Totò e... Clelia Matania
Un altro Charlot
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Nella divertente rivista di Michele Galdieri, «L’Orlando curioso», che si sta rappresentando con vivo successo sulle scene del Politeama Rossetti, uno dei ruoli di primo piano è sostenuto dalla giovane diva dello schermo Clelia Matania, da poco entrata nel teatro della rivista. Graziosissima, briosa, effervescente, la Matania, che è fra le 'più belle stelline della cinematografia italiana, nel campo rivistaiolo fa sfoggio di sorprendenti mezzi vocali e di una singolare attitudine alla danza, così da guadagnarsi compieta-mente la simpatia delle folle. Al fianco di Totò, la leggiadra Clelia è un complemento preziosissimo e le scene alle quali prende parte acquistano un singolare sapore artistico che è molto gradito agli spettatori, che sempre le sono prodighi di applausi.
«L’Orlando curioso» questa sera si replica, con inizio alle 20.45. Domani, al divertente spettacolo, saranno aggiunti alcuni nuovi attraenti quadri.
«Il Piccolo di Trieste», 3 febbraio 1943
Tutta colpa della raucedine? Clelia Matania, nota attrice del varietà, avrebbe debuttato nella compagnia Totò, al Lirico, se una seria forma di tracheite con forte mal di gola e conseguenze e raucedine, non avesse cambiato le vie del suo destino artistico? Clelia è sicura di no: si protesta vittima di soprusi e di ostracismi, impugna il proprio contratto e a mezzo del suo legale, avv. Renato Tardivo, chiama in giudizio l'impresario teatrale comm. Luigi Romagnoli per il risarcimento dei danni: la cifra non è iperbolica, ma tuttavia rispettabile: un milione e 100 mila lire.
Clelia Matania, già appartenente alla compagnia Rascel e favorevolmente conosciuta soprattutto nell'Italia centro-meridionale, desiderava di buttare in un grande teatro milanese era in rapporti con il Romagnoli il quale la scrittura per la compagnia Totò, in qualità di prima attrice assoluta, con un contratto di 4 mesi è la paga di 9 mila lire al giorno. Le fu dato da leggere un copione di rivista per la scelta delle parti a lei più gradite e della manifestò la sua preferenza per 5 quadri. Poi intervenne quella noiosa tracheite, constatata dai medici prof. La Cava e prof. Della Vedova e la soubrette si trovò nell'impossibilità di debuttare per la serata inaugurale, fissata per il 5 marzo, e ne diede avviso l'impresario. ma l'esordio della compagnia Subì poi un rinvio e la matania, guarita prima del previsto, si presentò in teatro per la recita. ma, ormai, le parti erano già state assegnate a 3 attrici la Wars da Giusti e la casa grande.
Nell'esposto presentato all'autorità giudiziaria la Matania fa la storia della propria Odissea, praticamente conclusasi a suo danno punto donde da richiesta di risarcimento in seguito a violazione di contratto per colpa dell' impresario.
«Corriere della Sera», 27 marzo 1947
E' stata depositata ieri alla III Sezione Civile della Corte d’Appello la sentenza nella causa intentata dalla attrice Clelia Matania, patrocinata dall’avv. Renato Tardivo, contro l'impresario teatrale Luigi Romagnoli. La Matania, scritturata con regolare contratto dal Romagnoli nella compagnia di spettacoli di varietà Totò, il 25 marzo 1947, col ruolo di prima attrice assoluta e per la durata di quattro mesi, con una retribuzione giornaliera di 9000 lire, era stata colpita, subito dopo l'inizio delle prove, da una forma di bronchite che la mise — secondo il referto, medico — nell'impossibilità di partecipare alla prima recita della stagione.
Venuto il miglioramento, la Matania si presentò al Romagnoli; ma questi le rispose di aver dovuto provvedere in modo diverso, ritenuto insufficiente il tempo per ulteriori prove alle quali la Matania avrebbe dovuto sottoporsi per entrare efficacemente in ruolo; le propose tuttavia uua modificazione del contratto, riducendo da cinque a due le parti da sostenere. L'attrice ritenne lesiva del suoi interessi questa alterazione di contratto, che, fra l'altto, le pregiudicava la reputazione artistica, essendo corsa voce proprio per questo fatto, che essa fosse stata protestata. Chiedeva perciò la somma di 1.100.000 lire per retribuzioni non corrisposte e danni morali. Il Romagnoli replicava che la Matania non aveva avuto danni morali in quanto essa era stata, nel contempo, assunta dalla compagnia Cogliati di Roma con la paga di 7000 lire giornaliere, e che, comunque, il contratto prevedeva ogni insindacabile facoltà di modifiche e sostituitone di ruolo.
La causa discussa una prima volta davanti alla VI Sezione del Tribunale, si é conclusa in sede d'Appello (presidente il consigliere De Rubels, consigliere estensore il dott. Antonio Lannl) con una sentenza che riforma quella del Tribunale e riconosce l'inadempienza del Romagnoli, condannandolo al pagamento di 250.000 lire alla Matania, più gli interessi, a titolo di risarcimento danni, e a tutte le spese del doppio grado del giudizio, ammontantl complessivamente a 348.000 lire.
«Corriere della Sera», 31 maggio 1951
Totò e... Clelia Matania - Le opere
Il ratto delle Sabine - Il Professor Trombone (1945)
Sette ore di guai (1951)
L'uomo, la bestia e la virtù (1953)
Totò e le donne (1952)
Riferimenti e bibliografie:
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983