Informazioni sul sito tototruffa2002.it

di Daniele Palmesi

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🎬 NASCITA DI UNA PASSIONE

Ogni vocazione che si rispetti comincia con una rivelazione, un’epifania domestica, un momento di sacra allegria nel salotto di casa: e qui non c’è eccezione. Ho ricevuto il battesimo di "totòfilo" non nel Tevere né sotto il Vesuvio, ma nel bagliore tremolante di un proiettore 8mm, gentilmente azionato da mio padre — il primo e più importante dei miei maestri, grande conoscitore e fan di Totò. Molte sera, prima di Carosello, come da rituale pagano misto a pedagogia visiva, mi proiettava i film del Principe De Curtis, conditi da sonore risate che trasformavano il soggiorno in platea, e la platea in liturgia comica.

Ma non finisce lì: perché se Totò era già un mito in pellicola, lo sarebbe diventato ancora di più da postumo in poi, quando la televisione, l’oracolo catodico, decise di riscoprirlo. Fu allora, nei ruggenti anni ’70, che esplose la Totò-mania, fenomeno virale ante litteram che mi travolse, trascinandomi nei cinema d’essai, tra cineforum popolati di pipe e cinefili, e mostre con locandine più grandi dei quadri di Pompei.

È in quei luoghi che nasce la mia cultura totòfila specifica, cioè non più da spettatore passivo, ma da analista, archivista, evangelista del comico; Poi arrivano gli anni ’80: il cabaret televisivo, il Totò in VHS, la Rai che ritrasmette tutto (tranne i finali censurati). Infine, come uno tsunami di bit, arrivano gli anni ’90 e 2000, e con loro l’informatica, che entra in Italia con la stessa delicatezza di un cavallo nel salotto buono.

💾 TOTÒ NELL'ERA INFORMATICA

Ed è proprio nel 2002, in un mondo digitale ancora in evoluzione, che nasce la prima incarnazione informatica dell’omaggio totòfilo: un umile sito web, un piccolo database, qualche immagine... ma già la scintilla era accesa, e covava come la brace sotto la cenere del comico napoletano.

Poi, come in ogni favola moderna che si rispetti, entra in scena il colpo di scena: i social media, in particolare Facebook. Un clic, un suggerimento, un algoritmo — e puff! — compare Federico Clemente: figlio del segretario, amico, confidente e cugino del Principe (e anche, diciamolo, probabile detentore della chiave del camerino e forse del codice genetico del Totò originale). Federico, erede di un vero e proprio tesoro teatrale (tra cui il leggendario baule di scena), diventa il Virgilio del nostro webmaster/Dante, guidandolo nell’inferno, purgatorio e paradiso del materiale totòfilo.

E qui succede l’irreparabile: inizia il diluvio di documenti, immagini, curiosità, appunti, lettere, foto, documenti e quant'altro. Tutto quello che un appassionato sano di mente avrebbe archiviato in un hard disk esterno, il nostro eroe decide invece di condividere con il mondo. Da questo matrimonio tra passione e archivio, tra tecnologia e nostalgia, nasce tototruffa2002 — nome che gioca con l’anno di creazione e con uno dei titoli più noti di Totò. Una furbizia degna del ragionier Casoria (in incognito).

Il sito, oggi, è un arsenale digitale degno di una Biblioteca della memoria:

  • oltre 700 articoli di giornale che parlano di Totò (dal 1920 in su!),
  • interviste, fotografie, dischi, nastri, e una filmografia che farebbe impallidire perfino Cinecittà,
  • aggiornamenti continui, come un’enciclopedia che non dorme mai,
  • contenuti condivisi anche sui social, così che Totò possa farsi taggare, likare e condividere, senza mai scadere in meme banali o fake news.

E infine, come ciliegina sulla cassata, tutto è fatto con rigore filologico, spirito enciclopedico, e soprattutto amore viscerale, l’unico carburante in grado di mantenere acceso un faro così importante nel vasto e scivoloso mare del web.

E così, da un proiettore 8mm a un sito di riferimento per studiosi, amanti e novizi del culto di Totò, il percorso è stato lungo, accidentato, ma sempre guidato dal sorriso del Principe. Un sorriso che continua a illuminare lo schermo — qualunque esso sia — con quella luce tutta napoletana, eternamente teatrale, eternamente umana.

DIETRO LE QUINTE DI tototruffa2002.it

👨‍💻 Webmaster per Caso (ma non per svista)

Il sottoscritto che, con pochissime competenze tecniche ma una quantità di passione tale da far arrossire perfino l'Amore ai tempi del colera, ha dato il via a questa impresa titanica: la creazione di tototruffa2002.it.
Non un developer, non un sistemista, non un full stack ninja… ma un romantico palombaro del codice, che si è tuffato nei meandri del web con la stessa incoscienza di Totò nei panni del finto barone. Il suo motto? “Non so cosa sto facendo, ma lo faccio con amore”. Un San Giuseppe da Copertino del web, insomma.

🧠 Federico Clemente: la Memoria che ride (e ricorda)

Entrando in scena con la solennità di un archivio vivente e la discrezione di un maggiordomo inglese, ecco Federico Clemente: figlio di Eduardo, cugino di Totò (ma non solo di primo grado) e soprattutto segretario personale del Principe dal 1950 al 1967. Signore e signori, parliamo di un uomo che ha conosciuto Totò da vicino. Anzi, da vicinissimo. Così vicino che conosceva a memoria non solo le battute, ma anche i sospiri tra una battuta e l’altra. Non contento di possedere quasi tutti gli oggetti sacri del Totòismo (baule di scena, foto, lettere, ecc), ha avuto la bontà di fotografarli, scansionarli e metterli a disposizione degli umani sul sito.
Il suo ruolo? Supervisore Supremo. Il suo potere? Ricordare tutto, anche ciò che Totò stesso aveva dimenticato.

📚 Simone Riberto: Il Biografo con il microfono d'oro

Se Totò fosse stato un regno, Simone Riberto ne sarebbe stato il ministro della cultura, delle testimonianze, delle interviste e del cartellone teatrale. Appassionato fin nell’anima di cinema, commedia e Principe de Curtis, ha interrogato artisti, tecnici, costumisti, usceri e forse anche il cane di scena del Teatro Nuovo. Tutti per raccogliere la viva voce di chi Totò l’ha vissuto, respirato, adorato o — nei casi più rari — anche contraddetto.
Ha redatto saggi e ricerche, soprattutto una cronistoria monumentale della carriera teatrale del nostro, dal 1915 (sì, quando l’Italia combatteva la Prima Guerra Mondiale) fino al 1957. Una specie di Indiana Jones dell’avanspettacolo, che con cappello e taccuino ha ricostruito date, tappe, tournée e repliche, comprese quelle serate dove c’erano più comparse che spettatori. Severissimo recensore di chi non conosce vita e arte di Totò ma si permette di scriverne e parlarne... Parla del suo originale metodo di ricerca nell'ebook "Totò corrige" Simone si presenta così:

Trascuro il resto, compreso il mio lato poeta (ne trovate indizi nel web), per delinearvi la mia specifica utilità per questo sito; lascio introdurre il mio "metodo" al seguente desiderio ipotetico virgolettato:
"Se fossi nato ricco, invece di sprecarmi la vita con droghe e superalcolici, l'avrei investita totalmente (o quasi) nella ricerca indagativa: mi sarei speso, con la passione del vero fan, a filmare interviste dirette, con le domande che non fanno mai (comunque evitando accuratamente gossip e violazioni della privacy). Altresì avrei esplorato documenti e contratti negli archivi di famiglia e di Stato; da ogni biblioteca pubblica e privata avrei passato in rassegna, giornale per giornale, tutti i periodici teatrali (da sempre distinti nei diversi generi lirica, prosa, operetta, Rivista, filodrammatica, caffè concerto-varietà, burattini, ecc.), cinematografici e misti (cine-teatrali), vuoi nel formato microfilmato che nelle rare copie cartacee: potete non crederci, ma solo in Italia ne sono stati pubblicati talmente tanti e non pochi pare perduti del tutto (alluvioni, guerre, furti, incuria, fuori posto...)! Avrei poi colmato le lacune dei numeri mancanti trovando la copia reperibile, ovunque custodita nel mondo (delle migliaia di copie spedite e consegnate, possibile non ne sia "sopravvissuta" perlomeno una?!). Avrei reso esaustiva la raccolta dati con quotidiani locali, esplorandone le differenti edizioni giornaliere (per città come Roma e Milano, in epoche passate, alcune edizioni erano determinanti sulla pubblicazione di trafiletti o brevi recensioni anche di tipi di show considerati "minori" e perciò di solito assenti dalle edizioni principali). Ciò non certo per una banale perversione da "topo di biblioteca", ma per scientifica ricostruzione di carriere con tanto di date e dati, parentele e notizie dimenticate o infine alterate in libri posteri o non autobiografici; ambirei infatti personalizzare percorsi geografici su ogni singolo protagonista dello spettacolo perlomeno nazionale (ma il progetto può essere replicato in ogni Paese, in perfetto stile format), dando ovvia precedenza a coloro dei quali si sa poco, oppure, a causa del superficiale manierismo di troppi improvvisati biografi che si ricalcano in modo irriflessivo, e quindi sui quali si tramanda troppa confusione e notizie inverosimilmente contraddittorie (vedasi il "nostro" Totò De Curtis)."
Ebbene , non sono nato ricco e per vivere lavoro coi turni, ma nel mio piccolo, da autodidatta scrupoloso, ed è l'hobby che felicemente impegna il mio tempo libero da quasi trent'anni, faccio quanto qui sopra scritto (fossi nato ricco, quindi senza necessità di occupare tempo e mente nel lavoro, sarei molto più rapido e completo nel trovare). Riguardo i rotocalchi periodici, posso affermare che, dichiarare che prima del 1928 non ci sono notizie certe è solo ammissione di pigrizia, come prova il non poco da me scovato fino ad ora. Nell'ambito inchiesta, una ventina d'anni fa, acquistata una copia dell'Annuario del Cinema italiano edizione 2000-2001, ho telefonato a quanti più macchinisti ed elettricisti di set (volgarmente ed ingiustamente detti "maestranze"), alla ricerca di ogni aneddoto possibile fra coloro che lavorarono(molte volte o almeno una) con l'artista completo Antonio De Curtis(sia il tanto dibattuto Comico di serie A, che l'attore dalle sottovalutate capacità drammatiche, non per forza etichettabili nel ristretto genere neorealista...). E grazie alla passione per de Curtis, ho avuto modo di scoprire molti altri Artisti poco "esplorati", ma ben meritevoli della rispettiva nicchia dei ricordi.
Un progetto prossimo futuro, cui tengo molto, resta la serie "Geo-"; i primi due in continuo aggiornamento sono il "Geo-Macario" (ne ho accennato alle mail presenti sul sito ufficiale macariocult) ed il "Geo-Totò": quest'ultimo è in visione, nella versione "base" 2017, presso Elena Anticoli De Curtis, per sua valutazione e ricerca di un sincero finanziatore...(ci sarà pure qualche autentico fan di "Totò" pure tra i ricconi, no? 😉). Uno degli ultimi frutti di codesto continuo ricostruire è il breve saggio online "Totò corrige".

🎨 Domenico Schembari: Il Grafico col cilindro magico

Ultimo arrivato, ma non per questo meno brillante, ecco a voi Domenico Schembari: grafico di professione, fan di Totò per missione. Una new entry che si presenta con lo spirito della miglior spalla comica: elegante, invisibile, indispensabile. Il suo talento visivo ha portato al sito una ventata di estetica e buon gusto, finalmente liberando Totò dal bianco e nero della pellicola per farlo entrare nel tecnicolor del web responsive. Una specie di Enrico Job dell’HTML, capace di far convivere il principe e i CSS con la grazia di un coreografo e la precisione di un orafo digitale. si presenta così:

Altro che cartoni! Seduto davanti alla tv con pane e cioccolato, Domenico aveva solo otto anni, quando fu completamente catturato da quella marionetta, dalla voce calda e dalla battuta pronta. Oggi è un uomo che vive con Totò nel cuore, come altri vivono con un Santo: lo studia, lo interroga, lo ama. Non si accontenta della risata mossa dalla visione di un film, la scava, la smonta, lo analizza, come si farebbe con un verso di Leopardi o una pennellata di Van Gogh. Ogni smorfia, ogni pausa, ogni sguardo storto di Totò, per lui è materia viva da decifrare con passione. Lo scruta in silenzio tra le pagine della sua vita, cercando tra uno scritto e un racconto di coglierne l’essenza, lo spirito vero che si cela dietro la maschera.
La sua casa è un piccolo museo: scaffali colmi di libri, film, poesie, cimeli personali, fotografie in bianco e nero, ritratti incorniciati, quasi a fare da contorno ad uno spazio nel quale il silenzio parla di lui, non del comico, ma dell’uomo. Un cultore e un collezionista, promosso dall’affetto per la persona e non per la smania di accumulare tesori. Domenico sente in ogni battuta di Totò il peso di una vita, del desiderio di essere apprezzato, di dare speranza ed ironia ad ogni difficoltà, della nobiltà legittima e quella acquisita e struggente che conviveva in quell’energia napoletana, che non ride soltanto, ma contempla.
E poi la commozione per la lettura di una poesia, romantica a volte malinconica, che di sicuro non nasce dalla maschera ma dall’ Antonio De Curtis. Studiare Totò per lui è un atto d’amore, un dialogo costante con un’anima grande, fragile, complessa ma senz’altro geniale. Totò non è passato, è presente eterno. Forse in fondo Domenico non lo studia, lo accoglie, per farne tesoro quasi con devozione.


E così, mentre i bit scorrono come fiumi di inchiostro digitale e i pixel danzano al ritmo di "Malafemmena", possiamo dire con sicurezza che dietro le quinte di tototruffa2002.it si muove una piccola grande compagnia di ventura, che avrebbe fatto impallidire anche il teatro di varietà degli anni d’oro. Non attori, no. Autori. Archivisti. Grafici. Storici. E soprattutto, innamorati cronici del più grande comico italiano di tutti i tempi.

Se Totò potesse navigare in rete, cliccherebbe su questo sito con l’eleganza di un re e direbbe: "Signori, a prescindere… questi sono i miei!”

🧭 OBIETTIVI PRESENTI E FUTURI DEL SITO

In un mondo in cui le biografie si fanno a colpi di copia-incolla da Wikipedia e i social network trasformano ogni comico in “influencer del giorno”, qualcuno ha deciso di remare controcorrente, impugnando la clava della serietà storica e la piuma d’oca della passione filologica. Chi? Gli irriducibili paladini del Principe della Risata, ovvero gli autori e curatori del sito tototruffa2002.it.

L’obiettivo, dichiarato e perseguito con la perseveranza di un notaio ottocentesco e l’amore di un collezionista di figurine Panini, è trasformare l’informazione su Totò in un monumento digitale, costruito non sulla sabbia dei ricordi vaghi, ma sulla roccia granitica delle fonti d’epoca.
La parola d’ordine è: certezza e affidabilità delle fonti, accuratezza della verità storica, documentazione, quella vera: articoli autentici, pubblicati all’epoca dei fatti, che restituiscano la cronaca viva, l’applauso sincero, la critica velenosa o entusiasta, insomma il Totò in presa diretta.

E qui non si parla di una robetta qualunque tipo “Totò nacque a Napoli, punto”. No. Qui si va dal 1900 in poi, con recensioni stampa, ritagli, periodici, riviste, pamphlet, forse persino biglietti del tram usati da Totò. Tutto classificato con l’ordine maniacale di un bibliotecario zen, e diviso per anno e per tipo di pubblicazione. In una parola: totòfilia filologica.

Ma non è tutto! C’è anche una sezione storico-biografica – e mica un sottotitolo a caso. È curata dall’instancabile Simone Riberto, cercatore d’oro nei meandri della memoria artistica italiana, che ha raccolto testimonianze dirette di chi Totò l’ha visto, toccato, ammirato o almeno servito al bar.
E con lui si spalancano le porte del tempo: dal café-chantant degli albori, passando per l’operetta, il varietà, fino alla rivista, con tanto di fotografie e documenti.

E proprio a proposito di musei, nell’attesa del “vero” Museo di Totò, che tarda ad arrivare come il tram a Napoli sotto la pioggia, abbiamo deciso di anticiparlo. E così ecco a voi il Museo Virtuale, dove ogni oggetto custodito nel mitico baule di scena (che ormai ha lo status di reliquia) è fotografato, catalogato, raccontato, esposto. Altro che NFT: qui si respira polvere di palcoscenico vera! L’obiettivo finale, quello che brilla come la luna nei sogni di un poeta, è trasmettere alle nuove generazioni non solo le battute di Totò, ma il suo spirito, il suo genio, la sua umanità. E far sì che anche chi oggi dice “Chi è Totò?” domani risponda: “Maestro, mi tolga il disturbo”.

📝 COMPITO DEL LETTORE

E qui, signore e signori, il sipario si apre sul pubblico. Sì, proprio su di te, che stai leggendo, guardando, copiando o – peggio – incollando.

Perché mentre molti siti sono tenuti in piedi da staff professionali, server cloud, fondi europei e improbabili fondazioni culturali, tototruffa2002.it è stato creato "fatto in casa", come le migliori conserve. Non ci sono webmaster con master, ma appassionati con masterizzazione di CD/DVD a ciclo continuo.

Il sito è frutto di:

  • migliaia di ore di lavoro, spesso notturne, tra un backup e un caffeuccio,
  • studio delle tecniche web, imparato con la resilienza di chi guarda tutorial su YouTube e "si arrampica" in HTML,
  • spese vive, sostenute con la carta di credito personale e non quella del ministero,
  • e soprattutto, una quantità spropositata di amore per Totò, che potrebbe alimentare un’intera centrale elettrica a energia sentimentale.

E allora, caro lettore — anzi, caro navigatore della commedia — se usi, citi, o solo respiri i contenuti del sito, ricordati di fare una cosa semplice ma sacra: menzionare la fonte.
Ovvero: “Fonte: tototruffa2002.it”.
Che non costa nulla, ma vale quanto l’autenticità di una pernacchia ben assestata in tempi di fuffa digitale.

In sintesi: questo non è solo un sito. È un atto d’amore, un archivio sentimentale, un monumento digitale al comico più profondo del Novecento. Chi lo visita non sfoglia una pagina web: entra in un teatro. E Totò, dietro il sipario, ringrazia.

Buona navigazione.

Daniele Palmesi