempo grazie ad una ben architettata campagna pubblicitaria o a un bel paio di gambe e dove si può lavorare per anni e anni senza che mai nessuno si accorga di te. Questo ultimo è appunto il caso di Lisa Gastoni. Nata ad Alassio de padre italiano e madre irlandese, si era trasferita ancora bambina con la famiglia, in Inghilterra. A Londra ha frequentato le scuole presso un convento. «A sedici anni ho capito — racconta Lisa — che era proprio assurdo trascorrere le giornate sui libri quando in casa c'era tanto bisogno di soldi. Così decisi di trovarmi un lavoro».

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Il fisico molto grazioso le aprì le porte degli studi fotografici e da quel trampolino di lancio non le fu nemmeno difficile superare la barriera del mondo dello spettacolo Prima piccole parti, poi protagonista in qualche film, destinato a non varcare le frontiere. I Richardson, i Schlesinger, i registi giovani e anticonformisti. che in questi ultimi tempi hanno fatto conoscere il cinema inglese a tutto il mondo, non erano ancora alla ribalta: si stavano facendo le ossa alla scuola del teatro, quello moderno e arrabbiato di Osborne. Alternando al cinema la televisione. Lisa fu interprete di una serie di telefilm di grande successo e divenne così popolare presso ogni brava famiglia inglese; ma se cinema e TV permettevano discreti guadagni, non soddisfacevano le sue ambizioni, la sua curiosità di attrice in cerca di qualcosa di nuovo, di stimolante, che trovò invece sulle tavole del palco-scenico. recitando in quei teatri di avanguardia che fioriscono a Londra. nei quartieri di Soho e di Chelsea.

Forse oggi farebbe parte di quel gruppo di artisti inglesi di cui tanto si parla se non si fosse innamorata di un fisico nucleare greco che frequentava l'Università di Oxford, cambiando cosi il corso delle sue ambizioni e aspirazioni. Si sposarono nel giro di pochi mesi e si trasferirono ad Atene dove Lisa decise di fare la moglie e basta Dopo un anno circa quel matrimonio era naufragato.

Delusa e amareggiata tornò al suo lavoro, ma non in Inghilterra (troppi ricordi le bruciavano ancora) : scelse Roma, dove il nostro cinema in quel momento — si era nel 1963 — faceva scalpore con i film di Antonioni e di Fellini. Nella capitale Lisa Gastoni si installò in un piccolo appartamento a Vigna Clara e. poiché non conosceva nessuno, si affidò ad un agente perchè le trovasse lavoro «E' stata un'esperienza deludente — mi dice — quell'agente non era una persona seria, mi ha illuso. mi ha fatto fare parti brutte in film brutti, mi ha fatto sciupare anni. Fio dovuto ricominciare tutto daccapo un'altra volta». Affascinatrice in film in costume, donna sexy in pellicole di fantascienza. ogni tanto il nome di Lisa Gastoni appariva nel cast di qualche pellicola di seconda visione «Mi avevano messo addosso quella parte di vampona — dice — che non mi si addice proprio, ma per tenermi a galla dovevo accettare tutto».

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Poi ecco «Svegliati e uccidi», film nato come la storia di un bandito nostrano e trasformatosi poi. proprio grazie alla interpretazione della Gastoni. in un film sulla moglie del bandito, questa Yvonne cantante di night, dalla moralità labile eppure con un patetico desiderio di pulizia interiore, futile e assurda (oh! le buffe pellicce che compera con i «colpi» del marito). ma decisa a strappare il suo uomo alla malavita, innamorata e fedele ma al tempo stesso disposta a collaborare con la polizia per fare catturare Lutring e salvargli la pelle. E lei ha dato a Yvonne il suo volto singolare, la voce roca. calda, vera.

«Ho dovuto insistere per doppiarmi — ha detto — non ne volevano sapere della mia voce. "Fatti doppiare da una doppiatrice di professione, verrà tutto meglio". Ma scherziamo! La voce è l'anima del personaggio e io quel personaggio l'avevo dentro di me. me l'ero costruito con tanta passione, me l'ero studiato dal vero, andando le sere nei night milanesi per conoscere queste cantanti-entreneu-ses e capire il loro modo di vivere e di pensare»

E adesso i giornali che per anni l'hanno ignorata scrivono di lei. i critici che non si erano mai accorti della sua presenza nei film di serie B, dicono: «Finalmente una vera attrice».

E lei, Lisa Gastoni, che cosa pensa di tutto questo? «Mi aspettavo che i critici mi citassero, non pensavo di passare inosservata Ma non mi aspettavo certo questo coro di osanna, questi elogi. Ora sono contenta, ma lanche un po' sconcertata. Il difficile viene ora. non debbo deludere! Ma andrà tutto bene. Mio padre diceva sempre: "Hai un ottimismo che stronca le gambe alla realtà...". Ma il mio ottimismo non è campato in aria, non ho mai fatto sogni assurdi: sapevo che insistendo avrei trovato la strada giusta. Nessuno salta fuori per caso, da un giorno all'altro, nemmeno Julie Christie è un'attrice improvvisata. Erano anni che lavorava sodo, ma ora i biografi preferiscono non dire certe cose: la leggenda cosi è più bella».

«Che cosa è cambiato nella sua vita dopo "Svegliati e uccidi”?». le chiedo. «Ora tutti mi offrono delle parti. tutti mi vogliono dare dei consigli "fai questo, fai quello"». «E lei che cosa pensa di fare?». « Belle parti, bei film, film importanti con registi importanti». «Mi ha detto di aver attraversato momenti economicamente difficili: ora che. con il successo, sarà arrivato, penso, anche il denaro, ha potuto soddisfare qualche desiderio? Vedo che ha una bella casa».

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«La casa non è mia. nemmeno i mobili, è tutto in affitto... I soldi? Non creda che abbia guadagnato molto con questo film; quando mi hanno scritturata non ero ancora nessuno. In futuro guadagnerò di più. spero. Che cosa farò allora? Non lo so. in concreto non lo so. So solo che mi sentirò ripagata di tanti sacrifici. Il nostro è un mestiere strano e certe tavole vanno demistificate: molti pensano "le attrici guadagnano molto, fanno bei viaggi...". Tutto vero, ma nessuno sa che noi dobbiamo fare le "dive" anche quando non lo siamo, dobbiamo tenere un certo tenore di vita, anche quando siamo al verde, ave re bei vestiti perchè se vai in giro con un cappottino qualsiasi pensano "quella morta di fame", non ti considerano nemmeno. E cosi si fa un film, si prende un po' di soldi ma poi per sei mesi non si lavora e i soldi se ne vanno e se si vuol mangiare si devono fare debiti».

Mi accorgo che è difficile parlare di un'attrice balzata cosi all'improvviso alla ribalta, un'attrice che. almeno per le cronache, non ha un passato. Non è un» personaggio». infatti. Lisa Gastoni, e non ha fatto niente per esserlo, non ha cercato di far parlare di sè con atteggiamenti stravaganti, con flirt clamorosi, o posando in bikini. Ha solo lavorato. Non so nemmeno come la pensa a proposito, che ne so, dell'amore, del divorzio, della «pillola». Mi sembra una donna moderna net senso che ha scelto di tare l’attrice come si può scegliere di fare una qualsiasi altra professione e non per mettersi in vetrina. Il poco tempo che ho avuto a disposizione non mi ha permesso di sondare «la donna» Lisa Gastoni. E' sempre l'attrice che salta fuori, ma un'attrice che pensa, riflette. «L'importante è non avercela con nessuno se non si "sfonda", non pensare mai "ecco quella ha successo e io no, non è giusto", non bisogna essere astiose, invidiose. So benissimo che c'è chi parte favorita, e chi no. ma io sono sicura che anche una Claudia Cardinale. per farle un esempio, il suo posto se l'è meritato».

«Ora che programmi ha per il futuro? Che cosa vuole ottenere ancora?». «Il successo. Il successo occorre, serve, perchè quando lo hai. hai anche la possibilità di scegliere e non sei costretta ad accettare tutto come ho dovuto fare per anni. Voglio essere un'attrice di cassetta, perchè così i produttori ti cercano. ti offrono delle belle parti Non creda che io mi sia montata la testa, ora. Mi sento solo più tranquilla. più calma, più rilassata... Il successo eccita quando ti giunge all' improvviso, immeritatamente, ma quando lo si ottiene dopo anni di lavoro ti lascia tale e quale. E' venuto. Bene, tante grazie!».

Maria Maffei, «Noi donne», anno XXI, 21 maggio 1966


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Nostra intervista con Lisa Gastoni che ha vinto con il film “Grazie, zia” la Grolla d’oro 1968

Una grolla d'oro, un nastro d'argento, il globo della stampa estera, la noce d'oro, la targa d'oro dei critici, sedici premi in nemmeno due anni, e fra poco saranno diciassette perché le hanno assegnato anche la targa Davide di Donatello che riceverà in questi giorni. Lisa Gastoni guarda i suoi trofei, ammucchiati un po' confusamente ma bene in vista su un cassettone, e dice: «Se sono contenta? Certo che lo sono. Ma sono anche un po' sconcertata. Mi trovo addosso questo successo tanto piacevole, ma la mia vita non è cambiata: faccio le stesse cose di prima, sono la stessa di prima. Forse perché questo tipo di successo era per me un po' scontato, nel senso che è il risultato di un lavoro nel quale credo, ed è la cosa in cui speravo. Non penso ora. perché ho ricevuto questi premi, di avere yn particolare talento: ho avuto forse una certa fortuna. Ho saputo aspettare, non ho avuto la smania della carriera, l'unica mia vera smania è lavorare bene E ho capito che per lavorare bene ci vuole pazienza, costanza, impegno, tante cose.

1968 07 20 Noi Donne Lisa Gastoni f1Lisa Gastoni si è imposta all'attenzione della critica e del pubblico con l'interpretazione del film «Svegliati e uccidi». Da allora ha interpretato altri due film: «I sette fratelli Cervi» e «Grazie, zia».

L' interprete di «Grazie, zia» — il film più provocatorio e audace della stagione — è sdraiata su un grande divano nella stanza di soggiorno. Le gambe nervose si muovono continua-mente. cambiano posizione: i capelli neri lunghissimi le piovono sul viso e lei li ricaccia indietro ogni tanto con un gesto rapido della mano e del capo. E' in perfetta forma, abbronzata. serena. Il successo l'ha resa più bella, più sicura, più tranquilla anche. Ma la sua vita, le sue abitudini sono rimaste le stesse di due anni fa. quando esplose all'improvviso nel film di Carlo Lizzani «Svegliati e uccidi» — il primo che le offriva la possibilità di recitare. di costruire un personaggio vero e credibile dopo tanti film di second'ordine. privi di qualsiasi impegno, polpettoni storici o film di fantascienza che passavano diretta-mente dallo stabilimento cinematografico alle sale di periferia e di provincia — e i critici, che fino allora avevano ignorato il suo nome scrissero: finalmente una vera attrice. Non è cambiata nemmeno dopo che «Grazie, zia» è diventato il best-sellers della stagione e le ha fruttato la grolla d'oro come migliore attrice dell'anno.

Vive nello stesso attico ai Parioli preso in affitto di cui nulla è suo (nemmeno una sedia) tranne i libri, le riviste, i copioni che si trovano ammucchiati un po' dappertutto E' ancora lei che risponde al telefono e quando suoni alla porta è lei che viene ad aprire Vive sola, senza quel contorno di cameriere, segretarie o amiche riverenti che sembrano essere lo sfondo d'obbligo dell’attrice arrivata.

«Si sono scritte tante cose sul mio conto in questi ultimi tempi, titoli tipo: "Non penso a sposarmi, penso solo alla mia carriera", ma non è vero nulla, non ho mai detto queste cose. La mia vita di donna non s'è bloccata, si dà il caso che in questo periodo io viva cosi, sola. ma ciò non significa che io rinunci a qualcosa per fare carriera. Del resto niente può rovinarla questa mia carriera, perché è il mio lavoro e io l'ho sempre considerato parte integrante della mia vita, alla stregua di una qualsiasi professione. Certo i premi mi piacciono e quando vado a ritirarli sono felice, ma voglio soprattutto essere sicura di essermeli meritati. voglio che il pubblico sia d'accordo».

Il pubblico: è la sua prima preoccupazione piacere al pubblico. comunicare con lui. farlo partecipe delle sue emozioni. stati d'animo, sentimenti. I personaggi che non hanno questa possibilità di raggiungere la platea, scuoterla, aggredirla, se necessario, li ha scartati tutti da quando, dopo» Svegliati e uccidi». produttori e registi si accorsero finalmente di lei e piovvero le offerte. Da quel film, che usci sugli schermi l'autunno del 1966. a oggi ne ha letti, di copioni, a decine. ma soltanto due l'hanno convinta a tornare davanti alla macchina da presa: «I sette fratelli Cervi» e «Grazie, zia». Le dicevano: ma sei matta? Adesso che hai finalmente tante offerte fai la difficile? Il successo va sfruttato al momento giusto.

1968 07 20 Noi Donne Lisa Gastoni f2Una scena del film «La pecora nera» che Lisa Gastoni sta interpretando con Vittorio Gassman, per la regia di Luciano Salce.

«Sarò anche matta — dice — ma che significa "sfruttare il successo"? Accettare tutto quello che ti offrono per fare soldi, a scapito del rendimento? Ma se sono dieci anni che aspetto di fare buoni film, per ché dovrei buttarmi proprio ora? Per fare milioni? Il denaro piace a tutti, d'accordo, e penso che un giorno piaceri, anche a me avere una casa mia. ma a che serve accumulare, avere un sacco di cose, lo dormo in un letto per volta mangio tre pasti al giorno e di più non potrei, mi piacciono le pellicce — lo confesso — ma anche di quelle ne posso portare soltanto una alla volta. Sono altre le soddisfazioni di cui vado in cerca, e voglio trovarle nella creazione, nel lavoro. E non voglio essere una diva, un mostro sacro. Se ti cali dentro alla cappa di vetro è finita, resti isolata e dolio sono guai tuoi — dice — io non potrei vivere cosi. Intanto se fai la diva lo devi fare dal mattino, quando ti alzi, alla sera quando vai a letto. Sai che fatica: essere sempre perfetta, impeccabile, sempre qualche centimetro al di sopra degli altri, io, figurati, che certe volte nemmeno mi pettino. Poi bisogna essere esigerti, fare un po' di capricci... Certo qual che volta anch'io m'arrabbio, succede a tutti, no. quando si lavora? Ma non sono mai le bizze della diva: e se qualcuno mi risponde per le rime non me la prendo davvero. Mi piace stare fra la gente, capirla ed essere capita. E' cosi anche con i colleghi. E non si ha idea quanto si potrebbe perdere facendo diversamente. Adesso per esempio ho girato il film "La pecora nera" con Salce e Gassman: beh, è stata un'esperienza bellissima perché ho scoperto Gassman qual è veramente, un uomo straordinario. Certo quando sono arrivata sul set ho capito che mi stavano aspettando con le mani sui banchi, come dire: «Mo' vediamo che cosa sa fare questa, guardiamo se si è montata la testa, poi quando hanno visto come sono realmente mi hanno accettata con amicizia e con simpatia. Perché poi dovrei essermi montata la testa? Se uno crede al successo allora si che e un guaio. Si perde di vista la realtà. Il vero successo è quando il tuo nome fa andare la gente al cinema e il mio nome lo sta ottenendo, ma non ancora del tutto. Ne ho di strada da fare...».

La strada che Lisa Gastoni ha davanti a sé è lunga e la porterà lontano, ma è una strada aperta fra le polemiche le ribellioni: Il film «Grazie, zia» è stato giudicato il più polemico della stagione, è uscito sugli schermi in clima di «contestazione» — per usare una parola tanto di moda: le polemiche non mancarono nemmeno quando fu inviato a Cannes e non sono mancate al momento della consegna della grolla d'oro, quando il giovane regista Faenza ha rifiutato un premio destinato a lui. E lei. Lisa, non si associa a questa ondata?

«lo no. non ci penso nemmeno lo questo tipo di film non l'ho fatto per polemica, l'ho fatto per professione. Secondo me hanno dato a "Grazie zia", un'etichetta di film polemico mentre, invece, era nato con un destino abbastanza preciso, era stato fatto per avere successo. Certo, ha un suo contenuto critico verso una certa società, ma lo credo che si sia esagerato definendolo una specie di avamposto della protesta filmata, lo non sono d'accordo con coloro che fino a ieri hanno preso i milioni da questo cinema "borghese" e adesso lo buttano giù. No. con questi non ci sto. lo sono dalla parte di un tipo come Enzo Doria, il produttore, perché lui, questo cinema dei giovani, che adesso va tanto di moda, lo ha inventato con "I pugni in tasca". credendoci, andando contro corrente, coraggiosamente. E' l'unico che ha rischiato e a volte ha anche perduto. Sono d'accordo che c'è tutto da cambiare nella nostra società, eccome c'è da cambiare, c'è da rifare tutto da capo. Ma non è con certe prese di posizione che si cambiano le cose: bisogna fare seriamente».

E con i produttori che ieri la snobbavano e oggi la corteggiano. come si comporta? «Come dovrei comportarmi? Si sono accorti che esisto, tanto meglio. E' ciò che volevo».

M. M., «Noi donne», anno XXIII, 20 luglio 1968


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Sono bastati pochi film per rivelare il talento della brava Lisa Gastoni

ROMA, dicembre

In questi giorni il film «Grazie, zia» di Salvatore Samperi, interpretato nei ruoli principali da Lisa Gastoni e Lou Castel, inizia l'assalto al mercato americano. Acquistata da uno dei più potenti produttori, Joe Levine, la pellicola è stata lanciata con un colossale battage pubblicitario e ora si appresta a contendere il passo ai film più importanti della stagione che, notoriamente, vengono tenuti in serbo per le feste natalizie. Ma Levin è ottimista ed è sicuro che «Grazie, zia» riempirà le platee, come ha fatto in Italia.

1968 12 28 Noi Donne Lisa Gastoni f2UNA CASA FRA I PINI. Roma. Lisa Gastoni, nella sua nuova casa romana un attico fra pini, pieno di luce e di silenzio. L'attrice, che ha collezionato con pochi film un numero rilevante di premi, ha ricevuto molte proposte di lavoro anche dall’America, dove sta per essere lanciato il suo film «Grazie, zia».

Lisa, che è già stata in America l'estate scorsa per una serie di conferenze-stampa sul film e per esaminare le proposte di lavoro ricevute da Hollywood, torna in USA per essere presente alle più Importanti prime di «Grazie zia».

E' oggi una delle attrici più quotate e più contese e sarebbe davvero un peccato se il cinema americano ce la portasse via. Sette anni fa quando tornò in Italia dopo una lunga esperienza teatrale in Inghilterra, mise a disposizione del nostro cinema il suo talento e la sua bellezza singolare, ma forse sarebbe ancora li a fare anticamera se Lizzani, con intuito da vero regista di classe, non le avesse affidato la parte che fece gridare i critici al miracolo: quella della moglie del bandito Lutring nel film «Svegliati e uccidi». Da allora non ha fatto che tre film «I sette fratelli Cervi», «Grazie, zia» e «La pecora nera» uscito da poco sui nostri schermi.

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E non ha fatto che collezionare premi: nastri, grolle, maschere, globi. I copioni si sono ammucchiati sulla scrivania, ma lei accetta di recitare soltanto quando è convinta di aver trovato la parte giusta, rifiutando i milioni e. come lei dice, «maltrattando la fortuna». Ma poiché oggi le attrici vere sono rare (anche se abbondano le star e le dive) non può sottrarsi all'escalation al successo alla quale era predestinata.

«Noi donne», anno XXII, 28 dicembre 1968


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Attrice di talento e di successo, Lisa Gastoni riesce a difendersi, a restare cioè una tipica donna dei nostri giorni. Si dice scontenta e si mostra incapace di rassegnarsi, è tenera e ribelle, è disincantata e romantica. Inevitabile, quindi, che ogni sua interpretazione rifletta le diverse facce di questa diva antidiva

Roma, aprile

E' una donna che non ha il coraggio di piangere, ma non perchè sia sciocca. Anzi, è intelligente, forse la più intelligente attrice che abbia il cinema italiano. Ma un'intelligenza strana, di tipo maschile, quindi lucida, coraggiosa, spietata anche, cui corrisponde però una fragilità femminile di tipo arcaico, di vecchio stampo, che identifica ancora il sesso col peccato e ambisce a realizzarsi, o meglio a completarsi nell’amore di un uomo. Da tale contraddizione nasce quello straordinario personaggio che è Lisa Gas toni, una donna che non ha un possibile termine di paragone nei mondo dello spettacolo perchè in lei, in ogni suo gesto, in ogni sua azione, si riflette il dramma della donna moderna in cui il dover essere, cioè il comportamento, non corrisponde al suo essere, cioè alla sua condizione nella società.

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Ogni età scopre e sceglie i suoi miti. Ma il modello della disponibilità femminile, accreditato oggi dai mezzi di comunicazione di massa, la fa inorridire. In quegli occhi che guardano diffidenti e maliziosi, curiosi e severi, pronti nel vedere, decisi a non farsi scoprire. Lisa Gastoni pone quasi l’accanimento di un giocatore che impegna tutto se stesso per legare alla ragione il traballante carro della fortuna. Non è giusto, infatti, usare il termine in voga di successo, una parola che non le appartiene, come in sostanza non le appartengono le volgarità, la malafede, le falsità del cinema.

Nemica di se stessa e della saggia amministrazione del suo personaggio, libera, ingenua, capricciosamente personale, questa strana donna si ribella istintivamente quando il regime delle regole e le necessità del mestiere minacciano di soffocarla. Quando tutto sembra compiuto, quindi, tutto è da ricominciare e Lisa Gastoni è pronta a pagare. Si intuisce che nella vita ha sempre pagato, ha pagato l’anima sua per essere una donna che oggi non si saprebbe maledettamente dove collocare per classificarla in due parole ed essere a posto con la coscienza.

Perchè un attore raggiunga gli effetti voluti sul pubblico. disse Diderot, egli dovrà recitare con la riflessione, con la testa e soprattutto dovrà opporsi alla sensibilità. che è disordine e debolezza. Partendo da questo presupposto (allargato dalle tavole del palcoscenico al set cinematografico) bisognerebbe concludere che i grandi attori, come tutti gli imitatori della realtà, siano gli esseri meno sensibili. Ma Lisa Gastoni non è una grande attrice, è una grande interprete, ed è diverso, perchè "produce” commozione con un’operazione intellettuale che elabora con la calma e la misura dell’artista. Prendiamo le "sue” donne, i suoi personaggi femminili, ed esaminiamoli con attenzione. Sono figure drammatiche perchè sono disegni di donne fallite nel loro sogno di emancipazione e di autosufficienza, nella loro ambizione di essere sessualmente (o se si preferisce. femminilmente) interessanti e intellettualmente autonome dall’uomo, cioè dal loro autore. Donne piene d’una straordinaria carica d’energia (insospettabile), d’una violenza espressiva che giunge fino alla stramberia, alla stranezza, all’offesa dell’ordine e della regola come avviene per il personaggio di "Grazie zia”, una borghese che sa rinunciare coscientemente alla sua condizione e ai suoi agi in un'allucinata digressione che vuol essere una definizione di se stessa e finisce per essere un’amara contestazione del suo operato.

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Forse poche attrici (o forse nessuna) hanno potuto guardarsi nello specchio dei propri personaggi come ha fatto la Gastoni col film di Samperi, con "Svegliati e uccidi" di Lizzani e, più recentemente, con "L’amica” di Lattuada e "L’invasione” di Yves Allegret. Ma, per ciò stesso, era inevitabile che nascesse in lei il momento del sospetto, maturato nella ripetizione degli atti consueti e nelle giornate di solitudine, di aver consegnato la propria pubblica immagine nei contorni definiti dell’autobiografia. Fu un momento di paura, come quando sulla parete della memoria si disegnano gruppi di figure che la muffa del tempo non ha cancellato. La infanzia in una cittadina di mare della Liguria, il moralismo inquieto della mamma irlandese, il passo cadenzato dei soldati della Wehr-macht che portano via il padre. Un mondo che rovina, un piccolo albero sradicato e trapiantato in Inghilterra. Studiare, applicarsi, divenne allora un tonico; capire il mondo attraverso una psicologia senza misericordia, un mezzo per sopravvivere, strisciare tra gli avvenimenti per arrivare allo scopo. Ma quale?

Forse il matrimonio. Lisa Gastoni si sposò mentre era iscritta alla scuola di architettura e già recitava in teatro. Anche questa scelta è costruita nel senso che l’uomo da affiancare non è banalmente un marito ma anche uno scienziato; quale occasione migliore per realizzarsi come donna e consolidarsi come intellettuale? Ma le occasioni non esistono se non come momenti di cedimento. Un anno in Grecia. accanto a Costantino Manos, e le sembrò che non esistesse altra dolce maniera per prepararsi a morire. Delirare, agire, respirare divenne quasi impossibile in mezzo alle rovine delle sue speranze.

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Non rimproveriamo mai a una donna quel che ella non sa fare. Lisa Gastoni non seppe adattarsi. Del resto è difficile circoscrivere un inquieto temperamento entro le dighe del luogo comune. Parigi e Roma: due tappe, una svista e un operoso risveglio, un puntiglioso impegno nel lavoro che ha soprattutto il senso dell’inseguimento di una serenità, di un equilibrio che la cartapesta del cinema non può produrre. Non è certo un caso che le amicizie di Lisa si contino fra le persone che non vivono di cinema e devono avere un senso quegli occhiali neri, quegli ampi foulard in cui barrica il suo sguardo e il suo volto. Ha paura? Certamente. Paura di rivelarsi ed essere tradita, di amare ed essere derisa, di offrirsi ed essere respinta. La sua autocritica è vigile, i lampi di ironia le impediscono di piangere, di sciogliere nelle lacrime la disperazione che a volte l’assale.

1970 05 02 Tempo Lisa Gastoni f4STUDI INGLESI. Lisa è nata ad Alassio da padre italiano e madre irlandese; ha compiuto i suoi studi in Inghilterra, dove il padre si era rifugiato come antifascista. Vive in Italia da 9 anni

« Sono un leone senz’unghie ». ammette Lisa parlando di se stessa in riferimento al proprio segno astrale. Ma anche quest 'affermazione va vista in rapporto alla crudeltà del mondo. Quando la invitano in America, quando le sottopongono tre contratti uno più allettante dell’altro, Lisa sa cacciare gli artigli del leone e graffiare: « Non sono un manichino che si tiri dall’armadio e si vesta e si spogli ai vostri cenni. Tenetevi i vostri soldi e grazie tanto; io tengo me stessa ». Quante attrici italiane sarebbero in grado, non per snobismo ma per ragionata consapevolezza, di evitare una svendita di se stesse? Il ragionamento non è ozioso ma ha un senso, questo: il rifiuto del mondo dei consumatori, dei divoratori di immagini, il rigetto delle ferree leggi dell’industria culturale, se è vero che, per un film come "Grazie zia", Lisa Gastoni si offrì di lavorare senza soldi, senza truccatore, senza costumi di scena e con un regista cui pochi avrebbero dato, allora, qualche centesimo di affidamento.

Dunque un’interprete solitaria, aristocratica quasi, che considera il cinema un divertimento prezioso non un magico filtro. « In sostanza — dice la Gastoni — è mostruoso vivere del visibile e per il visibile, cioè annientarsi nella gabbia dell’immagine che di ciascun interprete il cinema restituisce allo spettatore. Bisogna vivere per quel che si è, al di qua delle leggende, nella propria realtà, per evitare che anche i sentimenti diventino fantasmi ».

1970 05 02 Tempo Lisa Gastoni f5SPOSATA. Nel ’61 Lisa sposò un fisico greco ma il matrimonio durò solo un anno.

E’ lo scollamento della diva (l’unica diva italiana degli anni Settanta) dal personaggio che l’ha rivelata, è il tentativo di riguadagnare una zona d’ombra, misteriosa, remota, dove sia impossibile raggiungerla e dove, a un temperamento fervido e ingegnoso, sia consentito ricreare, ad ogni occasione, una splendida tragicità.

Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIII, n.18, 2 maggio 1970 (Fotografie di Angelo Frontoni)



 

Filmografia

Cinema

Operazione Commandos (They Who Dare), regia di Lewis Milestone (1954)
Prigioniero dell'harem (You Know What Sailors Are), non accreditata, regia di Ken Annakin (1954)
The Runaway Bus, con il nome Liza Gastone, regia di Val Guest (1954)
Quattro in medicina (Doctor in the House), non accreditata, regia di Ralph Thomas (1954)
Trafficanti d'oro (Beautiful Stranger), regia di David Miller (1954)
Il grido del sangue (Dance Little Lady), regia di Val Guest (1954)
Josephine and Men, regia di Roy Boulting (1955)
L'uomo del momento (Man of the Moment), regia di John Paddy Carstairs (1955)
The Baby and the Battleship, regia di Jay Lewis (1956)
Tre uomini in barca (Three Men in a Boat), regia di Ken Annakin (1956)
Face in the Night, regia di Lance Confort (1957)
Second Fiddle, regia di Maurice Elvey (1957)
The Truth About Women, regia di Muriel Box (1957)
Man from Tangier, regia di Lance Confort (1957)
Blue Murder at St. Trinian's, regia di Frank Launder (1957)
Assassinio X (Rx for Murder), regia di Derek Twist (1958)
The Strange Awakening, regia di Montgomery Tully (1958)
Chain of Events, regia di Gerald Thomas (1958)
Decisione di uccidere (Intent to Kill), regia di Jack Cardiff (1958)
Wrong Number, regia di Vernon Sewell (1959)
The Breaking Point, regia di Lance Confort (1961)
Passaporto per Canton (Visa to Canton), regia di Michael Carreras (1961)
Le avventure di Mary Read, regia di Umberto Lenzi (1961)
Diciottenni al sole, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
Tharus figlio di Attila, regia di Roberto Bianchi Montero (1962)
Duello nella Sila, regia di Umberto Lenzi (1962)
Eva, regia di Joseph Losey (1962)
I quattro moschettieri, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1963)
Il monaco di Monza, regia di Sergio Corbucci (1963)
Il mito, regia di Adimaro Sala (1963)
Ro.Go.Pa.G., episodio "Il pollo ruspante", regia di Ugo Gregoretti (1963)
Bikini pericolosi (Le Roi du village), regia di Henri Gruel (1963)
Gidget a Roma (Gidget Goes to Rome), regia di Paul Wendkos (1963)
Il vendicatore mascherato, regia di Pino Mercanti (1964)
I maniaci, regia di Lucio Fulci (1964)
L'ultimo gladiatore, regia di Umberto Lenzi (1964)
Le sette vipere (Il marito latino), regia di Renato Polselli (1964)
Crimine a due, regia di Romano Ferrara (1964)
Gli invincibili tre, regia di Gianfranco Parolini (1964)
I tre centurioni, regia di Roberto Mauri (1964)
I criminali della galassia, regia di Antonio Margheriti (1965)
Le notti della violenza, regia di Roberto Mauri (1965)
Svegliati e uccidi, regia di Carlo Lizzani (1966)
L'uomo che ride, regia di Sergio Corbucci (1966)
I diafanoidi vengono da Marte, con il nome Jane Fate, regia di Antonio Margheriti (1966)
I sette fratelli Cervi, regia di Gianni Puccini (1968)
La pecora nera, regia di Luciano Salce (1968)
Grazie zia, regia di Salvatore Samperi (1968)
L'amica, regia di Alberto Lattuada (1969)
L'invasione (L'invasion), regia di Yves Allégret (1970)
Maddalena, regia di Jerzy Kawalerowicz (1971)
La seduzione, regia di Fernando Di Leo (1973)
Amore amaro, regia di Florestano Vancini (1974)
Mussolini ultimo atto, regia di Carlo Lizzani (1974)
Labbra di lurido blu, regia di Giulio Petroni (1975)
Scandalo, regia di Salvatore Samperi (1976)
L'immoralità, regia di Massimo Pirri (1978)
Cuore sacro, regia di Ferzan Özpetek (2005)
Tutte le donne della mia vita, regia di Simona Izzo (2007)
Cocapop, regia di Pasquale Pozzessere (2009)

Televisione

La provinciale, regia di Pasquale Pozzessere - miniserie TV (2006)
Maria Montessori - Una vita per i bambini di Gianluca Maria Tavarelli (2007)
Dove la trovi una come me?, regia di Giorgio Capitani (2011)
Sposami, regia di Umberto Marino (2012)
L'onore e il rispetto - Ultimo capitolo, regia di Luigi Parisi ed Alessio Inturri (2017)

Teatro

La celestina (1979) di Luigi Squarzina
Le quattro sorelle (2010)

Premi e riconoscimenti

David di Donatello

1968 - Targa d'Oro, per Grazie zia
2005 - Nomination David di Donatello per la migliore attrice non protagonista, per Cuore sacro

Nastro d'Argento

1967 - Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, per Svegliati e uccidi
1975 - Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista, per Amore amaro
2006 - Nomination Nastro d'Argento alla migliore attrice non protagonista, per Cuore sacro

Globo d'oro

1966 - Globo d'oro alla miglior attrice, per Svegliati e uccidi

Grolla d'oro

1968 - Grolla d'oro alla miglior attrice, per Grazie zia


Note
^ Biografia dal sito della Treccani
^ "Lisa Gastoni" in F. Faldini, G. Fofi. L'avventurosa storia del cinema italiano. Feltrinelli, Milano, 1981


Riferimenti e bibliografie:

Sandro Villa, «Tempo», anno XXXIII, n.18, 2 maggio 1970 (Fotografie di Angelo Frontoni)