Totò di notte n.1
Ninì
Inizio riprese: giugno 1962, Stabilimenti INCIR - De Paolis, Roma
Autorizzazione censura e distribuzione: 19 ottobre 1962 - Incasso lire 456.407.000 - Spettatori 2.267.298
Titolo originale Totò di notte n. 1
Lingua originale Italiano - Paese Italia - Anno 1962 - Durata 100 min - Colore - Audio sonoro - Genere Comico - Regia Mario Amendola - Soggetto Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci, Castellano & Pipolo - Sceneggiatura Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci - Produttore Mario Mariani - Casa di produzione Cinex - Distribuzione (Italia) Incei Film - Fotografia Bitto Albertini - Montaggio Jolanda Benvenuti - Musiche Armando Trovajoli - Scenografia Giorgio Giovannini - Costumi Marcella De Marchis
Totò: Ninì Cantachiaro, il professore - Erminio Macario: Mimì Makò, assistente di Cantachiaro - Gianni Agus: l'impresario di Parigi - Nando Bruno: il padrone della trattoria - Lando Buzzanca: il signore sull'aereo - Mario Castellani: Felipe - Giulio Marchetti: Manuel - Alfredo Rizzo: L'uomo che presta la penna - Carlo Rizzo: il turista fotografo - Linda Sini: la hostess - Nino Terzo: il siciliano a Hong Kong - Margaret Rose Keil: la ragazza sul risciò - Mac Ronay: se stesso - Mao Tahi: se stesso - Helmut Zacharias: se stesso - Dori Dorika - Caroline Cherie - Madame Arthur - Dodò D'Ambourg - Blue Bells - Don Lurio - Pascaline
Soggetto
Ninì (Totò) e Mimì (Macario) sono due suonatori ambulanti che si esibiscono senza alcun successo nelle strade di città. Quando il compagno d'arte ottiene una cospicua eredità, Ninì lo convince ad investirla tutta per girare i più importanti nightclub del mondo per potersi a loro volta fare un nome nell'ambiente degli artisti. In realtà i due finiranno solo con lo sperperare tutto il denaro per assistere a spettacoli osée nei vari locali notturni.
Critica e curiosità
In seguito al successo del genere spogliarellistico nato con "Europa di notte", "Mondo di notte n.1,2 e 3", Universo di notte", Totò e Macario vengono coinvolti in questa parodia diretta da Mario Amendola e prodotta da Mario Mariani. Il film, pressochè privo di soggetto e di una sceneggiatura decente, è un insieme confuso di luoghi e situazioni, tabarin e locali notturni, spogliarelli e balletti che fanno da sfondo agli sketch dei due grandi comici, i quali rendono il prodotto appena godibile. Il soggetto del film, come deducibile dal titolo, è una parodia dei mondo movie, documentari che cercano di spiazzare lo spettatore con riprese shock o ritenute, per l'epoca, tabù. Alcune sequenze vennero "riciclate" e rimontate in Totò sexy, altra farsa con lo stesso filo conduttore. La critica, come il pubblico, lo ritiene uno dei peggiori lavori di Totò. Morando Morandini, a tal proposito, sostiene che sia una «spenta parodia di Europa di notte (...) salvata solo da alcuni lazzi dei due protagonisti». Giovanni Grazzini ribadisce le parole precedenti, sottolineando come i due comici «accennino talvolta una fiammella di ilarità».
Per la mancata partecipazione di Caterina Valente, si interrompe la coproduzione al film di una casa cinematografica tedesca. La commissione censura vieta la visione del film ai minori anni anni 14, per alcune scene velatamente erotiche. È stato, in seguito, edito in versione home video. Possiamo definire il film uno dei primi tentativi di commedia erotica all'italiana, genere definitivamente esploso nei successivi anni '70.
Così la stampa dell'epoca
Dopo l’esperimento de Lo smemorato di Collegno, Totò viene accoppiato a Macario anche in Totò di notte n. 1 e Totosexy, girati da Mario Amendola e prodotti da Mario Mariani, il gradino più basso mai toccato da Totò in campo cinematografico. Totò di notte n. 1 vorrebbe rifare il verso a Europa di notte e al filone che ha provocato (Mondo di notte n. 1, 2 e 3, Tropico di notte, Universo di notte), il réportage documentario sulla vita notturna delle metropoli europee, immediatamente degenerato verso il sexy.
Alberto Anile
Totò e Macario
I due più popolari comici del cinema e del teatro italiano, Totò e Macario, faranno coppia sul set di un nuovo film che i due big della risata interpreteranno insieme: Totò di notte numero 1, di Mario Russo. A mettere insieme i due comici è stata la coppia di autori di riviste e sceneggiatori cinematografici Giovanni Grimaldi e Bruno Corbucci.
Corbucci e Grimaldi hanno scritto per Macario la rivista Chiamate Arturo 777, la commedia musicale Una storia in blue-jeans e le otto puntate televisive dei gialli comici de L’inafferrabile Arturo. Per Totò hanno curato le sceneggiature degli ultimi suoi film: Totò, Peppino e la dolce vita, I due marescialli, Tototruffa '62, Totò contro Maciste e Lo smemorato. La pellicola che li vedrà protagonisti comincerà in piazza Navona.
Totò e Macario saranno due sfaticati suonatori di contrabbasso che ne combinano di tutti i colori. Cominciano la loro carriera nelle caratteristiche trattorie romane, ma da suonatori ambulanti diventano ben presto elegantissimi viaggiatori che vanno alla ricerca delle gioie più raffinate del mondo, perchè ad un tratto Totò scopre che Macario tiene segretamente nascosta tuia grossa eredità lasciatagli dalla nonna. Riesce a convincere il compagno che i denari, restando nel nascondiglio, finirebbero per allietare qualche nipote sconosciuto, mentre potrebbero costituire la loro felicità negli ultimi anni della loro esistenza.
Appena in possesso della somma i due suonatori decidono di spenderla nelle più belle. città del mondo. Parigi, Londra, il festival di Edimburgo, le corride spagnole, i kimono giapponesi, sono i loro primi obiettivi. Senonchè ad Hong Kong i soldi finiscono e i due sono costretti a mettere mano nuovamente al loro strumenti. Ma dopo i primi insuccessi, provocati soprattutto dai tentati furti di Totò, i due sono costretti a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove comincia per loro una nuova vita. Inaspettatamente incontrano successo e vengono persino scritturati per una importante tournée.
U. N., «Corriere della Sera», 19 giugno 1962
MARIO MARIANI il produttore della Cinex che sta attualmente completando il suo ultimo film «Totò di notte n. 1 » ha definito i contratti del «cast» che apparirà in questo suo film: Helmut Zacharias e 1 suol 40 violini, Don Lurio e il suo complesso coreografico, le stelle del ghiaccio di «Hollday on Jce», la «strip-tease» francese Pascaline, gli assi del jazz «The temperance 7», il comico Chaz Chase, Margaret Lee, nota come controfigura di Marylin Monroe, la danzatrice hawayana Moa Tahy. Come è noto, il film racconta una storia, interpretata da Totò e Macario, che fa da « trait-d'union» ai numerosi spettacoli del mondo di notte che vengono presentati nel film.
«Il Messaggero», 4 agosto 1962
Circondato, come al solito, da bellissime ragazze
Totò finisce nel fango (e non è un modo di dire)
E' accaduto durante la ripresa di una scena di lotta femminile nel film «Totò di notte» -Il comico si lamenta che lo fanno troppo lavorare, ma, in fondo, è soddisfatto
Roma, sabato sera.
«Eh, si — commenta il dinamico Totò durante una pausa di lavorazione — la vita diventa sempre più difficile. Lavori, lavori e quando sei già avanti con gli anni, e magari in questi giorni di canicola vorresti guastare in mare per rinfrescarti un po' anche le idee, ecco che ti stanno sempre alle costole registi e produttori. Non ti danno pace! Ti scovano anche se ti nascondi in capo al mondo. Sono anni che mi perseguitano... A suo tempo quando furoreggiavano i film di Lex Barber o di Weismuller, ho fatto Totò-Tarzan, poi venne fuori la crisi di Berlino ed eccomi alle prese con Totò e Peppino a Berlino. Ora che sono di moda i film tipo Europa di notte, cosa dovevo fare! Non avevo da scegliere: Totò di notte.
«Ammappete! — continua l'attore tergendosi il sudore della fronte con un ampio fazzoletto a colori — E poi dicono che gli attori, specie quelli comici, conducono una esistenza comoda ed allegra. Vorrei vederli io quelli che si sganasciano dalle risate assistendo a certi film, se fossero al mio posto, costretti a lavorare sotto quegli infernali "padelloni" e riflettori...».
Totò è fatto cosi. Brontola, «mugugna», tanto per darsi un tono, ma si capisce subito che è ben contento e soddisfatto di avere sempre — come egli dice — il vento in poppa. Passano gli anni, appaiono e si alternano nuovi divi, ma lui è sempre lui, unico e insostituibile.
In questi giorni, il principe De Curtis è caduto nel fango e non per metafora. C'è caduto realmente, ma per esigenze di lavorazione. Una delle scene madri del film che sta girando è costituita appunto dal numero della lotta nel fango di due formosissime ragazze. Capita cosi che Totò venga coinvolto suo malgrado nel singolare combattimento e coperto fino al collo di melma grigia, terribilmente appiccicosa. Nel film c'è un po' di tutto, ma abbondano soprattutto ragazze bellissime: brune, rosse, bionde, per tutti i gusti, insomma.
Totò di notte diretto da Mario Mariani, narra le peripezie di due suonatori di contrabbasso (Totò e Macario), i quali improvvisamente ricevono un'eredità. Usi a fare i salti mortali per campare, trovarsi tra le mani tutti quei soldi li fa rinascere letteralmente. Perciò decidono senza esitazioni di spassarsela, andando a zonzo per il mondo. Vogliono soprattutto centellinare le più divertenti e piccanti attrazioni che la vita notturna e «tentacolare» delle varie metropoli può offrire loro. Finiti i quattrini essi dovranno continuare a girare il mondo, ma in cerca di lavoro, di qualche scrittura che dia loro la possibilità di metter insieme il pane con il companatico. Attraverso le loro vicende si snoda quindi di fronte alla macchina da presa tutta una sequela di spettacoli a carattere internazionale.
Di recente, Totò e Macario hanno girato una scena a Piazza Navona. Il primo suonava il clarino, l'altro il contrabbasso. Con loro c'era un cane che tendeva inutilmente un cappello in cerca d'elemosina. La scena era già stata ripetuta alcune volte per via di una comparsa che entrava in campo in ritardo o per qualche altro piccolo contrattempo, non ultimo quello dovuto al cane che sembrava non avesse intenzione di stare fermo. Finalmente alla nona ripetizione della scena tutto si è svolto a perfezione e l'operatore rivolgendosi alla bestiola ha detto: «Bene, questa volta sei stato proprio bravo». E' subito intervenuto Totò con un commento non privo di una certa morale che in molti casi si può applicare anche agli uomini. «Ecco, vedete: era un cane e tutto sommato lavorava abbastanza bene. Ora però gli hanno fatto capire che è un attore e tornerà cane».
Totò è convinto che c'è sempre da imparare e che anche nell'arte comica un interprete non si può mai considerare veramente soddisfatto. Basta l'intonazione di una battuta, una smorfia, uno sguardo dato in un modo anziché in un altro, per non raggiungere completamente l'effetto migliore. Totò non ha preferenze specifiche per qualcuno dei numerosissimi ruoli che ha interpretato. Guarda sempre al futuro, costantemente preoccupato di rinnovarsi e fare meglio.
g. b., «Stampa Sera», 18-19 agosto 1962
«Epoca» 1960: inchiesta sulla vita notturna nelle principali città del mondo |
Totò questa volta è insieme a Macario
Totò e Macario (al quale i produttori, dopo anni di trascuraggine, tornano a guardare con meritevole interesse) sono i protagonisti della novità cinematografica d'oggi, che lega con una trametta la solita sfilata, in scope a colori, di numeri, di attrazioni, di complessi coreografici o musicali, di fantasisti, di stripteaseuses ecc. Nel calderone spettacolare c'è infatti un po' di tutto: da Pascaline del parigino «Lido» a Dodo d'Hamburg meglio nota come «vedova nera», da Mac Ronay a Caroline Chérìe, dalle «donne che se le danno» (non su un comune quadrato ma invece su d'un fangoso plateau; alle Bluebell, da Helmut Zacharias ai «Travestiti», dai cani sapienti alle gemelle cinesi, da Don Lurio a Moa Thai danzatrice delle Hawaii, e via elencando.
Totò e Macario, che fanno, si potrebbe dire, da compères alla sfilata, per l'occasione si sono finti suonatori di contrabbasso, e prima come danarosi turisti, poi (finiti i soldi dell'eredità toccata a uno dei due) come musicanti, girano tutto il mondo, concludendo la loro vagabonda vicenda in maniera imprevedibile. Oltre alle già nominate, tra le belle che pimentano la pellicola c'è Margaret Lee, sosia di Marilyn Monroe.
«Stampa Sera», 7-8 novembre 1962
Un cinema conscio che cosa non potrebbe ricavare da una maschera come quella di Totò, irripetibile, unica al mondo? Purtroppo l'attore è sempre stato adoperato, salvo rare eccezioni, come personaggio di punta in farse raccogliticce; né è lecito sperare che proprio adesso, alle ultime battute della sua carriera, i produttori mutino rotta. Infatti Totò di notte n. 1, a colori, diretto da Mario Amendola è sulla scia dei soliti filmetti; anzi non ha nemmeno la sia pur modesta ossatura di una farsa. Non vanno di moda i film-inchiesta sulla vita notturna delle capitali? Ed ecco la occasione per imbastirne un altro, in cui il popolare comico, qui amabilmente affiancato da Macario, faccia da filo conduttore.
Non c'è da sbagliare, si tratta di due tapini dell'Urbe, due contrabbassisti ambulanti, che sullo slancio di una piccola eredità intraprendono un viaggio per il mondo in cerca di scritture. Prima tappa d'obbligo Parigi; poi Madrid, Londra, Edimburgo; quindi Hong-Kong e finalmente New York, dove i due, rimediate le ultime pedate riprenderanno malinconicamente la via del ritorno.
Tutto ciò è occasione a piccanti numeri di strip-tease, di orchestra e di ballo; a esibizioni di «travestiti», cani sapienti e altra robetta. Gli sketches affidati ai due compari sono piuttosto logori, ma talvolta strappano il sorriso (Totò che balla il twist, rivelandosi un precursore del medesimo) per l'affiatata bravura degli esecutori e gli estri mimici e verbali del protagonista. Nello spettacolino a singhiozzo, volutamente slegato, il contorno dilaga; per gli amatori segnaliamo la presenza di esimie spogliarelliste come Caroline Chérie e Dodo D'Amburgo, di Pascaline del «Lido» di Parigi e di Margaret Lee, controfigura di Marilyn Monroe.
l.p. (Leo Pestelli), «La Stampa», 8 novembre 1962
I produttori si sono ricordati di Macario, un lontano benemerito del film comico italiano, e ne hanno fatto la saporita «spalla» di un Totò che pur recitando a singhiozzo e su una materia quasi tutta scontata, non delude neppure questa volta i suoi ammiratori. La vicenduola è appena un pretesto per dare un qualunque nesso alla solita sfilata, di «attrazioni» raccapezzate da alcune delle principali capitali del divertimento notturno: Parigi, Madrid, Londra, Hong-Kong e New York; con prevalenza di autorevoli «spogliarelli» e ricchi numeri coreografici.
Totò e Macario sono due contrabassisti ambulanti di Roma, famelici e allegroni, che avendo ereditato un milioncino da una nonna lo impiegano in un viaggio di conquista attraverso quelle metropoli del piacere. Inseguendo una inafferrabile « scrittura ». rimediano topiche e guai, e alla fine, speso il milione, li rivediamo prendere malinconicamente la via del ritorno coi loro inseparabili strumentoni. Il film si regge su qualche azzeccato numero spettacolare, sull'abilità con cui il vecchio Totò sa ancora togliere occasioni di riso da logore situazioni, e sulla garbata discrezione del suo compagno. Molte le vedettes di contorno.
l.p. (Leo Pestelli), «Stampa Sera», 8-9 novembre 1962
Dopo tanti film "di notte", dovevamo aspettarci anche un "Totò di notte". Nella pellicola diretta da Mario Amendola, il principe de Curtis e Macario sono due sfortunati suonatori attorniati da belle ragazze più o meno vestite. Nè migliore nè peggiore di tanti altri, questo Totò di notte n.1 strappa più di una risata. Che non è poco per un film comico.
Vice, «Il Popolo», 18 novembre 1962
La cosa più allarmante, in "Totò di notte n. 1", è il titolo, che lascia prevedere una lunga serie di film come questo. Perchè il tentativo di innestare il genere comico su quello tabarinistico ci sembra miseramente caduto. Nè si sa bene per colpa di chi, giacché la pellicola, figlia di onesti ma non pochi genitori, inizia il suo ciclo di programmazioni con tali e tante infermità (nella sceneggiatura, nella regia, nel montaggio, nel sonoro) che sarebbe davvero arduo individuare il talidomide che ha prodotto questo mostriciattolo.
L'idea non era nemmeno cattiva: due suonatori ambulanti di contrabbasso, privi di ogni qualità ma convinti di essere geni Incompresi, vanno per il mondo In cerca di impresari. Totò, che si autodefinisce professore, ha costretto facilmente il suo «secondo», un succubo Macario, a spendere il milione avuto in eredità dalla nonna: ma alla fine del viaggio a Parigi, a Madrid, a Edimburgo, a Hongkong, a Nuova York, i poveracci si ritrovano senza un soldo e con una collezione di brutte figure. Non gli resta che tornarsene, a piedi, dall'America a Roma.
Il guaio è che le loro avventure, girate quasi sempre in interni malamente connessi con pezzi di documentario, sono senza sale, e privi di pepe sono gli spettacoli di varietà: nemmeno gli spogliarelli commuovono il pubblico, figurarsi i violini di Helmuth Zacharlas. Nonostante tutto, quando i due comici sono in scena il tempo passa Totò ha sempre una tale carica di comicità, e Macario è così tonto, che i loro « numeri » accendono talvolta una fiammella di ilarità.
G. Gr., «Corriere della Sera», 18 novembre 1962
Una coppia di suonatori di contrabbasso senza arte nè parte, avvalendosi di un'eredità, abbandona l'Italia in cerca di fortuna. Le tappe della strana tournee, caratterizzata ovviamente da una vera a propria teoria di insuccessi, sono Parigi, Londra, Hong Kong e due località, una spagnola e l'altra americana, non ben identificate. Una simile costruzione non é in funzione narrativa, ma solo un pretesto per mostrare vari numeri di varietà ivi compresi, naturalmente, alcuni spogliarelli.
La vicenda più che esile è addirittura inesistente: tutto é affidato alla mimica degli interpreti — Totò a Macario — che mal serviti da un copione insulso e privo di trovate guatose a divertenti riescono a strappare qualche risata solo in un paio di occasioni. Il filone sulla « notte » è ormai al tramonto, vittima dell'inflazlone, e simili tenutivi più che ravvivarlo lo affossano anzitempo. La regia, se di regia al può parlare, è di Mario Amendola. Colore. Schermo grande.
Vice, «Il Tempo», 18 novembre 1962
Totò contrabassiststa, accompagnato da Macario, musicante anch'egli, mercè il soccorro di una i piccola eredità, intraprende un viaggio per il mondo in cerca di scritture per sé e per l'amico, presentandosi di volta in volta nei vari cabarets di Parigi, Madrid, Londra, Edinburgo, Hong Kong, e così via, fino a New York, da dove accolti anche lì come cani in chiesa, i due riprendono sconsolati la via del ritorno.
Ecco la trovata mediante la quale il regista Mario Amendola ha cercato ha cercato di rinfrescare la ormai frustra formula di filmare numeri di varietà, la maggior parte dei quali il pubblico dei nostri cinema di periferia è abituato a vedere negli avanspettacolo del sabato e della domenica.
I migliori sketches di «Totò di notte n. 1» sono naturalmente quelli improvvisati dal sempre irresistibile Totò e dalla sua lepida «spalla» Macario: ma da soli non bastano a sostenere un film nel quale come numero di grande attrazione viene presentato - figuratevi! - il « complesso» coreografico di Don Lurio. Per il resto, i soliti «spogliarelli» troncati a metà di Caroline Chérie e Dodò d’Amburgo, alcune esibizioni de «I travestiti» di Madame Arthur, esercizi di cani sapienti e vari numeri di danze.
Vice, «Il Messaggero», 18 novembre 1962
L'idea di sbloccare l'ormai consunto meccanismo dei film dedicati agli svaghi, più o meno audaci, dei mondo di notte, introducendovi una vena comica, alternando numeri di ballo e di strip-tease con gags, non era malvagia. Ma i molti collaboratori di Amendola, tutti di estrazione rivistaiola, avrebbero dovuto impegnarsi un pochino di più, aiutando coi testi le risorse comiche di un Totò in gran forma, e di un Macario colto in uno stato di intontimento lunare. [...] Il film è salvato dall’interpretazione del due contrabbassisti (che non conoscono la «nona» di Beethoven, ma la zia): l'esibizione davanti all'impresario parigino; Totò che balla il twist, sono due sequenze dalla risata sicura. Che più? Totò di notte, cosi numerato, avrà un seguito. Certo: perseverare è diabolico. Ma, si dice anche che, sbagliando, s’impara.
Alberico Sala, «Corriere dell'Informazione», 19 novembre 1962
Forse i produttori del film, preoccupati dell'inflazione di questi film notturni (mai quanto noi!) hanno pensato di chiedere a Totò e Macario di dar loro una mano per realizzare qualcosa di nuovo in questo genere di spettacoli. Generosa idea che ci consente, tra uno spogliarello e una esibizione di orchestra jazz, tra un cantante ed un Patachou, tra un pezzo di Helmut Zacharias e una visione di pattinatori su ghiaccio, di farci quattro salutari risate. Anche perchè, come era prevedibile, i due comici finiscono per costituire la parte principale dello spettacolo mentre il resto viene gentilmente relegato nello sfondo. [...] Naturalmente più che di avventure si tratta di disavventure, che li ricondurranno a piedi in patria, non prima di averci elargito una nutrita sene di gags, alcune spassosissime (il twist) altre meno felici ma comunque tali che si può ridere di gusto. Siamo invero un po' preoccupati per quel "No. 1" che figura nel titolo, ma per ora questo non ha turbato il facile divertimento. Speriamo bene!
«Momento Sera», 20 novembre 1962
I documenti
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Cosa ne pensa il pubblico...
I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com
Depurato dai noiosissimi numeri musicali, probabilmente assai poco piccanti pure per l'epoca, non è neppure malissimo. Qua e là il duo Totò-Macario funziona e invita al sorriso, col piemontese che si fa angariare dal compare, un po' come Stanlio con Ollio. Girato alla "buona la prima", benché Nando Bruno guardi in macchina, benché Totò s'impappini... Alla fin dei conti è guardabilissimo, magari con un po' di "avanti veloce". Largheggiando, vale **
I gusti di B. Legnani (Commedia - Giallo - Thriller)
Il regista è lo stesso di Totò Sexy, e così - in parte - il cast, rappresentato, nel nucleo portante, dal duo Macario-Totò: due sprovveduti lanciati in un viaggio che si vorrebbe (e per l'epoca forse lo era pure) piccante. Questo è però il primo capitolo, ispirato dai "fascinosi" mondo-movies, avviati dal Mondo Cane girato solo l'anno precedente. Da vedere, perché pur se poco significativo, offre un giovanissimo Buzzanca ed un irrestistibile Agus a fare da spalla al "Principe".
I gusti di Undying (Horror - Poliziesco - Thriller)
Non si può dare un pallino solo a Totò, ma qui siamo al punto più basso della carriera, e a tratti il Principe pareva rendersene conto, tanto son fiacchi e prevedibili gli scambi con un non meno spento Macario. Ci vuole un'oretta quasi perchè il filmucolo regali, prima col sabotaggio del tronfio madrigalista spagnolo e poi con l'incredibile twist che Totò balla con la Margaret Keil (mora), un po' di brio. Operazione deprimente e purtroppo non isolata.
I gusti di Il Gobbo (Gangster - Poliziesco - Western)
Totò di tutto ha fatto (tranne la parodia western); in questo caso è stato cacciato nell'ambiente "lounge" e kitsch del documentario-movie in voga nei sessanta. A dire il vero di documentario c'è pochissimo ed è appiccicato a sketch raffazzonati, in compagnia dell'amabile Macario. Un film abbastanza miserabile ma di quelli che fan sorridere per l'involontario gusto di "far cadere le braccia". E comunque l'icona dei due comici come contrabbassisti vive di vita propria, soprattutto quando si scatenano col twist "Rosa Morena".
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Quelle custodie di contrabbasso, che da rigide diventan morbide e poi rigide...; Macario in kilt dice di non avere le mutande ma... le ha.
I gusti di Matalo! (Commedia - Gangster - Western)
Lo spunto poteva dare vita a un divertente film con la coppia Totò e Macario in viaggio nelle più famose capitali europee (e non solo), peccato che nelle intenzioni del regista ci sia una parodia dei vari mondo movies. Comunque, se si tralasciano i noiosissimi numeri musicali, gli sketch tra Totò e Macario sono molto divertenti e il finale lascia persino spazio all'amarezza.
I gusti di Rambo90 (Azione - Musicale - Western)
Il principe della risata e il comico piemontese in una pellicola poco memorabile in cui si osservano situazioni più o meno riuscite in una miscellanea deludente. Gli intermezzi musicali annoiano non poco e la salvezza proviene dal solito Totò, che con qualche gioco di parole e un balletto salva la barca alla deriva.
I gusti di Nando (Commedia - Horror - Poliziesco)
Forse il peggior film di Totò, in cui l’indecenza del copione è talmente marcata da risultare fastidiosa. Ci sono i soliti giochi di parole e doppi sensi, oltre alle movenze da marionetta, ma questa volta nulla riesce e in alcuni contesti finisce col diventare triste e patetico. Gli intermezzi musicali buttati lì sono inutili e non fanno altro che evidenziare la pochezza della regia, che compie un giro completamente a vuoto. Macario fa quel che può mentre Agus è inguardabile, così come le altre spalle. Da dimenticare come una brutta esperienza.
I gusti di Minitina80 (Comico - Fantastico - Thriller)
Sulle tracce del successo di pubblico del film-documentario Europa di notte di Blasetti che era un reportage sulla dolce vita notturna che si consumava nei night club di diverse capitali europee, incontriamo Totò e Macario, due musicisti scalcagnati in cerca di un ingaggio, costretti dai produttori a "girare" per alcuni locali notturni dove si presentano ridicoli spogliarelli e bizzarri numeri di varietà. Favoriti dall'assoluta mancanza di una sceneggiatura, i due comici possono improvvisare anche più del solito alcune scene buffe e burattinesche.
I gusti di Graf (Commedia - Poliziesco - Thriller)
Le incongruenze
- Madrid, locale di flamenco. Totò e Macario di spalle, coi contrabassi, stanno passando da un ambiente ad un altro. Nuovo ciak, un fotogramma dopo, controcampo: in primo piano c'è un uomo che nello shot precedente non si vedeva, e Macario (in secondo piano) sta aprendo un'anta della porta che prima era già spalancata
- Edimburgo. Una targa su un palazzo: il Festival Internazionale di Edimburgo avrebbe per direttore un certo Sir Edwin Greenvod Bacon. Casomai, Greenwood
www.bloopers.it
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Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
- "Totò, un napoletano europeo" (Valentina Ruffin), Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino 1996
- Foto © Archivio Famiglia Clemente
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- Epoca
- Il Popolo
- Il Tempo
- Momento Sera