Totò e... Aldo Fabrizi
Totò: Che, vai a lavorà?
Fabrizi: Sì, sto al teatro numero due.
Totò: E non ti trucchi?
Fabrizi: No, io...
Totò: Ma come, non ti trucchi?
Fabrizi: Eh, perché mi devo truccare? Io sto bene così. Ma che sul film Luce, quando vedi, non so, quelli che scendono alla stazione, cosa sono, truccati? Sono bello, io ho la pelle liscia, che mi trucco a fare? Io non mi sono truccato nemmeno ieri sera, vedi, al Quirino io mica mi trucco. Io entro in scena così, ma che mi devo truccare?
Ridevamo, nonostante tutto...
C'era soltanto un inconveniente, che diventando spettatori di noi stessi ci capitava frequentemente di non potere andare avanti per il troppo ridere. Il guaio, però, era che la cosa non finiva lì, poiché bastava una battuta nuova, un gesto imprevisto, una reazione inaspettata per dovere interrompere nuovamente il dialogo, con disappunto di noi stessi che - pur lieti e felici per il divertimento nostro e dei presenti - ci davamo complimentosamente la colpa l'un l'altro.
E se il regista, visti gli inutili tentativi di sottrarci a questa crisi di fanciullesca, irresponsabile ilarità, proponeva di girare due primi piani in controcampo per utilizzare i pezzi buoni, noi dal canto nostro ci impegnavamo solennemennte a farla per l'ultima volta senza interruzione, come si addice a due professionisti seri e consapevoli del costo ... della pellicola. Però, non del tutto convinti di quanto promettevamo, alla prima battuta o espressione nuova del volto, scoppiavamo in una nuova risata e cercavamo di giustificare al regista che la crisi era soltanto uno sfogo per scaricarci da ogni eventuale pericolo di ricaduta. Tuttavia, prima di girare, cercavamo di rattristarci rinfacciandoci a vicenda la nostra età, le tasse da pagare e, se in quei giorni, poniamo, fosse capitata la dolorosa scomparsa di un nostro comune amico, saremmo ricorsi anche a quel luttuoso freno. Ma dopo un'espressione di concentrato cordoglio, purtroppo, risbottavamo vergognosamente a ridere prima del ciak.
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Aldo Fabrizi
Carlo Delle Piane
Quando facemmo leggere a Totò la sceneggiatura di "Guardie e ladri" ci disse: "È bellissima, ma io cosa c'entro, io non posso farlo, questo è un film per Fabrizi". Gli dicemmo: "Ma guarda che puoi fare una cosa formidabile". "Guardie e ladri" è stato un po' diverso dagli altri film, è stata una delle prime volte che Totò ha lavorato con un altro attore importante, e anche la regia è stata più attenta, più presente. Adattare il mezzo cinematografico a Totò non era sempre facilissimo, anche perché lui stesso non sapeva quali erano le sue possibilità cinematografiche Eravamo all'inizio. Dopo si è capito, lo ha capito meglio anche lui, ma all'inizio era una scoperta. Totò diceva sempre che alla mattina non si può far ridere per contratto alla mattina non lavorava. Così non riuscivamo a fare gli esterni. Il pezzo dell'inseguimento di "Guardie e ladri" ci abbiamo messo quindici giorni a farlo, non arrivavano mai né lui né Fabrizi. Alla fine ha capito che doveva venire alla mattina e doveva correre, anche se di solito non correva mai. Era mezzo assonnato, ma è venuto alla mattina e si è messo a correre.
Steno
Nel periodo in cui girammo "Guardie e ladri", tra i due comici non ci furono scontri particolari benché il carattere di Fabrizi sia tutt’altro che facile. Forse perché nella vita erano molto amici e anzi, la sera uscivano assieme per andare al night. Spesso Fabrizi tentava di mettere bocca. Totò comunque non ci dava peso. Erano duetti di due leoni. Ogni tanto, quando uno si sentiva sopraffatto dall’altro, cavava fuori le sue astuzie di grande attore. Cosi Totò fregava Fabrizi con una battuta imprevista e Fabrizi fregava Totò mettendosi a ridere e interrompendogli la scena.
Steno
Totò e... Aldo Fabrizi - Le opere
Guardie e ladri (1951)
Una di quelle (1953)
I tartassati (1959)
Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi (1960)
Il giorno più corto (1963)
Totò contro i quattro (1963)
Riferimenti e bibliografie:
"Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
"Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
Aldo Fabrizi e Carlo Delle Piane in "L'avventurosa storia del cinema italiano", Franca Faldini e Goffredo Fofi, Cineteca di Bologna, 2011