Un dilettante a Sanremo: Totò partecipa come autore al Festival di Sanremo
Ed anche per il 1954, dopo alcuni mesi di preparativi, di speranze, di vibrante attesa, si è concluso il "Festival di S. Remo'’. Questo Concorso che ogni anno la RAI organizza, da quattro anni a questa parte, in cooperazione con l'Azienda Autonoma di Soggiorno ed il Casino Municipale di S. Remo, è la massima competizione musicale a carattere nazionale e, come tale, galvanizza il mondo della canzone e lo mette in subbuglio. Si è concluso, dicevamo, ed ognuno vuole dire la sua: «Per me dovevano premiare "Aveva un bavero” dice l’uno....». «Io penso che "Notturno” avrebbe meritato sorte migliore» dice l’altro...». «Sì, "Tutte le mamme” sarà bella ma ”Mogliettina", a mio avviso, è senz'altro la migliore» dice un altro ancora... e così via tanto che, se si dovesse dar retta a tutti, avrebbero dovuto assegnare il primo premio a tutte, o quasi tutte, le venti canzoni presentate e, nello stesso tempo, ognuna delle venti avrebbe meritato il secondo, terzo... ventesimo posto.
I gusti non possono essere discussi giacché non vi è. e non vi può essere, uniformità di gusti: ognuno ha una propria personalità e guai se così non fosse.
E allora?... Il suffragio universale è stato inventato apposta.
E’ logico che debba essere ritenuta migliore, anche se non tutti sono d’accordo, la canzone che ha avuto il favore della maggior parte dei votanti. Si potrà, semmai, discutere sulla qualifica e sulla rappresentatività dei votanti stessi ma, su questo, non vi è nulla da dire nel caso specifico di S. Remo giacché i giurati sono stati nominati per sorteggio sia tra gli spettatori in sala, ed il Casino era aperto a chiunque avesse voluto andarci, sia tra i radio-abbonati delle singole Sedi.
C’è poi chi drasticamente mette al bando il Concorso in se stesso, formula compresa, affermando che esso non può essere seguito con interesse da un pubblico che ancora ima volta è rimasto deluso, nelle sue aspettative, da canzoni insulse e senza originalità: un Festival della Canzone Italiana dovrebbe avere in programma venti canzoni belle, ma cosa intendono per bello non lo sanno spiegare.
Ora. se prendiamo una per una le canzoni presentate quest’anno, non possiamo proprio dire con coscienza che esse siano poi tanto malvagie; certo, qualcuna ci ricorda motivi già noti, ma non per questo possiamo dire, come qualcuno fa, che si tratti addirittura di rifacimenti di vecchie canzoni. Eppoi bisogna considerare le esigenze di un Festival che ha come pubblico non una élite, ma una intera massa composta di milioni di radioascoltatori; esso deve accontentare il maggior numero possibile dei componenti questa massa eterogenea, per poter raggiungere, ciò che gli organizzatori si prefìggono sempre, il successo.
E questo successo, che deve essere immediato poiché tutto si svolge in sole tre sere, si è senz’altro avuto e la dimostrazione ci è data dal fatto che la sala delle Feste del Casino Municipale di S. Remo era esaurita in ogni suo posto, che, ovunque si vada, al Caffè, al Circolo, dal parrucchiere, in istrada, si sente parlare di questo avvenimento.
Ma ancora, e con maggiore ragione, si può parlare di successo perchè queste canzoni tanto discusse, insulse e senza originalità, a detta di qualcuno, già si sentono fischiare o canticchiare per la via.
Ha vinto il primo premio "Tutte le mamme” di Falcocchio-Bertini: a nostro avviso essa è senz’altro la più qualificata, delle venti canzoni presentate, a rappresentare la Canzone Italiana che, per tradizione, si basa sul sentimento; e qual’è il sentimento più grande e più profondo dell'amore di una madre per i propri figli?
Ma ancora grati siamo a questo Festival di S. Remo 1954, perchè esso ha permesso l’affermazione, cosa da noi più volte auspicata, di un giovane. Il M.° Falocchio, anche se ha al suo attivo successi come "Serenata serena”, "Zoccoletti” e "Tutto è possibile”, è un giovane autore ed a lui vadano le congratulazioni di Eldorado e gli auguri di sempre maggiori affermazioni.
Ma i veri fautori di tanto successo sono le orchestre ed i cantanti che, avvicendandosi ai microfoni, hanno dato vita a queste venti canzoni con le loro brillanti interpretazioni. Il M° Angelini, ormai veterano di questa manifestazione, ha guidato da par suo l'orchestra ed il complesso di cantanti che, Vittoria Mongardi esclusa, già da parecchio sono gli insuperabili interpreti delle canzoni da lui lanciate e che sono ormai troppo noti perchè si debba parlare di loro e tesserne gli elogi.
Di Vittoria Mongardi possiamo dire che, sostituendo Nilla Pizzi, non ci ha fatto rimpiangere del tutto l'assenza di quersta pur brava cantante anzi, in alcune inflessioni di voce, ci ha fatto ricordare la Pizzi stessa: lasciatela assuefarsi allo stile del M° Angelini e ritroverete in lei una cantante di primissimo piano.
In collaborazione all'Orchestra della Canzone, quest'anno è toccato al M° Semprini di esibirsi a S. Remo ed egli, con un quartetto di solisti veramente bravi, ha saputo portare al successo, con stile impeccabile come sua abitudine, un gruppo di belle voci da cui hanno fatto spicco in particolar modo quelle di Katina Ranieri e Giorgio Consolini.
L'organizzazione, grazie al vivo interessamento del M° Razzi, del Direttore Generale della RAI Sernesi e della Direzione del Casino Municipale di S. Remo, è stata perfetta ed ha contribuito al pieno successo di questo IV Festival della Canzone Italiana.
Carlo Nobile, «Eldorado», anno II, n.1, 31 gennaio 1954
Se invece di chiamarmi Totò, di essere sulla piazza da trent'anni e di guadagnarmi, come dicono, milioni, fossi un napoletano sconosciuto, penso che farebbero il tifo per la mia canzone e pregherebbero San Gennaro di darmi l'alloro della vittoria. Ma che differenza fa? Come autore di canzoni io sono poco più di uno sconosciuto. E allora? Se la mia canzone piacerà più delle altre al pubblico di Sanremo, mi lascino vincere in pace e mi consentano, una volta tanto, di commuovermi agli applausi che spero saluteranno il mio lavoro, come dire, straordinario. Se, invece, a Sanremo non riporterò nessun alloro, cantino lo stesso la mia canzone: mi faranno tanto piacere, come quando, all'ultimo Piedigrotta, li ho sentiti eseguire a mezza voce Mergellina blu o Maria Rosa. Ma è possibile che, soltanto perché mi chiamo Totò e sono un attore cosiddetto «celebre», io non possa fare ciò che a qualsiasi altro è permesso, purché ne abbia l'estro e la capacità, cioè scrivere una canzone?
Dal 28 al 30 gennaio 1954 ebbe luogo, presso il Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo, la IV edizione del Festival della Canzone Italiana. Presentò Nunzio Filogamo il quale aprì la manifestazione canora dicendo: «Chi non ha assistito almeno a una serata del Festival non può farsi un’idea dell’interesse, delle passioni, delle accese polemiche e della curiosità per la più importante gara nazionale della canzone". Il biglietto per il Casinò costò 5 mila lire per le prime due serate, mentre per la finale 10 mila lire. L'talia a metà degli anni 50 viveva le mille contraddizioni, condizionata dalla ingombrante presenza della Chiesa, che alla nascita della TV, già mandava le sue reiterate proteste per l’apparizione in video di ballerine succinte, la qual cosa pareva contravvenire al classico concetto della donna come figura “casta, modesta e pudìca”. Il Festival 1954 si caratterizzò per il rifiuto di Nilla Pizzi a partecipare alla manifestazione canora. Si dice che si sarebbe offesa perchè era stata invitata Katyna Ranieri, considerata da tutti sua rivale. Cercarono in tutti modi di convincerla, con fare gentile ed anche con delle minacce, senza riuscire a farla distogliere dal suo intento. Ma ci fu anche un altro rifiuto importante, quello di Claudio Pica, in arte Claudio Villa. Tra gli autori, invece, partecipò Totò, con la canzone "Con te". Ricorda Flo Sandon's: "Conobbi Totò proprio in quei giorni del Festival. Era una persona molto compita, molto principe insomma. Fu contento di come cantammo la sua canzone, e dopo l'esibizione diceva che non era un gran che, ma che per il Festival poteva andare bene ".La radio trasmise in diretta sul Secondo programma le tre serate, collegandosi alle 22 con il Casinò. Poi mandò in onda altri programmi, ricollegandosi verso mezzanotte per l’esecuzione dei brani prescelti per la finale. Delle venti canzoni approdate al Festival, dieci vennero giudicate la prima sera e dieci la seconda, per un totale di dieci brani (cinque e cinque) in finale. Doppia esecuzione anche stavolta, per due orchestre, una guidata da Cinico Angelini e l’altra da Alberto Semprini. Tradizionalisti contro modernisti: questa la sintesi della gara. Al primo gruppo appartenevano i cantanti che si esibirono con l'orchestra Angelini, mentre i "ritmici" preferirono essere diretti dalla bacchetta del secondo maestro. Fra le due fazioni non ci fu gara: l'Italia ha troppo bisogno di tranquillità e di affermazione di valori patriottici. Per i modernisti sono giorni magri, al punto che il Quartetto Cetra non rimetterà più piede a Sanremo. L’entusiasmo degli spettatori, la febbre dell’attesa, il tifo dei sostenitori di questo o quell’autore hanno riscontro soltanto nelle più emozionanti competizioni sportive. Come negli anni precedenti le canzoni prescelte furono venti, ma ne arrivarono oltre quattrocento e la scelta fu tutt’altro che facile. Gli alberghi della città furono gremiti, molte automobili si trasformarono la sera in letti di fortuna.
Vennero presentate 10 canzoni per sera, per i primi due giorni. Al termine di ogni serata i giurati votarono e decisero quali delle 5 canzoni ebbero accesso alla finale e quali furono eliminate. Durante la terza sera ebbe luogo la finale. I giurati furono 320, diversi per ogni serata e così suddivisi: 80 sorteggiati fra il pubblico presente in sala, 240 fra gli abbonati alla Radio. Ogni canzone venne proposta nella stessa sera in due interpretazioni diverse con due diversi arrangiamenti.
Questi i piazzamenti finali:
1 - Tutte le mamme (Umberto Bertini-Eduardo Falcocchio) Giorgio Consolini – Gino Latilla
2 - Canzone da due soldi (Pinchi-Carlo Donida) Katyna Ranieri – Achille Togliani
3 - ...e la barca tornò sola (Mario Ruccione) Gino Latilla – Franco Ricci
4 - Notturno (Per chi non ha nessuno) (Francesco Saverio Mangieri) Natalino Otto – Vittoria Mongardi
5 - Non è mai troppo tardi (Dino Olivieri) Flo Sandon's – Carla Boni
6 - Aveva un bavero (Mario Panzeri-Virgilio Ripa) Quartetto Cetra – Vittoria Mongardi e Duo Fasano
7 - Sotto l'ombrello (Nino Casiroli) Gino Latilla e Duo Fasano - Katyna Ranieri e Giorgio Consolini
8 - Mogliettina (Saverio Seracini) Achille Togliani – Natalino Otto
9 - Con te (Antonio De Curtis) Achille Togliani – Flo Sandon's e Natalino Otto
10 - Donnina sola (Simoni - Casini) Achille Togliani – Natalino Otto
Così il "Corriere della Sera": «Un pubblico elegantissimo e attento ha gremito la sala degli spettacoli del Casinò di Sanremo per la serata conclusiva del Festival della canzone italiana che ha visto in gara dieci canzonette prescelte nelle due precedenti eliminatorie. I risultati sono stati resi noti a milioni di ascoltatori in attesa davanti agli apparecchi radio e a mille privilegiati in sala». Era un po’ una contraddizione il vedere mischiate due classi sociali del Paese: i “ricchi” a cui il Casinò si era rivolto per rilanciarsi, e i “poveri”, conquistati da una manifestazione in teoria a loro preclusa sul "campo" ma che furono in realtà i migliori fruitori di quel genere di musica leggera, che seppe conquistare i cuori semplici e non solo.
Tra i partecipanti, la canzone "Con te", interpretata da Achille Togliani diretto dall'orchestra Angelini e dalla coppia Flo Sandon's e Natalino Otto accompagnati dall'orchestra Semprini, di cui fu autore Antonio De Curtis. Il brano arriverà soltanto al nono posto; una bella soddisfazione per Antonio de Curtis che, pur non conoscendo la scrittura musicale, approdò ad una manifestazione canora così importante raggiungendo la serata finale. È il primo anno che la televisione arriva nelle case degli italiani, ma il Festival viene trasmesso ancora dalla radio. Alcuni giorni dopo però, in differita, verrà messo in onda anche alla Tv e otterrà un grande successo. Tra le varie testimonianze dell'epoca, Flo Sandon's (interprete del brano) raccontò: "Conobbi Totò proprio in quei giorni del Festival. Era una persona molto compita, molto principe insomma. Fu contento di come cantammo la sua canzone e dopo l'esibizione disse che non era un gran che, ma che per il Festival poteva andare bene"
La settimana Incom 01052 del 04/02/1954
Il Festival di S. Remo 1954
Descrizione sequenze: Totò e Franca Faldini fanno il loro ingresso al Festival di Sanremo ; Totò fa la linguaccia alla cinepresa ; Latilla entra con altre persone sorridente, poi entra Togliani ; arrivo del presidente dell'Inter Masseroni ; sul palco Consolini canta la canzone Tutte le mamme ; operazioni di voto tra gli elettori estratti tra il pubblico ; gli scrutatori segnanno i suffragi trasmessi al telefono dalle stazioni RAI ; vittoria di Consolini annunciato dal presentatore Filogamo alla platea, applausi e congratulazioni
Così la stampa dell'epoca
IV Festival di Sanremo, 1954 - Totò autore del brano "Con te"
Per una canzone Napoli contro Totò
Totò al Festival: a Sanremo ha vinto la sciatica
Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1954
La malattia agli occhi: Totò migliora e pensa a un Festival di “canzoni in salotto”
Totò al Festival di Sanremo: affari e sentimento
Totò andrà a Sanremo per merito di "'na malafemmena"
Da oggi a San Remo canzoni, canzoni, canzoni
[...] Il quarto Festival della canzone avrà poi una speciale attrattiva per la partecipazione come autore, di Antonio de Curtis, Principe di Bisanzio, meglio conosciuto col nome d'arte di Totò, che ha composto una canzone e l'ha iscritta al carosello sanremese. Non è la prima volta che l'attore napoletano scrive versi e compone musica; ma questa volta la sua composizione è stata prescelta fra centinaia e giudicata meritevole di entrare in finale naturalmente Totò sarà presente all'esecuzione. [...]
Guido Minchilli, «Il Messaggero», 28 gennaio 1954
Il festival della canzone s'inizia stasera a Sanremo
[...] A nomi di «poeti» e compositori noti, si uniscono quelli meno popolari di esordienti e di sconosciuti e fra gli altri quello di Totò. Il Principe Antonio de Curtis di Bisanzio si mette quest'anno in gara con una canzone intitolata "Con te" che egli spera possa avere successo di "Malafemmena", non presentata ad alcun Festival, la quale camminò da sola verso il successo di pubblico e di quattrini che l'autore si aspettava.
a.n., «La Stampa», 28 gennaio 1954
Scelte le prime cinque canzoni al quarto festival di Sanremo
Ne sono autori Ruccione, Pinchi-Donida, Simoni-Casini, Totò e Ripa
Sanremo, 28 gennaio
Stamane la carrozza letti che fa servizio tra Roma e Nizza è arrivata completa a Sanremo. Ne è scesa una schiera di insoliti personaggi, chiamati qui a raccolta dal Festival della canzone. [...] Era tra essi il popolare attore comico Totò, che a questo festival partecipa con una canzone di cui è autore sia per il testo sia per la musica. Con lui avevano viaggiato la fidanzata Franca Faldini, la figlia, il genero è un'anziana signora, sua lontana parente. Ad attenderlo sulla banchina era un autista in uniforme, giunto in precedenza a preparare gli alloggi per il seguito del suo signor padrone, il quale è apparso, come i suoi compagni di viaggio, in condizioni di notevole stanchezza. Se il principe di Condé dormì profondamente la notte precedente la sua battaglia, non altrettanto si può dire infatti del Principe Antonio de Curtis. Si ha un bell'essere padroni delle platee e dominatori del successo, artefici della propria considerevole fortuna. Il fatto è che un esame vero come quello di Sanremo fa perdere il sonno anche al più smaliziato conoscitore del pubblico. Così Totò non ha dormito e come lui non hanno dormito gli autori delle venti canzoni scelte. [...]
Guido Minichilli, «Il Messaggero», 29 gennaio 1954
LUCI E FIORI AL CASINO' DI SANREMO
Patetiche e sbarazzine le canzoni del Festival
Le cinque prescelte ieri sera - L’ultimatum di Nilla Pizzi, la grande assente - lolò, in lizza come autore, smentisce con un sonante: «Quisquilie!» le voci di presunti favoritismi
(DAL NOSTRO INVIATO) Sanremo, 28 gennaio
Questa sera, inaugurandosi tra luce e fiori e grande folla elegante il IV Festival della canzone italiana, sono state eseguite nel teatro del Casinò di Sanremo le prime dieci canzoni di quelle venti che il pubblico dovrà giudicare e classificare per scegliere fra esse le più bella. Ma detto così è un po’ troppo semplice. E’ in movimento una macchina complessa che fabbrica danaro sonante. Una canzone di successo può rendere dieci, venti, trenta milioni ai suoi autori e al suo editore. Sarà ripetuta in migliaia di sale da ballo, trasmessa alla radio, incisa su dischi. [...]
Se una novità di questo Festival è l’assenza di Nilla Pizzi, un'altra è la presenza di Totò come aurore. Il principe De Curtis ha avuto la gentilezza di ricevermi stamane al suo quartier generale posto all'Hotel Savoia. Egli ha voluto smentire categoricamente tutte le voci di camorra che se non lui la sua casa editrice Ponti-De Laurentis, la stessa che produce i suoi film, avrebbe ordito per farlo vincere a Sanremo. Per dimostrare quanto è maligno il mondo, figuratevi che qualcuno va addirittura spargendo la voce che la casa editrice sia interessata alla produzione di un film su Sanremo con musiche di Totò, per cui una vittoria di quest’ultimo costituirebbe un ottimo lancio preventivo.
Ma il principe De Curtis mi ha precisato che ciò non è vero e che il film di cui si parla è solo un documentario sul Festival, girato dalla Roma-Film, che dovrebbe necessariamente includere canzoni di tutti i concorrenti, e che egli finora non ha nemmeno dato il suo assenso all’inclusione della canzone che porta la sua firma. Lo si accusa coperta-mente di essersi impegnato a diciotto trasmissioni gratuite per la televisione ottenendo in cambio che la sua canzone entrasse nella finale di Sanremo. Ma il principe De Curtis smentisce: « Quisquilie! panzane! » e poiché è un vero principe, debbo credergli.
Nonostante la sua proclamata innocenza, grida di « basta » si sono udite fra gli insistiti applausi che hanno coronato stasera le due esecuzioni della sua canzone e i lampi dei fotografi si sono appuntati sull’autore, presente in sala, come se avesse commesso un delitto famoso. [...]
Eugenio Galvano, «Gazzetta del Popolo», 29 gennaio 1954
[...] Per dare un giudizio definitivo su questo festival bisogna aspettare la serata di domani, quando anche le altre dieci canzoni in gara saranno per la prima volta in pubblico. Fra quelle presentate stasera in base ai giudizi raccolti in sala e in 16 città italiane sono parse meritevoli di entrare in finale le cinque seguenti canzoni:
1) «E la barca tornò sola» di Ruccione (119 voti)
2) «Canzone da due soldi» di Pinchi-Doni (111 voti)
3) «Donnina sola» di Simoni-Casini (65 voti)
4) «Con te» di Totò (48 voti)
5) «Aveva un bavero» di Ripa (41 voti)
Sono le prime cinque canzoni che entreranno in finale altri 5 saranno per scelte domani sera.
a.n., «La Stampa», 29 gennaio 1954
Dalla faccia sbilenca di Totò all'atto di rivolta di Mascheroni
[...] Anche fra le canzoni passate in finale c'è qualcosa da obiettare. La tanto attesa canzone di Totò, «Con te», su parole non sfavillanti, riecheggia nella musica un noto motivo, quello di «The perfume and counter» (edizione Francis Day), che Tommy Dorsey lanciò, se non andiamo errati, nel 1931 e che lo stesso Angelini riprese, all'incirca con il medesimo carattere, e suonò poi per anni. [...] Totò, che autori e editori milanesi dipingevano come il pericolo numero uno da fronteggiare, se ne è andato quasi subito, ieri sera. Scontento? Ha avuto molti applausi di consenso, Franca Faldini, la sua eterna fidanzata, gli sedeva al fianco tutta elegante in un abito di tulle nero, con una piccola «coiffure» di fiori e velettina con bautta, sfavillava di sorrisi. Il principe De Curtis di Bisanzio distribuiva autografi al all'ingresso assumendo, tuttavia, il tono un po’ candido dell'esordiente che richiede la benignità della folla. Molto meno successo della sua faccia sbilenca da gran signore del palcoscenico, molto meno fascino della sua gentile compagna ha mostrato di avere la canzone «Con te». Purtroppo, quando si cambia terreno e si vuole spaziare in troppi cieli, la fortuna non sempre sorride. In definitiva le belle canzoni - checchè ne dica il principe De Curtis - le fanno ancora i compositori (quelli veri) e i poeti che sanno di metrica e sono usi a trattare Apollo e le Muse.
Angelo Nizza, «La Stampa», 29 gennaio 1954
Al Festival di Sanremo si "fabbricano" i milionari
Il principe de Curtis - Totò non ha avuto molta fortuna
[...] Questa sicurezza, questo self-control, per esempio non l'ha un uomo pure fortunato e pieno di successo quale è Totò. Il Principe Antonio de Curtis, oltre ad essere pretendente al trono di Bisanzio e famosissimo attore di farse cinematografiche è anche, come tutti sanno, autore di canzonette. Spronato dal successo di «Malafemmena», si è presentato a questo festival con un’appassionata «Con te», che alcuni tecnici, per la verità un po' maligni, dicono somigli troppo a una canzone francese dal titolo «Parfum d’amour». Noi non lo sappiamo e poi a discolpa del principe-comico-autore di canzonette, c'è sempre la famosa risposta a quel musicista accusato di plagio: «Le note sono soltanto sette...».
C'è da scegliere
Ebbene, Totò, invidiato da tutti gli altri autori concorrenti al festival, non si può dire che abbia avuto molta fortuna. La sua «Con te» è passata per il rotto della cuffia e probabilmente non giungerà a classificarsi nei primi tre ambitissimi posti. La canzone non è piaciuta molto, tanto è vero che hai battimani fragorosi di Franca Faldini, ex «Miss torta di formaggio», sua fidanzata e dei componenti della sua corte che gli si stringevano dappresso nella quinta fila di poltrone ieri sera, si è udito chiaramente qualche «basta» infastidito e qualche rispettoso ma può fermo zittio.
Quindi, in materia di canzonette, l'avvenire di Totò non sembra molto roseo. E non c'è bisogno di ricorrere ai lumi del chiaroveggente Mario Segato per capirlo. Probabilmente, smesso l'abito di autore di canzonette e indossato nuovamente l'altro fascinoso di Principe, Totò potrà avere maggior fortuna nelle sale della roulette, affiancandosi alla superstiziosa Carla Boni, accanita puntatrice di fiches sul numero 17 [...].
Piero Accolti, «Il Tempo», 30 gennaio 1954
Stasera da Sanremo le tre canzoni dell'anno
Totò non dormì la sera prima del concorso
Sanremo, 30 mattino
Mercoledì la carrozza-letti che fa servizio tra Roma e Nizza era arrivata completa a Sanremo. Ne è scesa una schiera di insoliti personaggi, chiamati qui a raccolta dal Festival della Canzone. Erano autori ed editori di musica leggera, nonché alcuni registi e produttori cinematografici, tutti dall’aria stanca di chi ha dormito assai poco: la gaia brigata si era infatti attardata nel corridoio della vettura fino alle ore piccole, tra animate conversazioni e propostici sui risultati dell’imminente concorso.
Era tra di essi il popolare attore comico Totò, che a questo festival partecipa con una canzone di cui è autore sia per il testo sia per la musica. Con lui avevano viaggiato la fidanzata Franca Faldini, la figlia, il genero e un’anziana signora, sua lontana parente. Ad attenderlo sulla banchina era un autista in uniforme, giunto in precedenza a preparare gli alloggi per il seguito del suo signor padrone, il quale appariva, come i suoi compagni di viaggio, in condizioni di notevole stanchezza.
Se il principe di Condè dormì profondamente la notte precedente la sua battaglia, non altrettanto si può dire infatti del principe Antonio De Curtis. Si ha un bell’essere padroni delle platee, dominatori del successo, artefici della propria considerevole fortuna. Il fatto è che un esame severo come quel lo di Sanremo fa perdere il sonno anche al più smaliziato conoscitore del pubblico. Così, Totò non ha dormito, e come lui non hanno dormito gli autori delle venti canzoni prescelte.
Da prima competizione aveva avuto inìzio alle 22 di ieri l’altro. Le prove delle orchestre e dei cantanti si erano svolte nella massima segretezza perchè l'esperienza ha insegnato agli organizzatori, e primo fra tutti al maestro Razzi, che basta una notizia sfuggita fra le maglie di questa «congiura del silenzio» per provocare vivaci proteste da parte degli autori e dei cantanti.[...]
«Il Piccolo di Trieste», 30 gennaio 1954
Canzonette da "due soldi" al Festival di Sanremo
Sino a mezzogiorno e mezzo sulla passeggiata a mare davanti agli hotel stile liberty, quasi brutti come quelli della Promenade Des Anglais di Nizza, regnava l'allegria. [...] Di tanto in tanto passava qualche divo: il Quartetto Cetra guidato da Lucia Mannucci, Flo Sandon's con occhiali in technicolor, Togliani con le Fasano, Katyna Ranieri paludata in leopardo.
A mezzogiorno e trentacinque però, l'allegria scomparve. Totò, principe di Bisanzio, con un viso cupo e triste come il mare del maestro Ruccione, arrivò docilmente seguito da Franca Faldini, da sua figlia col marito e da una matrona non meglio identificata. La solita signorina che frequenta i cineclub e va pazza per i comici dalle torte in faccia, sospirò: «Perbacco, stamattina assomiglia Buster Keaton». Era proprio nero il principe, e le sopracciglia, famose come le gambe di Marlene, descrivevano un perfetto semicerchio, segno di burrasca.
Un collega, che è riuscito a conquistarsi - chissà a prezzo di quale sforzo - una camera nell'hotel di Totò, disse che il comico compositore non aveva chiuso occhio tutta la notte. «Ha passeggiato ininterrottamente su e giù», e per essere in carattere col Festival aggiunse: «come le onde del mare blu.»
Da quali incubi era stato turbato il sonno del l'ultimo discendente di Giustiniano Imperatore di Bisanzio? Gravi crucci. Prima ancora che Filogamo desse il via al festival, sul conto di Totò se ne dicevano di cotte e di crude. Si mormorava che il principe, appoggiato dalla casa cinematografica Ponti - De Laurentiis e dalla stessa Rai, era un raccomandato di ferro e che partiva vincente, come a suo tempo la famosa cavalla Leola Hanover dominatrice degli ippodromi. Così ieri sera, quando si seppe che «Con te», la canzone di De Curtis, ovvero Totò, era stata per scelta vi fu un coretto di «basta, camorra!», coretto che al principe non piacque affatto perché gli dava l'esatta sensazione di venire bocciato in finalissima.
Non sarà Dunque Totò in laureato di questo università di versi zoppicanti e musichette da due soldi, come bene hanno detto Pinchi e Donida nella loro applauditissima canzone «Con te», che tra l'altro riecheggia un noto motivo americano. Totò, d'altra parte, è partito per Roma oggi pomeriggio con armi, bagagli e speranze.[...]
Piero Novelli «L'Unità», 30 gennaio 1954
La canzone del mare crudele ha vinto la prima ripresa nel torneo canoro di Sanremo
Totò non ha ottenuto ciò che voleva
[...] Contrariamente alle previsioni formulate alla vigilia di questo torneo canoro, che volevano un Totò dominatore assoluto della manifestazione, ad un autore del sud, Ruccione, è toccata, invece, la palma della vittoria per questo primo scontro. La loro bella canzone intitolata «E la barca tornò sola» ha ottenuto una larga messe di suffragio (119 voti), suscitando unanime, meritatissimo entusiasmo. [...] Allorché i risultati di questa prima serata, sono stati resi noti, per la sala si è diffuso il malumore e la contrarietà di Totò, che in compagnia della Faldini era in una delle prime file di poltrone. Il principe di Bisanzio avrebbe voluto che la sua composizione avesse guadagnato una delle primissime posizioni; ma grazie al verdetto della commissione che ha avuto la mano felice nella scelta, al motivo è stato assegnato un posto in graduatoria che gli competeva. Insomma fortunatamente per tutti, i commissari non sono stati influenzati dal complesso Totò.
Aldo Bovio, «Momento Sera», 30 gennaio 1954
La canzone italiana per il 1954 è dedicata a "tutte le mamme"
[...] L'imprevisto è stato anche lo scarso successo della canzone di Totò, che persino da parte degli ascoltatori napoletani e ricevuto l'altra sera un'accoglienza appena tiepida. A proposito di questa canzone, si è verificato un piacevole equivoco di cui per primo ha riso lo stesso De Curtis, nel quale è caduto un editore straniero venuto appositamente a Sanremo per seguire da presso lo svolgimento del festival. Questo flemmatico signore al quale era stato comunicato il titolo della fatica di Totò, «Con te», non essendo padrone della nostra lingua, aveva scritto i tuoi monosillabi attaccato dando così al titolo un significato nobiliare, forse anche perché in precedenza aveva sentito parlare di Totò e dei suoi attributi principeschi. Perciò mostrava grande meraviglia che un principe avesse scritto niente meno che una canzone su un Con te. C'è voluta molta pazienza per spiegare l'equivoco. [...] Il verdetto dei 280 giudici di Sanremo e delle stazioni periferiche della RAI è stato conosciuto dopo mezzanotte e ha provocato nel pubblico del giardino d'inverno del casinò comunale consensi e disapprovazioni, come del resto era logico prevedere. Ecco la graduatoria finale completa:
1 «Tutte le mamme» punti 109
2 «Canzone da due soldi» punti 62
3 «La barca tornò sola» punti 45
4 «Notturno» punti 20
5 «Non è mai troppo tardi» punti 12
6 «Aveva un bavero» punti 10
7 «Sotto l'ombrello» punti 9
8 «Mogliettina» punti 5
9 «Con te» punti 4
10 «Donnina sola» punti 3
Guido Minichilli, «Il Messaggero», 31 gennaio 1954
Le canzoni del festival si dissolvono nel vento
[...] Questo festival potrebbe ben essere chiamato Festival del malumore. Dovunque musi lunghi, sguardi minacciosi, accuse, sospetti. Totò, che era partito come il gran favorito, dopo il successo di misura ottenuto dalla sua «Con te»,ha tenuto il broncio per tutta la giornata e ieri sera non è uscito dall'albergo. [...]
Piero Accolti, «Il Tempo», 31 gennaio 1954
Passioni di parte a Sanremo
L'imperfetto meccanismo della votazione e le presunte manovre elettorali hanno lasciato anche quest’anno uno strascico di polemiche; ma la sola verità è che oggi la canzone italiana è in crisi
Sanremo, febbraio 1954
Otto milioni d’incasso in tre sere: ecco il bilancio del quarto Festival della canzone. Gli orizzonti del teatro italiano non presentano altri spettacoli capaci di esercitare un cosi potente richiamo. Per tre sere, un pubblico elegante ed entusiasta ha preso d’assalto il salone delle feste del Casinò municipale di Sanremo. Il biglietto costava cinquemila lire le prime due sere e diecimila la terza. La caccia ai biglietti è stata assai movimentata, soprattutto a causa del bagarinaggio, di cui si sono registrati numerosi e clamorosi casi. Agli spettatori di Sanremo bisogna aggiungere i dieci milioni d’italiani che. stando alle segnalazioni raccolte, hanno seguito ogni fase del Festival attraverso l’ascolto radiofonico.
Questo diffuso e ardente amore per la canzone non è un fenomeno isolato: esso rivela, semmai, un importante aspetto del costume dei tempi. E’ noto, a questo proposito, che nei giorni scorsi un Festival del genere si svolgeva anche a Nizza; ed è altrettanto noto che attraenti tornei di canzoni sono ormai collocati stabilmente nel calendario annuale delle manifestazioni di molte regioni italiane.
Ma non basta. Nel campo della piccola musica, il maestro Nello Semprini sta preparando quello che egli ama chiamare « il più grande spettacolo del mondo »: il Festival della canzone italiana a Parigi.
Canzoni, canzoni, canzoni. Nè si può dire che il fenomeno riguardi solo l’Italia e la Francia: nelle tre serate di Sanremo si è inserita la febbrile attività dei signori Orestain di New York e Morbot di Parigi; il primo per conto di quattordici case editrici musicali americane; il secondo per assicurarsi l’esclusività delle canzoni italiane in Francia, Belgio, Germania e Svizzera. Perchè, per chi non lo sapesse, il genere italiano è attualmente il più ricercato nelle sale da ballo francesi, inglesi e americane: Luna rossa. Papaveri e papere detengono il primato delle esecuzioni.
La presenza di Totò ha offerto, quest’anno, un nuovo e tutt’altro che trascurabile motivo di attrazione. Nella principesca orbita dell’attore-autore gravitavano, con l’impegno di autentici dignitari, alcuni personaggi, fra i quali un « agente per la canzone di Totò ». Del resto, tutti gli autori in gara e i loro editori disponevano di attivissimi agenti per la propaganda elettorale. A questo proposito, le voci che attribuivano a Totò l’intenzione di tentare, un colpo di forza, si sono rivelate del tutto infondate: l’autore della modesta canzone Con te ha saputo perdere con il sorriso sulle labbra.
Un interminabile strascico di polemiche e di proteste ha lasciato l’imperfetto meccanismo della votazione, che pareva fatto apposta per favorire le "pastette”. Basti pensare che mentre le giurie delle sedici stazioni radiofoniche si componevano di quindici giudici ciascuna, quella presente in sala si componeva di ottanta persone; questa rilevante differenza numerica aveva naturalmente il potere di alterare i risultati finali. Per una misteriosa coincidenza, poi, nel settore della sala riservato alla giuria, si vedevano, in stragrande maggioranza, le imperturbabili facce degli autori interessati, dei loro editori e delle rispettive mogli: e solo Dio sa come riuscissero a fare una cosi fulminea incetta degli ottanta biglietti abbinati al diritto di voto.
Ma queste sono le allegre piccolezze del Festival. Belle ed eleganti erano le signore, fiorita e splendida la sala, caloroso l’entusiasmo. anche se turbato dalle passioni di parte, e se tutto si è svolto nel migliore dei modi in una sala assolutamente inadeguata ad accogliere una folla numericamente inconsueta, ritengo onestamente che se ne debba attribuire il merito alla direzione della R.A.I. e alla direzione del servizio manifestazioni artistiche del Casinò.
Circa la qualità delle, canzoni in gara, è un altro discorso. E poiché non me la sento di tacciare d’incompetenza o di cattivo gusto la commissione che fra le quattrocento canzoni in gara scelse le venti finaliste di Sanremo) devo ammettere, con vivo rincrescimento, che l’estro dei nostri autori sta attraversando un periodo di crisi. La canzone vittoriosa Tutte le mamme, musica di Falcocchio e versi di Bertini, deve la sua fortuna al soggetto di troppo facile presa.. Uscita dalla porta la canzone patriottica, è entrata dalla finestra quella che punta sul sentimento della maternità. Sono sicuro che l’anno prossimo vincerà il Festival colui che avrà il coraggio di fare una canzone eu una povera mamma con un imprecisato numero di laceri e gracili figli a carico. La verità è che i nostri autori, in generale, non s’impegnano nel tentativo di disegnare un bozzetto, di tracciare una storia, di condensare un raccontino nei versi di una canzone. ...E la barca tornò sola, di Ruccione, classificata terza, e Aveva un bavero di Ripa, relegati al sesto posto della classifica, rappresentano i due più pregevoli tentativi del genere: due racconti, due storie, due vicende. Specialmente la prima, quella di Ruccione, elabora nel ritornello quelle disperate cantilene dei detenuti che fasciavano di tetra malinconia il carcere di S. Francesco a Napoli. Canzone da due soldi, di Pinchi e Donida, ha vinto il secondo premio, mentre con distacco seguono Notturno, buona composizione del giovane autore napoletano Mangeri, e Non è mai troppo tardi di Olivieri. Al settimo posto della graduatoria troviamo la tanto attesa Con te, di Totò, che presenta qualche singolare analogia con un pezzo americano, At the perfume counter, di Burke. Ma in fatto di analogie, cerchiamo di non sottilizzare troppo: ne troveremmo in molte delle composizioni in gara.
Questo, in poche parole, il quarto Festival della canzone italiana, per il quale un maligno ha lanciato questa definizione: « Dieci canzoni nuove da salvare ».
Vincenzo Rovi, «Tempo», Anno XVI, n.6, 11 febbraio 1954
Prescelte a Sanremo
Con un secco « tre a zero », anche quest’anno San Remo ha clamorosamente smentito le previsioni dei cosiddetti « cerebrali », di coloro cioè che definiscono questo nostro secolo come il più arido e il meno sentimentale. Il mondo cambia, è vero, nessuno oggi degna più di un solo sguardo quelle vecchie cartoline al platino nelle quali due innamorati si baciano appassionatamente, mentre due uccellini sorreggono sulle loro teste il cartello « una capanna e il tuo cuore », nessuno ormai usa più comporre messaggi d’amore con l’aiuto di quell’esperto scrivano che è il fioraio, ma di qui all’affermare che la fretta dì vivere ha eliminato per sempre tutti o quasi tutti i cavalieri del romanticismo, ci sembra onestamente che di strada ne corra parecchia. La riprova la si è avuta con il IV Festival della Canzone Italiana, il cui verdetto ha assegnato due punti alla melodia patetica, sentimentale, e un punto alla canzone semplice, « da due soldi ».
Già la prima sera, quando Filogamo aveva simbolicamente acceso la quarta candelina, in omaggio all’edizione n. 4 del Festival, la fredda apparenza dei grossi calibri della canzone italiana aveva ceduto il passo ad una guardinga apprensione. Più d’uno ne abbiamo seguito mentre con le orecchie tese tentava di percepire i commenti che venivano fatti in sala: l’applauso spesso è scarsamente indicativo, ma il discorsetto fatto a quattr'occhi, fra amici, è di solito sincero. Come forse ricorderete, le cinque canzoni giunte al traguardo, dopo la presentazione del primo gruppo, furono queste: ...e la barca tornò sola di Ruccione (119 voti); Canzone da due soldi di Pinchi e Donida (111 voti); Donnina sola di Simoni e Casini (65 voti); Con te di Totò (48 voti) e Aveva un bavero di Ripa (44 voti). La seconda sera i voti segnalarono invece: Tutte le mamme di Berlini e Falcocchio (181 voti); Sotto l’ombrello di Casiroli 196 voti); Notturno di Mangeri (95 voti); Non è mai troppo tardi di Olivieri (44 voti) e Mogliettina di Seracinl (35 voti).
Stando al punteggio delle due semifinali, la terna vittoriosa sarebbe dovuta uscire dalle cinque canzoni che avevano avuto il maggior numero di suffragi. E cosi, malgrado le previsioni di qualche crollo inatteso e di qualche « fuga » da parte dei più irrequieti « outsider », le cose sono andate anche nella realtà. Prima, come sapete, si è classificata Tutte le mamme, una nostalgica melodia dedicata « all’amore di tutti gli amori ». Eduardo Falcocchio, che è anche l'editore della sua canzone, è «-un napoletano a Milano» ed ha composto la sua melodia apposta per il Festival negli ultimi giorni. Umberto Bertini, il « paroliere », gli dettò al telefono due soli versi da musicare; tre ore dopo la canzone era pronta, venuta di getto, senza neppure l’aiuto del pianoforte.
Seconda si è piazzata la Canzone da due soldi, di Pinchi e Donida, edizione Radio Record Ricordi. Con due soldi, oggi, non si compera più niente: appartengono anche loro ad un mondo finito, perduto per sempre; ma nelle strofe del motivo premiato si cantano parole d’amore a una canzone che non costa nulla ma che vale tutta una vita per chi sente in essa l'eco fedele della propria nostalgia e della propria speranza. Terza è risultata ... e la barca tornò sola, scritta da Ruccione per la Casa Editrice Musicale Suvini-Zerboni: sette note a metà strada tra l’antico e il moderno; una leggenda ispirata al mare (che rappresenta le difficoltà della vita) e ad una sirena dai capelli d’oro (che è la speranza, l’ultima speranza di chi sta per naufragare tra le onde della cattiveria umana». Tre titoli, quelli annunciati da Filogamo, tre ovazioni. Sul palco, intanto, il comm. Masseroni, Presidente della Società del Casinò Municipale, consegnava il Trofeo Pier Busseti (l’indimenticabile animatore dei precedenti Festival, recentemente scomparso) al commosso Falcocchio. Era poi la volta dell’Editore Rapetti, al quale il Sindaco di Sanremo, prof. Asquasciati, consegnava la Coppa d’argento per il secondo posto conquistato dalla Canzone da due soldi. Una seconda Coppa, quella in palio per la canzone terza classificata, era offerta al rappresentante della Casa Suvini-Zerboni dal dott. Novaro. presidente dell’Ente Provinciale del Turismo di Imperia. Prendeva quindi la parola l’avv. Nino Bobba, presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Sanremo, il quale — dopo aver accomunato in un unico grazie i maestri Angelini, Semprini, i cantanti e tutti coloro che hanno contribuito al successo del Festival — offriva al Consigliere Direttore Generale della Rai, Salvino Sernesi, un’artistica Coppa a ricordo della manifestazione. « Desidero rinnovare le mie congratulazioni — concludeva l’avv. Bobba — agli autori, compositori ed editori di tutte le 20 canzoni presentate e desidero inviare il mio particolare ringraziamento al Presidente della Rai, dott. Ridòmi, che ci onora qui in sala con la sua presenza, al Consigliere Direttore Generale della Radiotelevisione Italiana, Salvino Sernesi, al maestro Giulio Razzi, Direttore Centrale dei Programmi ed al prof. Fulvio Palmieri, Direttore del Secondo Programma, che del Festival sono stati magnifici realizzatori ».
Prendeva subito dopo la parola Salvino Sernesi, il quale, ringraziato l’avv. Bobba per l’affettuoso riconoscimento, sottolineava l’importanza del Festival, « creato per favorire costantemente la rinascita di uno spirito veramente attivo della canzone italiana », ed assicurava anche per l’avvenire la cordiale collaborazione della Radiotelevisione Italiana per la migliore riuscita dell’importante manifestazione.
Per la cronaca diremo che a tutti gli autori ed editori delle dieci canzoni ammesse in finale, la Direzione del Casinò Municipale ha consegnato una targa d’argento, e che a tutti i musicisti, i poeti, gli editori, i cantanti e i professori d’orchestra che hanno dato vita ai tre spettacoli, è stata offerta una riuscita medaglia d’argento a ricordo della loro partecipazione alla quarta edizione del Festival: un'edizione che si è aperta ed è continuata all’insegna dell’ottimismo e del sorriso. A nessuno, infatti, sarà sfuggita la maggiore percentuale di canzoni allegre presentate quest’anno rispetto al passato.
Il teatro antico veniva simboleggiato da una maschera che piange e da una che ride: trasportando questi simboli nel campo più leggero della canzone, quest’anno la maschera che ride è stata grande quasi quanto quella che dice parole appassionate nelle canzoni d’amore. Consideriamo anche questo un buon segno: il sorriso di chi canta è un conto aperto sulla banca della speranza.
Gianni Giannantonio, «Radiocorriere TV» anno XXXI, n.6, 7-13 febbraio 1954
[...] La presenza di Totò ha offerto, quest'anno, un nuovo e tutt'altro che trascurabile motivo di attrazione. Nella principesca orbita dell'attore-autore gravitano, con l'impegno di autentici dignitari, alcuni personagi, fra i quali un "agente per la canzone di Totò".
Del resto tutti gli autori in gara e i lori editori disponevano di attivissimi agenti per la propaganda elettorale. A questo proposito, le voci che attribuivano a Totò l'intenzione di tentare un colpo di forza, si sono rivelate del tutto infondate: l'autore della canzone "Con te" ha saputo perdere con il sorriso sulle labbra.[...]
Riferimenti e bibliografie:
- Carlo Nobile, «Eldorado», anno II, n.1, 31 gennaio 1954
- Vincenzo Rovi in "Tempo", Anno XVI, n.6, 11 febbraio 1954
- Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- Corriere della Sera
- Corriere d'informazione
- Il Messaggero
- Momento Sera
- L'Unità
- Il Piccolo di Trieste
- La Gazzetta del Popolo
- Il Tempo
- Radiocorriere TV
- Visto
- Tempo