Dino Valdi, l'altro volto di Totò
Dino Valdi, all'ombra della ribalta
Dino Valdi, nome d’arte di Osvaldo Natale (Napoli, 1ºgiugno 1922 – Roma, 5 giugno 2003), è stato un attore cinematografico e attore teatrale italiano. È conosciuto per essere stato per anni la controfigura di Totò, specie nel periodo in cui la cecità colpì gravemente l’attore napoletano. La sua collaborazione con Totò iniziò nel 1947 in I due orfanelli, di Mario Mattoli. Due anni dopo, nel 1949, nel film Bellezze in bicicletta, sostituì l’attore impegnato nel ruolo di un corridore ciclista.
Come controfigura di Totò, Valdi prendeva parte a tutte le scene che vedevano impegnato il comico, soprattutto per guidare in maniera precisa l’attore ormai quasi completamente cieco e per indicargli verso quale parte avrebbe dovuto volgere lo sguardo. L’apice della collaborazione tra i due si ebbe durante le riprese di Uccellacci e uccellini, il film di commiato di Totò, diretto da Pier Paolo Pasolini: esclusi i primi piani, le sequenze con le corse nei campi e le passeggiate a fianco di Ninetto Davoli sono state girate interamente da Valdi.
Totò al giro d’Italia è il primo film in cui compare il nome di Totò nel titolo e nasce dall’idea di iniziare una serie con Totò assoluto protagonista, come poi avvenne con tutta la serie di film “Totò...” . Il film venne quasi completamente girato in esterni ma Antonio de Curtis che non si trovava a suo agio in esterni né tanto meno a pedalare, sovente si fa sostituire dalla sua controfigura Dino Valdi. Alla morte di Totò, Franca Faldini regalò a Valdi il tight, le camicie con lo stemma principesco, i gilet, le scarpe e la bombetta che gli erano appartenute e che in seguito sarebbero state esposte varie volte in mostre commemorative. Al funerale napoletano del principe della risata, nel 1967, fu causa di svenimento per alcune persone che presenziarono all’evento, perché credettero che fosse proprio Totò in carne e ossa e che fosse resuscitato. Come attore, Valdi ha preso parte ad alcuni film, come ad esempio il poliziesco Milano... difendersi o morire (1978) diretto dal regista Gianni Martucci, dove recita a fianco di George Hilton. Nel 1984 ha interpretato in teatro la commedia “Cinecittà’” a fianco di Rosalia Maggio e Pietro de Vico.
Guardandolo in una foto con cravattino e bombetta o vedendolo recitare in una pellicola in bianco e nero uno spettatore poco esperto facilmente verrebbe tratto in inganno. Sarebbe certo di trovarsi di fronte a lui, Totò, l’intramontabile, inconfondibile principe della risata. E si sbaglierebbe. Perché non tutti sanno che Totò aveva un doppio. E che il suo nome era Osvaldo Natale, in arte Dino Valdi.
Considerarlo una controfigura sarebbe scontato, riduttivo, addirittura offensivo. Dino Valdi fu per Totò un vero e proprio alterego, sua ombra e, negli anni, suo fidato amico e confidente, con cui condividere una fetta di successo, ma anche i pensieri più cupi.
Una somiglianza impressionante, quella tra il comico più acclamato di tutti i tempi e l’aspirante attore semisconosciuto che ne sarebbe diventato il perfetto riflesso. Dino Valdi era soltanto un ragazzino quando Totò aveva già raggiunto, se non l’apice del successo, una discreta notorietà, recitando al fianco di Titina De Filippo nelle commedie di Eduardo Scarpetta. Nonostante gli oltre vent’anni di differenza anagrafica, Dino Valdi si prestava perfettamente a sostituire il principe in quelle scene in cui gli veniva richiesta una prestazione particolare: iniziata nel 1947 con I due orfanelli di Mario Mattoli, la loro collaborazione proseguì due anni dopo per le riprese di Bellezze in bicicletta, che videro Dino Valdi prendere il posto di Totò, che vestiva i panni di un corridore ciclista, in sella alla bicicletta su cui Totò si sentiva decisamente a disagio, anche a causa di una sopraggiunta e quasi totale cecità. Un sodalizio che divenne indissolubile con Uccellacci e uccellini, film commiato di Totò diretto da Pier Paolo Pasolini, che vide Dino Valdi recitare nella maggior parte delle scene, esclusi i primi piani, di corse nei campi e passeggiate al fianco di Ninetto Davoli.
Stessa postura, stessa corporatura e un’espressività facciale molto simile a quella di Totò: sono questi gli elementi che resero strabiliante la somiglianza tra i due attori napoletani. Tanto da far rabbrividire alcuni dei presenti ai funerali del principe, che, giunti a rendergli l’ultimo omaggio, scambiarono Dino Valdi per un redivivo Totò, e si animarono di malcelato spavento nel vederlo in piedi davanti al feretro, suo gemello ancora vivo. Altri furono invece gli elementi che li unirono dal punto di vista personale: la profonda ammirazione che Valdi nutriva nei confronti del principe, suo mentore e “padre” artistico, e la gratitudine e il rispetto che il principe aveva per il giovane che, scegliendo di lavorare al suo fianco, rinunciò di fatto a tentare una carriera tutta sua e a guadagnarsi la fama. Pur essendo acclamato e conosciuto dal pubblico quanto e più dello stesso Totò, anche se sotto mentite spoglie. Una circostanza, questa, che faceva sorridere il principe de Curtis, che spesso ricordava scherzosamente a Valdi di essere beneficiario di una notorietà non sua. Ma Valdi non se la prendeva a male. Conosceva intimamente Totò. Sapeva quanto amasse scherzare, e sapeva anche che spesso lo faceva per celare un malessere esistenziale, quel senso di vuoto e di caducità della vita che lo attanagliava.
Il loro rapporto fu talmente intenso e sincero che, alla morte di Totò, la sua compagna Franca Faldini volle che fosse Dino Valdi a ricevere in dono la sua bombetta, le camicie con lo stemma principesco e il tight, come ricordo dell’amico perduto a cui aveva dedicato buona parte della sua vita oltre che della sua carriera. Una simbiosi da cui Valdi non si affrancherà mai. Il volto indimenticabile di Totò gli resterà cucito addosso molto a lungo. Solo parecchi anni dopo la morte di Totò, quando proverà a recitare autonomamente in un paio di film che però non raggiunsero mai la ribalta.
Una figura indubbiamente interessante dal punto di vista storico e intimamente controversa, quella di Dino Valdi. Una vita vissuta all’ombra di un grande, che, se da un lato può regalare grandi soddisfazioni, dall’altro rischia di lasciare perennemente in bocca il sapore amaro dell’incompiuto. E, per quanto grande potesse essere la stima che Dino Valdi nutriva nei confronti del principe della risata, non possiamo non pensare che non fosse condita da un pizzico di invidiosa delusione nel sentirsi sempre, eternamente secondo a lui.
Giuliana Gugliotti dal sito larosanera.it
Dino Valdi imita Totò nello spettacolo Cinecittà di Antonio Calenda andato in scena al teatro Orfeo di Taranto il 21,22 e 23 aprile 1986. (Archivio video di Paolo Ruta).
Macerie - La storia di Osvaldo "Dino" Valdi
Dino Valdi, il corpo di Totò
Il 17 aprile del 1967, a Napoli si tengono i funerali del grande Totò, sono in migliaia a salutarlo per l'ultima volta. Poi, all'improvviso, qualcuno si agita e sviene, convinto di aver visto Totò in carne ossa, o forse il suo fantasma. Quel "fantasma in carne e ossa" è Dino Valdi, l'uomo che per tanti anni è stata la controfigura del grande attore napoletano. Non una semplice controfigura, un vero alter ego.
Autori: Giovanni Savarese, Alessandra Nardini
Partecipazione di Dino Valdi ai film di Totò come controfigura
I due orfanelli (1947) (controfigura)
Fifa e arena (1948) (controfigura)
Totò al giro d'Italia (1948) (controfigura)
Bellezze in bicicletta (1950) (controfigura)
Tarantella napoletana (1953) (controfigura)
Totò, Peppino, e la malafemmina (1956) (controfigura)
Totò, Peppino, e i fuorilegge (1956) (controfigura)
Totò, Vittorio e la dottoressa (1957) (controfigura)
Totò, Peppino, e le fanatiche (1957) (controfigura)
La loi c'est la loi/La legge è legge (1957) (controfigura)
Totò, Vittorio e la dottoressa (primo titolo "Mia moglie dottore", altro titolo provvisorio "Totò, Vittorio e la dottoressa squillo") (1958) (controfigura)
Totò a Parigi (1958) (controfigura)
Totò nella luna (1958) (controfigura)
I soliti ignoti (1958) (controfigura)
Totò e Marcellino (1958) (controfigura)
Gambe d'oro (1958) (controfigura)
Totò, Eva, e il pennello proibito (Titolo provvisorio "Totò a Madrid") (1958) (controfigura)
I tartassati (1959) (controfigura)
Arraggiantevi! (1959) (controfigura)
La cambiale (1959) (controfigura)
I ladri (1959) (controfigura)
Noi duri (1960) (controfigura)
Totò, Fabrizi, e i giovani d'oggi (1960) (controfigura)
Signori si nasce (titolo provvisorio "Papà paparino") (1960) (controfigura)
Letto a tre piazze (titolo provvisorio "Totò tovarich) (1960) (controfigura)
Risate di gioia (1960) (controfigura)
Chi si ferma è perduto (titolo provvisorio "Impiegati di concetto") (1960) (controfigura)
Totò, Peppino, e la dolce vita (titolo previsto 2 anni prima "Totò e Peppino in Via Veneto) (1961) (controfigura)
I due marescialli (1961) (controfigura)
Sua Eccellenza si fermò a mangiare (Il dott. Tanzarela, medico personale del fondatore dell'Impero) (titolo provvisorio "...e il ministro si fermò a mangiare")(1961) (controfigura)
Totòtruffa '62 (titoli provvisori "Totò e la figlia in collegio", "Totò, Taranto e le farfalle") (1961) (controfigura)
Totò contro Maciste (1962) (controfigura)
Totò Diabolicus (Titolo provvisorio "Diabolicus") (1962) (controfigura)
I due colonnelli (1962) (controfigura)
Lo smemorato di Collegno (1962) (controfigura)
Totò e Peppino divisi a Berlino (1962) (controfigura)
Totò di notte n. 1 (1962) (controfigura)
Totò sexy (forse primo titolo provvisorio "Totò di notte n.2", forse secondo titolo provvisorio "Totò sette e mezzo")(1963) (controfigura)
Totò contro i quattro (titoli provvisori: "Totò crimen", "I 4 al commissariato", "Totò contro tutti") (1963) (controfigura)
Gli onorevoli (1963) (controfigura)
Il giorno più corto (1963) (controfigura)
Il Monaco di Monza (1963) (controfigura)
Le motorizzate (1963) (controfigura)
Il comandante (1963) (controfigura)
Totò e Cleopatra (1963) (controfigura)
Totò contro il Pirata Nero (1963) (controfigura)
Che fine ha fatto Totò Baby (1964) (controfigura)
Le belle famiglie (1964) (controfigura)
Gli amanti latini (1965) (controfigura)
Totò d'Arabia (1965) (controfigura)
Rita, la figlia americana (titolo provvisorio "Rita") (1965) (controfigura)
La mandragola (1965) (controfigura)
Uccellacci e uccellini (altro titolo "Uccellini e uccellacci) (1966) (controfigura)
Tutti gli episodi della serie televisiva "Tuttototò" (1966-1967) (controfigura)
Le streghe (titolo provvisorio "Il buro e la bura") (1966-1967) (controfigura)
Capriccio all'italiana (1967) (controfigura)
Il padre di famiglia (un solo pomeriggio di lavoro) (1967) (controfigura)
Non si erano mai viste a Napoli, prima d'allora 100.000 persone piangere, ma non piangere per modo di dire, bensì con lacrime e lacrime. Vi furono anche degli incidenti, certo, in quel funerale, mentre la salma veniva avviata per il cimitero del pianto. Tre persone, colta da malore, dovettero essere ricoverata all'ospedale di Loreto. La cronaca registra anche i loro nomi. Vittorio Gambardella di 23 anni, Italia Stefanelli di 25 e Maddalena De Vita di 35. Quelle persone si erano sentite male non per la calca o per il caldo, bensì per lo spavento provato nel vedere, lì ai funerali, Totò vivo. Lo stesso naso "deragliato", lo stesso mento aguzzo, le stesse smorfie. Lui insomma. L'uomo che davanti alla Basilica del Carmine roteava gli occhi e digrignava le mascelle in gesti che erano di dolore e che apparivano di burla, si chiamava Dino Valdi. Professione, attore cinematografico, controfigura di Totò.
Riferimenti e bibliografie:
- Giuliana Gugliotti in http://www.larosanera.it/
- Appunti del lavoro di Simone Riberto riferiti a "L'altro volto di Totò ossia il Principe secondo Dino Valdi"
- Dino Valdi, il corpo di Totò - Autori: Giovanni Savarese, Alessandra Nardini - Radio 24, 25 giugno 2019