Pugni a Totò

Con la compagnia di rivista Totò-D’Albert dell’impresario Remigio Paone, Totò aveva intrapreso, nel gennaio 1945, una tournée in Toscana. Era in scena una seconda versione teatrale di «Imputati, alziamoci», scritta dal commediografo Michele Galdieri, con interpreti la celebre e brava soubrette moscovita Lucy D’Albert e gli attori Alberto Bonucci, Vittorio Caprioli e Mario Castellani. Il primo spettacolo venne, il lunedì 22, rappresentato con grande successo a Siena. La compagnia si trasferì, pochi giorni dopo, a Firenze, dove Totò fu coinvolto, lui malgrado, in un increscioso incidente con uno spettatore. Narra Mario Castellani, fedele spalla dell’artista napoletano, che sul palcoscenico...
...lui si permise una battuta che rischiò di costargli la pelle. Successe questo: Totò faceva la macchietta di Napoleone, e a un certo punto un attore gli domandava: “Compagno?”. “No, camarade”, rispondeva Totò, storpiando la parola francese che suonasse quasi come l’italiano e fascista “camerata”. L ’altro stupito, chiedeva: "Camarade?" E Totò: “Va bè,fa come vuoi. Camarade o compagno è lo stesso”. Non l’avesse mai detto! L'Italia era ancora divisa dalla linea gotica e Firenze era piena di partigiani. Uno di questi, al termine dello spettacolo si presentò davanti al camerino di Totò con la scusa di volere un autografo. Totò, affabile, venne sulla soglia a firmare. Con la voce sorda, il partigiano gli domandò: “Veramente per lei camerata e compagno è la stessa cosa?”. Preso alla sprovvista, Totò rispose: “Mah, non so... ”. Il partigiano non lo lasciò finire: con una mossa fulminea lo colpì con un pugno in faccia, spaccandogli le labbra. Per fortuna, c’era parecchia gente che s’intromise, impedendo così all’energumeno di continuare il massacro.

Dopo essere ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino, Totò interruppe immediatamente le recite e rientrò «spaventatissimo» a Roma presso la sua abitazione di viale Parioli, accudito con grande affetto dalla moglie Diana.


1945 03 11 La Nazione del Popolo

Una battuta di dubbio gusto, inserita nella rivista che la Compagnia di Totò sta recitando alla Pergola, ha provocato il risentimento di qualche spettatore, che ha voluto dare una tangibile dimostrazione del proprio malcontento. Sembra che in una scena dei lavori si svolgesse un dialogo, nel quale Totò - al secolo Antonio de Curtis di anni 47, da Napoli - con il solito dito in aria e il solito contorcimento di collo, affermava non esistere alcuna differenza fra camerata e compagno.

Al termine dello spettacolo, Totò ha veduto presentarsi nel camerino uno sconosciuto, il quale dapprima gli ha chiesto una fotografia e poi gli ha domandato, con aria ingenua, di spiegargli ancora che differenza passasse fra camerata e compagno. L'artista, così spigliato sul palcoscenico, è rimasto confuso e non ha saputo cosa rispondere; o, forse, non ne ha avuto il tempo, in quanto l'altro gli ha sferrato un pugno in pieno viso e se n'è poi andato. Il macchinista teatrale Silvio Viglino, di anni 43 abitante in via della Pergola 4, è intervenuto ma affrontato da altri due sconosciuti, ha avuto a sua volta un pugno.
L''Ospedale di S.M.Nuova, a Totò veniva riscontrata una ferita lacero contusa al labbro superiore e una ferita allo zigomo destro veniva riscontrata al Viglino. I due sono stati riscontrati guaribili in dieci giorni.

«La Nazione del Popolo», 11 marzo 1945


Riferimenti e bibliografie:

  • "Totò massone" (Ruggiero di Castiglione) - Ed. Atanòr, 2017
  • Articolo di giornale di proprietà di Simone Riberto, autore della biografia di Dino Valdi "L'altro volto di Totò - Il Principe secondo Dino Valdi"