Sketch Il figlio di Iorio


Dalla rivista Che ti sei messo in testa? di Galdieri (gennaio ’44 a Venezia; marzo ’44 a Roma). La seconda edizione, a Roma, è notevolmente variata rispetto alla prima, in conseguenza del differente clima politico. E’, dei testi di Galdieri e Totò, il più coraggioso quanto a critica politica, sotterranea e evidente a seconda della situazione.


Spunto narrativo

Aligi si sveglia da un sonno di settecento anni in una camera d’affitto in cui lo ha messo Mila, affidandolo a un’affittacamere che ora s’incarica di spiegare ad Aligi “ignaro” i tempi a cui si è destato. Il Portiere poi gli spiega che dovrebbe quantomeno presentarsi al servizio di leva, dato il suo anno di nascita non molto recente.

L’Amministratore nota come anche la prosa non abbia più successo e suggerisce così ai personaggi di drammi famosi come Otello, Amleto, La figlia di Iorio, di andare a lavorare al mercato nero. Tra i banchi del mercato troviamo Turiddu (protagonista della Cavalleria rusticana di Verga, che nella seconda versione della commedia diventa Pascal dal personaggio del romanzo di Pirandello II fu Mattia Pascal), che accompagna e aiuta un ingenuo Aligi, incalzato dalle attenzioni erotico-amorose di Carmen, venditrice di «sigarillos» (Atto II).

Venuto a sapere della presenza di Vienda come manicure nel negozio di un barbiere, Aligi ne difende l’onore cacciando un cliente che l’aveva pizzicata; poi si prende giuoco della moglie-padrona del barbiere e finisce col fare lui stesso la barba al padrone della bottega (Atto II).

Totò è se stesso, e ripercorre le sue interpretazioni più famose, la propria memoria di attore. Quindi interpreta Aligi.


Si apre il siparietto su: «la camera ammobiliata», in casa della Vedova del Pizzardone. Grande quadro raffigurante il defunto nell’esercizio delle sue funzioni, sulla pedana circondata di regali, il giorno dell’ultima Befana di pace, 1939. Alle pareti decorazioni formate da frecce», dischi di senso vietato, di divieto di sosta, eccetera eccetera. Dietro un paravento un lettino sul quale, per ora non visibile, dorme Aligi-Totò.


(Si ode un forte vociare, mentre si apre il siparietto che scopre un filobus al capolinea. Dalle porte praticabili la folla fa per scendere mentre altra gente vorrebbe salire. Nel trambusto dalla porta anteriore viene fuori la figlia di Jorio nel caratteristico costume mi-chettiano. Pressata dagli altri viaggiatori è quasi buttata giù. Ma gli altri non possono scendere perché la porta si richiude dietro di lei, al cenno di un Controllore gallonato che assiste alla scena.)

MILA (Anna Magnani) (ancora sulla vettura facendosi largo e fatica)
Gente di Dio! Salvatemi voi!
La porta! (scende)
chiudete la porta!
(si richiude. Urli degli altri)
(Al Ccontrollore)
Mettete le spranghe! Son molti!
Han tutti le mani che pendono inerti... han tutti le mani che sembrano morte... ma sfiorano e sfregano... Tutti... Son pazzi, son pazzi di sole e d’arzente!

CONTROLLORE Non cominciamo ad esagerare... Pazzi di sole può darsi... ma d’arzente... E dove lo pigliano, signora mia!

(I viaggiatori chiusi nella vettura strepitano per scendere).

MILA Son pazzi, li udite? Son pazzi di malabrama e di vituperio...

CONTROLLORE Ma chi me l’ha mandata questa? Che malabrama! Che vituperio! Queste sono rose e fiori! Sapeste certi giorni che cosa succede nelle ore di punta! Su, calmatevi... non tremate... (la carezza e MILA quasi gli si abbandona, tremante, fra le braccia)

CORO DEI VIAGGIATORI (Si affacciano ai finestrini e inveiscono)
Ehi là, ehi là, che è questo?
Così ci volete gabbare?
Noi chiusi di dentro...
Voi lì a pomiciare?!
Ma noi sfondiamo la porta!
Su, su, facciamo a spallate!

CONTROLLORE, tu non ci gabbi!...

(Fanno per sfasciare la porta. MILA urla impaurita.)

MILA Mi vogliono prendere, me, creatura del Cielo, me, sventurata che male assai feci a salir nella gabbia dei matti in mezzo alle grida, gli insulti, le piante pestate, i fianchi palpati...
Ah... Son come cani furenti!
Salvatemi!

CORO DEI VIAGGIATORI La porta, aprite la porta!
(e urlano)

MILA (aggrappandosi al Controllore perché non faccia aprire)
Cristiano di Dio, verranno... di qui mi strapperanno, dal vostro focolare...

CONTROLLORE Ma che focolare? Dove sta 'sto focolare!?...

MILA Dal focolare benedetto...
il focolare del vostro petto...
(gli appoggia la testa sul petto, come usa il medico)

CONTROLLORE Trentatre... trentatre... Ma che focolare! Che petto! Io ho sempre tenuto una salute di ferro!

CORO DEI VIAGGIATORI O CONTROLLORE dell’Atag ascolto tu dai a bagasce?
Nel mentre al mio desco la pappa si fredda?
Apri-, apri... perché all’una e mezza il gasse va via... E cosi sia!

MILA (Aggrappandosi sempre al Controllore, perché non faccia aprire e tirandolo per la giacca)
No! Sono un’anima battezzata...
Aiuto, per Santo Giovanni, per l’anima mia, per l’anima vostra...

CONTROLLORE Per l’anim... uh... che mi facevate dire! Ma perché tanta paura?... Quei... poveri disgraziati voglio una cosa sola! Che io apra la porta... perché hanno fretta d’andare a mangiare... Volete vedere? Si apre la porta!

(La porta si apre e scendono inferociti i viaggiatori e avanzano minacciosi, agitando bastoni, ombrelli, pacchi, ecc. verso il CONTROLLORE. MILA, impaurita, urla ancora e si nasconde dietro di lui, tirandogli la giacchetta).

MILA Eccoli... Eccoli, m’hanno...
Ormai... Mi vengono a prendere...

CONTROLLORE Ma che prendere e prendere! E non mi rovinate la giacca! Oh! Non ce l’hanno con voi...
Oh! Non ce l’hanno con voi...

CORO DEI VIAGGIATORI (i quali avanzano più minacciosi)
Divenuto sei tu mentecatto o figlio dell’Atag?
A farci sprecar tanto tempo per reggerti il lume...?
Alla bica... Alla bica! Alla bica!

CONTROLLORE Vi piacerebbe eh? Ah, ah... (ride sprezzante)

CORO DEI VIAGGIATORI Sulla catasta più non riderai!

CONTROLLORE Sulla catasta, io? Ah, ah... (ride)

CORO DEI VIAGGIATORI Alle fiamme! Alle fiamme il controllo!
Alle fiamme il controllo!
Alle fiamme il controllo!

MILA La fiamma è bella! La fiamma è bella!

CONTROLLORE Ah, sì? Mò vi ci mettete pure voi?! La fiamma è bella!
La fiamma è bella!... Insomma, basta!

UN VIAGGIATORE (meridionale)
Alle fiamme il cuntrò...

CONTROLLORE (spezzandogli la frase) Sscc! Basta! Basta! Vi piacerebbe, eh? Vi piacerebbe sfogarvi una buona volta, eh? Ebbene, no... Guardatemi bene in faccia! Più su della faccia! Vedete o non vedete che cosa m’adoma la fronte? Lo vedete o non lo vedete com’è lustro il gallone? (Lustra col gomito il gallone del berretto. Poi lo guarda estasiato, prima di rimetterlo in testa) È lustro, pomposo, imponente che sembra una greca! Sull’attenti, perbacco! (i viaggiatori, loro malgrado, eseguiscono l'ordine) In fila, per uno! Allineatevi bene... Due passi avanti... Due passi indietro... Un passo avanti... Un passo indietro... Una mano davanti... l’altra di dietro... Front’a sinistr’... front! Viaggiatori dell’Atag... avanti, marsch! Unò, due, unò, dué, unò, dué!... (i viaggiatori escono, masticando amaro, obbedienti, a capo chino, mentre il Controllore rimane glorioso e trionfante in posa, soddisfatto) Eh!

MILA (In uno slancio d’ammirazione)
Ah! Dimmi come ti chiami, ch’io possa lodare il tuo nome...
Signore potente, il tuo nome qual’è?

CONTROLLORE Poliorcete Tartaglioni... Ex cavaliere...

MILA Come ex?

CONTROLLORE Con l’abolizione dei titoli... Ex Commendatore... Ex...
Cavaliere... Ex, ex... tutto; ex... persino le note musicali...

MILA Do re mi fa sol...?

CONTROLLORE Una volta... Ora... Ex do... ex re... (2)  (intanto ha tirato fuori una rustica pipa in cui sbriciola un mozzicone) Ex sigaretta... Ex mezzo toscano...
(tenta invano di accendere con una macchinetta)

MILA Accendi, accendi... la fiamma è bella!

CONTROLLORE Una volta... Ora... Ex... prosperi... Ex benzina... Ex pietrine... Va bene... va bene... Ma tu... chi sei?

MILA La Figlia di Jorio! La figlia del Mago di Codra alle Farne, sfollata dei monti d’Abruzzo!

CONTROLLORE Ah... pure tu?

MILA E son venuta col pastore Aligi
Costì... dove si vien da tutte le strade, cosparse di pericoli e reticoli, in cerca d’un asilo più sicuro... e qui — devo pensar — tutto è tranquillo!

CONTROLLORE Altro ché! non ci possiamo proprio lamentare!

MILA Ma tutto m’è straniero, m’è novello
in questa Roma che non sembra Roma...
Senza la festa di vetrine adorne,
Senza più santi pellegrini, intorno...

CONTROLLORE Cosa hai comprato per ricordo?

MILA Un corno! (mostra un cornetto di corallo)
Contro il malocchio, sì, ma a cosa giova?
Io sono stanca... e dolgono i ginocchi! come si invecchia tra la gente nova!
Anch’io, anch’io siccome Aligi... pare... dormii settecent’anni! dov’è il silenzio della mia montagna coi gioghi nevati... le nuvole erranti? com’è lontana e l’ho lasciata ieri! L’hanno spezzato il mio silenzio verde... spezzato? direi meglio spezzonato, il mio silenzio delle mie montagne e non le cantilene dei pastori, e non i lamenti delle cornamuse, non i campani delle pecorelle!
E la mia grotta con l’Angelo muto scolpito nel legno di noce, c’è più?
La lampada d’olio s’è spenta, s’è spenta...
Non ce n’è più una goccia nell’otre spremuto... Verde e d’argento dov’è I’oliveto?
Me l’hanno schiantato, divelto, abbattuto...

CONTROLLORE Pure quello? E chi è stato?

MILA Chissà?! (3)
Ma guardando gli olivi recisi (4)
il bell'Angelo muto che cosa dirà?
Forse nulla. Con gli occhi socchiusi rivedrà mille feste di nozze... le ragazze vestite di verde, vestite di verde per Santo Giovanni, con il busto dei belli ricami, con la sua pettorina d’argento, le gonnelle di dodici teli, le collane di cento coralli...
Rivedrà patriarcali canestre... le canestre di grano trimestre, lucenti di sole e di pace campestre...
E sui miseri olivi recisi (4) forse una stilla di pianto, cadrà...
Perdona, signore, se vo in fantasia...
Ma... Mila di Codro, la figlia di Jorio, bagascia di fratta e di bosco, fu pure creatura d’eterna Poesia...
Distrutta anche quella!
Poesia della vita!
Anche quella distrutta, travolta, finita con Mila di Codro, col povero Aligi in una fredda stanza mobigliata,
laggiù, laggiù verso Porta Portese...
Un buco! Quattromila lire al mese...
con una padrona di casa
che strilla per l’acqua, la pasta, il carbone...
Matura... severa... deserta di maschio...

CONTROLLORE Zitella?

MILA No. Vedova. Vedova d’un pizzardone!...

(esce di corsa)

(Si apre il siparietto che scopre la camera mobiliata in casa della vedova del pizzardone. Grande quadro che riproduce il marito sulla pedana, circondato dai doni del dì della Befana, 1939. Dietro il paravento un tettuccio su cui dorme, non visto, Aligi)

VEDOVA Disciplina ci vuole! Disciplina! Perché non siete andata dal beccaio come vi avevo ordinato?

CAMERIERA Ci sono andata... ma dopo un’ora di fila ha sospeso la vendita!

VEDOVA E io ho perduto la mia razione di carne! E l’uovo? Dov’è l’uovo?
Su... tiratelo fuori...

CAMERIERA Ma che lo posso fare io, l’uovo? Se non me l’hanno dato!

VEDOVA Neppure l’uovo! E mi spettava! Mi spettava! Guardate... È scritto pure sul giornale... leggete... «Oggi: cinquanta grammi di carne e un uovo a persona »! Lo dice o non lo dice?

CAMERIERA Oh, per dirlo... lo dice, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo la Sepral...

VEDOVA C’è di mezzo... che voi siete un’indisciplinata di prima riga! ma dite un po’... avete mai servito, fin’ora? Siete mai stata con qualcuno?

CAMERIERA No. Sono vergine.

VEDOVA E che c’entra questo, anche se fosse vero?

CAMERIERA Porca miseria! Non vuol crederci nessuno! (esce)

VEDOVA Ineducata! Ma... le metto la multa... dieci e dieci per oltraggio!
a furia di multe a fine mese dovrà lei pagare me.

PORTIERE Permesso? (Entra il Portiere)

VEDOVA Che c’è, Giovanni?

PORTIERE ...Sono venuto a ritirare quelle carte... sono pronte?

VEDOVA ...Non ancora... cosa volete? tante cose da fare... ah?! che tempi...

PORTIERE Eh... Ci fosse stato ancora vostro marito...

VEDOVA Buonanima! Quant’era bello!

PORTIERE 6 Gennaio del ’39!

VEDOVA Fu l’ultima befana felice!

PORTIERE Si vede!

VEDOVA Quello è niente! Voi non immaginate quello che portò a casa quella sera! Ogni ben di Dio! Basti dirvi che... morì d’indigestione! PORTIERE Peccato! fosse campato un’altro poco non sarebbe morto più!

VEDOVA E invece... povero Baciulì... io lo chiamavo Baciulì... oh... ho per lo meno la soddisfazione che se ne andò satollo, lui!

PORTIERE C’è da invidiarlo, parola d’onore! Ma scusate... non per essere indiscreto, vi ha lasciato qualche cosa, Baciulì?

VEDOVA Altro che! Un vero tesoro!

PORTIERE Un tesoro?

VEDOVA II fiero senso della disciplina!

(Si ode un rumore strano. È Aligi che dorme e ronfa).

PORTIERE Chi è?

VEDOVA E chi può essere? Lui... Il mio nuovo inquilino... Un pastore addormentato. PORTIERE Addormentato? VEDOVA Da settecent’anni, dicono...

PORTIERE All’anima della pennichella! (la vedova toglie il paravento) Ah...

Ma questo è AligiI... lo sposo imberbe, trasognato, ignaro...

VEDOVA Appunto... Quella donna che è con lui... mi ha tanto raccomandato che se si sveglia non bisogna fargli sapere nulla di quello che è successo, e di quello che continua a succedere.

PORTIERE Capisco, non vuole che perda la sua bella innocenza pastorale.

VEDOVA Ha detto che, se gliela faccio perdere, mi dà fuoco alla casa. Ed è capace di farlo... Ce l’ha sempre con le fiamme!

PORTIERE Lo so... Non è una donna... È uno spezzone incendiario!

VEDOVA Ma intanto bisogna svegliarlo per forza...

PORTIERE Peccato... dorme così bene...

VEDOVA E ronfa come un contrabasso! A dispetto del divieto... che dite?
gliela metto la multa?

PORTIERE- Ma no, signora... Lasciamolo ignaro!

VEDOVA (severa) Sveglia!

PORTIERE Ma no! più blandamente... Con dolcezza materna... Aligi... Aligi...

VEDOVA Aligi... Aligi...

PORTIERE Aligi... Aligi...

ALIGI (Totò) Aligi fresche! A sei soldi il chilo... (nel dormiveglia)

PORTIERE Come si vede che sogna... Ignaro!

VEDOVA (chinandosi, fin quasi a baciarlo) Su, su... bello di mamma.

ALIGI Madre, madre! Dormii settecent’anni Di questo porco mondo non so nulla... (5)
È bello assai dormir... Non mi destare e se mi vuoi baciar... baciami in culla!

VEDOVA Oh... Questa poi!

PORTIERE L’hai detta troppo grossa!

ALIGI (sempre candido, trasognato) Io sono ignaro!

VEDOVA Ignaro sì... ma sconveniente no! Ci sono delle cose che non si devono dire!

ALIGI Uh... Perché? Uno non può dire tutto quello che pensa?

PORTIERE Ma cosa , dici?

ALIGI Io sono ignaro! (scende dal letto)

VEDOVA Ma cosa hai fatto? Cosa hai fatto?

ALIGI Sono sceso dal letto...

VEDOVA E da questa parte? Non lo vedi il divieto di svolta?
(a parte) Ah! non potergli mettere la multa!...

PORTIERE Tu devi badare a quello che è vietato...

ALIGI Che significa vietato?

PORTIERE Che è proibito...

ALIGI E che significa: proibito?

PORTIERE Che è vietato... Cioè... che, anche volendo, certe cose non si possono fare...

ALIGI Perché uno non può fare tutto quello che vuole?

PORTIERE Ma che domande fai...?

ALIGI Io sono ignaro...

VEDOVA È quello il guaio... (a parte) Se quella non mi bruciasse la casa, gli spiattellerei ogni cosa... (a lui) ...e te la insegnerei io un po’ di disciplina!

ALIGI Che significa: disciplina?

PORTIERE Ah... Ma sembri un bambino d’un anno... Disciplina vuol dire obbligo a obbedire... (6)

ALIGI A chi?

VEDOVA Come, a chi?

PORTIERE A chi ti impone di fare qualche cosa! (7)

ALIGI Uh, uh... Ci sono delle cose che uno deve fare per forza?

PORTIERE Ah! Ma sei cretino!

ALIGI Sono ignaro... Come posso capirvi se non mi spiegate... se non mi date un esempio...

VEDOVA Ha ragione, povero cocco... Vuole l’esempio... Ebbene... (prende dei grossi fogli) Ecco qua l’esempio... Questa è una cosa che bisogna fare per forza... E subito... Oggi è l’ultimo giorno... improrogabile.

ALIGI L’ultima cartella! Domani è l’estrazione!

PORTIERE Ma che è, la lotteria?

ALIGI Ignoro... Ignaro...

VEDOVA Eppure devi riempirlo anche tu...

ALIGI Che cosa?

VEDOVA II modulo del censimento...

ALIGI Uh, uh... E che cos’è il censimento?

VEDOVA Per carità! (al Portiere) Spiegateglielo voi. Riempitelo voi ...Io me ne vado... me ne vado... Ma... scrivete tutta la verità, niente altro che la verità... Altrimenti andiamo soggetti a gravi sanzioni... Io, lui, suo padre, sua madre, il marito della cognata, la sorella del compare, la buonanima del nonno e il cagnolino della signora apporta... (esce)

PORTIERE Beh... facciamo presto... sai scrivere tu? (soggettino della scuola serale)

ALIGI Sono ignaro... Che si deve scrivere?

PORTIERE Tutto capisci, tutto!... Dunque... il nome... il nome... lo so...

ALIGI... (scrivendo)

ALIGI... E papà? Era Lazzaro? Lazzaro? Lazzarone! Figurati che faceva le cofecchie a mammà!
E nientemeno gliele faceva con Mila, quella che adesso sta con me...

PORTIERE Capisco... L’incesto... L’incesto dannunziano!... (8)

ALIGI No. Senza cesto...

PORTIERE Insomma... lasciamo stare le generalità... Passiamo appresso... di Jorio, no?

ALIGI No... Mammà... Mammà faceva di Rojo...

PORTIERE Ma è possibile che non sai nemmeno il nome dei tuoi genitori? Tua madre era una Candia...

ALIGI E tua sorella?

PORTIERE Insomma... lasciamo stare le generalità... Passiamo appresso... di che classe sei?

ALIGI Carro bestiame...

PORTIERE Ma no... che classe?... Quando sei nato?

ALIGI Perché? Io sono nato?

PORTIERE Ma dimmi un po’... Tu ci fai o ci sei?... (9)

ALIGI Ci faccio...

PORTIERE Ma chi ci fai? Sei o non sei tu?

ALIGI Appunto dicevo... Se io sono io come posso essere... ’n’ato?

PORTIERE Ah! Ho capito... Devo fare io il conto... Se hai dormito settecent’anni... Tu devi essere perlomeno del... (soggettino) alici Quattro per quattro sedici... Diviso due, riporta uno...

PORTIERE Del 1224...

ALIGI Classe di ferro...

PORTIERE Ma allora ti dovresti presentare... (soggettino della presentazione)

ALIGI (presentandosi) Fortunatissimo...

PORTIERE Ma che fortunatissimo! Ti dovresti presentare...

ALIGI E chi si presenta? (si mette una barba finta)

PORTIERE Oh! ma è impossibile parlare con te! Non lasci mai finire... Dicevo che ti dovresti presentare con un aspetto meno giovanile...

ALIGI E perciò mi sono messo la barba...

PORTIERE In confidenza... ti nascondi bene...

ALIGI ...Ho fatto un nascondiglio dietro lo scaldabagno... ma dice che hanno i cani poliziotto!?

PORTIERE Ma che dici?

ALIGI Forse è meglio fare il pazzo... entrare in un manicomio... Ma come fai a distinguere?...

PORTIERE Io trasecolo...

ALIGI ...o ingessare una gamba...

PORTIERE Ma tu sragioni. Chi ti ha detto questo?

ALIGI L’Angelo muto.

PORTIERE ...e come poteva, se è muto?

ALIGI Appunto... Fa il muto ma non è muto...

PORTIERE Finge? (10)

ALIGI Io sono ignaro...

PORTIERE Ah... mi hai fatto venire il mal di testa... Volevo dirti che ti nascondi bene gli anni sotto la coda...

ALIGI Che?... Io ci ho la coda... con qualche cosa sotto?

PORTIERE (passando ad un'altra colonna sul modulo) Maschio o femmina?

ALIGI Mi fai arrossire...

PORTIERE Non arrossire... Rispondi... e rispondi la verità... Se no ci sono le gravi sanzioni... Maschio o femmina?

ALIGI E che ti posso dire? Io sono...

PORTIERE ...ignaro, lo so!...

ALIGI No... Sono maschio! Tò!

PORTIERE Oh! Finalmente! Almeno una cosa la sai! E ora dimmi... Sei occupato o libero?... ALIGI Dipende...

PORTIERE Da che dipende?

ALIGI Dai punti di vista... Senti una... Dice che sono occupato... senti quell’altro... Dice che sono libero... Non se ne capisce niente più...

PORTIERE Ma non divagare... Rispondi... Io qua devo scrivere se tu lavori o non lavori... Se lavori dove lavori, quando lavori, come lavori, se non lavori come mai non lavori, da quando non lavori, perché non lavori...

ALIGI Dopolavoro... E come posso lavorare se mi hanno levato la materia prima?

PORTIERE Che materia prima?

ALIGI Le pecore! Dove stanno le mie pecorelle?

PORTIERE Già, tu facevi il pastore...

ALIGI E come lo faccio più, il pastore, senza pecore?

PORTIERE Ma che se ne sono fatte?

ALIGI Io sono ignaro...

PORTIERE Eppure... Tu devi lavorare... È inevitabile... Indispensabile, indiscutibile...

ALIGI Ma come? Prima mi si mette in condizione di non poter lavorare e poi si vuole che io lavori?...

PORTIERE Ti aiuterò io a trovare un altro mestiere... Vedrai... t’aiuterò io.

ALIGI Ma se non so fare altro?...

PORTIERE Questo non ha importanza... In questi tempi non bisogna formalizzarsi... Bisogna essere elastici... Saltare... Molleggiare... Palleggiare... Palleggia... Palleggia... Salta... Molleggia...

ALIGI No, no... io pascevo le mandrie alla montagna e alla montagna voglio ritornare... (capriccioso come un bimbo) Io voglio le mie pecore... io voglio le pecore mie!...

PORTIERE Signori, perdonatelo...
È un povero pastor...
Che ha tutta piena l’anima di sogni e di candor...
Sognando, ai verdi pascoli gli sembra di tornar...
(fondale delle pecore)

ALIGI Io penso alle mie pecore che andavo a pascolar!...

PORTIERE Cresciuto all’aria libera
in piena libertà...
gli manca il saper vivere
per vivere in città!...
Che cosa mai degli uomini moderni, può pensar?

ALIGI Io penso alle mie pecore che tirano a campar!...

PORTIERE Quale opinione barbara del mondo mai terrà?
E in fatto di politica chissà che penserà?!
La volontà dei popoli per lui... chissà cos’è?!

ALIGI Io penso alle mie pecore che fanno tutte... mbè...

PORTIERE Vi son delle abitudini che impon la civiltà... ed è più che impossibile sfuggirvi, in verità...
Or che alle sette, al massimo, * bisogna rincasar... alici Io penso alle mie pecore
che vanno al casolari... (11)

PORTIERE Nel suo candore ingenuo di piccolo pastor... la civiltà meccanica lui non conosce ancor!
Di circolari e filobus l’odor non mai senti!

ALIGI Io penso alle mie pecore che puzzano così! (via a soggetto)


NOTE

(2) La censura elimina « ex re ».
(3) La censura elimina le due ultime battute.
(4) La censura sostituisce « recisi » con « distrutti ».
(5) La censura cambia questo verso con « Del mondo mi ricordo poco o nulla... ».
(6) La censura cambia l’ultima frase con « disciplina vuol dire di obbedire ».
(7) La censura elimina le ultime tre battute.
(8) La censura elimina « L’incesto dannunziano! ».
(9) La censura sostituisce l’ultima frase con « Tu ci sei o non ci sei? »
(10) La censura elimina tutte le battute a partire da quella di Aligi « Classe di ferro... »
(11) Totò modificò questo verso in sede di spettacolo, più e più volte, con un altro: « Io penso alle mie pecore / che han smesso di belar! ».

Bibliografie e riferimenti:

  • "Quisquiglie e Pinzellacchere" (Goffredo Fofi) - Savelli Editori, 1976
  • "Totò partenopeo e parte napoletano", (Associazione Antonio de Curtis), Marsilio Editore 1999