Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1939
Totò
«Il Solco fascista», del 21 febbraio 1939
La rivista al Mediolanum - Ha iniziato ieri sera le sue rappresentazioni al « Mediolanum » la Compagnia di fantasie comiche diretta da Totò, con la nuova rivista L'ultimo Tarzan di A. De Curtis, che si giova di musiche originali di Armando Fragna. Una bionda americana scopre nella foresta il famoso Tarzan, impersonato da Totò. Lo porta con sé nel mondo civile, e quel che succede si immagina: Tarzan, dopo varie e più o meno grottesche vicende, finisce in un circo equestre, sposa una delle sorelle siamesi, rotola alla fine nientemeno che all'inferno. Intorno a questa trama è un vivace succedersi di scene, di balletti, di quadri. Il pubblico ha vivamente applaudito il comicissimo Totò e tutta la Compagnia. Stasera lo spettacolo si replica.
«Corriere della Sera», 28 febbraio 1939
Come abbiamo ieri annunciato, questa sera inizia al Chiarella un breve corso di recite, a spettacolo teatrale completo, la Compagnia del divertente comico Totò [...] che si presenta con una nuova rivista dello stesso Totò: Tra moglie e marito... la suocera e il dito!... composta di diciassette quadri in due tempi.
«La Stampa», 21 marzo 1939
MEDIOLANUM — Oggi, con due repliche della rivista Fra moqlie e marito, la suocera... e il dito di De Curtls, si congeda la compagnia di Riviste Totò. Il teatro rimarrà chiuso domani e martedì. Mercoledì sera inizierà le rappresentazioni la Compagnia Macario con la nuova rivista : Trenta donne e un cameriere.
«Corriere della Sera», 26 marzo 1939
«La Stampa», 26 marzo 1939
Ieri sera ha iniziato al Chiarella un breve corso di recite, la Compagnia di Totò che si è presentata con la nuova rivista Tra moglie e marito... la suocera e il dito!... di cui è autore lo stesso Totò. Il lavoro, assai gaio, è infarcito di scenette gustose che soprattutto servono a Totò per dare sfogo a quella ormai sua arcinota comicità che sempre suscita ilarità più viva. Il numeroso pubblico si è molto divertito ed ha calorosamente applaudito il simpatico comico, unitamente a tutti i suoi compagni [...] Anche la farsa: La camera affitata a tre, pure di Totò, che ha concluso lo spettacolo, ha ottenuto successo. Da stasera le repliche.
«La Stampa», 28 marzo 1939
Una nuova rivista di Totò è stata presentata ieri al Chiarella dalla Compagnia dell'esilarante comico. Tarzan, re della foresta viene catturato da una comitiva di cacciatori, o, meglio ancora, da una giovane graziosa cacciatrice americana, ed è condotto tra gente civile. Quel che avviene in seguito è facile immaginare se si pensa che Tarzan è Totò e che i vari quadri umoristici danno ampio campo alla sua caratteristica comicità per manifestarsi avvalorata dalla sua irrequeita mimica. La rivista è allestita decorosamente e piacevoli risultano anche i quadri coreografici. Il numeroso pubblico si è molto divertito: le risate sono scrosciate frequenti tra continui applausi. Totò è stato assai festeggiato come attore e come autore e, con lui, tutti i suoi bravi compagni. La spassosa rivista si replicherà fino a domani sera.
«La Stampa», 1 aprile 1939
«La Stampa», 13 aprile 1939
Achille Campanile è l'autore, Carlo L. Bragaglia è il regista, Totò e Luisa Ferida sono gli interpreti del più burlesco, paradossale, sconcertante, divertentissimo film della stagione: "Animali pazzi"». E' un ritmo indiavolato di trovate comiche, è una valanga di risate, che scuoterà allegramente anche i più scettici della risata. La parata dell'allegria inizia da oggi al Cinema Corso.
«Corriere della Sera», 16 aprile 1939
[...] Campanile, dando libero corso alla fantasia, ha intessuto una girondola di umoristiche trovate che potevano raggiungere un effetto se produzione, interpretazione e regia le avessero concretate sempre con quello stile veloce. funambolo e grottesco che l’azione richiedeva. Tutte le scene del principio con l’incontro dei due Totò, la prima metà dell’episodio in cui Totò monta il cavallo pazzo, possono più o meno servire come esempi di quello stile ; la descrizione della clinica zoofila, il trattamento terapeutico di Totò, o l’episodio del sicario, possono servire come esempi del contrario. Totò prodiga tutte le risorse della sua acidula e marionettistica buffoneria, però con questo secondo saggio, mi pare ch’egli abbia confermato i limiti delle sue possibilità cinematografiche. Luisa Ferida è per il suo temperamento poco a posto in una parte paradossale; cosi Lillia Dale. Musichetta scorrevole.
Filippo Sacchi, «Corriere della Sera», 18 aprile 1939
Al CAPRANICA ieri sera ha debuttato applauditissima la compagnia Totò con la nuova rivista L'ultimo Tarzan, con le musiche del Maestro Fragna. Clely Fiamma, Olivia Fried, la cantante Paoli e gli altri tutti sono stati assai festeggiati.
«Il Messaggero», 10 maggio 1939
«Il Messaggero», 15 maggio 1939
«Il Messaggero», 20 maggio 1939
«Il Messaggero», 26 maggio 1939
L'esperimento di portar di peso sullo schermo gli attori di teatro ha dato innegabilmente buoni frutti, e non è qui il caso di discuterlo. Si potrebbe, se mai, rimproverare ai registi la passività con cui essi si adattano all'esperimento stesso rinunciando in anticipo a render cinematografica l'interpretazione dei "divi" teatrali e lasciando il campo aperto alla più assoluta teatralità. Di questa passività Animali pazzi è un esempio; ma aggravato dal fatto che Totò non è un Gandusio o un Tofano e non è - ci perdonino i suoi molti ammiratori - nemmeno un artista nel vero senso della parola: è semplicemente un macchiettista bravo e capace fin che si vuole, limitatissimo nelle sue trovate e espressioni. Le conosciamo tutte a mente, ci possono magari divertire se ci vengono ammannite tra uno spettacolo e l'altro, in quel quarto d'ora nel quale, dopo l'attenzione cui ci ha costretti il film, si riposa volentieri la mente nelle quattro scempiaggini del varietà; ma un ora e mezzo di Totò, francamente è troppo! E danneggia lo stesso Totò, che sullo schermo non si trova assolutamente al suo posto. Il film è stato fischiato»
Vice, «Il Tevere», Roma, 21-22 agosto 1939
Qualche anno fa, coi suoi giuochi di palcoscenico, il comico Totò aveva suscitato l’interesse di buon numero di artisti e letterati, e al Teatro Principe andavano a sentirlo (oltre al suo vero pubblico, quello della periferia) i raffinati e gli intenditori. Il genere di comicità del nobile Antonio de Curtis (così, se non erriamo, si chiama il nostro eroe) si basava, e si basa tuttora, su una mimica quasi acrobatica, su battute sciocche e più ancora sulla facilità di intendersi col pubblico ai danni di ogni cosa. [...] Animali pazzi riconferma la sua impossibilità di essere attore, di far vivere cioè un personaggio senza cadere nell’abuso di quella sicurezza offensiva, quel narcisismo, quel continuo ammiccare al pubblico che risultano le sue sole capacità.
Ennio Flaiano 26 agosto 1939
[...] Gli autori non hanno avuto rimorsi e parsimonie sul dar mano ad un patrimonio stilistico trafugato dalle migliori casseforti. Ma come il denaro rubato viene di solito speso senza criterio né effettivi vantaggi, così le varie maniere di Charlot, di Ridolini, dei Marx, di Clair e magari del più remoto Cretinetti, alle quali si è chiesto aiuto e sostegno per questi "Animali pazzi" finiscono con l’essere adottate a sproposito e messe al servizio della comodità più illecita e sfacciata purché utile a mandare avanti una vicenda che voleva apparire comica e satirica ad ogni costo. Sicché di veramente comiche, nel film, non rimangono che le illusioni dei loro autori, pur tanto fiduciose nelle estetiche più intelligenti. Quasi che Achille Campanile e C.L. Bragaglia, tanto per citare i nomi degli autori, non ci avessero dato sempre, nella letteratura o nel cinema, prove assai ordinarie, melanconiche quando non addirittura sbagliate, ci recammo a vedere il film con una improvvisa speranza (...). Senza contare che il funambolismo di Totò, che sullo schermo si prodigava senza risparmio, con l’infaticabile cocciutaggine degli attori del varietà, sembrava pigliarsi gioco della nostra debolezza. Questo Charlot per i poveri voleva farci fare una pessima figura.
Gino Visentini, «Cinema», IV, 76, Roma, 25 agosto 1939, p. 141
«Il Solco Fascista», 9 dicembre 1939
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Tempo, 15 giugno 1939 - Il Varietà
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