Giacobini Franco
(Roma, 15 marzo 1926 – Roma, 27 dicembre 2015) è stato un attore italiano. Sposato con l'attrice Angela Goodwin, era cugino della giornalista Silvana Giacobini.
Biografia
Frequenta l'Accademia nazionale d'arte drammatica dove si diploma nel 1948. A partire dalla metà degli cinquanta e per tutti gli anni sessanta Giacobini interpreterà un buon numero di film, soprattutto come attore caratterista. Fu abile spalla di Totò in diverse commedie, come I due marescialli (1961) e Totò diabolicus (1962).
Negli anni settanta si dedicherà soprattutto all'attività di regista teatrale dirigendo, tra le altre opere, Un caso fortunato di Sławomir Mrożek, nella stagione 1977-78.
Si ritira dal cinema nel 1983.
Muore a Roma il 27 dicembre 2015 all'età di 89 anni. Ad annunciarlo in un necrologio sua moglie, l'attrice Angela Goodwin.
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DOMANDA. Giacobini, lei mi fa un curioso effetto, perché dell'attore non ha la cosiddetta « facies specifica »...
RISPOSTA. Ah, no? E chi le sembro?
D. Anche un prete. O meglio, con la sua faccia un po’ rapace e gli occhi furibondi, potrebbe essere un protestatario anarcoide costituzionale.
R. A parte l’aspetto esteriore, le dirò che mi sento un po' come dice lei: anarcoide e protestatario. E con ciò?
D. Vede bene che non m’ingannavo. Ma che cos’è, dentro di lei, che non va, che non quadra?
R. Molte, troppe cose non vanno. Troppe balle, troppe vie di mezzo. Prenda il mio lavoro di attore: è la prima cosa a non andarmi per il giusto verso...
D. Di che si lamenta se, professionalmente, è piuttosto quotato?
R. Mi lamento perché mi hanno sempre condizionato a determinate facce, perché chi manovra noi marionette ritiene che è il viso che cm mahdvra noi marionette ritiene che è il viso che deve adattarsi al personaggio, e tutte le altre cose, il carattere, il temperamento, le mandano a farsi benedire. A me, una parte che mi sia andata a genio nel senso completo della parola, non l’hanno mai fatta fare. Poi uno si incallisce e tira avanti. Mi capisce: si deve pur vivere.
D. Dunque anche lei, squadrato com’è da ometto di casa, pur con la grinta, è un velleitario, o meglio uno che si ritiene compresso e impedito di esprimersi?
R. Anche. Una domanda scontata, del resto, dopo ciò che le ho detto. E lei, con la sua aria di sfottere, può diventare anche fastidioso!
D. Lo ammetto. Lei però, che è una specie — cosi vedo — di Cecco Angiolieri del teatro italiano, dovrebbe aver le spalle più forti alle punzecchiature e rintuzzarle meglio.
R. Allora dovrei fare a botte!
D. Parliamo della vostra retorica, dell'attore che proclama uno sviscerato amore verso il pubblico, del quale gli importa, invece, alla fine soltanto il consenso e il denaro.
R. Questa retorica c'è e la disapprovo. Però le dico anche questo: la maggior soddisfazione l'ho avuta quando ho letto poesie nelle fabbriche agli operai, e ho sentito un rapporto autentico e caloroso tra me e il pubblico. E’ retorica anche questa per lei?
D. Non saprei. Piuttosto lei, con la sua disapprovazione del mondo come è, in che cosa si differenzia dai capelloni?
R. Primo: per la mia incipiente calvizie; secondo: perché sono « genuino », e non costruito su scala industriale.
D. Il pubblico ha le sue pecche?
R. Certo. Rifiuta le idee e i veri sentimenti e tende sempre più a rifugiarsi nei « digestivi », nello sport e nelle canzonette. Del resto, occorre che abbia l’animo sgombro per assorbire le quotidiane lezioni di regime, quotidiane lezioni di regime.
D. Immagino lei abbia un concetto sociologico e ultramoderno dell’arte recitativa, e quindi butterà a mare i classici?
R. No. Auspico un teatro al servizio di un mondo di idee, e i veri classici, universali e inattaccabili dal tempo, sono appunto al servizio delle idee, non degli interessi.
D. La TV ha tre aspetti: mezzo di comunicazione, spettacolo, ente. Gradirei conoscere in che modo la distrugge.
R. Come mezzo è formidabile; come spettacolo è per bambini; come ente è elefantiaco, proprio da adulti della più antica e superata specie.
D. Una domanda quasi di rito: sa trovare una qualche nota melensa in « Sabato sera »?
R. Il bacetto di Mina al maestro Canfora, quando entra in scena.
Antonio Sangiorgi, «Tribuna Illustrata», 7 maggio 1967
Filmografia
Papà diventa mamma, regia di Aldo Fabrizi (1952)
Lo scocciatore (Via Padova 46), regia di Giorgio Bianchi (1953)
Caporale di giornata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1958)
Adorabili e bugiarde, regia di Nunzio Malasomma (1958)
Tempi duri per i vampiri, regia di Steno (1959)
L'impiegato, regia di Gianni Puccini (1960)
Via Margutta, regia di Mario Camerini (1960)
A cavallo della tigre, regia di Luigi Comencini (1961)
I due marescialli, regia di Sergio Corbucci (1961)
Gli attendenti, regia di Giorgio Bianchi (1961)
Ercole al centro della Terra, regia di Mario Bava (1961)
La voglia matta, regia di Luciano Salce (1962)
Diciottenni al sole, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
Totò diabolicus, regia di Steno (1962)
Sherlock Holmes - La valle del terrore, regia di Terence Fisher e Frank Winterstein (1962)
Il mio amico Benito, regia di Giorgio Bianchi (1962)
La bellezza di Ippolita, regia di Giancarlo Zagni (1962)
Lo smemorato di Collegno, regia di Sergio Corbucci (1962)
Totò sexy, regia di Mario Amendola (1963)
Gli onorevoli, regia di Sergio Corbucci (1963)
Uno strano tipo, regia di Lucio Fulci (1963)
Io uccido, tu uccidi, regia di Gianni Puccini (1965)
I due sergenti del generale Custer, regia di Giorgio Simonelli (1966)
Soldati e capelloni, regia di Ettore Maria Fizzarotti (1967)
I due vigili, regia di Giuseppe Orlandini (1967)
Vendo cara la pelle, regia di Ettore Maria Fizzarotti (1967)
Il mercenario, regia di Sergio Corbucci (1968)
Donne... botte e bersaglieri, regia di Ruggero Deodato (1968)
Chimera, regia di Ettore Maria Fizzarotti (1968)
Sissignore (regia di Ugo Tognazzi) (1968)
L'alibi, regia di Adolfo Celi, Vittorio Gassman e Luciano Lucignani (1969)
Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?, regia di Mariano Laurenti (1971)
Si può fare... amigo (regia di Maurizio Lucidi) (1972)
La banda J. & S. - Cronaca criminale del Far West, regia di Sergio Corbucci (1972)
Il gatto mammone, regia di Nando Cicero (1975)
I soliti ignoti colpiscono ancora - E una banca rapinammo per fatal combinazion (Ab morgen sind wir reich und ehrlich), regia di Franz Antel (1976)
Tre tigri contro tre tigri, regia di Sergio Corbucci e Steno (1977)
Pane, burro e marmellata, regia di Giorgio Capitani (1977)
Mi faccio la barca, regia di Sergio Corbucci (1980)
Sing Sing, regia di Sergio Corbucci (1983)
Il teatro
Adelchi , di Alessandro Manzoni, con Vittorio Gassman, Valentina Fortunato, Andrea Bosic, Carlo D'Angelo, Nino Dal Fabbro, Carmen Scarpitta, Franco Giacobini, Orazio Orlando, regia di Gassman, prima al Teatro Circo di Villa Borghese a Roma il 3 marzo 1960.
Cortometraggi
Carlo e Clara , con Angela Goodwin e Virginia Gherardini, regia di Giulio Mastromauro (2013).
Prosa televisiva RAI
Il Cadetto Wilnslow, di Terence Rattigan, con Alvaro Piccardi, Isabella Riva, Lia Zoppelli, Ernesto Calindri, Franco Giacobini, Valeria Valeri, Franco Volpi, regia Franco Enriquez, trasmessa il 6 giugno 1954.
Un uomo sull'acqua, di Federico Bassano, con Antonella Lualdi, Franco Interlenghi, Paolo Ferrari, Franco Giacobini, Pietro Tordi, Giampiero Albertini, Edoardo Toniolo, Mirko Ellis, Nino Pavese, regia Mario Ferrero, trasmessa il 7 gennaio 1955.
I Grandi Camaleonti, dal 1 ottobre al 29 novembre 1964 ( Giuseppe Bonaparte)
Le care mogli, con Franco Giacobini, Aldo Giuffré, Marisa Fabbri, Carmen Scarpitta, Marisa Bartoli, regia di Guido Stagnaro, trasmessa il 18 giugno 1976.