Quartetto Cetra
Il Quartetto Cetra, spesso indicato brevemente come I Cetra, è stato un gruppo vocale italiano attivo dal 1941 al 1990. La sua formazione più nota e longeva, attiva dal 1947 fino allo scioglimento, consisteva in Felice Chiusano (1922-1990), Giovanni "Tata" Giacobetti (1922-1988), Lucia Mannucci (1920-2012) e Virgilio Savona (1919-2009), marito della Mannucci.
Caratterizzato dalle notevoli capacità vocali dei suoi componenti, evidenti nelle armonizzazioni delle canzoni, e dai testi spesso umoristici e sempre di buon gusto, il gruppo è considerato anticipatore in Italia di mode e generi musicali, ad esempio il rock and roll: già nel 1956 i Cetra incisero una versione italiana di Rock Around the Clock di Bill Haley, L'orologio matto. Con programmi come Biblioteca di Studio Uno (con le celebri parodie letterarie e canzonettistiche) e Non cantare, spara, sono anche entrati nella storia della televisione italiana.
In ragione della loro vasta produzione musicale, dell'influenza sul panorama culturale italiano e anche della diversificazione degli interessi dei suoi componenti (Savona fu anche ricercatore etnomusicale e produsse canzoni popolari, di protesta e di denuncia sociale, spesso con la collaborazione della moglie Lucia Mannucci), sono stati stimati anche da artisti di epoche successive e la cui produzione è di genere completamente diverso dal loro, come Eros Ramazzotti[4], Angelo Branduardi, Francesco Guccini (che li paragona ai Beatles) e Fiorella Mannoia.
Storia
Gli inizi: dal "Quartetto Egie" al "Quartetto Cetra"
Nel 1940, a Roma, Enrico De Angelis, Giovanni Giacobetti detto "Tata", Iacopo Jacomelli e Enrico Gentile fondarono un quartetto vocale maschile, che prese il nome di Quartetto Egie, dalle quattro iniziali dei nomi dei componenti, sulla scia della tradizione americana dei barbershop quartet e dei Mills Brothers.
Il Quartetto Egie debuttò il 27 maggio 1940 al Teatro Valle di Roma, eseguendo la canzone Bambina dall'abito blu. Alcuni mesi dopo, nel 1941, Jacomelli lasciò il gruppo e fu rimpiazzato da Antonio Virgilio Savona, un pianista che già da qualche tempo curava gli arrangiamenti del gruppo; in seguito alla sostituzione il gruppo rimase momentaneamente senza nome e poi, nello stesso anno, fu scritturato dall'EIAR e assunse il nome definitivo di Quartetto Cetra. Il nome fu preso dallo strumento musicale, caratterizzato da quattro corde, proprio come i componenti del gruppo.
Il debutto negli anni quaranta
Il Quartetto Cetra debuttò nel 1941 alla radio nella rivista Riepilogando, dove, oltre a esibirsi "in proprio", accompagnava i cantanti più noti; questa era una pratica che svolgeva anche ogni sera nei principali caffè - concerto di Roma, tra cui il Camilloni di Piazza Esedra, dove si esibivano l'orchestra del maestro Antonio Guarnieri, che era il padre dell'attrice Anna Maria Guarnieri e del direttore d'orchestra Ferdinando Guarnieri, e la cantante fiumana Olga Stancich, doppiatrice di Marlene Dietrich.
Il Quartetto Cetra subentrò in sostituzione al Quartetto Vocale Maschile della Cetra, etichetta discografica torinese di proprietà dell'EIAR, l'azienda editrice della radio pubblica italiana.
Il primo disco a 78 giri pubblicato fu, il 7 novembre dello stesso anno, L'arca di Noè/Il visconte di Castelfombrone, con ancora Enrico Gentile nella formazione.
Nel 1942 il cantante dell'EIAR Felice Chiusano subentrò a Enrico Gentile, partito per il servizio militare; nello stesso anno il gruppo si trasferì a Torino, dove lavorarono con i maestri Carlo Prato e Pippo Barzizza e con il cantante Alberto Rabagliati, esibendosi al Teatro Carignano con l'orchestra del maestro Cinico Angelini[6].
Alla fine del 1942 Enrico De Angelis, Felice Chiusano e Virgilio Savona ricevettero a loro volta la chiamata per il servizio militare, ma continuarono occasionalmente a esibirsi.
L'8 settembre del 1943 ebbe luogo la prima esibizione di Lucia Mannucci, allora cantante solista in ascesa, insieme al Quartetto Cetra: eseguirono insieme la canzone Dove siete stata nella notte del 3 giugno?.
Sempre nello stesso anno, il 14 luglio, con un'insolita formazione nella quale De Angelis era sostituito dal noto sceneggiatore Agenore Incrocci, il gruppo partecipò allo spettacolo Ritmi e canzoni al Teatro Nuovo milanese, attirandosi le ire dei cronisti de Il Popolo d'Italia per l'apertura alla musica d'oltreoceano.
Nel 1945 il quartetto incise il brano Pietro Wughi il ciabattino, primo esempio di boogie-woogie italiano; nello stesso anno incisero due 78 giri con Natalino Otto, accompagnandolo come coristi insieme alla Mannucci, usando la denominazione i 5 Shoe Shine.
Nel dopoguerra, e precisamente nel 1947, dopo una breve e felice esperienza come gruppo strumentale composto da Gorni Kramer alla fisarmonica, William Righi al clarinetto e al sax, Franco Cerri alla chitarra, Savona al pianoforte, Giacobetti al contrabbasso e Chiusano alla batteria, Enrico De Angelis lasciò definitivamente il gruppo per ragioni personali e fu rimpiazzato dalla stessa Lucia Mannucci, prima fidanzata e poi moglie di Virgilio Savona; così il Quartetto Cetra raggiunse la sua formazione definitiva, che fu mantenuta per tutto il resto della lunghissima carriera artistica del gruppo.
Passati alla Decca, incisero altri 78 giri per poi ritornare, nel 1949, alla Cetra: due canzoni del periodo Decca, Shanghai Lil e Oggi ho visto un leon, vennero reincise per l'etichetta torinese con un nuovo arrangiamento, curato dal maestro Pippo Barzizza, diventando due tra le loro canzoni più note.
I successi degli anni cinquanta
Nel 1949 il Quartetto incise quella che divenne la sua canzone più nota, diventata negli anni un classico anche della musica per bambini: Nella vecchia fattoria, adattamento italiano della canzone popolare americana Old McDonald Had a Farm, conosciuta dai Cetra nella versione di Nat King Cole; rispetto all'originale, alzarono ogni strofa di un semitono rispetto alla precedente, vi aggiunsero un inciso e scrissero un nuovo testo in italiano (che non è una traduzione letterale dell'originale).
L'anno successivo ottennero nuovamente successo con Dimmi un po' Sinatra, scritta da Giacobetti su musica di Armando Trovajoli.
Parteciparono poi, per l'unica volta nella loro carriera, al Festival di Sanremo 1954 presentando le canzoni Arriva il direttore, Canzoni alla sbarra, Cirillino-Ci, Piripicchio e Piripicchia, Un diario ed Aveva un bavero, che riscosse il successo maggiore e si classificò al sesto posto nella graduatoria finale.
Sempre nel 1954 presentarono Troppi affari, cavaliere!, reincisa nel 2004 dalla Piccola Orchestra Avion Travel; due anni dopo portarono al successo una parodia del brano Musetto di Domenico Modugno.
Nel 1955 vinsero il Festival internazionale della canzone di Venezia, insieme con Carla Boni e il marito Gino Latilla[8], con la canzone Vecchia Europa.[9]
Altri successi del decennio furono Concertino e Passa la prima Milano-Sanremo (con musiche di Gorni Kramer), Un disco dei Platters e Che centrattacco! (scritte da Savona e Giacobetti).
Nel 1957 registrarono una versione italiana del famoso singolo Rock Around the Clock di Bill Haley, intitolata L'orologio matto, rivelandosi tra i primi in Italia a promuovere il rock and roll.
I successi degli anni sessanta
Dopo quasi vent'anni di incisioni per la Cetra, nel 1959 passarono a una casa discografica appena nata, la Dischi Ricordi, riproponendo oltre a nuovi brani, anche reincisioni di vecchi successi. I ricordi della sera, sigla di Studio Uno nel 1961, riportò il Quartetto in classifica; successivamente venne anche incisa da Mina. Nel 1961 parteciparono al Giugno della Canzone Napoletana. Nel 1962, passati alla Polydor, ottennero un buon riscontro con Ciabattino twist, interpretando un brano nello stile del ballo di moda di quell'anno, e l'anno successivo con Però mi vuole bene, pubblicato come lato B.
Nel 1964 Vieni vicino...dammi la mano, sigla di Biblioteca di Studio Uno, diventò uno dei loro brani più noti; sul lato B del 45 giri inserirono una loro versione di Sole, pizza e amore, canzone che Giacobetti e Savona avevano scritto per il Festival di Sanremo 1964 e che era stata presentata da Aurelio Fierro insieme alla cantante brasiliana Marina Moran.
Nello stesso anno parteciparono a Un disco per l'estate 1965 con Se fossi Giulio Verne, che però venne eliminata.
Successivamente passarono alla CBS, ed ebbero successo con Juanita Banana, cover dell'omonima canzone dei Peels incisa anche da Henri Salvador, Non cantare, spara e Cinderella Rockefella, cover dell'omonimo brano del duo israeliano Esther & Abi Ofarim.
Sempre per la stessa etichetta incisero nel 1967 Tre minuti, versione in italiano di The 59th Street Bridge Song (Feelin' Groovy) di Simon & Garfunkel.
I successi degli anni settanta
Nel 1971 condussero il programma Stasera sì, con la direzione musicale di Mario Bertolazzi, programma a cui è legato un episodio spiacevole di minacce al gruppo: nel corso della puntata del 7 novembre il Quartetto aveva presentato Angela, canzone dedicata ad Angela Davis, e il giorno dopo Felice Chiusano ricevette da uno sconosciuto un messaggio: "Dica al suo collega Savona di non fare il gradasso sul palcoscenico e di lasciar perdere la politica, di cantare Nella vecchia fattoria e di smetterla di sfruculiare con Angela Davis e tutto il resto... queste sono cose delicate, mi sono spiegato?". Chiusano raccontò l'episodio a Savona, che ne trasse ispirazione per comporre la canzone Sono cose delicate, incisa in proprio assieme ad altre canzoni di contenuto più "impegnato" che proprio in quegli anni andava realizzando parallelamente all'attività con il Quartetto (sua l'idea contestuale della collana discografica I Dischi dello Zodiaco). Nel 1974 per la Rai condussero Il mangianote, cantandone le rispettive sigle d'apertura e chiusura Il mangianote e Un brivido di musica.
Anche a causa di questo episodio, ridussero la collaborazione con la Rai e dopo il 1975 la interruppero passando alla TV Svizzera, per cui realizzarono i programmi Giochiamo ai quattro cantori (1976) e Ri...Giochiamo ai quattro cantori (1977), entrambi su testi di Dino Verde e con la regia di Mascia Cantoni: all'interno di queste trasmissioni i Cetra girarono 12 parodie di alcune opere liriche, riprendendo l'idea alla base di Biblioteca di Studio Uno.
In RAI condussero tra il 1978 e il 1979 due edizioni di Buonasera con....
I successi degli anni ottanta
Tra il 1979 e il 1984 lavorarono per Antenna 3 Lombardia, animando alcune parodie dei grandi classici della storia e della letteratura nell'ambito dei programmi Cetrarca e Il Bingoo.
Nel 1984, nel varietà televisivo Al Paradise, diretto da Antonello Falqui, presentarono una fantasia dei loro successi. Falqui decise, su progetto di Virgilio Savona, di dedicare al quartetto un intero spazio (chiamato "Cetra Graffiti") nella terza edizione del programma (1985). Nel loro spazio i Cetra ripercorrevano, con nuove e vecchie canzoni, la storia dello spettacolo italiano, dagli anni d'oro della radio ai successi del varietà televisivo, passando anche per la grande epoca del teatro musicale. Nella penultima puntata della trasmissione, riprendendo un vecchio progetto risalente ai tempi di Biblioteca di Studio Uno, i Cetra realizzarono una parodia dei Promessi sposi, a cui presero parte Al Bano e Romina Power, Gianni Agus e Minnie Minoprio.
Dopo le scomparse di Giacobetti (1988) e di Chiusano (1990), i due superstiti nel 1994 ripercorsero la storia del quartetto nel programma radiofonico Cetra Days, ogni sabato mattina su Radiodue per 13 puntate, dalle 11 alle 12[6].
Carriera da doppiatori
Nel 1948 il Quartetto Cetra partecipò nel doppiaggio dei cori del film Dumbo (è loro la canzone con cui i corvi sbeffeggiano l'elefantino sulle sue possibilità di volo e la canzone dei Rosa Elefanti). Per questo lavoro ricevettero una lettera autografa di congratulazioni da parte di Walt Disney. Altri film doppiati dal gruppo furono Musica maestro, Lo scrigno delle sette perle, Il mago di Oz. Da non dimenticare il doppiaggio nelle pubblicità (tra cui la Nestlè). Inoltre la loro voce fu usata per le sigle dei film Caccia al marito, Susanna tutta panna e Ferragosto in bikini.
Nel 1980, per la prima TV in RAI di S.P.Q.R. - Sembrano Proprio Quasi Romani/The Roman Holidays, serie Hanna-Barbera del 1972 (che riprendeva la formula della sit-com ambientata in un'altra epoca, tipo I Flinstones/Gli antenati) il Quartetto Cetra interpretò il breve testo in italiano, su base originale USA, con la partecipazione di Johnny Dorelli.
Carriera teatrale
Nel 1951 il Quartetto Cetra debuttò in teatro, nella rivista Gran baldoria di Garinei e Giovannini con Wanda Osiris e Alberto Sordi, in cui il Quartetto cantava Vecchia America (musica di Lelio Luttazzi).
L'anno seguente fu la volta di Gran Baraonda, sempre di Garinei e Giovannini su musiche di Gorni Kramer, in cui i quattro lanciarono due dei loro maggiori successi, In un palco della Scala e Un bacio a mezzanotte.
Seguirono numerose altre commedie musicali.
Carriera televisiva
Già nei primi anni quaranta il Quartetto partecipò ai primi esperimenti di "radiovisione" e con la nascita ufficiale della televisione italiana nel 1954 arrivò anche il debutto televisivo del Quartetto Cetra: lo spettacolo si chiamava In quattro si viaggia meglio, allestito da Daniele D'Anza.
Seguirono molti altri programmi in cui il quartetto fu protagonista, come Buone vacanze (in due stagioni, 1959 e 1960). In particolare, furono un grande successo le loro parodie, in Biblioteca di Studio Uno, regia di Antonello Falqui, di alcuni classici della letteratura, come Il conte di Montecristo o I tre moschettieri.
Nel maggio del 1968 la RAI mise in onda la miniserie TV in 7 puntate (ne erano previste 8, ma la sesta e la settima vennero accorpate) Non cantare, spara, commedia musicale per la televisione di Daniele D'Anza.
Partecipò inoltre a numerose edizioni della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello:
nel 1957 per la brillantina Tricofilina della Sappa;
nel 1961 per il vermut della Martini & Rossi;
dal 1961 al 1969 per il detergente per vetri Vetril e per la cera Solex della Salcim (solo voce);
nel 1962 e 1963 per i tessuti in Hélion Chatillon della Châtillon;
nel 1963 per i materassi a molle Permaflex (solo voce);
nel 1972 e 1973 per l'olio Liquigas della Esso;
dal 1968 al 1970, con Marco Tulli, Daniele Piombi e Anna Orso, per il talco Felce Azzurra della Paglieri.
Gli spettacoli dal vivo
La loro carriera futura fu anche influenzata dalla loro idea di organizzare, nel 1950 nel locale Orientale di Alassio, una serie di serate tematiche animate da loro stessi, nelle quali il pubblico doveva partecipare indossando uno specifico abbigliamento. Favorevolmente impressionato da questa iniziativa, l'impresario Remigio Paone li invitò sia a ripetere l'esperimento nel suo nuovo teatro milanese, sia a partecipare come protagonisti nello spettacolo del 1951 Gran Baldoria, che rappresentò il nuovo corso della rivista italiana.
Lo stile
Lo stile iniziale del quartetto fu quello delle elaborazioni vocali jazz e swing, ispirato ai Mills Brothers statunitensi. Successivamente il gruppo trovò la propria formula, che combinava canzone e spettacolo: brani orecchiabili dai testi allegri ma con arrangiamenti raffinati, interpretati in scenette divertenti. Questa formula conquistò pubblico, e il Quartetto Cetra diventò presto popolarissimo prima alla radio, poi in teatro e infine alla televisione.
Un grande pregio riconosciuto al Quartetto Cetra fu quello di saper combinare l'elevata professionalità con l'intrattenimento popolare.
Come avvenuto per Carosello, intere frasi delle loro canzoni entrarono nell'immaginario collettivo, divenendo veri e propri modi di dire: basti ricordare "il pericolo numero uno: la donna!".
L'anno seguente, oltre alle apparizioni cinematografiche con Renato Rascel e Paolo Stoppa, il riconoscimento del premio "Passerella d'oro", le esibizioni teatrali assieme ad Alberto Sordi e Wanda Osiris, il Quartetto fece capolino alla radio con la parodia della trasmissione Il convegno dei cinque e nel 1953 con Giringiro, un varietà improvvisato ogni sera presso la sede della tappa del Giro d'Italia ciclistico.
Le canzoni più famose
Nei suoi quarantasette anni di carriera artistica, il gruppo propose oltre un migliaio di canzoni, molte delle quali scritte dalla coppia Giacobetti-Savona. Alcune tra le più celebri sono: Aveva un bavero (Sanremo 1954), Il Visconte di Castelfombrone, Un disco dei Platters, Che centrattacco!!!, Nella vecchia fattoria, Pietro Wughi il ciabattino, Vecchia America (di Lelio Luttazzi), Un bacio a mezzanotte (musica di Gorni Kramer), I ricordi della sera.
Però mi vuole bene, brano garbatamente intriso di black humour, racconta con la voce della Mannucci di una donna perdutamente innamorata del marito, al punto da non rendersi conto che lui, nonostante continui ad abbracciarla e baciarla, tenta continuamente di eliminarla, sperando che cada nel laghetto del parco e lasciando aperto il gas in cucina con tutte le finestre chiuse, finché riesce nel suo intento facendola precipitare dalla Torre Eiffel mentre si trovavano a Parigi per il compleanno di lei. Il brano si chiude su un controcanto funebre: "Ma le voleva bene... bene da morir".
Il pericolo numero uno è una canzone-sketch in cui un gruppo di soldati viene istruito dal sergente (con la voce di Savona, qui con un esagerato accento siciliano) sui pericoli e soprattutto sul "pericolo numero uno: la donna!".
In un palco della Scala è un ricordo, su melodia lenta, del teatro alla Scala ai tempi della fine dell'ottocento, "nel gennaio del novantatré", con le musiche di Massenet e Bizet a scandire le serate operistiche di gala, frequentate da "signore in décolleté / discese da un romantico coupé". Gli anni passano, le stagioni operistiche si susseguono, e sessant'anni dopo, "nel gennaio del cinquantatré", le signore alla Scala scendono "da un moderno cabriolet" per ascoltare autori nuovi e innovatori, che si affiancano ai grandi classici.
Il cammello e il dromedario racconta dell'insistenza di un ricco dromedario verso un cammello perché questi, "essendo bisognevole", gli venda una delle sue gobbe in cambio di una fortuna; quest'ultimo rifiuta sempre e "così si riconferma che il cammello è bigobbuto / e il dromedario monogobba resterà". Il brano ha una melodia arabeggiante.
Concertino riproduce, con l'abilità vocale dei Cetra, una serie di strumenti (chitarra, mandolino, contrabbasso) impegnati in un romantico concertino "al chiar di luna sotto il balconcino".
La canzone Crapa Pelada è stata citata nel numero 18 di Rat-Man Collection intitolato L'allievo, e utilizzata nell'episodio finale della terza stagione di Breaking Bad, intitolato Full Measure - Niente mezze misure.
Vent'anni dopo, nel 2009, molti dei motivi lanciati dai Cetra sono stati ripresi dal gruppo di cabaret Oblivion.
Nel 2021, il brano Un bacio a mezzanotte è stato impiegato come traccia introduttiva del film Disney Pixar Luca, ambientato in Liguria e che presenta una colonna sonora contenente diversi celebri brani di musica leggera italiana.
Così la stampa dell'epoca
IL QUARTETTO CETRA. - Non so come si chiamino. Li distinguo dalle caratteristiche: quello con gli occhiali, quello più piccolo, eccetera. I nomi, trattandosi di un complesso, non interessano. Come non interesserebbero, forse, loro, presi uno per uno. Così, in quattro sono bravi. E divertentissimi. Non, tuttavia, nel loro abituale numero, di carattere radiofonico, chè, in fondo, a parte il perfetto accordo, nulla ha di originale, essendo palesemente ispirato ad altri complessi del genere. Che volete?, i rifacimenti fanno sempre l'effetto di minestre riscaldate. Non importa se si tratta di minestre ili pasta bianca... Vi chiederete, ora, dopo que-sto... chiarimento, in che cosa consista la bravura del Quartetto Cetra. a mio avviso. Mi spiego, e con un esempio. Tempo fa, in una fantasia musicale che si rappresentava al Puccini di Milano, c'erano anche i quattro della «Cetra».
Si esibivano nel loro consueto repertorio di canzoni a quattro voci, e fin qui nulla di particolarmente notevole. Ma la loro esibizione non si limitava a quei coretti: avevano in programma, i quattro, anche una scena mimica: la presentazione della Bohème, alla maniera dei film americani. Un piccolo capolavoro, un gioiellino di gusto e di umorismo. Avevo già visto, anni fa, qualche cosa del genere. ma posso rendermi garante, senza nulla voler togliere ai predecessori. che questa esecuzione del Quartetto Cetra era. per la freschezza delle trovate e per il ritmo martellante detrazione, infinitamente più accurata e spiritosa. I n vero fuoco d'artificio, un ilare scoppiettio di comicità di buona lega.
Mi augurai che la fertile iniziativa fosse seguita da altre di pari valore. Ma. nella seconda parte, li vidi raggrupparsi intorno al microfono, per far dono al pubblico di una trasposizione ritmica di quella celebra canzone alpina. che ha nome La Montanara. Una cosetta graziosa, piacevole ad ascoltarsi. come del resto tutte le canzoni del Quartetto Cetra.
[...] Totò s’è impancato a Roma e non si muove anche se, a quanto si dice, non riesce a far più gli incassi di poco tempo fa.[...]
Microfono, Palcoscenico minore - Varietà, «Film», n. 13, 22 aprile 1944
Li respinsero 15 volte accusandoli di essere stonati
Oggi il quartetto musicale Cetra, il primo complesso misto d'Europa, guadagna in mezz’ora 50 mila lira
Nel 1947 il quartetto Cetra, che per otto anni era stato composto di soli uomini, perdette uno dei suoi membri, Enrico De Angelis, e lo sostituì con una donna, Lucia Mannucci: nasceva in quel momento il primo complesso misto d'Europa. La sostituzione era, in certo senso, la conseguenza diretta di due matrimoni: De Angelis, infatti, essendosi ormai creata una famiglia, aveva deciso di piantare la vita del cantante vagabondo per chiudersi nella quiete delle pareti domestiche, e la Mannucci aveva potuto prenderne il posto proprio j perché era da un paio d’anni moglie di Virgilio Savona, il "tecnico" del quartetto. Oggi, il quartetto Cetra è al suo tredicesimo anno, un periodo lunghissimo per un complesso canoro, sottoposto non solo al mutevole gusto del pubblico, ma alle vicissitudini, alle difficoltà, ai litigi, alle ambizioni dei suoi membri. Questo quartetto, per la verità, sembra non sottostare alla sorte comune: la popolarità presso il pubblico — l’enorme pubblico della radio e della rivista — cresce di anno in anno, anziché diminuire, e l’armonia tra i suoi componenti non potrebbe essere migliore, nemmeno se si trattasse di tre fratelli e una sorella.
Milano. Una recente fotografia del quartetto Cetra allegramente riunito a tavola in casa Savona. I quattro cantanti che compongono l’ormai celebre quartetto hanno all'incirca la stessa età (tutti superano di poco la trentina). Ecco, da sinistra, Giovanni Giacobetti, Lucia Mannucci, Felice Chiusano e Virgilio Savona (marito della Mannucci) che tiene sulle ginocchia il figlio di sei anni. Lucia Mannucci è entrata a far parte del complesso nel 1947, quando il quartetto, che già da otto anni lavorava con successo, perdette uno dei snoi membri. Oggi, a tredici anni di vita, il quartetto Cetra vede crescere sempre di più la sua popolarità: le incisioni su dischi hanno raggiunto il ritmo di oltre una ventina all'anno.
PAGANINI DIVENTA RADAMES
I quattro cantanti hanno, più o meno, la stessa età (poco oltre la trentina) e provengono tutti da famiglie della media borghesia. Giovanni Giacobetti è nato a Roma, Virgilio Savona a Palermo (ma aveva, quindici giorni di vita quando i genitori lo portarono nella capitale), Felice Chiusano a Fondi, nel Lazio (ma anche lui ha trascorso a Roma quasi tutta la vita) e la Mannucci, la sola che non sia cresciuta ' nell’aria romana, è di Bologna: in compenso, come i suoi tre compagni di lavoro, Lucia fa il tifo per la "Roma”, e soffrì in silenzio l’anno scorso, quando la "Roma” navigava in Serie B, così come oggi guarda tutti dall’alto perché la "Roma”, risalita in A, è addirittura in testa alla classifica. Tutt’e quattro, infine, sono abbastanza diversi per andare d’accordo: Savona è calmo, preciso e distratto; Chiusano è pignolo e incontentabile; Giacobetti (che è l’unico scapolo, dopo il recente matrimonio di Chiusano) fa il poeta, l'enfant terrible del complesso, e la Mannucci è la più serena delle donne, tutta occupata a cantare o a scrivere poesie per bambini o a togliere il ciuffo dagli occhi di suo figlio o a badare che il marito, svagato com’è, non entri in scena con lo smoking e le scarpette di tela. Se il canto non li avesse fatti incontrare e non avesse impresso un corso tutto particolare al loro destino, oggi la Mannucci, figlia di un noto pediatra, sarebbe dottoressa o anche danzatrice classica (cominciò così la sua carriera sulla scena), Chiusano sarebbe laureato in agrimensura, Giacobetti si occuperebbe di scenografia e Savona, diplomato all’accademia musicale di Santa Cecilia, darebbe concerti o, più modestamente, lezioni di pianoforte.
«Per molti anni, fino al termine della guerra», dice Giacobetti, «noi siamo stati in Italia le quinte colonne dello straniero, i partigiani della musica americana». Già nel ’39, quando il quartetto cominciò ad e-sistere, i giovanotti che lo componevano, e che tra l’altro s’erano trovati insieme abitando nello stesso quartiere romano e frequentando lo stesso caffè, presero a modello gli americani, e in particolare i Mills Brothers, di cui Giacobetti possedeva una dozzina di dischi. Questi negri degli Stati Uniti avevano creato, per il loro complesso corale, una "tecnica" del tutto nuova. Invece di accordare le voci facendo, come si usa dire, il "controcanto”, essi seguivano la melodia, cioè il "motivo” della canzone, con variazioni di semitoni, in modo da dare l’impressione che, invece di voci, si trattasse di strumenti. (Ed oggi, infatti, il quartetto Cetra "arrangia” le sue voci con la stessa tecnica con cui un musicista "arrangerebbe”, poniamo, ima partitura per una sezione di quattro sassofoni). L’innovazione era piuttosto audace e nel ’39, quando si presentò per un’audizione alla radio, il quartetto venne respinto. «Dicevano che eravamo stonati», spiega Giacobetti. «E per di più ci guardavano con un certo spavento perché, in clima di quasi guerra, osavamo cantare musica americana». In un anno soltanto tornarono alla carica, presso la radio, almeno una quindicina di volte, sempre senza successo. Finalmente, al principio del ’41, si presentarono con un pezzo per metà creato da loro: era la canzone americana Mister Paganini che essi avevano adattato in italiano con il titolo La leggenda di Radames. I versi del ritornello erano abbastanza gustosi (Privo di quattrini - il prode Radames - se ne andò alla guerra - e ritornò - e riportò gloria e con la gloria i dindi - tanti dindi -molti dindi - ancora dindi...) e piacquero subito. Così, con Paganini diventato Radames, il quartetto, allora tutto maschile, come s’è detto, cominciò la sua vita.
«Dicevo», continua Giacobetti, «che noi siamo stati per alcuni anni i partigiani della musica americana. Erano anni difficili, anni di guerra con l’America: e, da partigiani, abbiamo passati i nostri guai». Nel ’44, durante la repubblica di Salò, il quartetto aveva scoperto che, per cantare musica americana, il sistema migliore era di tradurre in italiano il nome degli autori. Così, nei "numeri” dei loro spettacoli, essi presentavano Duke Ellington come un certo Del Duca e Carmichael, l’autore di Polvere di stelle, come De Micheli. Poiché le musiche, nonostante tutti i divieti, erano notissime, il mascheramento riusciva piuttosto grossolano e i repubblichini più intransigenti se ne stizzivano.
SOTTO LE BOCCHE DEI MITRA
Una sera, al teatro "Duse" di Bergamo, mentre il quartetto cantava in una scena di Una notte a Madera, salirono sul palcoscenico tre ragazzotti delle brigate nere con i mitra puntati. Nella sala vi fu un’ondata di scompiglio. Il più grosso dei tre, facendo addirittura il gesto di aprire il fuoco, urlò che era una vergogna, che bisognava finirla con quelle musiche esotiche, anzi nemiche. «Cantate la nostra musica, la musica più italiana di tutte!», gridò ancora e parve proprio che ormai stesse per premere il grilletto. Invece, improvvisamente, si quietò: «Su, avanti, cantate, cantate Giovinezza. Questa è la vera musica italiana». Cosi, sotto le bocche dei mitra, davanti alla platea che si era levata in piedi spaurita e che non sapeva come fare per non compromettersi troppo, in un senso o in un altro, i ragazzi del quartetto Cetra intonarono Giovinezza. Ma, detti i primi due o tre versi, cominciarono a disunirsi. Nessuno dei quattro conosceva bene le parole e ciascuno, sotto l’incubo di quelle armi puntate, si arrangiava come poteva, dicendo delle parole a casaccio o mugolando qualcosa.
Per fortuna alcuni soldati tedeschi salvarono la situazione. Salirono a loro volta dalla platea sul palcoscenico e, mettendo da parte bruscamente i tre repubblichini, dissero che lo spettacolo doveva continuare, senza mitra e senza Giovinezza. Tedeschi e repubblichini bisticciarono un po’ tra loro e il quartetto Cetra riprese il suo repertorio: in quelle sere presentava per la prima volta in Italia l’ultimo ritmo americano, il più americano di tutti, il boogie-woogie, nascosto sotto lo strano titolo di Pietro Vughi il ciabattino.
Alla fine della guerra la situazione finanziaria del quartetto Cetra era quasi disastrosa. In piena repubblica di Salò, Savona aveva sposato la Mannucci (si erano conosciuti nel ’40 alla scuola di canto della radio, dove la Mannucci era entrata su segnalazione di Rabagliati) e il quartetto, diventato quintetto con quel matrimonio, si era adattato a vivere in albergo, facendo cucina nelle camere, scambiando pasta olio salame zucchero gallette caffè con gli altri clienti, quasi tutti artisti, e accanendosi a far passare i pochi soldi da una tasca all’altra con interminabili partite a poker. Nel ’47 uno dei quattro, Enrico De Angelis, sposandosi, decise che non gli conveniva più fare quella vitaccia, pensò di cavar fuori da un vecchio cassettone il rotolo con la sua laurea in legge e mise su casa e studio legale. Per qualunque altro complesso vocale sarebbe stata una crisi irrimediabile. Ma i ragazzi del "Cetra” avevano una grande riserva, la Mannucci, che del resto si era già abituata a cantare accompagnata da loro. Sul principio fu difficile adattare una voce femminile in un coro maschile; poi, via via, le cose andarono sempre meglio. Oggi la Mannucci, che, come soprano, raggiunge le note più alte, canta solitamente la melodia, e i tre uomini la seguono con le loro variazioni: Savona e Chiusano con voce di tenore, e Giacobetti con quella di baritono.
ALLA TELEVISIONE INGLESE
L’anno scorso, per la prima volta, il quartetto Cetra comparve in imo spettacolo di rivista, in Gran baldoria, quest’anno figura in Baraonda, dove canta Palco della Scala e Volo di notte, due canzoni di Kramer già diventate popolari. Pochi, per la verità, avrebbero dato credito al quartetto Cetra per gli spettacoli di rivista: si credeva, e con apparente motivo, che un quartetto di voci dovesse esibirsi solo alla radio, non potesse dare uno spettacolo "visivo”. Invece non era cosi, e la prima smentita il quartetto la diede tre anni fa, alla televisione inglese. Era la prima volta che un complesso italiano trasmetteva da Londra per televisione e il successo fu molto al di sopra del previsto. I quattro del "Cetra” non cantavano soltanto, ma, con quella ragazza in mezzo a tre uomini, facevano quadro, creavano un ambiente, e lo ravvivavano con gesti, smorfie e scenette. «Adesso, poi», spiegano, «facciamo ancora di più, quando siamo in scena, facciamo proprio di tutto. Riusciamo perfino a ballare. Di questo passo, un giorno daremo spettacolo sul trapezio e con i salti mortali».
Ormai i quattro del "Cetra" sono lanciati sulla strada della popolarità. Alcuni loro dischi (ne incidono una ventina all’anno) hanno stabilito dei veri primati di vendita; l’ultima canzone, Vecchia America, ha addirittura travolto anche la più forte concorrenza straniera; per la nuova stagione i quattro cantanti sono inoltre impegnati alla radio in una serie di trasmissioni di mezz’ora ciascuna, con canzonette e brevissimi sketches; nella rivista Baraonda, infine, "fanno” due quadri, a 50 mila lire per sera. Ora l’ambizione più forte è di andare al "Lido" di Parigi e, al più presto, negli Stati Uniti, a New York, nel regno della musica moderna che ispirò il quartetto fin dal suo inizio, tredici anni fa. «Mio padre», dice Savona, «voleva che studiassi solo musica classica, Bach, Mozart, Beethoven e così via. Le prime volte, per non farmi andare con i miei amici a cantare, mi nascondeva le scarpe. Adesso è diventato il nostro primo sostenitore, fanatico come un tifoso. Dice sempre che Bach, Mozart e Beethoven sono quelli che sono, e nessuno li discute, ma che, dopo tutto, anche La leggenda di Radames o Il visconte di Castelfombrone o Il palco della Scala sono musica, e musica niente male».
Vittorio Buttafava, «Oggi», anno VIII, n.44, 20 ottobre 1952
Formazione
Tra parentesi il periodo di attività nel gruppo:
Enrico De Angelis – voce (1941-1947)
Lucia Mannucci – voce (1947-1990)
Virgilio Savona – voce, pianoforte, autore delle musiche (1941-1990)
Tata Giacobetti – voce, contrabbasso, autore dei testi (1941-1988)
Felice Chiusano – voce, batteria, percussioni (1942-1990)
Teatro e Varietà
Aria nuova, Compagnia Grandi Riviste di Totò, 1943
Filmografia
Maracatumba... ma non è una rumba, regia di Edmondo Lozzi (1949)
Il microfono è vostro, regia di Giuseppe Bennati (1952)
Tempi nostri - Zibaldone n. 2, regia di Alessandro Blasetti (1954)
Café Chantant, regia di Camillo Mastrocinque (1954)
L'incanto della foresta, regia di Alberto Ancillotto (1957)
Ferragosto in bikini, regia di Marino Girolami (1960)
La ragazza sotto il lenzuolo, regia di Marino Girolami (1961)
Programmi radiofonici Eiar
Evviva la pioggia, fantasia musicale di Ruggero Maccari, con Lucia Mannucci, il Quartetto Cetra, Tina Allori, Lucio Ardenzi, Rina Franchetti, Wanda Tettoni, regia di Nunzio Filogamo, trasmessa il 25 aprile 1942
Programmi radiofonici Rai
Il quartetto Cetra canta per voi, programma trasmesso il 25 febbraio 1946
Appuntamento con il Quartetto Cetra, con la partecipazione del complesso di Libero Tosoni, trasmesso il 13 dicembre 1948.
La vedette della settimana, il Quartetto Cetra, trasmessa dal 27 novembre al 2 dicembre 1949
Quartetto Cetra, programma con l'orchestra di Virgilio Savona dalla terrazza dell'Odeon di Milano in onda il 4 ottobre 1950.
L'allegro convegno dei quattro, Nuove avventure del Quartetto Cetra, varietà radiofonico settimanale gennaio 1953
Stella stellina, Natale si avvicina, rivista di Romano e Bernardino Zapponi, con il Quartetto Cetra, regia di Riccardo Mantoni, 10 dicembre 1953.
Stella, stellina, Capodanno s'avvicina, rivista di Ricci, Romano e Zapponi, con il Quartetto Cetra, regia di Riccardo Mantoni, trasmessa il 31 dicembre 1953-
Sei canzoni in cerca di successo, presentate dal Quartetto Cetra, trasmessa il 31 gennaio 1954
Quattro vecchi amici, programma con il Quartetto Cetra, trasmesso il 31 gennaio 1955.
Il piccolissimom teatro del Quartetto Cetra, varietà radiofonico, trasmesso il 13 luglio 1955
Il novissimo Cetra, varietà di Amurri, Faele e Zapponi, presentato dal Quartetto Cetra, trasmesso il 25 ottobre 1956.
Musica signori?, programma musicale di Tata Giacobetti, con il Quartetto Cetra 1962
Sette piccole streghe, programma musicale con il Quartetto Cetra, trasmesso agosto 1963
ULTERORI DETTAGLI su partecipazioni televisive, discografia dettagliata
Riferimenti e bibliografie:
- Gianfranco Baldazzi, Quartetto Cetra, in Gino Castaldo (a cura di), Il dizionario della canzone italiana, vol. 1, Roma, Curcio, 1990, p. 355, ISBN 88-9750-877-4.
- Virgilio Savona, Gli indimenticabili Cetra, Sperling & Kupfer Editori, 1992
- Maurizio Ternavasio, Il Quartetto Cetra ovvero piccola storia dello spettacolo leggero italiano, Edizioni Lindau, 2002
- Enrico de Angelis e Sergio Secondiano Sacchi (a cura di), Seguendo Virgilio. Virgilio Savona, dal Quartetto Cetra alla canzone per l'infanzia, editrice Zona, 2005
- Pierluigi Siciliani, La canzone jazzata, edizioni Zona, 2007,
- Enrico De Angelis e Carlo Savona, Quartetto Cetra. Antologia di canzone, sketch e parodie, Fandango/RAItrade, 2008
- Franco Settimo e Michele Neri, Quartetto Cetra. Opera Omnia. La discografia completa dal primissimo 78 giri del 1941 al cd del 2007, pubblicato in Musica leggera, n° 1, Novembre 2008
- (EN) Matteo Ceschi, Singing What We Were to Know What We Are: The Quartetto Cetra and National History in Italian TV Entertainment, Londra, Conference Paper, 2009.
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- Microfono, Palcoscenico minore - Varietà, «Film», n. 13, 22 aprile 1944«Film», n. 13, 22 aprile 1944
- Vittorio Buttafava, «Oggi», anno VIII, n.44, 20 ottobre 1952