Il primo provino per il cinema
Fui chiamato alla Cines di Pittaluga ed eseguii il regolamentare ‘provino’. Soltanto, un regista ebbe la brillante idea di dirmi che sarebbe stato bene che, con la faccia che Iddio mi aveva data, facessi tutto il possibile per imitare... Buster Keaton. Presi cappello in senso proprio ed in senso figurato, dichiarando che mi sentivo soltanto di fare... il Totò. Così ripresi il mio fardello di pellegrino e tornai al ‘mio’ varietà.
Il Cinegiornale n.4 della CINES, girato tra il 1930 e il 1931 rappresenta la prima apparizione di Totò al cinema. Evidente l'improvvisazione della breve scena, in pochi secondi si condensano molte movenze che in quel periodo caratterizzavano i successi di Totò in rivista e in avanspettacolo: la gallina, il burattino, il bambino. La poca dimestichezza con la macchina da presa è evidente tra un breve sketch e l'altro, ci scappa anche un «C’agg’a fa’ mò?». C'è anche un piatto commento fuori campo che contribuisce a creare un clima tanto surreale quanto enigmatico. Sarà un totale insuccesso e Totò tornerà, ancora per qualche anno e almeno fino al 1936, al suo amato varietà.
Il provino per la Cines
Il comico Totò che, come abbiamo annunciato inizierà tra breve il suo primo film, soggetto e, pare, direzione di Umberto Barbaro, all'epoca della ripresa della ripresa della ripresa cinematografica italiana con la messa in efficienza degli Stabilimenti Cines, fu da Stefano Pittaluga designato come protagonista di un film comico Il ladro disgraziato. Ma a Totò fu avanzata l'intelligentissima proposta di rifare Buster Keaton. Totò disse che egli era Totò e non Buster Keaton. E non se ne fece più di niente.
«Il Messaggero», 21 gennaio 1932
Il primo ciak dell'attore al Convegno di Studi Cinematografici di Udine
Quando Totò ci provava
Il 23 maggio 1930 furono inaugurati ufficialmente a Roma i nuovi stabilimenti cinematografici «Cines-Pittaluga», alla presenza del ministro fasciata delle corporazioni Giuseppe Bottai e di Stefano Pittaluga, che aveva rilevato la vecchia Cines e si apprestava a diventare l'unico grande produttore del cinema italiano di allora, se non fosse morto a soli 58 anni il 5 aprile 1931. In quel brevissimo lasso di tempo egli seppe impostare un programma in larga misura nuovo, adatto al pubblico italiano e aggiornato sulle novità che giungevano dagli Stati Uniti, in primo luogo il sonoro ed ebbe l'idea di affiancare la produzione di film con la Rivista Cines, un cinegiornale mensile, che uscì dal settembre 1930 alla primavera 1932, con lo scopo di mostrare le novità delia casa ma anche servizi di attualità cinematografica, soprattutto da Hollywood. Alcuni numeri della rivista saranno presentati a Udine, nel corso del XII Convegno Internazionale di Studi sui Cinema, che si inaugura oggi, organizzato dal Dams dell'Università di Udine.
È un’occasione ghiotta perché si vedranno scenette interpretale da Sergio Tofano, il primo provino di Totò, poco più che trentenne, [...]
Gianni Rondolino, «La Stampa», 8 marzo 2005
E il signor Bonaventura ritorna in un convegno
GORIZIA Le immagini del primo provino di Totò, gli sketch di Sergio Tofano nelle vesti del Signor Bonaventura, le anteprime dell'edizione 2005 del Festival Internazionale di Bologna «Il Cinema Ritrovato», una ricca carrellata dei trailer che hanno fatto la storia del cinema dal muto agli anni ’60-70. E ancora: mostre, retrospettive, premi letterari e, soprattutto, incontri e proiezioni. C'è tutto questo e molto di più nel programma del XII Convegno internazionale di Studi sul cinema, organizzato anche quest'anno dall'Università degli Studi di Udine - Dams Cinema di Gorizia. [...] Martedì 8 marzo, si comincerà dalla proiezione di alcuni numeri della Rivista Cines (prodotta dalla Cines-Pittaluga), sui grandi schermi italiani, dal settembre del 1930 alla primavera del 1932. Ogni numero della Rivista, della durata di circa dieci minuti, conteneva episodi di attualità e reportage dall'America e serviva soprattutto come veicolo di promozione della produzione e delle attività della Cines. Tra gli altri, in particolare, il Convegno roporrà alcuni sketch di Sergio Tofano nelle vesti del Signor Bonaventura, un ancora giovane e imbarazzato Totò, alle prese con quello che pare essere stato il suo primo provino [...]
«Il Piccolo di Trieste,» 30 marzo 2005
E' il 1930 quando Totò realizza questo provino realizzato dalla "CINES" di Stefano Pittaluga, il più importante produttore cinematografico dell'epoca, per il film "Il ladro disgraziato". Il provino fu riutilizzato facendolo commentare ad una voce fuori campo, successivamente fu inserito all'interno della rivista "Cines" n.4. Una delle prime testimonianze del cinema sonoro in Italia.
Antonio Clerment è già Totò, beniamino delle platee, popolarissimo in tutta Italia e capace di far ridere interi teatri di rivista. Al cinema però ancora non ci è arrivato, bisognerà aspettare altri sette anni per vederlo nel suo primo lungometraggio, ovvero "Fermo con le mani", diretto da Gero Zambuto e prodotto da Lombardo (fu lo stesso a chiedere a Totò di interpretare il film).
Il documento si apre con una sigla: un mondo che gira circondato dalla scritta «Rivista Cines», poi sul mondo appare «N. 4».
Dopo la sigla entra in campo un giovane elegante con un fazzoletto nel taschino. In testa ha un cappello, nella mano sinistra stringe un bastone e dei guanti. Avanza sorridente su una passatoia, ma mentre fa per parlare la sua immagine sparisce e, in sottofondo a un cartello nero con la scritta «Cines» a destra e a sinistra, si sente la voce fuori campo: «Molti sono i bei giovani che sperano di prendere il posto di Rodolfo Valentino. Ecco uno dei concorrenti».
Nei fotogrammi successivi, siamo in uno dei teatri di posa della Cines e la scenografia è un belvedere: una balconata con una colonna sulla sinistra. Sul fondale è disegnato un viottolo in salita che finisce forse davanti a una porta d’ingresso. Sullo sfondo, due o tre colli con una casetta in cima.
Da sinistra entra Totò, timido, secco, allampanato. Ha una camicia chiara, una giacchetta striminzita abbottonata e una lobbia un po’ piccola per la sua testa. Avanza fino al centro dicendo: «Oh, che bella festa! Oh, che bella festa! » Sta un po’ piegato sulle gambe, muove il collo a destra e a sinistra e rotea gli occhi, braccia larghe, pollice e indice di entrambe le mani uniti.
Mentre la voce fuori campo dice: «Voi lo avrete certamente riconosciuto. E il famoso comico Totò. Guardate com’è carino. Sembra che voglia fare concorrenza all’uomo-serpente», lui fa la marionetta, poi si piazza di profilo e piano piano abbassa il busto cominciando ad assumere la posa della gallina. Poi si rimette di fronte alla macchina da presa, batte una volta le mani, si leva la lobbia, si aggiusta i capelli, rimette la lobbia. Muove di nuovo il collo a destra e a sinistra, storce ancora gli occhi, tira fuori la lingua, arriccia il naso. Unisce le mani sul grembo, rifa la gallina, poi parla, piegato in avanti, rivolto a un interlocutore che non c’è: «Ah, birichino, birichino... Ebbe’... E vabbe’... » dice, tirandosi su e continuando a fare smorfie. « Quando c’è la salute... Ch’aggiafa’, mo’?... Eh, eh, eh...»
Si agita ancora un po’, non sa dove mettere le mani, accenna uno sbadiglio con una mano sul fianco. Poi fa la faccia preoccupata, dalla camicia aperta sul petto si intravede la maglia della salute. «No, perché...» dice, «io da bambino ho avuto la meningite. Con la meningite o si muore o si rimane stupidi. Io non so’ morto !» E fa una pernacchietta. « Ih, ih, ih... » conclude, avvicinando la faccia alla macchina da presa e storcendo gli occhi.
E qui ritorna brusco il cartello nero con le scritte della Cines che lampeggiano alternandosi a delle stelle.
Valentina Pittavina ("Non principe, ma imperatore" , Einaudi, 2008)
Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
- "Non principe, ma imperatore" (Valentina Pattavina), Einaudi, 2008