Pugni a Totò
Dopo essere ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino, Totò interruppe immediatamente le recite e rientrò «spaventatissimo» a Roma presso la sua abitazione di viale Parioli, accudito con grande affetto dalla moglie Diana.
Una battuta di dubbio gusto, inserita nella rivista che la Compagnia di Totò sta recitando alla Pergola, ha provocato il risentimento di qualche spettatore, che ha voluto dare una tangibile dimostrazione del proprio malcontento. Sembra che in una scena dei lavori si svolgesse un dialogo, nel quale Totò - al secolo Antonio de Curtis di anni 47, da Napoli - con il solito dito in aria e il solito contorcimento di collo, affermava non esistere alcuna differenza fra camerata e compagno.
Al termine dello spettacolo, Totò ha veduto presentarsi nel camerino uno sconosciuto, il quale dapprima gli ha chiesto una fotografia e poi gli ha domandato, con aria ingenua, di spiegargli ancora che differenza passasse fra camerata e compagno. L'artista, così spigliato sul palcoscenico, è rimasto confuso e non ha saputo cosa rispondere; o, forse, non ne ha avuto il tempo, in quanto l'altro gli ha sferrato un pugno in pieno viso e se n'è poi andato. Il macchinista teatrale Silvio Viglino, di anni 43 abitante in via della Pergola 4, è intervenuto ma affrontato da altri due sconosciuti, ha avuto a sua volta un pugno.
L''Ospedale di S.M.Nuova, a Totò veniva riscontrata una ferita lacero contusa al labbro superiore e una ferita allo zigomo destro veniva riscontrata al Viglino. I due sono stati riscontrati guaribili in dieci giorni.
«La Nazione del Popolo», 11 marzo 1945
Riferimenti e bibliografie:
- "Totò massone" (Ruggiero di Castiglione) - Ed. Atanòr, 2017
- Articolo di giornale di proprietà di Simone Riberto, autore della biografia di Dino Valdi "L'altro volto di Totò - Il Principe secondo Dino Valdi"