Gray Nadia (Kujnir-Herescu Nadia)

Nome d'arte di Nadia Kujnir-Herescu; talvolta indicata anche come Nadia Grey o Nadja Grey (Bucarest, 23 novembre 1923 – New York City, 13 giugno 1994), è stata un'attrice romena.

Biografia

Di padre russo e madre originaria della Bessarabia, sostenitrice di re Carlo II di Romania, incontrò il suo primo marito - il pilota rumeno dell'aviazione della seconda guerra mondiale Constantin Cantacuzino (cui restò legata dal 1946 fino alla morte di questi avvenuta il 26 maggio 1958) - in circostanze avventurose durante un periglioso viaggio aereo (uno dei motori dell'aereo pilotato dal futuro marito prese fuoco e il velivolo fu costretto ad un atterraggio di emergenza). A Cantacuzino fu poi riconosciuto il titolo di principe per meriti di guerra. Successivamente, l'attrice è stata sposata, dal 1967 fino alla sua morte, con l'avvocato Herbert Silverman.
Alla fine degli anni quaranta il colpo di stato comunista in Romania la indusse a lasciare il suo paese e trasferirsi dapprima in Francia - dove nella cosmopolita Parigi, forte del matrimonio con Cantacuzino e del debutto nel cinema, divenne una star del jet set internazionale - e quindi in Spagna.

Carriera

È stata attiva nel cinema anche in Italia e Francia, tra gli anni cinquanta e sessanta.
Interprete di numerosi film d'avventura e di genere ma anche di pellicole di una certa qualità, debuttò nel 1949 in L'Inconnu d'un soir, diretta da Hervé Bromberger e Max Neufeld. La sua più importante partecipazione cinematografica resta ovviamente ne La dolce vita (1960) di Federico Fellini, in cui inscena un famoso spogliarello.
La Gray è stata anche un noto personaggio televisivo: fu chiamata dalla RAI a presentare l'edizione del 1964 di Canzonissima, intitolata Napoli contro tutti, condotta al fianco di Nino Taranto.
Interpretando se stessa è apparsa nel 1978 nel film documentario Remembering Jean Gabin, diretto dal regista John Musilli su sceneggiatura di Stephan Chodorov.
La sua ultima apparizione in televisione risale al 1967, in una puntata della serie televisiva britannica Il prigioniero, a seguito del matrimonio con un avvocato di New York abbandonò completamente la recitazione salvo continuare a lavorare come cantante nei locali della città apparire in un paio di film documentari, uno dedicato a Jean Gabin e un altro dedicato proprio alla serie inglese The Prisoner Video Companion.


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

«Il Dramma», 15 settembre 1950

Questa l'attrice che Remigio Paone ha scritturata per l’Italia e che se - come è probabile - avrà espletati gli impegni cinematografici che attualmente la trattengono a Londra, sarà la vedetta di Black and White, il nuovo spettacolo che andrà in scena a Natale nel nuovo Teatro di via Manzoni a Milano. Parliamo dell'attrice, poi dello spettacolo. Nadia Gray è rumena, di origine russa; vive fra Parigi e Londra perché in queste due capitali svolge la sua attività cinematografica e teatrale.

Le sue più recenti interpretazioni sulle scene, con notevole successo di critica e di pubblico, sono delle due passate stagioni parigine: ripresa de Il piccolo caffè, di Tristan Bernard; Lo sconosciuto di una sera di Dauphin o Rouhen; Monsignore di Bernard Blier; e poi ancora La selvaggia di Anouilh; Auprès de ma blonde di Achard ; La voce della tortora di Vati Druton, ecc. Gli eccetera, tra i titoli di commedie o di films, sono moltissimi. È molto giovane, come si vede dalla più recente delle sue fotografie fatta per noi in queste settimane, ma è evidente che tra la ribalta e il teatro di posa, Nadia Gray non sta ferma un minuto.

Parla molto correttamente il russo, il rumeno, il francese, l'inglese e l'italiano. Lo spettacolo Black and White sarà messo in scena da Oreste Biancoli. Non è una rivista secondo la tradizione; è uno spettacolo nel senso che oggi si suole dare ad un insieme di varia indole o di generi misti. Particolarmente diremo che si tratta di un rapporto sceneggiato tra la civiltà dell’Ottocento e il nostro tempo; infine, un bilancio del mezzo secolo.

«Il Dramma», 15 settembre 1950


Degli incontri fatti quest’anno al Festival di Venezia, e sì che ne abbiamo fatti davvero molti, uno di quelli che ci sarà più facile ricordare sì chiama Nadia Gray. Se il Cosmopolitismo potesse essere raffigurato da una figura femminile, toccherebbe a Nadia Gray d'mpersonarlo. Nata in Romania e vissuta, sino ad oggi, in tutta Europa, ella parla con spontaneità e scioltezza, oltre che il romeno, anche il francese, il tedesco, l’inglese, l’italiano e il russo; presto parlerà anche lo spagnolo.

Comincia ad essere popolare anche in Italia, dove ha interpretato già tre film; ma lo è da un pezzo in Inghilterra e in Francia. Una sua Conferenza-stampa, al Lido, fu annunciata come quella dell’«attrice inglese Nadia Gray»; ed era giusto dirla inglese quanto d’un’al-tra nazionalità. «Sono cittadina del mondo ci ha detto, in un colloquio che non aveva certo la solennità della conferenza-stampa, tenuta poi; si era in tre o quattro amici; — ma anche se manco da Bucarest dal 1947, il mio Paese è la Romania ancora adesso. Lì, da bambina e da giovinetta, ero Nadia, è il mio vero nome; ma non ero Gray. Mi chiamavo Cantacusino. Quando mi misi a cercare un nome d’arte, guardai negli scaffali della biblioteca e fu il romanzo di Oscar Wilde che mi diede il suggerimento; in senso figurato, sono figlia di Dorian Gray. Ma il ritratto di Nadia Gray spero non faccia la fine miseranda del ritratto di Dorian; tutti dobbiamo sfiorire; ma a poco a poco, secondo le leggi naturali, e non già di colpo, come l’eroe di Wilde.

«Come ho imparato l’italiano? Per scommessa. Fu negli anni in cui Carmine Gallone, con gli attori italiani, venne in Romania per realizzare Odessa in fiamme. Cominciai a incuriosirmi del cinematografo, tanto più che Gallone mi chiese di venire a Roma per lavorare in un film. E come ti riuscirebbe, se non sai l’italiano?, mi chiese un amico che partiva per l’Italia in quei giorni. Risposi che mi sentivo di impararlo alla svelta; al suo ritorno, che sarebbe avvenuto sei mesi più tardi, gli avrei parlato nella vostra lingua. L’amico non tornò più, ma io ho moralmente vinto la scommessa, perchè chiacchieravo come faccio oggi, con accento leggermente napoletano, giacché i miei maestri erano napoletani.

«La mia idea, del resto, è che più lingue si conoscono più facile è apprenderne di nuove. Quando lasciai Bucarest e mi trasferii a Parigi e interpretai, nello stesso tempo, un film francese e, sulla scena, una commedia inglese, messa in scena dallo scrittore Noel Coward, capii che il gioco era fatto, in materia di glottologia, e che bisognava soltanto applicare con una certa disinvoltura ciò che avevo imparato a scuola. E quando poi andai a Londra, mi sottrassi con l’improntitudine ad ogni spontaneo impaccio; parlavo in russo nel mio primo film inglese, dove avevo la parte di una dama moscovita; e parlavo inglese in un film diretto a Londra dal regista italiano Mario Zampi Top Secret ; ma con lui, Zampi, e con i suol collaboratori, che erano anch’essi vostri connazionali, parlavo nel mio napoletano italianizzato. Anzi, giacché ho una voce discreta, cantavo per lui le canzoni napoletane, mandandolo in visibilio.

«A Roma, quando venni per interpretare il film di Camerini Moglie per una notte, mi trovai più che mai a mio agio. Non voglio dire, come fanno tutti gli stranieri, che l’Italia è adorabile, lo sanno tutti che lo è; ma voglio dire che mi ci sento come a casa mia. Romeni e Italiani non differiscono molto. Ho un appartamento a Roma, uno a Parigi e uno a Londra; e se quello di Parigi mi è più caro, perchè ci sta mia madre, quello romano, in via Margutta, è il più naturalmente mio. Anche a Parigi e a Londra, come a Roma, mi sono sistemata in quartieri da artisti, di caratteristica bohémienne.

«Voi, che c’eravate, sapete che il film Moglie per una notte ha trionfato al Festival di Berlino; ne sono contenta, per Camerini che lo merita, ma anche per la parte di popolarità che mi darà in Italia. Nel vostro Paese desidero essere benvoluta. E vorrei che piacessero anche gli altri due film italiani per ì quali ho lavorato, Inganno, di Brignone, e Città canora, di Costa; in questa pellicola, in una parte da scugnlzza, c’è anche Maria Fiore, la ragazzina miracolosa di Due soldi Ai speranza. Vorrei che a un prossimo Festival una mia eventuale conferenza-stampa venisse annunciata come quella dell’«attrice italiana Nadia Gray» ; mi farebbe proprio piacere».

Art., «Domenica del Corriere», 21 settembre 1952


Il Cronista, «Film d'oggi», 28 gennaio 1953 - Nadia Gray


«Gazzetta di Mantova» 28 febbraio 1963



Filmografia

Cinema

L'Inconnu d'un soir, regia di Hervé Bromberger e Max Neufeld (1949)
Il ragno e la mosca (The Spider and the Fly), regia di Robert Hamer (1949)
Sua maestà il fabbro ferraio (Monseigneur), regia di Roger Richebé (1949)
Il microfono è vostro, regia di Giuseppe Bennati (1951)
Notte senza stelle (Night Without Stars), regia di Anthony Pelissier (1951)
La valle delle aquile (Valley of Eagles), regia di Terence Young (1951)
Moglie per una notte, regia di Mario Camerini (1952)
Città canora, regia di Mario Costa (1952)
Inganno, regia di Guido Brignone (1952)
Zitto e... mosca (Top Secret), regia di Mario Zampi (1952)
Finalmente libero!, regia di Mario Amendola e Ruggero Maccari (1953)
Puccini, regia di Carmine Gallone (1953)
La vergine del Reno (La Vierge du Rhin), regia di Gilles Grangier (1953)
Ivan, il figlio del diavolo bianco, regia di Guido Brignone (1953)
Casta Diva, regia di Carmine Gallone (1954)
I cinque dell'Adamello, regia di Pino Mercanti (1954)
Gran varietà, regia di Domenico Paolella (1954)
Pietà per chi cade, regia di Mario Costa (1954)
Cento anni d'amore, regia di Lionello De Felice (1954), episodio Pendolin
Carosello napoletano, regia di Ettore Giannini (1954)
Operazione dollari (Les Femmes s'en balancent), regia di Bernard Borderie (1954)
Il maestro di Don Giovanni, regia di Milton Krims (1954)
Casa Ricordi, regia di Carmine Gallone (1954)
Le due orfanelle, regia di Giacomo Gentilomo (1954)
Il cardinale Lambertini, regia di Giorgio Pastina (1954)
La moglie è uguale per tutti, regia di Giorgio Simonelli (1955)
Le avventure di Giacomo Casanova, regia di Steno (1955)
Gli ultimi cinque minuti, regia di Giuseppe Amato (1955)
Musik im Blut, regia di Erik Ode (1955)
Il falco d'oro, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1955)
Agguato sul mare, regia di Pino Mercanti (1955)
Hengst Maestoso Austria, regia di Hermann Kugelstadt (1956)
Un americano alle Folies Bergère (Folies-Bergère), regia di Henri Decoin (1956)
Parola di ladro, regia di Nanny Loy e Gianni Puccini (1957)
Il diavolo nero, regia di Sergio Grieco (1957)
Il capitano della legione (Sénéchal le magnifique), regia di Jean Boyer (1957)
Una parigina, regia di Michel Boisrond (1957)
Vacanze a Ischia, regia di Mario Camerini (1957)
Meine schöne Mama, regia di Paul Martin (1958)
Muerte al amanecer, regia di Josep Maria Forn (1959)
Sotto coperta con il capitano (The Captain's Table), regia di Jack Lee (1959)
Estate violenta, regia di Valerio Zurlini (1959) (non accreditata)
Die Fledermaus, regia di Kurt Wilhelm (1959) - film tv
Le signore, regia di Turi Vasile (1960)
La dolce vita, regia di Federico Fellini (1960)
María, matrícula de Bilbao, regia di Ladislao Vajda (1960)
Candido o l'ottimismo del XX secolo (Candide ou l'optimisme au XXe siècle), regia di Norbert Carbonnaux (1960)
Il piacere della disonestà (Mr. Topaze), regia di Peter Sellers (1961)
Le Pavé de Paris, regia di Henri Decoin (1961)
Gioventù di notte, regia di Mario Sequi (1961)
Letto a tre piazze, regia di Steno (1961)
L'éventail de Lady Windermere, regia di François Gir (1961) - film tv
Mourir d'amour, regia di Dany Fog (1961)
Les Croulants se portent bien, regia di Jean Boyer (1961)
Il gioco della verità (Le Jeu de la vérité), regia di Robert Hossein (1961)
Wenn beide schuldig werden, regia di Hermann Leitner (1962)
Rocambole, regia di Bernard Borderie (1963)
Il maniaco, regia di Michael Carreras (1963)
Zwei Whisky und ein Sofa, regia di Günter Gräwert (1963)
Begegnung in Salzburg, regia di Max Friedmann (1964)
The Crooked Road, regia di Don Chaffey (1965)
L'avventuriero della Tortuga, regia di Luigi Capuano (1965)
Tempesta alla frontiera (Winnetou und sein Freund Old Firehand), regia di Alfred Vohrer (1966)
L'amore attraverso i secoli (Le plus vieux métier du monde), regia di Claude Autant-Lara, Mauro Bolognini (1967) - episodio Aujourd'hui
Due per la strada (Two for the Road), regia di Stanley Donen (1967)
Colpo su colpo (The Naked Runner), regia di Sidney J. Furie (1967)

Televisione

The Third Man: # 2.13 (1959)
Illusions perdues (1966) - miniserie tv
Court Martial: # 1.7 (1966)
Il prigioniero (The Prisoner): # 1.1 (1967)

Doppiatrici italiane

Lydia Simoneschi in Pietà per chi cade, Inganno, I cinque dell'Adamello, Sotto coperta con il capitano
Dhia Cristiani in Città canora, Vacanze a Ischia, Parola di ladro, Il capitano della legione
Rosetta Calavetta in Letto a tre piazze*, Rocambole, L'avventuriero della Tortuga, New York Press operazione dollari
Andreina Pagnani in Il cardinale Lambertini, Cento anni d'amore
Renata Marini in Puccini, Il falco d'oro
Anna Miserocchi in La moglie è uguale per tutti
Gabriella Genta in Le avventure di Giacomo Casanova
Rina Morelli in Gli ultimi cinque minuti
Jole Fierro in La dolce vita
Flaminia Jandolo in Due per la strada
Alba Cardilli in Il prigioniero (1ª ed.)

N.B.: *la doppia solo in alcuni istanti, lasciando la presa diretta con la voce originale di Nadia Gray in altri


Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
  • «Il Dramma», 15 settembre 1950
  • Art., «Domenica del Corriere», 21 settembre 1952
  • Il Cronista, «Film d'oggi», 28 gennaio 1953
  • «Gazzetta di Mantova» 28 febbraio 1963