Piero Agnolozzi, lo stuntman di Totò raccontato dalla figlia
Credo papà abbia fatto anche da autista a Franca Faldini, ma non ne sono sicura perchè l'autista di Totò era Carlo Cafiero e Totò sulle cose era preciso.
Nel '51 lavorava in un film con Burt Lancaster quindi, probabilmente, con Totò avrà iniziato nel '52. Doveva essere il periodo della Pampanini e della Faldini. Io sono del 1946 per cui tante cose non le so.
Eduardo Clemente ebbe 5 figli, il più piccolo dei quali si ammalò di poliomielite. Egli fece accoppiare Dick, che Totò amava, affinché nascesse un erede che fu a sua volta chiamato Dick (Junior). Noi nel '53 ci trasferimmo a "Tomba di Nerone" dove avevamo una vasta campagna. Siccome Totò non poteva tenere entrambi i Dick, Junior nacque in casa di Eduardo Clemente. Accadde che Dick Junior, involontariamente, aveva causato del pericolo per suo figlio, così chiesero a papà di tenerlo fino a che, morto Dick (senior), Totò fosse venuto a prenderselo. Ce lo portarono nel '54, Dick Junior aveva 3 mesi e portava un fiocco rosso. Totò lo veniva a trovare ogni 3 o 4 mesi, la sera, per evitare curiosi e "paparazzi".
Nel '62 o '65 credo, morì Dick (quasi ventenne) e noi, dopo tanto tempo, a Dick Junior eravamo affezionati. Totò, venuto per prenderlo, disse a papà:«Senti Piero, i so cosa sto soffrendo per Dick e non voglio far soffrire anche te». Così Dick Junior rimase con noi finchè morì. Aveva preso un topo che gli trasmise la leptospirosi che gli fu fatale. Anche lui è morto mentre Totò era ancora in vita.
Era un film di tedeschi. Totò doveva reggere un cane lupo e fu preso Dick Junior. Il cane conosceva Totò ma aveva la "fobia delle divise", tanto che abbaiava senza stare fermo. Così lo resse Piero Angelozzi.
Nel film TOTO' ALL'INFERNO conservo le foto, in bianco e nero, della cena di fine lavorazione. Di solito, terminato un film, si usava fare cene.
Papà si trovava a Tirrenia con Totò, nel novembre '54 ...quindi probabilmente, potrebbe esser mentre giravano IL CORAGGIO; non so chi sia stato lo stuntman a tuffarsi nel Tevere per Totò.
Papà rimase con Totò fino a quello che io conoscevo come TOTO' E FERNANDEL girato nel novembre '56. Fu girato a Venafro, presso Cassino. Papà lo aveva iniziato, ma (e credo in certe scelte-imposizioni Totò non contasse) fu sostituito da Dino Valdi, il quale era solo controfigura, ma non stuntman a differenza di mio padre Piero: trovarono la scusa che Piero Agnolozzi era ingrassato e quindi non più adatto. Papà comunque rimase per tutta la durata della lavorazione preparando i cestini per la troupe.
Totò dava super mance a quelli che gli portavano il caffè.
Papà restò senza lavoro fino al luglio successivo alla lavorazione di TOTO' E FERNANDEL, ma Totò non lo abbandonò. Totò ben due volte diede dei soldi a papà che, alla terza, rifiutò. Totò gli chiese: «Perchè Piero?» «Perchè non me li sono guadagnati.» Allora Totò, che sapeva papà amava fare certi lavoretti, non so per quanti mesi lo chiamò a casa sua per spostare quadri...
Rimasero in buoni rapporti ed ogni tanto si vedevano.
Totò aveva acquistato un pezzo di terra a Cesano per il canile ma qui pascolavano pecore (con problemi di possibili trasmissioni di malattie coi cani) e c'erano olivi; così la diede in gestione a papà il quale lo affittò ad un contadino. Tale terreno era a nome Faldini la quale, morto Totò, vendette il terreno.
Un parente ci fece un brutto scherzo. «Totò è morto d'infarto» e così papà voleva subito partire per Roma. Poi il parente gli confessò lo scherzo: «Volevo vedere la faccia che facevi». Ma la settimana successiva accadde davvero! Papà seguì i funerali di Totò a Roma e a Napoli.
Morto Totò regalarono a Franca Faldini un pupazzetto raffigurante Totò attorniato da uccelli riferito al film UCCELLACCI E UCCELLINI; lei lo regalò a papà che, superstizioso, dicendo «gli uccellacci portano male» lo buttò via.
La bombetta, il tight, ecc. di Valdi non sono autentici! Quelli autentici li regalò a Franca Faldini e a mio padre. Col tempo si sono logorati e così ho dovuto buttarli.
Riferimenti e bibliografie:
- Nadia Agnolozzi, intervistata da Simone Riberto, 1999