Totò e... Eduardo Passarelli
Nasce dall'unione tra Eduardo Scarpetta, uno dei maggiori attori e commediografi del teatro napoletano metà '800 e inizio '900, e Anna De Filippo, sorellastra di Rosa De Filippo, moglie ufficiale del grande attore. Eduardo, insieme al fratello minore Pasquale, erediterà il cognome della madre, ed insieme si aggiungeranno alla fitta schiera di figli illegittimi di Scarpetta, tra i quali spiccano Titina, Eduardo e Peppino De Filippo e lo storico poeta Ernesto Murolo padre del famoso cantante napoletano Roberto Murolo. Dopo un'infanzia difficile, trascorsa, come figlio illegittimo, nel lussuoso palazzo Scarpetta in via Vittoria Colonna, anche per Eduardo iniziò inevitabilmente la lunga gavetta di attore teatrale. Suo fratello minore Pasquale De Filippo, è stato attore caratterista in molti film di Totò.
Gli inizi della sua carriera sono segnati dalla collaborazione con i suoi fratellastri Titina, Eduardo e Peppino, suoi coetanei, e altre compagnie di giro, ma la svolta arriva sempre in teatro negli anni trenta come spalla del grande Totò nelle sue indimenticabili riviste, proprio in quel periodo Eduardo sceglierà come nome d'arte Passarelli, per differenziarsi dall'omonimo fratello che in quel periodo cominciava ad emergere nel campo del teatro napoletano e non solo.
Nel cinema prende parte a diversi film, fa parte del cast di Roma città aperta, di Roberto Rossellini, Carosello napoletano di Ettore Giannini, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy e in numerosi film con Totò, tra cui Sette ore di guai, tratto dalla prima delle quattro farse di Eduardo Scarpetta (che si chiamava Na' criatura sperduta), Passarelli oltre a fargli da spalla esordirà come sceneggiatore cinematografico, sempre con Totò scrivendo copioni che rimarranno nella storia del cinema italiano, come la scena del tribunale nel film La cambiale Totò e Peppino, falsi testimoni, Eduardo Passarelli, il giudice, e prima ancora in Totò e i re di Roma con il grande Alberto Sordi, lo stesso Passarelli, esaminatore di uno stagionato Totò, che ha bisogno a tutti i costi della licenza elementare per non perdere il suo posto di archivista al ministero.
Ma per il Passarelli non arrivò mai nessun ruolo da protagonista, riuscì ad interpretare solo ruoli marginali, tra i figli di Scarpetta fu quello che ebbe meno successo, forse perché schiacciato dalla fitta schiera di attori, attivi in quel periodo che non gli permisero di emergere, come i già citati De Filippo, Totò, Nino Taranto, i Maggio (Pupella, Rosalia, Dante, Beniamino), dotati di indiscutibile talento e che saranno protagonisti sia nel teatro che nel cinema.
Il Passarelli viene anche ricordato per aver scritto insieme ad Alessandro Ferraù il volume dedicato a Totò "Siamo uomini o caporali".
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