Il giorno più corto
Il frate bersagliere
Inizio riprese: dicembre 1962, Stabilimenti Titanus Farnesina, Roma
Autorizzazione censura e distribuzione: 9 febbraio 1963 - Incasso lire 616.300.000 - Spettatori 2.784.163
Titolo originale Il giorno più corto
Paese Italia - Anno 1963 - Durata 91 min - Colore bianco e nero - Audio sonoro - Genere commedia - Regia Sergio Corbucci - Soggetto Sandro Continenza - Sceneggiatura Giorgio Arlorio, Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci - Produttore Goffredo Lombardo per Titanus - Fotografia Enzo Barboni - Montaggio Ruggero Mastroianni - Musiche Piero Piccioni - Scenografia Carlo Simi
Ciccio Ingrassia: Francesco Coppola - Franco Franchi: Franco Lo Grugno - Gino Cervi: Colonnello Daini - Totò: Frate bersagliere - Raimondo Vianello - Annie Girardot: L'infermiera - Ugo Tognazzi: Pecoraio - Nino Taranto: Mafioso - Eduardo De Filippo: Mafioso - Peppino De Filippo: Zio Peppino - Aldo Fabrizi: Facchino - Francesco Mulè - Mario Girotti - Paolo Ferrari - Virna Lisi: Naja - Walter Chiari - Carlo Pisacane - Lorella De Luca - Franca Bettoja - Renata Mauro - Lia Zoppelli - Giacomo Furia - Antonella Lualdi - Sandra Mondaini - Franca Valeri - Alberto Farnese - Antonio Acqua
Soggetto
Franco Lo Grugno e Francesco Coppola sono due abitanti della Sicilia che, con lo scoppio della Grande Guerra, si arruolano come militari nella Resistenza. Dopo varie vicissitudini e momenti di tensione, i due simpatici siciliani riusciranno a far si che i loro soldati sconfiggano il nemico facendo esplodere, per puro caso, una nave degli austriaci.
Il film si conclude, dopo l'assoluzione di Lo Grugno e Coppola dal processo marziale, tenutosi a seguito della vittoria, con un discorso patriottista ad alta voce del grande Totò nei panni di un frate bersagliere che si rivolge proprio ai due siciliani, invitando gli italiani a vincere la guerra.
Critica e curiosità
Per rientrare degli enormi investimenti profusi nella realizzazione de "Il Gattopardo", la Titanus realizza una parodia del famoso film "Il giorno più lungo" dal titolo "Il giorno più corto", ideata da Enrico Lucherini su un soggetto di Continenza. Protagonisti principali del film sono i grandi Ciccio e Ingrassia e, tra le tante "star" che a tiolo gratuito partecipano al film, la breve interpretazione di Totò è concentrata in pochi secondi finali. Vestito di un saio, lo stesso che in quei giorni indossa per la realizzazione del film "Il monaco di Monza", e di un improbabile copricapo piumato da bersagliere, Totò appare per 20 secondi in un "discorso" al balcone:
Abbiamo conquistato Fiume e conquisteremo gli affluenti! Abbiamo conquistato Pola e conquisteremo anche Amapola! Trento l'abbiamo fatto nostro e dopo Trento faremo anche trentuno! Pace e bene, fratelli! Pace e bene!
Così la stampa dell'epoca
Il giorno più corto (1963) - Articoli di stampa
Una locomotiva del 1913 per «Il giorno più corto»
«Il giorno più corto», un giorno per divertirsi
La parodia è soltanto nel titolo. Per il resto, si tratta d'una farsaccia scombinata, che segue alla meno peggio le disavventure belliche di due siciliani (Franchi e Ingrassia), renitenti per vocazione ed eroi loro malgrado. Processati come disertori, al termine della prima guerra mondiale, essi vengono difesi da un avvocato matto (Walter Chiari), il quale, dopo aver narrato le loro gesta, vuol farli fucilare: provvedimento drastico, ma che qualche spettatore forse troppo insofferente può aver auspicato in cuor suo. Comunque, il fine è lieto: anzi è la cosa più lieta del film, anche per la mirabile apparizione di Totò nelle vesti di cappellano militare.
Ottantotto attori ottantotto prendono parte al Giorno più corto. Quasi tutti pronunciano appena una o due battute; solo la graziosa Virna Lisi dà vita a una specie di personaggio. Jean-Paul Belmondo, invece, si limita a mostrate la faccia. Non molti, degli altri, riescono a salvarla, appellandosi alle personali risorse del mestiere. Regia di Sergio Corbucci.
ag. sa., «L'Unità», 16 febbraio 1963
Poiché i tanto strombazzati ottantotto attori (non immaginavamo che ce ne fossero ancora tanti) che compaiono di sfuggita in questa storia strampalata non hanno ricevuto che un discreto «grazie» dalla casa di produzione; poiché la storia stessa é stata appositamente costruita perché ottantotto-facce-ottantotto avessero l'opportunità di dare una sbirciatina nel campo della macchina da presa; poiché al film é abbinato un concorso, quello appare come una discreta trovata per lanciare uno del soliti concorsi pubblicitari. Speriamo che il pubblico non ci cada.
«L'Avanti», 16 febbraio 1963
Della massima secondo cui è lecito scherzare col fanti il film Il giorno più corto si avvale anche più del necessario. Su un soggetto di Continenza il regista Sergio Corbucci narra le peripezie di una coppia di tonti siciliani, i quali loro malgrado vengono arruolati fra i combattenti della prima guerra mondiale per finire in prima linea prima e prigionieri dei tedeschi poi. S'intende che più sciocchezze combinano e più saranno d’aiuto nel condurre felicemente in porto un’ardua impresa bellica, mirante a distruggere un grosso cannone del nemici.
E’ una pellicola volutamente strampalata, di netta estrazione farsesca. La sua curiosità consiste tutt’al più nei collocare al centro del canovaccio la coppia dei comici Franchi e Ingrassi a, dalle modeste benché frenetiche risorse, e nel circondarla da una folla di attori, italiani e stranieri, di ben altro livello. Basti dire che a Cervi, ai De Filippo, a Pidgeon, Ferzetti e Taranto, per non citarne che una ristrettissima selezione, non toccano che poche battute, non sempre felici. Un po' più spazio è riservato a Virna Lisi, che per l’occasione assume il nome di Naja e si incarica di una più o meno ridanciana avventura di spionaggio.
«Corriere della Sera», 15 febbraio 1963
Il giorno più lungo di Darryl Zanuck, sfoggiava quarantatrè noti attori, questa parodia di Corbucci ne mette in vetrina quarantaquattro, (anzi, ottantotto, addirittura), anche se molti, come Stewart Granger, vi compaiono per un solo fotogramma, e altri, come Walter Pidgeon che figura come Hemingway, non recitano più di una battuta. I protagonisti veri del film sono gli inseparabili Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che, peraltro, sono simpatici e riescono, in molte situazioni — da quelle quasi astratte, a quelle schiettamente farsesche, come il volo finale sull'aereo abbandonato a se stesso — a far ridere e sorridere.
Ma i due comici indicano anche i limiti del film che si risolve in una serie di scketches che, per puro caso, sembra, hanno il fronte di guerra come teatro; in una sfilata di attori italiani e stranieri (presenti a Roma nel periodo di lavorazione). Ispirato a un generico pacifismo, sfiora situazioni a volte, con una disinvoltura, che potrà provocare risentimenti. Ma non va preso troppo sul serio. Quelli di Totò, sono giochi di parole; e il resto citrullaggine.
a. s. (Alberico Sala), «Corriere dell'Informazione», 16 febbraio 1963
Sfruttando la facile contraffazione del titolo d'un film di successo (e tuttora in programma), ecco il regista Sergio Corbucci presentare una sorta di parodia delle spettacolari pellicole belliche gremite di altisonanti interpreti. Sulla falsariga, soprattutto, della monicelliana Grande guerra, l'odierna «prima visione» mostra, dopo un ampio preambolo siculo-mafioso, Franchi e Ingrassia diventare combattenti contro voglia e per sbaglio, sostituendo all'epica picaresca del film con Sordi e Gassman fantaccini del '15-'18, varie trovate farsesche più spicciole, anche se carnevalescamente spassose.
a. v., «Stampa Sera», 26-27 febbraio 1963
[...] Il film è nell'insieme abbastanza divertente; come parodia di certe reboanti pelliccione belliche non sfigura troppo. Per la verità, da un cibreo messo insieme alla svelta, e allo scopo di sfruttare la popolarità del titolo che ricalca, c'era da attendersi di ben peggio. Invece si esce dalla proiezione non troppo avviliti.
a. v., «Stampa Sera», 27-28 febbraio 1963
I documenti
Cosa ne pensa il pubblico...
I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com
Il suo pregio corrisponde al suo limite, perché il gioco di inserire quanti più attori possibile frammenta il film in maniera simpatica, ma pure eccessiva. Non a caso il momento più divertente è quello che vede Franchi e Ingrassia, senza particolari interruzioni, andare per il campo minato. Per il resto si guarda, si riconosce, si sorride e si dimentica. Quasi un prototipo, insomma, del "mediocre, ma con un suo perché".
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Vianello chiede "brot!" e quelli gli servono il brodo.
I gusti di B. Legnani (Commedia - Giallo - Thriller)
Parodia del celebre film bellico Il giorno più lungo, questo film di Corbucci trae spunto dall'originale anche per quello che riguarda la partecipazione di un cast molto ricco, laddove in questo caso compaiono numerosi volti noti del cinema italiano. Il risultato è singolarmente spiazzante con una frammentazione che disorienta lo spettatore e rende il film composito ed altalenante anche se con momenti divertenti.
I gusti di Galbo (Commedia - Drammatico)
Film comico corale con un'infinità di protagonisti del cinema leggero prestatisi anche per una sola battuta, tutti attorno al duo Ciccio-Franco in versione pseudo-eroi della Grande Guerra (notevoli Chiari e Vianello in ruoli più rilevanti). Idea pre-demenziale alla Mel Brooks, che tuttavia non fa il salto verso il delirio più sfrenato, accontentandosi di sketch da classico teatro di varietà (mentre le cose migliori sono i nonsense surreali o le battute fulminanti: vedi Citti che dà degli "accattoni" ai due protagonisti). Divertente.
I gusti di Pigro (Drammatico - Fantascienza - Musicale)
Un buon Franco e Ciccio, grazie a loro ma anche agli attori di contorno, tra i quali, a parte le comparsate (Macario, Fabrizi, Capannelle il moribondo, Totò, Cervi e altri), spiccano un Walter Chiari ("avvocato") in grande forma (notevole l'arringa iniziale) e un altrettanto bravo Vianello (generale tedesco), che fa autogiustiziare tutti quelli che sbagliano (bello quando, a tavola, chiede in tedesco il pane a Franco e Ciccio). Nota di merito anche per Tognazzi il bifolco: "Vai dritto, poi attento alla scarpata...del fattore, perchè il campo è suo". Perde colpi nel finale, ma resta buono.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: L'avvocato (Walter Chiari), rivolto a alla corte, parlando di Franco e Ciccio: "Uomini, soldati, protozoi. Come dobbiamo chiamarli?". .
I gusti di Puppigallo (Comico - Fantascienza - Horror)
Tolto il gioco dei 44+44 divi da riconoscere in apparizioni talvolta fulminee, quello che resta è un trito francocicciesco di ambientazione bellica, ben girato e tutt'altro che povero di mezzi, ma abbastanza limitato per quanto riguarda il ritmo e il divertimento. Il duo è carico ma mal servito da un copione che pare a tratti improvvisato. Neppure il segmento con Vianello convince, anche a causa del doppiaggio tedesco di quest'ultimo, trovata eccessivamente tirata per le lunghe. Il celebre cammeo finale di Totò sa di insertaccio rattoppato.
I gusti di Deepred89 (Commedia - Drammatico - Thriller)
Parodia del ben più celebre Il giorno più lungo, nel consueto stile francocicciesco. Un processo (con Chiari come istrionico avvocato) fa da perno a ricordi di guerra. Stuolo di volti celebri (oltre a Franco e Ciccio protagonisti) per una commedia dalle sfumature evidentemente drammatiche, in quanto mescolanza di risate e orrori della trincea, dove "cantano" le mitragliatrici. Complessivamente un'opera dignitosa di molto aiutata dalla verve del comparto attoriale.
I gusti di Markus (Commedia - Erotico - Giallo)
Franco e Ciccio più misurati del solito e piuttosto efficaci, ma il divertimento sta anche nel riconoscere le decine di facce conosciute che spuntano ad ogni inquadratura. Soprattutto nella prima parte, a dire il vero, un po' appesantita dalle prolisse e vacue arringhe dell'avvocato Walter Chiari (la gag è sempre la stessa, protratta all'inverosimile). Le scene di massa nuocciono alla comicità del film, una grandeur che poco si confà allo spirito francocicciesco. A tratti molto buono, nel complesso deboluccio, caotico e troppo tonitruante.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Franco che non riesce in nessun modo a indovinare la parola "Ospedale"; Vianello tedesco col suo irritatissimo "chi sbaglia paga!".
I gusti di Zender (Comico - Fantascienza - Horror)
Gradevole parodia del Giorno più lungo, ambientata però durante la Prima delle guerre mondiali. Anche qui il cast è pieno di volti noti, solo che più che in parti sono tutti impegnati in brevi apparizioni. I mattatori sono Franco e Ciccio, le battute sono comunque tante e molti i momenti divertenti. Quasi impossibile trovare tutti gli attori.
I gusti di Rambo90 (Azione - Musicale - Western)
Simpatica parodia che vanta come punto di forza le numerosissime comparse, più o meno celebri, che lo rendono un prodotto unico e interessante nel suo genere. Al di là di questa singolare caratteristica il film riesce a convincere sotto tutti i punti di vista e a elevarsi sopra la media (trattandosi pur sempre di una parodia). Si lascia guardare con gusto. Bravissimi Franchi e Ingrassia.
I gusti di Minitina80 (Comico - Fantastico - Thriller)
I primi 45 minuti (tralasciamo la simpatica arringa di Chiari) annoiano molto: Franco e Ciccio sono circondati da tantissime star che non aiutano a migliorare la situazione. Quando incomincia il solito cambio di fronte da parte dei due il film acquista quel minimo di ritmo che ci permetta di ridere ai dialoghi in tedesco. La natura economica dell'operazione (per salvare la Titanus) fa capire lo scarso valore di una discutibile idea che voleva riunire tante star (47 più 47) in una volta producendo un indigeribile minestrone. Estremamente sgradevole.
I gusti di Panza (Commedia - Drammatico - Poliziesco)
Uno sgangherato ma insolito e curioso film “all stars” diretto da Sergio Corbucci. Dall'idea di riunire 88 attori famosi (dell’epoca) intorno alle avventure farsesche e ridicole di Franco e Ciccio (in ottima forma) nasce uno spettacolo non classificabile se non come una scommessa. Persa però: 88 pezzi da novanta del grande schermo non garantiscono la riuscita di un film se esso non ha, alla base, una sceneggiatura decente. Un film che gira a vuoto. Ripetitivo e ridondante Chiari, piacevole Virna Lisi, l'ultimo cammeo - noblesse oblige - è per Totò.
I gusti di Graf (Commedia - Poliziesco - Thriller)
Si parte da un’idea: riunire quasi cento attori famosi e farli recitare gratis in brevi cameo per dare al pubblico un prodotto di richiamo, allo scopo di risollevare la Titanus. La trama, ovvio, è poca cosa: una serie di gag gira attorno alle vicende giudiziarie di Franchi e Ingrassia, quasi all’inizio della loro carriera cinematografica, ma niente affatto a disagio tra tanti attori navigati. Il divertimento principale consiste nel giocare ad indovinare i volti delle stelle utilizzate. Nota di merito per l'avvocato gigione di Walter Chiari.
I gusti di Pstarvaggi (Comico - Commedia)
Le incongruenze
- Tribunale militare. Nella sua arringa difensiva in favore di Ciccio e Franco,Walter Chiari dice (3'55'') : "...una specie di piccola consecutio TEMPORIS",invece di,come dev'essere,"temporum".
- Vi è una grande confusione a proposito delle truppe avverse agli italiane; esse sono indistintamente chiamate "tedeschi" o "austriaci" e per di più indossano le stellette dell'Esercito austro-ungarico e il casco chiodato tedesco. In particolar modo il generale Von Gassman (che alluderebbe a origini prussiane) indossa la tipica uniforme austriaca da generale.
www.bloopers.it
Tutte le immagini e i testi presenti qui di seguito ci sono stati gentilmente concessi a titolo gratuito dal sito www.davinotti.com e sono presenti a questo indirizzo. | |
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Il tribunale militare dove Franco e Ciccio sono processati, difesi dall'avvocato Walter Chiari che racconta in flashback ai giudici l'intera storia è a Palazzo Tittoni in Piazza Tittoni a Manziana (Roma) | |
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Ecco Nino Taranto all'esterno di Palazzzo Tittoni che ci mostra un po' meglio l'edificio | |
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Infine questi sono Franco e Ciccio appena più sotto di lui, sulle scale che fiancheggiano i giardini di Piazza Tittoni | |
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Doppio utilizzo, per il Castello di Rota... IL CAMPO TEDESCOIl campo italiano che diventa tedesco nella notte e dove si ritrovano al risveglio Franco e Ciccio scambiati per tedeschi è in realtà il Borgo di Castello di Rota (Roma), di cui QUI TROVATE LO SPECIALE. Qui si veda il confronto con un fotogramma dell'Arcano incantatore, che sappiamo essere stato girato lì |
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Qui la facciata di fronte dell'edificio con la finestrella A di cui sopra, confrontato con un fotogramma di "Mio padre monsignore" (1971) (si notino gli archi, in facciata) | |
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Infine un palazzo che si vede anche ne "Il Sorpasso" (1962, fotogramma in basso), anche quello girato in parte qui | |
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IL PAESE DELL'ORFANELLO FRANCO -In una scena iniziale che nulla c'entra con quelle fin qui riportate, Ciccio sale verso il paese dove andrà ad accudire un parente moribondo che gli lascerà in eredità "l'orfanello" Franco. Ebbene, il paese, visto dal basso, sulla cui strada Ciccio incontrerà un pecoraro (Tognazzi) è ancora una volta il Castello di Rota. Si riconoscono il caratteristico arco d'entrata e soprattutto, sulla destra, l'inconfondibile campanile della chiesetta, che vediamo (in controcampo) in un fotogramma preso da "I due figli di Ringo" |
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La stazione dove Francesco Coppola (Ciccio Ingrassia) e Franco Lo Grugno (Franco Franchi) provano a rimediare qualche cestino destinato ai soldati che partono per il fronte è la Stazione di Roma San Pietro (RM), che confrontiamo col film "Contestazione generale" (1970) - SOTTO - al quale rimandiamo per la dimostrazione. Grazie a Geppo per il fotogramma | |
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Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1963
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Totò e... Bruno Corbucci
Totò e... Giacomo Furia
Totò e... la parodia
Totò e... Macario
Totò e... Nino Taranto
Totò e... Sergio Corbucci
Una locomotiva del 1913 per «Il giorno più corto»
Valeri Franca (Maria Norsa Franca)
Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
- Il giorno più corto di Sergio Corbucci - http://www.liberolibro.it
- Goffredo Lombardo, «Tempo» anno XXV, n. 7, 16 febbraio 1963
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- L'Avanti
- l'Unità