Totò, Peppino e le fanatiche

Voi siete scapole, noi siamo scapoli... Ci facciamo una bella scapolata!

Antonio Vignanelli

Inizio riprese: aprile 1958, Teatri di posa INCIR - De Paolis
Autorizzazione censura e distribuzione: 13 giugno 1958 - Incasso lire 401.158.000 - Spettatori 2.560.692


Titolo originale Totò, Peppino e le fanatiche
Paese Italia - Anno 1958 - Durata 89' - B/N - Audio sonoro - Genere commedia / comico - Regia Mario Mattoli - Soggetto Ruggero Maccari, Stefano Vanzina, Furio Scarpelli, Agenore Incrocci - Sceneggiatura Ruggero Maccari, Stefano Vanzina, Furio Scarpelli, Agenore Incrocci - Produttore Isidoro Broggi, Renato Libassi - Fotografia Anchise Brizzi - Montaggio Gisa Radicchi Levi - Musiche Michele Cozzoli, Johnny Dorelli, Renato Carosone - Scenografia Alberto Boccianti - Costumi Giuliano Papi

Totò: Antonio Vignanelli - Peppino De Filippo: Peppino Caprioli - Johnny Dorelli: Carlo Caprioli - Elena Borgo: Ada Caprioli - Alessandra Panaro: la figlia dei Vignanelli - Diana Dei: la moglie del capoufficio - Mario Riva: il capoufficio - Rosalia Maggio: Anita Vignanelli - Aroldo Tieri: il direttore del manicomio - Enzo Garinei: il giornalista - Giacomo Furia: il cugino di Giovanni - Peppino De Martino: Giovanni - Fanfulla: Giacinti - Renato Carosone: sé stesso - Antonio La Raina: trattario delle cambiali - Nicola Maldacea Jr.: il guardaporte


Soggetto

I poveri Antonio Vignanelli e Peppino Caprioli sono esasperati dagli hobby e le mode delle loro rispettive famiglie, che causano ai due molti problemi. I due vengono presi per pazzi e portati in manicomio ed appunto al direttore del manicomio raccontano come i vari equivoci che hanno portato al loro ricovero siano dovuti in realtà alle manie dei loro familiari.

I Mania: Il week-end
Il ragionier Antonio Vignanelli ed il cavalier Giuseppe Caprioli si conoscono a causa di un incidente automobilistico causato dal fanatismo dei loro figli. Mentre le famiglie litigano, Totò e Peppino stringono amicizia.

II mania: Gli elettrodomestici
La moglie del ragioner Vignanelli decide di liquidare la giovane e graziosa cameriera (a cui Totò cerca goffamente di fare la corte) per comperare dei costosi e moderni elettrodomestici. Totò, tenuto all'oscuro di tutto fino al momento di pagare delle sostanziose cambiali, si vendica a modo suo della moglie.

III mania: Gli hobby
Il ragionier Caprioli è ossessionato da un aumento di stipendio che il suo direttore (Mario Riva) non vuole concedergli. Il direttore gli propone allora di non pensare al denaro, e di andare a casa sua per coltivare degli hobby che gli consentiranno di rilassare la mente. Gli hobby che il direttore propone a Peppino non sono però quelli che lui credeva...

IV mania: Le maggiorate
Nell'ufficio del ragioner Vignanelli arriva una nuova collega supermaggiorata, che Totò ritiene erroneamente voglia sedurlo. L'equivoco si chiarisce solo quando la moglie di Totò decide di fargli una sorpresa in ufficio.

V mania: Lo spettacolo di beneficenza
L'ultima mania consiste in uno spettacolo di beneficenza che le famiglie dei ragioneri Vignanelli e Caprioli decidono di organizzare per aiutare i poveri orfanelli. L'organizzatore dell'evento, e lo scarso senso di solidarietà dei parenti ed amici delle famiglie Vignanelli e Caprioli, oltre alla loro incapacità nell'organizzare un simile spettacolo, rendono tragicomico l'esito della nobile iniziativa. Soltanto un intervento di un grande Renato Carosone e della sua orchestra, all'epoca all'apice del successo, riusciranno a salvare parzialmente lo spettacolo.

A seguito del fallito spettacolo di beneficenza, Totò e Peppino decidono a modo loro di aiutare i poveri orfanelli, ma vengono presi per pazzi e quindi portati in manicomio.

Curiosità

"Totò, Peppino e le manie del giorno", a sua volta modificato in "Totò e Peppino mariti imbroglioni", sono i titoli provvisori del film sceneggiato da Age, Scarpelli, Steno e Maccari. Anche in questo caso troviamo Totò alle prese con il suo linguaggio italo-internazionale: davanti alle giunoniche straniere, cercando di far colpo, imbastice unitamente a Peppino un'esilarante discussione sulle bellezze dei paesi d'Oltralpe:

[Antonio e Peppino sono accampati sul bordo di una strada. Arrivano in motocicletta due turiste tedesche]
[Straniera 1] - Camping?
[Antonio] — Non è un camping, però, volendo, si può anche campeggiare... Io vi consiglierei di campeggiare costì!
[Straniera 1] - Schaden! Wir haben kein Zelt!
[Antonio (ride)] - Che ha detto?
[Straniera 2] - Peccato! non abbiamo tenda!
[Antonio] — Oh quanto mi dispiace! Con permesso, un momento, eh?
[Totò convince Peppino a offrire loro la propria tenda, perché «da cosa nasce cosa»... Quindi cerca di comunicarlo loro in un francese malsicuro; si limita a dire una frase]
[Antonio] - Attention, que... un moment, una sorprise!
[Appena entrati nella tenda delle tedesche, però, i due aspiranti latin lover, «Tony e Pepy», saranno presi da un’irresistibile sonnolenza, perché le mogli avevano somministrato loro un tranquillante. Le lingue sono diverse ma le aspettative e la delusione sono comuni]
[Straniera 2] — Tony, Was machen wir?
[Antonio (insonnolito, a Peppino)] — Gli italiani hanno un nome, qui bisogna farsi onore!
[Straniera 1] - Schändlich! Diese männer sind nicht italienisch!
[Straniera 2] - Vergogna!
[Antonio (ormai assopendosi)] - Ohi, tutto è perduto, anche l’onore!


Così la stampa dell'epoca

L'idea escogitata dagli sceneggiatori di queste ennesime avventure dei due comici napoletani è nuova e originalissima: li mandano in manicomio. Si tratta come è noto di un terreno vergine per le vignette dei giornali umoristici o le barzellette da raccontare in ufficio. [...] Tutto il resto lo potete agevolmente immaginare: si tratta della solita frusta antologica di battute squallide [...].»

«La Notte», 1958


Antonio de Curtis s'è appena rimesso in forse e la D.D.L. torna improvvisamente a farsi viva. Broggi e Libassi hanno intenzione di realizzare almeno uno di quei Totò e Peppino progettati prima della tournée di A prescindere. Riacciuffano De Filippo, ripescano Mattoli e mettono insieme in fretta e furia Totò, Peppino e le fanatiche, il film meno riuscito della coppia. Fedeli alla formula «comicità + numeri musicali», Broggi e Libassi scritturano Giorgio Guidi, in arte Johnny Dorelli; il giovanotto ha lanciato l'anno prima una simpatica canzoncina, Calipso Melody, ma soprattutto ha appena vinto Sanremo in coppia con Domenico Modugno cantando Nel blu dipinto di blu (popolarmente conosciuta come Volare).

Alberto Anile


Una vertenza originata dall'abbassamento della vista del principe Antonio de Curtis

La malattia di Totò

A seguito dell'infermità agli occhi che ha colpito il principe Antonio De Curtis, un’altra controversia giudiziaria si viene ad aggiungersi a quelle già in corso. La società di produzione cinematografica «D.D.L.» aveva scritturato Totò e Peppino De Filippo, quali protagonisti di un film dal titolo provvisorio «Totò e Peppino, mariti imbroglioni», la cui lavorazione avrebbe dovuto svolgersi dal 7 ai 28 del corrente mese di giugno.

Senonchè il 25 maggio scorso la «D.D.L.» ha fatto pervenire a Peppino De Filippo una raccomandata con la quale, dichiarava risoluto il contratto nei confronti di Peppino De Filippo, «considerando la malattia di Totò causa di forza maggiore giustificatrice della risoluzione del contratto.

Di fronte a tale presa di posizione, il legale del De Filippo, avv. Giovanni Ozzo, ha fatto rilevare che, pur considerandosi come causa di forza maggiore la malattia di uno dei principali protagonisti, non si giustifica affatto, in questo caso, la risoluzione in tronco del rapporto contrattuale anche nei confronti dell’altro, prevedendosi soltanto un arresto e uno spostamento nella lavorazione del film pari alla forzata interruzione dello stesso sino al cessare deli’impedimento determinatosi.

«Il Messaggero», 7 giugno 1957


Per chi andrà a vedere «Totò, Peppino e le fanatiche» la parola d’ordine, lo si può dire fin d’ora, sarà una sola: ridere, ridere, ridere. Due ricoverati in una casa di cura chiedono ed ottengono di essere ricevuti dal direttore della clinica per protestare contro il loro ricovero. Essi sostengono di trovarsi in quel luogo per un equivoco e ne attribuiscono tutte le colpe alle rispettive famiglie: alle mogli e ai figli, individui socialmente nocivi ed affetti da quella grave ed incurabile malattia che è la «mania del giorno». Le manie del giorno sono pericolosissime stando al racconto dei due ricoverati, Cavalier Caprioli e ragionier Vignanello.

Si possono chiamare indifferentemente «hobby» o «boutique», «elettrodomestico» o «tranquillante», «sci acquatico» o «camping»; e le manie dilagano tra la gioventù come malattie contagiose, capaci di distruggere in breve tempo il quieto vivere di una tranquilla famiglia borghese. Travolti da queste ventate di modernismo nocivo, il cavaliere e il ragioniere, passano attraverso una sarabanda di incredibili avventure che, appunto, li hanno condotti in manicomio. Il direttore si rende conto che i veri matti non sono i due poveri diavoli e quando le due famiglie dei ricoverati verranno a visitarli, farà in modo che trionfi il buon senso.

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f2

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f3

Il ragionier Vignanello, un personaggio ossessionato e stravagante, segna il ritorno allo schermo del più grande tra i comici italiani, Totò. Suo compagno di sventura, il cavalier Caprioli, è invece Peppino De Filippo.

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f4

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f5

 «Totò, Peppino e le fanatiche» è una produzione D.D.L. realizzata da Isidoro Broggi e Renato Libassi, distribuzione Cine Produzioni Astoria. In Totalscope, la regìa è di Mario Mattioli. Le musiche di Michele Cozzoli.

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f6

1958 08 09 Le Ore Toto Peppino e le fanatiche f7

Steno, Maccari, Age e Scarpelli sono gli autori della sceneggiatura. Mentre la fotografia è di Anchise Brizzi, la scenografia è di Alberto Boccianti. Direttori di produzione: Laurenti e Vignati. Vi partecipa Mario Riva.Ed ecco, oltre a Totò e Peppino, altri nomi del film: Johnny Dorelli, Alessandra Panaro, Aroldo Tieri, Diana Dei, Rosalia Maggio, Giacomo Furia. Yvette Masson, Nadia Bianchi e il complesso di Renato Carosone.

«Le Ore», anno VI, n.274, 9 agosto 1958


Continua la collaborazione cinematografìca fra Totò e Peppino De Filippo e la pubblicità più efficace sembra quella di avvertire Il pubblico della loro presenza collocandone i nomi nel titolo stesso del film. In "Totò, Peppino e le fanatiche", di Mattoli, li troviamo rinchiusi in manicomio. Che cosa ha indotto gli sceneggiatori a far lare loro quella fine? Forse la considerazione che al pazzi tutto è permesso e che non occorrono giustificazioni di sorta per lo loro stranezze. [...]

Una serie di «gags», perciò, che rinuncia ad un vero e proprio filo conduttore e che viene legata da alcune canzonette, affidate a Johnny Dorelli ed al complesso di Renato Carosone. In uno sketch passabile con Peppino s’incontra, fra gli altri. Mario Riva. Ogni tanto una risata echeggia, ma é merito esclusivo del ben collaudato repertorio mimico dei comici menzionati.

«Corriere della Sera», 23 agosto 1958


Totò, Peppino e le fanatiche, ultimo, por ora, di una redditizia serie di filmettini ultradigestivi, fa riapparire i due compari partenopei nella disagevole condizione di inquilini di un ospizio per alienati, ove entrambi sono finiti in conseguenza di ossessionanti, inestinguibili fanatismi familiari. Attraverso una anche troppo elementare infilata di sketches da rivista (ma vorremmo dire da modesto avanspettacolo) i due malcapitati mirano a persuadere il direttore a rilasciarli; intento cui all'epilogo loro riesce, con la soddisfazione, anzi, di scorgere gli sfrenati congiunti prendere il loro posto.

Qualche momentino faceto non manca; e Totò e il minor De Filippo funzionano sempre bene insieme; ma non c'è troppo da illudersi che si possa continuare ancora a lungo usando questo metro. Cantano, e si fanno pure vedere oltre che sentire, Renato Carosone e Johnny Dorelli. Questi anche sfoggia premature ambizioncelle d’attore.

«La Nuova Stampa», 23 agosto 1958


Totò e Peppino sono collaudatissimi, tanto che li mettono di richiamo persino nel titoli. Non importa, poi, se quello che c’è sotto l’etichetta è materiale di scarto o avariato, l'importante è che il prodotto sia contrabbandato col nome della ditta Totò-Peppino. La gente — pensano i produttori — non si rifiuta di farsi quattro risate con i due comici napoletani e — purtroppo — le loro previsioni spesso sono esatte. «Totò, Peppino e le fanatiche», comunque, non è peggio degli altri film della lunga serie, quattro risate le fa fare e il resto non conta. Nel resto sono compresi l’insipienza del soggetto, la pochezza della sceneggiatura, la scarsa fantasia del regista, la nullità degli altri interpreti.

Le fanatiche in questione sono le mogli (Elena Borgo e Rosalia Maggio) che angariano i poveri Totò e Peppino fino a farli diventare pazzi, o quasi. Ma i due amiconi (come faranno, poi, a spendere tanti soldi se sono parastatali?) non finiranno i loro giorni in manicomio, è certo. Con un brillante «changé» da quadriglia mettono al loro posto le linguacciute e insopportabili mogli. Negli Intervalli cantano Johnny Dorelll (col naso rifatto) e Renato Carosone.

«Corriere dell'Informazione», 24 agosto 1958


C'è un pizzico di satira al costume, bonaria e ridanciana, nello spunto che dà il via alla nuova edizione delle disavventure di Totò e Peppino De Filippo, ormai indivisibili compari nel campo della risata. Si tratta di dimostrare come qualmente le manie delle mogli che prendono esagerati atteggiamenti moderni portano le medesime al fanatismo e i mariti... al manicomio.

Qui li troviamo, infatti, in preda a un più che giustificato squilibrio mentale per il ritmo sfrenato e le conseguenze catastrofiche che certa vita esagitata e insensata produce sul sistema nervoso dei poveri mariti. Si è sempre predicato sulla necessità di far riposare il proprio coniuge in un clima di serenità e di tranquillità — feriale e festiva — ma queste fanatiche in casa creano guai e confusione coi mille aggeggi che passano sotto il nome di elettrodomestici: il tempo lo passano in quei pretesti di evasione domestica che sono le feste, gli spettacoli dilettanteschi, i pranzi all'insegna della beneficenza e se ci si aggiunge la baraonda dei camping al posto del riposo festivo il quadro è completo.

Le sequenze dei «gags» illustrano, appunto, le due situazioni paradossali, comiche, affidate alla mimica dei due protagonisti e alle canzoni di Johnny Dorelli. Ai loro nomi va aggiunto quello di Mario Riva che appare in uno «sketch» e di Renato Carosone che dirige il suo complesso. Ha diretto Mario Mattoli col solito buon mestiere.

«Il Tempo», 29 agosto 1958


Abbiano trovato Totò e Peppino De Filippo, una delle coppie comiche del cinema italiano più indovinate, dietro le sbarre in un manicomio.[...] Una serie di sketches compongono questa garbata satira dei nostri tempi che permette a Totò e De Filippo di porre ancora una volta in luce le loro innumerevoli risorse comiche. A fianco dei protagonisti il misurato ed efficace Aroldo Tieri, la graziosa Alessandra Panaro, Mario Riva e Johnny Dorelli che si esibisce in alcuni noti brani del suo repertorio di canzoni. Ha diretto con il consueto mestiere Mario Mattoli.

«Il Messaggero», 29 agosto 1958


I documenti


Delle scene con Peppino non c’era quasi niente di scritto. A volte c’era solo ‘qui parla Totò’. Loro provavano pochissimo: s’incontravano, magari camminavano insieme verso il punto dove dovevano girare, parlavano fra loro dieci minuti, ‘Sei pronto?’, ‘Andiamo?’, ciak e via. Senza sapere cosa poteva succedere perché anche Peppino era un mostro. C’erano molti 'buona la prima' perché le ripetizioni non piacevano a nessuno dei due. La rifacevano credo per l’assicurazione; però facevano la seconda in modo che si dovesse scegliere la prima, perché era quella più naturale, più vera.

Johnny Dorelli


Ricordo che ero molto guardingo, non volevo disturbare nessuno. Mattoli stranamente aveva della simpatia per me, tant’è vero che poi mi fece fare altri due film, Tipi da spiaggia e Guardatele ma non toccatele. L’unica cosa che gli chiedevo era di essere lasciato sul set quando giravano Totò e Peppino. Andavo a vedere in produzione e se leggevo che il giorno successivo c’era una scena con loro andavo sul set anche se non toccava a me. Totò lavorava mezza giornata, con orari ridotti. Portava sempre gli occhiali scuri, tranne quando girava. Era proprio al di sopra, riservato, silenzioso. Quando doveva girare si illuminava di colpo e appena staccava tornava come prima. Avevo vent’anni, ero molto emozionato a stare con lui. Era una persona adorabile, generosissima, un uomo come pochi ne ho conosciuti: lo aspettavano fuori Cinecittà tutte le mattine e lui dava denaro alle persone che avevano bisogno. Mi diceva che era una cosa che bisognava fare visto che eravamo fortunati a guadagnare.

Johnny Dorelli


Brochure originale del film "Totò, Peppino e le fanatiche" - Germania, 1958 (Collezione Domenico Livigni)


Cosa ne pensa il pubblico...


I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com

  • Decisamente brutto (*½). Unici squarci sono le telefonate con equivoco di Totò (nella prima crede di parlare con una prosperosa impiegata, invece sta conversando con la moglie...). La storia è cucita alla meno peggio, risolvendosi in scenette non troppo funzionanti. C'è Carosone che canta "Tu vuo' fa' l'americano": è bravissimo come sempre, ma viene coinvolto nel film solo per fare metraggio. Il che la dice lunga sulla qualità complessiva della sceneggiatura.

  • Sotto tono, malgrado l'impareggiabile e indefettibile mestiere. È che le ideuzze sono uzze uzze, le gag o striminzite o stiracchiate, il contorno mediocre o sottoutilizzato (Tieri). Si salvano il segmento di Peppino con Riva, la sequenza a fumetti, qualche equivoco verbale che funziona sempre perchè quei due erano quei due. E il numero di Carosone, avulso ma valido in sè.
    • MOMENTO O FRASE MEMORABILI: "Alluvionata mia!". Le maggiorate. La sequenza a fumetti.

  • Vari episodi con le disavventure (a sfondo coniugale) di Totò e Peppino, raccontati da loro stessi rinchiusi in manicomio: microstorie piuttosto piatte che suscitano tutt'al più simpatia per le sempreverdi gag fisico-verbali dei due comici, ma che stentano a stimolare risate. Non che non ci s'ingegni: si pensi allo sketch degli elettrodomestici con tanto di rumore infernale e con le battute che compaiono come nuvole di fumetti. Ma non basta. Unico momento da ricordare: l'esibizione finale di Carosone, quella sì davvero notevole e travolgente.

  • Totò e Peppino, ricoverati in manicomio, raccontano ad un medico assai comprensivo come i loro familiari li abbiano portati all'esasperazione con le loro assurde pretese... Fra i film della celebre coppia, probabilmente il più debole e raffazzonato, una sequenza di barzellette illustrate di scarsa verve tenute insieme da una trama assai esile, durante la quale anche il mestiere dei due commedianti fatica ad imporsi e strappare un sorriso. Simpatica, per quanto pretestuosa, la partecipazione di Carosone, da latte ai ginocchi i battibecchi Panaro/Dorelli. 1+

  • Uno dei film meno riusciti con la coppia Totò-Peppino. Un po' troppo lento e con delle scene mielose. Le gag fanno uscire a stento dei sorrisi. Meglio gli episodi con Totò. Annoiano (ovviamente) le scene in cui Dorelli canta. Si poteva fare certamente di più.

  • Come sempre Totò e Peppino, qui Tony e Pepi, insieme regalano tante risate. Manca però qualcosa e quel qualcosa è una buona storia sotto. Infatti, l'opera sembra sempre poggiarsi sulle gag dei due comici e sulle doti canore e musicali prima di Dorelli e poi di Carosone.

  • Fra i vari film con la coppia, forse questo è il più debole, soprattutto a causa di una storia davvero troppo esile. Totò e Peppino però sanno regalare alcuni momenti divertenti anche qui, come la telefonata in ufficio o tutto lo sketch del secondo insieme al bravo Mario Riva. Dorelli giovanissimo rallenta tutto con un paio di inutili canzoni, Carosone invece è simpatico e coinvolge. Bravissimo anche Aroldo Tieri, ma il film zoppica.

  • Fa impressione vedere la strada che porta al mare, deserta, dove le auto dei protagonisti si sfidano in una corsa a colpi di cartelli offensivi e un vigile di cartone dovrebbe essere di monito a un traffico inesistente. E' l'episodio di presentazione, dove il ragioniere parastatale Totò e il cavaliere Peppino solidarizzano, vittime di famiglie con mogli despote. Si ironizza sui costumi di un'Italia pre boom con scenette in cui i due protagonisti tengono banco da par loro. Stacchi musicali con Dorelli improbabile batterista e il grande Carosone.MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Renato Carosone e il suo complesso.

  • Prima delle due pellicole dello strepitoso binomio comico dirette da Mattoli (verrà Signori si nasce). Stilisticamente è un film ad episodi "velato", con i vari aneddoti che han come comun denominatore le ossessioni femminili (ma non solo). Forse la durata è eccessiva e Totò e Peppino appaion appesantiti, eppure la cadenza ineccepibile di Mastro Mattioli è in grado di conferire al Duo un'aura di martiri della civiltà dei consumi a cui si guarda quasi con compassione, tanto son fuori tempo e luogo. Lo guardavo sempre col nonno: quanta malinconia nel comico!• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Il virtuosistico duetto Peppino/Riva: "una pennellata e una rilassata"; "Orfanellli, orfanellli..."; Carosone; Udite udite "Il calypso melody" di Dorelli.

  • I duetti tra Totò e Peppino sanno sempre come strappare una risata, anche se in questa occasione non vengono sostenuti a dovere. Una storia vera e propria non esiste; si può quasi parlare di scenette a sé stanti a cui si è cercato di dare un collante, ma senza grosso successo. Anche la regia sembra svogliata e poco incisiva. La consueta storia d’amore tra i rispettivi figli, interpretati da Dorelli e dalla Panaro, è veramente stucchevole e noiosa.

  • Totó e Peppino sono i protagonisti di questa debolissima commedia (una delle meno riuscite in coppia) che ha una sceneggiatura raffazzonata e cucita alla buona. Gag non sempre riuscite ma che comunque si salvano grazie all'improvvisazione dei due comici. La storiella fra la Panaro e Dorelli è noiosa e inutile quasi insulsa. Bel numero musicale di Carosone verso il finale. Sufficienza scarsa.

  • Un film di Totò e Peppino che delude un po’. In altre occasioni rimediavano ai buchi della sceneggiatura, agli errori di drammaturgia e alle regie trasandate con la loro energia comica, la loro forza anarchica dirompente, il loro folle estro, invece qui sono solo due grigi mariti pieni di saggezza tiranneggiati dalle mogli che cercano di coalizzarsi tra di loro per trovare il modo di riportare pace in famiglia. Quindi niente scontri spassosi tra di loro, niente zuffe all’ultima risata. Due comici normalizzati, che fanno ridere poco.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: La satira sulle feste di beneficienza dove si mangia si mangia... Invece nello spettacolo teatrale i due comici non fanni ridere per niente.

  • I due grandi attori napoletani vengono coinvolti in un filmetto che ricorda vagamente la struttura del loro primo lavoro, ovvero Totò e le donne, senza però replicarne la verve e il divertimento. Certo, i due sono sempre spassosi, Totò sforna battute e gag a ripetizione che in sé fanno almeno sorridere, ma è la pellicola nel complesso a non decollare mai nonostante un cast di tutto rispetto che può contare su Riva, Dorelli (doppiato non si sa perché), Fanfulla e Tieri. Occasione persa.

La censura


Duplicato del verbale originale (13 giugno 1958) della Commissione Revisione Cinematografica in data 2 luglio 1958
(Ministero dei Beni e per le Attività Culturali e per il Turismo - Direzione Generale per il cinema)


Le incongruenze

  1. Quando il ragionier Vignarello torna a casa trovando la cucina invasa dagli elettrodomestici, nell'inquadratura in cui fa il frullato di cambiali, il televisore sullo sfondo, acceso nel resto della scena, e' improvvisamente spento.
  2. Quando i due protagonisti vengono portati dal dottore nella cucina, Totò rompe due uova battendole sulla testa di Peppino; quando viene inquadrato il bancone dopo la rottura del secondo uovo, pero', i gusci del primo non ci sono.
  3. Durante la corsa in macchina in cui la i quattro si insultano con i cartelli, il trucco della corsa ricostruita in studio é rivelato dal fatto che nessuno ha i capelli scompigliati dal vento e soprattutto dal fatto che se stessero veramente correndo in macchina, lo spostamento d'aria gli strapperebbe di mano i cartelli
  4. Totò e Peppino, vestiti da clown, fanno uno spettacolo per gli orfanelli. Peppino suona un trombone, ma il suono emesso non corrisponde ai momenti in cui soffia nel tubo!

www.bloopers.it


Tutte le immagini e i testi presenti qui di seguito ci sono stati gentilmente concessi a titolo gratuito dal sito www.davinotti.com e sono presenti a questo indirizzo

Il manicomio nel quale sono ricoverati Antonio Vignanelli (Totò) e Peppino Caprioli (De Filippo) sono in realtà i famosi Studi De Paolis, situati in Via Tiburtina 521 a Roma.

A conferma, ecco questa scena girata subito dopo l’uscita dal manicomio del giornalista (Garinei) al quale i due avevano commissionato un articolo sul loro caso (tirandogli poi una sassata come promemoria): Garinei si trova proprio sul tratto della Tiburtina antistante l’ingresso agli studios.

Totò Peppino e le fanatiche (1958) - Biografie e articoli correlati

29 Ott 2018

Alivernini Umberto

Alivernini Umberto Fratello di Ferdinando (fu segretario di produzione nel 1960, per il film "Letto a tre piazze"). Generico sia in fotoromanzi che cinematografico. Riguardo i fotoromanzi,…
Simone Riberto, Daniele Palmesi, Federico Clemente
1843
29 Nov 2015

Bonanni Luciano

Bonanni Luciano (Roma, 21 maggio 1922 – Roma, 11 agosto 1991) è stato un attore italiano caratterista. Biografia Bonanni è stato uno dei più noti generici cinematografici: vanta una…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
4180
24 Dic 2015

Carosone Renato (Carusone Renato)

Carosone Renato (Carusone Renato) Pseudonimo di Renato Carusone[1][2] (Napoli, 3 gennaio 1920 – Roma, 20 maggio 2001), è stato un cantautore, pianista, direttore d'orchestra e compositore…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
6546
09 Apr 2014

De Filippo Giuseppe (Peppino)

De Filippo Giuseppe (Peppino) All'anagrafe Giuseppe De Filippo (Napoli, 24 agosto 1903 – Roma, 27 gennaio 1980), è stato un attore, comico e commediografo italiano. È stato uno dei più…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
7247
27 Nov 2015

De Filippo Pasquale

De Filippo Pasquale Figlio di Anna De Filippo e Eduardo Scarpetta, fratello minore di Eduardo Passarelli e fratellastro dei più celebri De Filippo, è stato un attore caratterista o secondo…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
19236
21 Dic 2015

De Martino Peppino (Giuseppe)

De Martino Peppino (Giuseppe) (Napoli, 8 dicembre 1908 – Napoli, 19 giugno 1970) è stato un attore italiano. Biografia Caratterista fra i più attivi nel folto panorama degli anni cinquanta…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
3211
22 Dic 2015

Fanfulla (Visconti Luigi)

Fanfulla (Visconti Luigi) Luigi Visconti, meglio conosciuto col nome d'arte di Fanfulla (Roma, 26 febbraio 1913 – Bologna, 5 gennaio 1971), è stato un attore e comico italiano. Biografia…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
3126
14 Nov 2015

Furia Giacomo (Giacomo Matteo)

Furia Giacomo (Giacomo Matteo) Giacomo Matteo Furia (Arienzo, 2 gennaio 1925 – Roma, 5 giugno 2015) è stato un attore italiano. Biografia Furia nacque ad Arienzo, in provincia di Terra di…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
4161
24 Dic 2015

Maggio Rosalia

Maggio Rosalia (Palermo, 1º maggio 1921 – Napoli, 25 luglio 1995) è stata un'attrice teatrale italiana. Biografia Rosalia era la penultima dei componenti della famiglia Maggio, i cui…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
4725
11 Lug 2022

Marchetti Alfredo

Marchetti Alfredo E' stato macchinista e capo macchinista cinematografico. Nacqui il 9 ottobre 1922. Ho lavorato nel cinema per 45 anni, mi sono ritirato 5 anni fa. Per dieci anni ho…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
473
09 Apr 2014

Mattòli Mario

Mattòli Mario Non ho nessun merito nella carriera di Totò, se non quello di aver capito che non doveva continuare a fare il filmetto con la storiellina, ma che bisognava alzare un po' il…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
5726
12 Nov 2015

Mignone Toto (Ottone o Totò)

Mignone Toto (Ottone o Totò) Ottone Mignone detto Totò (Alessandria, 8 febbraio 1906 – Roma, 3 gennaio 1993) è stato un attore e ballerino italiano. Biografia Fratello minore di Milly e…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
3390
13 Nov 2015

Riva Mario (Bonavolontà Mario)

Riva Mario (Bonavolontà Mario) Pseudonimo di Mario Bonavolontà (Roma, 26 gennaio 1913 – Verona, 1º settembre 1960), è stato un conduttore televisivo e attore italiano, che raggiunse vasta…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
7706
09 Apr 2014

Steno (Vanzina Stefano)

Steno (Vanzina Stefano) Roma, 19 gennaio 1915 – Roma, 13 marzo 1988 Quando con Monicelli abbiamo fatto Totò cerca casa abbiamo trovato la stessa troupe che aveva lavorato ne L'imperatore di…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
6317

Strette di mano: il principe De Curtis

Strette di mano: il principe De Curtis Strette di mano - Il principe de Curtis Alludo al caro Totò. Al grande comico napoletano Totò che si arrabbiava tanto e seriamente quando non lo si…
Peppino De Filippo in «Strette di mano», Alberto Marotta Editore, Napoli, 1974
3280
10 Mag 2016

Totò e... Age

Totò e... Age La parodia era la sua forza Breve biografia Nome d'arte di Agenore Incrocci, sceneggiatore, nato a Brescia il 4 luglio 1919. Insieme a Furio Scarpelli, con il quale ha…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
3444
19 Nov 2016

Totò e... Aroldo Tieri

Totò e... Aroldo Tieri Ero il fidanzato geloso L'incontro con Totò è avvenuto quando la mia posizione cinematografica era già avanzata. Qualche volta ho fatto delle partecipazioni anche…
Daniele Palmesi, Orio Caldiron
5265
04 Giu 2016

Totò e... Furio Scarpelli

Totò e... Furio Scarpelli Eravamo totoizzati Un'essenza "totoistica" dava una forma naturale ai dialoghi che scrivevamo . Si può dire che noi giovani sceneggiatori eravamo "totoizzati", nel…
Orio Caldiron, Franca Faldini, Goffredo Fofi
2763
17 Ago 2016

Totò e... Giacomo Furia

Totò e... Giacomo Furia Si divertiva sul set Quando ero nella compagnia di Eduardo, alla fine del nostro spettacolo noi giovani ci struccavamo e scappavamo per andare a vedere Totò che…
Daniele Palmesi, Orio Caldiron
5996
15 Mag 2016

Totò e... Mario Mattoli

Totò e... Mario Mattoli Quasi un contorsionista Non ho nessun merito nella carriera di Totò, se non quello di aver capito che non doveva continuare a fare il filmetto con la storiellina, ma…
Orio Caldiron, Franca Faldini, Goffredo Fofi
5777
27 Ago 2016

Totò e... Peppino De Filippo

Totò e... Peppino De Filippo Era accaduto che da qualche anno, in coppia con Totò, avevo ottenuto un notevole successo cinematografico guadagnandomi, così, la fiducia del «noleggio», la…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
16514
28 Mag 2016

Totò e... Steno

Totò e... Steno Fatti su misura Quando con Monicelli abbiamo fatto Totò cerca casa abbiamo trovato la stessa troupe che aveva lavorato ne L'imperatore di Capri di Comencini, entrambi i film…
Orio Caldiron, Enrico Vanzina, cinematografo.it, Franca Faldini, Goffredo Fofi
5451


Riferimenti e bibliografie:

  • "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
  • Johnny Dorelli, intervista di Alberto Anile, 1996, in "I film di Totò" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998, cit., pp. 259-260.
  • "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
  • "Totò, un napoletano europeo" (Valentina Ruffin), Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino 1996
  • Documenti censura Ministero dei Beni e per le Attività Culturali e per il Turismo - Direzione Generale per il cinema
  • «Le Ore», anno VI, n.274, 9 agosto 1958
  • Documenti Collezione Domenico Livigni

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • La Stampa
  • La Nuova Stampa
  • Stampa Sera
  • Nuova Stampa Sera
  • Il Messaggero
  • Corriere della Sera
  • Corriere d'Informazione
  • Il Tempo
  • La Notte