Sordi Alberto

Alberto Sordi


Biografia

(Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore cinematografico, regista sceneggiatore, conduttore televisivo, compositore, cantante, e doppiatore italiano.

Importante interprete della storia del cinema italiano, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni fu uno dei "mostri" della commedia all'italiana, nonché, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, rappresentante della romanità. Si è cimentato anche in ruoli drammatici dove ha dato prova della sua versatilità di attore. Ha recitato in circa 160 film. Quarto figlio di Pietro Sordi (Valmontone, 1879 – Roma, 1941), professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa, dell'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, e di Maria Righetti (Sgurgola, 1889 – Roma, 1952), insegnante elementare, nacque in via S. Cosimato, 7 (la casa scomparve nel 1930 per fare spazio alla costruzione del Palazzo delle Sacre Congregazioni Romane) nel rione popolare di Trastevere, lo stesso di Claudio Villa e di tantissimi altri artisti del primo dopoguerra; successivamente trascorse in parte i suoi primi anni nella cittadina di Valmontone. Già nelle scuole elementari iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette per un pubblico di suoi coetanei, oltre a cantare come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi. Cresciuto, studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica, come basso, per un certo periodo della sua giovinezza. Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per conto della casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all'Accademia dei Filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all'Istituto di Avviamento Commerciale (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre).


Sordi raccontò in una puntata del Maurizio Costanzo Show che un giorno, durante la frequenza dell'Accademia, l'insegnante di dizione lo chiama in disparte e gli dice: «Lei dice guèra, ma si dice guèrra». Lui risponde: «Me se strigne 'a gola a di' guèrra». Verrà espulso, proprio a causa della sua dizione di influsso dialettale. Con lo scoppiare della Seconda guerra mondiale, Sordi indosserà l'uniforme del Regio Esercito, prestando servizio presso la banda musicale presidiaria dell'81º Reggimento fanteria "Torino", accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese. Una volta entrato nel mondo della celluloide, non trascurò le sue origini musicali: nel 1956, realizzò una commedia che narrava le turbolente vicende di uno studente di canto, molto viziato, presuntuoso e mantenuto dall'esasperato suocero (Aldo Fabrizi), che aspira a calcare le scene della lirica. Il film s'intitola Mi permette babbo! ed è diretto da Mario Bonnard; vi compaiono anche cantanti lirici che, all'epoca, erano delle autentiche celebrità, tra cui il poderoso basso senese Giulio Neri. Nel 1957 Sordi si iscrisse alla SIAE come suonatore di mandolino, strumento che conosceva bene dato che durante la seconda guerra mondiale aveva fatto parte della banda dell'esercito. Ottenne la qualifica di "Compositore melodista". Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno 2000 il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli cedette per un giorno lo "scettro" di quella città di cui è stato il figlio prediletto, e di cui aveva canzonato salacemente vizi e false virtù. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui. Dopo questa serata apparirà ancora nel luglio del 2002 nel programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo e poi, per l'ultima volta, in un filmato girato nel suo studio che verrà proiettato solo per il pubblico del Teatro Ambra Jovinelli di Roma dove, nel dicembre 2002, verrà organizzata una serata in suo onore.


Colpito da tumore ai polmoni due anni prima, afflitto durante l'intera stagione invernale da forme di polmonite e bronchite, Alberto Sordi muore nella notte del 24 febbraio 2003 all'età di 82 anni, nella sua casa di Via Druso, già via della Ferratella, posta all'interno del parco archeologico delle Terme di Caracalla e fatta costruire nel 1933 da Alessandro Chiavolini, per molti anni segretario particolare di Benito Mussolini. La salma, sottoposta a imbalsamazione, viene traslata nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni riceve l'omaggio ininterrotto di una folla immensa; il 27 febbraio si svolgono i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano davanti a circa 500.000 persone. Sordi riposa oggi nella sua tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano. L'epitaffio sulla lapide recita: Sor Marchese, è l'ora, battuta ripresa da uno dei suoi film più famosi e riusciti, Il marchese del Grillo. Estremamente riservato, non si è mai sposato (l'unica relazione sentimentale conosciuta dell'attore è quella avuta con Andreina Pagnani, più grande di lui, durata nove anni) giustificando tale scelta con la nota argomentazione «Che mi metto un'estranea in casa?». Ha vissuto sempre a Roma, sino al 1930 nella natia via san Cosimato 7 e poi, dopo la demolizione per il costruendo palazzo delle Sacre Congregazioni, nella vicina via Venezia, dunque oltrepassando Ponte Sisto e la sua Trastevere, in un appartamento di Via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, nella villa di Via Druso, insieme alle sorelle Savina (deceduta nel 1972) e Aurelia (Roma, 1917 – Roma, 2014) e con il fratello Giuseppe (Roma, 1915 – Livorno, 1990), suo amministratore, e con la segretaria Annunziata che oggi sovrintende al suo archivio personale.


Ho lavorato una sola volta con Totò, nel 1951. Il film era "Totò e i Re di Roma" e il mio personaggio, una partecipazione, somigliava a quello di "Mammma mia che impressione!": un maestro di scuola che bocciava Totò alla licenza elementare. Non l'ho molto frequentato, però ci incontrammo dopo, quando io giravo "Un americano a Roma"; lui espresse il desiderio di conoscermi, di stare insieme, e mi invitò a cena nella sua casa ai Parioli. Mi chiese subito di dargli del tu, anche se io gli confessai la mia emozione nel trovarmi di fronte all'esempio vivente del comico tradizionale, colui che, al solo apparire, in teatro o sullo schermo, conquistava il pubblico prima ancora di dire "Buonasera". E infatti certi suoi film venivano snobbati dai critici perché non c'era niente da commentare, c'era soltanto da esaltare la sua immagine che, da sola, bastava a far ridere. Un attore talmente eccezionale e irripetibile che forse ci vorranno cento anni perché ne nasca un altro. Certo, la mia carriera è stata molto diversa da quella di Totò. Io non facevo ridere di colpo, dovevo studiare per far emergere quell'ironia che avevo dentro e che rispecchiava la realtà del momento, sulla scia del neorealismo; dovevo creare situazioni, storie, personaggi. A lui tutto questo non serviva, ma era molto interessato a capire come si evolveva il cinema, sentiva che stava nascendo un genere in cui, al contrario del passato, il comico non poteva essere solo "presenza" fisica.
Non mi sorprende affatto, quindi, che tra le carte di Totò sia stato ritrovato un foglio di appunti, diviso in due colonne: da una parte c'è scritto "Totò" e dall'altra "Sordi", e sotto alcuni titoli di film suoi e miei con accanto i relativi incassi. Non credo che Totò prendesse questi appunti per raffrontarsi con me, considerandomi magari un antagonista. Credo che volesse confrontare il genere dei film suoi con quelli miei, proprio per studiare quell'evoluzione di tendenza del pubblico cui accennavo prima. E credo avesse capito che la nascita della commedia all'italiana faceva emergere altri tipi di personaggi che ugualmente potevano far ridere la gente, anche se lui dominava ancora il cinema comico. Insomma, Totò era il massimo allo stato puro, all'altezza di Charlot e di Buster Keaton. Oggi si riconosce che lo si può capire dovunque mentre noi abbiamo parlato una lingua sconosciuta oltre confine, pur rappresentando, comunque, qualcosa di artisticamente diverso.
Se un giorno si affaccerà alla ribalta un altro personaggio come Totò, sarà solo per un miracolo della natura, sarà un'immagine che muoverà istintivamente il riso della gente, una vis comica che si baserà, come Totò, sull'istinto e l'improvvisazione, non avrà bisogno di testi e tanto meno di registi. Anzi farà, come Totò, la felicità di registi e produttori che non avranno bisogno di scervellarsi troppo: tanto il film, o lo spettacolo che sia, glielo salverà comunque questo nuovo Totò. Ammesso e non concesso, ripeto, che ne nasca un altro.


Soffia, so'...

Finita la guerra dovetti ricominciare tutto daccapo, perché nessuno mi conosceva al di fuori del ristrettissimo gruppo di persone che mi aveva visto negli Za-Bum sotto l’occupazione. E qui io dovrei parlare di Mattoli, che nella Za-Bum mi ci aveva preso perché lo aveva colpito quella battuta — “Lei ci ha un buco nel guanto, che si vede un dito di fuori” — e a cui io devo moltissimo, anche se molte volte mi umiliava, diceva che esageravo, che sbracavo. Con Mattoli abbiamo tutti un forte debito di riconoscenza, anche se, oggettivamente, simpatico non era: era grasso, frustrato, aveva in antipatia quelli belli, ben portanti, era un passionale. Però non si voleva mettere mai troppo in vista, era un professionista che sapeva lavorare velocemente e in generale sapeva far lavorare gli altri bene, nonostante la sua cattiveria.Alberto Sordi gh3

Dopo la Za-Bum facemmo al Quattro Fontane E luì dice... In tanti: la Villi, Rosi che faceva il boys, Salce, tantissimi vecchi e nuovi. Io facevo uno sketch famoso, dove dicevo una frase sola. Giravo in gonnella come una donna, ma senza trucco, e quando mi domandavano perché o mi ridevano appresso io dicevo questa frase soltanto: “Pensa a te e alla famiglia tua!” Ormai eravamo liberi, ognuno poteva fare quello che gli pareva! Poi facemmo Imputati alziamoci di Galdieri, a Roma, mentre Totò lo portava in provincia con un’altra combinazione di attori. E quindi arrivarono Garinei e Giovannini e mi presero con loro, ma erano già due organizzatori, erano del mestiere.

A Milano, Soffia, so’..., pur avendo avuto un grandissimo successo a Roma, fu un disastro perché i milanesi non avevano ancora voglia di ridere, impegnati come erano ad inseguire i fascisti nascosti per poi attaccarli per i piedi ai distributori di benzina. Enrico Viarisio ed io facevamo uno sketch vestiti da balilla. Era ovviamente uno sketch satirico contro il fascismo ma a quell’epoca non ci si poteva vestire da balilla nemmeno per scherzo, nemmeno per prendere in giro il fascismo. Una sera partirono da Sesto San Giovanni squadre punitive di operai che devastarono il teatro, senza neppure vedere lo sketch. Fummo costretti a sospendere lo spettacolo e questo mi provocò il primo dissapore con Mattoli perché gli dissi: “Se il pubblico non vuole sentir parlare di fascismo, ed ha le sue buone ragioni, lasciamola stare questa satira politica. Facciamolo ridere in un’altra maniera, con la comicità pura, con numeri divertenti anche senza contenuti politici”. Mattoli si arrabbiò molto, mi accusò addirittura di essere un sobillatore, un rivoluzionario tanto è vero che poco dopo doveva fare al cinema Ritorna Za-Bum, che era un po’ il riassunto di tutti gli Za-Bum che avevano visto soltanto i pochi spettatori di Roma, ed io, il protagonista di tutte le edizioni teatrali, non fui chiamato.

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(...) Si ruppe cosi una collaborazione proficua con un uomo intelligente, di grande talento, che ha dato allo spettacolo italiano molto meno di quello che avrebbe potuto dare, se non fosse stato tradito dalla sua indolenza e dal suo scetticismo Mattoli, infatti, era un uomo senza alcun impegno, né ideologico né politico, che derideva tutti con molto senso ironico Forse è stato per certi versi il migliore umorista di quegli anni, e certamente un grande confezionatore di spettacoli. Verso l’uomo io non avevo alcuna simpatia, anche perché lui non me la dimostrava affatto. I nostri rapporti erano molto distaccati. Lui mi chiamava sempre ai suoi spettacoli perché sapeva che io funzionavo bene e gli risolvevo molte situazioni però personalmente lo disturbavo, perché ero un giovane esuberante che rideva e scherzava mentre lui amava contornarsi di persone depresse. Mattoli era soprattutto un uomo che sprecava il suo talento: sceglieva i migliori e li lasciava fare. Se avesse voluto sarebbe stato veramente un grosso autore, invece tirava sempre via, gli andava tutto bene.

Alberto Sordi


Si esibisce Sordi

Feci nel 1942 una rivista di Galdieri intitolata Tutto l’oro del mondo e poi presentai uno spettacolo di Fanfulla al Galleria. Fanfulla aveva una grossa compagnia di rivista e in più ogni settimana c’era la partecipazione di un nome dello spettacolo che faceva un atto unico se era un attore di prosa o una canzone se era un cantante. Una volta venne la Magnani, un’altra Fabrizi, e tanti altri. Io presentavo questo spettacolo. Quando non sapevo più cosa inventare per divertire il pubblico, gli facevo fare la ginnastica. Una sera gli presentai Federico Fellini e Giulietta Masina che, appena sposati, erano in viaggio di nozze.

Rivista 44 1941 Roma L

Li feci salire sul palcoscenico e dissi: “Questo è un amico mio, ha delle ambizioni, un giorno farà qualcosa anche se non so cosa voglia in effetti fare, si è appena unito in matrimonio, io sono povero e non posso fargli un regalo: Signore e Signori regaliamogli assieme un bell’applauso che sarà il primo della sua carriera!” E il pubblico si pelò le mani a furia di batterle. Insomma, il teatro all’epoca era un po’ una grande famiglia, tutto era fatto alla buona, il pubblico si lasciava coinvolgere, forse era la fifa che dava un grande senso di fratellanza.

Ho preferito fare il teatro di rivista e non ho mai voluto tentare la prosa perché non mi sono mai voluto rimettere alle didascalie degli autori, cioè io avevo istintivamente uno spirito di esibizionista, è da che ero piccolo che volevo esibirmi. E allora professionalmente ho tentato di farlo con i miei mezzi, con quello che sentivo di poter fare. Questo segna anche i limiti delle mie possibilità. Ma siccome sentivo determinate cose che non venivano concepite da certi autori, anche quando ero uno degli ultimi elementi di una compagnia di rivista e seguivo il comico per studiarlo e imparare, preferivo proporre tutto quello che mi veniva in mente e che rientrava nelle mie capacità. Cosi mi dicevo che se il pubblico mi avesse accettato per me era fatta, perché non avrei dovuto dipendere da qualcun altro per farmi scrivere o proporre un personaggio o una situazione.

Sentivo di saper interpretare certe cose che non faceva nessuno. Ad esempio cominciai con delle imitazioni per reazione al perfezionismo. Cioè, c’erano degli imitatori che facevano alla perfezione tutto, tanto che sembrava vero: che so, la sega, il bambino che piange, gli animali, insomma tutto. Io invece per reazione, non potendo e non volendo essere un perfezionista, il che oltretutto avrebbe richiesto un lavoro di applicazione, studio, prova e riprova, volevo restare un istintivo, uno che sapeva rappresentare certe cose che avrebbero potuto saper fare tutti. Alla base dei miei principi c’era il fatto che volevo somigliare alla gente. I primi tempi, però, ogni volta che proponevo le cose secondo questo mio criterio, il pubblico rimaneva gelato, non capiva quello che stavo facendo e cosa caspita volessi.

Comunque ottenevo ugualmente il mio successo, nel senso che sempre si parlava di questo ragazzo matto che chissà che diamine voleva. Ma era sempre un successo aleatorio che durava una sera o due e poi, cambiando piazza, dovevo ricominciare tutto da capo.

L’invenzione della voce di Ollio non fu una invenzione mia. La faccenda andò cosi. La Metro di Roma ricevette la copia del film Muraglie doppiata dagli italiani di America in cui tutti gli attori che vi comparivano, persino i generici, erano doppiati con questo accento un po' americano e facevano molto ridere. Allora, per evidenziare anche maggiormente solo i due comici, pensarono di serbare quella cadenza solo per loro e di infilare in bocca agli altri un italiano perfetto. E cosi bandirono un concorso per trovare le voci giuste per Stanlio e Ollio. Io mi presentai, assieme a una calca di altri aspiranti. Studiavo canto. Ascoltai in cuffia la cadenza americana del grasso, la ripresi e mi fu affidato. Stanlio da principio
fu doppiato da un certo Canale che poi si diede alla politica e divenne segretario di De Gasperi. A lui, in un secondo tempo, subentrò Zambuto, che era figlio d’arte.

Dopo il doppiaggio di Oliver Hardy, la mia voce divenne molto popolare. Cosi, dato che volevo fare teatro, chiesi a quei sindacati che si incaricavano di fare ingaggiare gli attori di mandarmi in una tournée per l’Italia come voce di Ollio e mi montai un repertorio di barzellette. Per un pezzo feci questi numeri che duravano una sera o due nei vari avanspettacoli. Mi annunciavo da solo. L’avanspettacolo era composto da elementi diversi tutti ingaggiati per un numero tot di giorni: c’era invariabilmente un giocoliere, un cantante, un comico con la spalla, un fantasista e questo gruppo di gente non aveva nulla a che vedere con una compagnia vera e propria. Il lavoro era pesante. Si facevano tre, quattro spettacoli al giorno.

In quel periodo accadde il fatto di via Rasella. Certo l'atmosfera era pesante, però eravamo diventati tutti terribilmente fatalisti. Credo di avere fatto allora gli spettacoli più belli che in Italia si siano fatti, quelli della Za-Bum di Mattoli. Ebbi un successo enorme, però si trattava di un successo solamente romano, dato che ero divenuto popolare tra i frequentatori del teatro che, prima del coprifuoco, venivano a farsi quattro risate.

A quell’epoca gli spettacoli cominciavano alle due e mezzo e finivano alle cinque affinché la gente avesse il tempo di rincasare. Il mio pezzo forte era l’imitazione di Nazzari. Ricordo che con Benti, Rosi, Mazzarella, Salce, Panelli, andavamo a fare i “coprifuochi” dopo lo spettacolo. Ossia, molte famiglie di nobili romani o di industrialotti tipo Alberti organizzavano dei coprifuochi, invitavano degli amici e naturalmente i giovani attori di teatro che nelle ore in cui tutti dovevano rimanere rintappati in casa potevano divertirli con battute e macchiette. In queste case si passava tutta la nottata, con delle belle soddisfazioni in campo femminile, ammucchiate, bevute', cose turche. In-somma, Roma, anche in quel periodo, in certi ambienti bagordava bene, con gran magnate e serate allegre.

Alberto Sordi


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Filmografia

Attore

Cinema

Scipione l'africano, regia di Carmine Gallone (1937)
Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937)
La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
La notte delle beffe, regia di Carlo Campogalliani (1939)
Cuori nella tormenta, regia di Carlo Campogalliani (1940)
Il bravo di Venezia, regia di Carlo Campogalliani (1941)
Le signorine della villa accanto, regia di Gian Paolo Rosmino (1942)
Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
I tre aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
La signorina, regia di László Kish (1942)
Casanova farebbe così!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
Sant'Elena, piccola isola, regia di Renato Simoni e Umberto Scarpelli (1943)
Tre ragazze cercano marito, regia di Duilio Coletti (1944)
Circo equestre Za-bum (episodio Galop finale al circo), regia di Mario Mattoli (1944)
Chi l'ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
L'innocente Casimiro, regia di Carlo Campogalliani (1945)
Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
Il vento m'ha cantato una canzone, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
Il Passatore, regia di Duilio Coletti (1947)
Sotto il sole di Roma, regia di Renato Castellani (1948)
Che tempi!, regia di Giorgio Bianchi (1948)
Cameriera bella presenza offresi..., regia di Giorgio Pàstina (1951)
Mamma mia, che impressione!, regia di Roberto Savarese (1951) (anche produzione, soggetto e sceneggiatura)
Lo sceicco bianco, regia di Federico Fellini (1952)
Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1951)
Giovinezza, regia di Giorgio Pàstina (1952)
È arrivato l'accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)
L'incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953)
I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953)
Canzoni, canzoni, canzoni (episodio Io cerco la Titina), regia di Domenico Paolella (1953) (riedito nel 1962, con sequenze aggiunte, col titolo Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani)
Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953)
Un giorno in pretura, regia di Steno (1953) (anche sceneggiatura)
Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattoli (1954)
Amori di mezzo secolo (episodio Dopoguerra 1920), regia di Mario Chiari (1954)
Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
Gran varietà (episodio Fregoli), regia di Domenico Paolella (1954)
Tempi nostri - Zibaldone n. 2 (episodio Scusi, ma...), regia di Alessandro Blasetti (1954) (episodio mancante nella versione originaria del film, ritrovato e proiettato nel 2004)
Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
Accadde al commissariato, regia di Giorgio Simonelli (1954)
Una parigina a Roma, regia di Erich Kobler (1954)
Un americano a Roma, regia di Steno (1954) (anche soggetto e sceneggiatura)
Tripoli, bel suol d'amore (conosciuto anche come I quattro bersaglieri), regia di Ferruccio Cerio (1954)
Lo scocciatore (Via Padova 46), regia di Giorgio Bianchi (1954)
Il seduttore, regia di Franco Rossi (1954)
L'arte di arrangiarsi, regia di Luigi Zampa (1954)
Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
Buonanotte... avvocato!, regia di Giorgio Bianchi (1955) (anche sceneggiatura)
La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
Accadde al penitenziario, regia di Giorgio Bianchi (1955)
Bravissimo, regia di Luigi Filippo D'Amico (1955)
I pappagalli, regia di Bruno Paolinelli (1955)
Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
Piccola posta, regia di Steno (1955)
Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
Faccia da mascalzone, regia di Raffaele Andreassi (1956)
Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
Mi permette, babbo!, regia di Mario Bonnard (1956)
Arrivano i dollari!, regia di Mario Costa (1957)
Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957) (anche sceneggiatura)
Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957)
Il marito, regia di Nanni Loy e Gianni Puccini (1958) (anche soggetto e sceneggiatura)
Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958) (anche sceneggiatura)
La vedova elettrica (Le septième ciel), regia di Raymond Bernard (1958)
Fortunella, regia di Eduardo De Filippo (1958)
Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958) (anche sceneggiatura)
Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
Racconti d'estate, regia di Gianni Franciolini (1958) (anche soggetto e sceneggiatura)
Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
Il giovane leone (Oh, que Mambo!), regia di John Berry (1959)
Vacanze d'inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1959)
La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
Brevi amori a Palma di Majorca, regia di Giorgio Bianchi (1959)
Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
I due nemici, regia di Guy Hamilton (1961)
Una vita difficile, regia di Dino Risi (1961)
Il commissario, regia di Luigi Comencini (1962)
Mafioso, regia di Alberto Lattuada (1962)
Il diavolo, regia di Gian Luigi Polidoro (1963)
Il boom, regia di Vittorio De Sica (1963)
Il maestro di Vigevano, regia di Elio Petri (1963)
La mia signora, regia di Tinto Brass, Luigi Comencini e Mauro Bolognini (1964)
Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
Risate all'italiana, registi vari (1964)
I tre volti (episodio Latin lover), regia di Franco Indovina (1965) (anche sceneggiatura)
Quei temerari sulle macchine volanti (Those magnificent men in their flying machines, or: how I flew from London to Paris in 25 hours and 11 minutes), regia di Ken Annakin (1965)
I complessi (episodio Guglielmo il dentone), regia di Luigi Filippo D'Amico (1965) (anche soggetto e sceneggiatura)
Thrilling (episodio L'autostrada del sole), regia di Carlo Lizzani (1965)
Made in Italy (2º episodio del 5º capitolo, La famiglia), regia di Nanni Loy (1965)
I nostri mariti (episodio Il marito di Roberta), regia di Luigi Filippo D'Amico (1966)
Le fate (episodio Fata Marta), regia di Antonio Pietrangeli (1966)
Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
Le streghe (episodio Senso civico), regia di Mauro Bolognini (1967)
Un italiano in America, regia di Alberto Sordi (1967)
Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (1968) (anche sceneggiatura)
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969) (anche soggetto e sceneggiatura)
Contestazione generale (episodio Il prete), regia di Luigi Zampa (1970)
Le coppie (episodi La camera, regia di Alberto Sordi, e Il leone, regia di Vittorio De Sica) (1970)
Il presidente del Borgorosso Football Club, regia di Luigi Filippo D'Amico (1970) (anche soggetto e sceneggiatura)
Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola (1972)
Anastasia mio fratello, regia di Steno (1973) (anche sceneggiatura)
Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
Finché c'è guerra c'è speranza, regia di Alberto Sordi (1974)
Di che segno sei? (episodio Il fuoco), regia di Sergio Corbucci (1975) (anche soggetto e sceneggiatura)
Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, regia di Mario Morra (1976)
Il comune senso del pudore (primo episodio), regia di Alberto Sordi (1976)
Quelle strane occasioni (episodio L'ascensore), regia di Luigi Comencini (1976)
Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
I nuovi mostri (episodi Pronto Soccorso, Come una regina e L'elogio funebre), regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977)
Il testimone (Le témoin), regia di Jean-Pierre Mocky (1978) (anche sceneggiatura)
Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti), regia di Alberto Sordi (1978)
L'ingorgo, regia di Luigi Comencini (1979)
Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979) (anche sceneggiatura)
Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981) (anche sceneggiatura)
Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
In viaggio con papà, regia di Alberto Sordi (1982)
Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983)
Tutti dentro, regia di Alberto Sordi (1984)
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
Sono un fenomeno paranormale, regia di Sergio Corbucci (1985) (anche sceneggiatura)
Troppo forte, regia di Carlo Verdone (1986) (anche sceneggiatura)
Un tassinaro a New York, regia di Alberto Sordi (1987)
Una botta di vita, regia di Enrico Oldoini (1988) (anche sceneggiatura)
L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990) (anche sceneggiatura)
In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
Vacanze di Natale '91, regia di Enrico Oldoini (1991) (anche soggetto e sceneggiatura)
Assolto per aver commesso il fatto, regia di Alberto Sordi (1992)
Nestore, l'ultima corsa, regia di Alberto Sordi (1994)
Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995)
Incontri proibiti, regia di Alberto Sordi (1998; nel 2002 è stata proposta una versione, con nuovo montaggio, dal titolo Sposami papà)

Televisione

Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) - long version in 4 puntate
I promessi sposi, regia di Salvatore Nocita (1989)
Film o documentari dove appare Alberto Sordi
Tentazioni proibite, regia di Osvaldo Civirani (1963)
Inghilterra nuda, regia di Vittorio De Sisti (1974)
E il Casanova di Fellini?, regia di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
Siamo tutti napoletani, regia di Giorgio Simonelli, Eduardo De Filippo, Carlo Ludovico Bragaglia, Esodo Pratelli, Gennaro Righelli (2008)
Mina - Gli anni Rai, regia di AA. VV. (2008)
Vittorio D., regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2009)
Alberto il grande, regia di Carlo Verdone e Luca Verdone (2013)
Che strano chiamarsi Federico, regia di Ettore Scola (2013)
Prima di essere Albertone, regia di Massimo Ferrari, autori Gaia Capurso e Massimo Ferrari * contributo di Maria Antonietta Schiavina

Cortometraggi

I bersaglieri, regia di Corrado Prisco (1983)
La vita comincia a..., regia di Ettore Scola (1983)

Regista

Fumo di Londra (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966)
Un italiano in America (1967)
Amore mio aiutami (1969)
Le coppie (episodio La camera) (1970)
Polvere di stelle (1973)
Finché c'è guerra c'è speranza (1974)
Il comune senso del pudore (1976)
Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti) (1978)
Storia di un italiano - film TV, quattro edizioni (prima e seconda nel 1979, terza nel 1981 e quarta nel 1986)
Io e Caterina (1980)
Io so che tu sai che io so (1982)
In viaggio con papà (1982)
Il tassinaro (1983)
Tutti dentro (1984)
Un tassinaro a New York (1987)
Assolto per aver commesso il fatto (1992)
Nestore, l'ultima corsa (1994)
Incontri proibiti (1998) - riedito nel 2002 col titolo Sposami papà


Riconoscimenti

Premi cinematografici

Mostra del cinema di Venezia

1959: Premio speciale: "Per la sua interpretazione" - La grande guerra
1995: Leone d'oro alla carriera
2001: Premio Pietro Bianchi

Festival di Berlino

1963: Orso d'Oro - Il diavolo (assieme a Gian Luigi Polidoro)
1972: Orso d'Argento per il miglior attore - Detenuto in attesa di giudizio

Festival cinematografico internazionale di Mosca

1983: Nomination Gran Premio - Io so che tu sai che io so
1983: Premio speciale: "For the contribution to the cinema" - Io so che tu sai che io so

Premio Golden Globe

1963: Nomination miglior attore in un film commedia o musicale - I due nemici
1964: miglior attore in un film commedia o musicale - Il diavolo
1966: Nomination miglior attore in un film commedia o musicale - Quei temerari sulle macchine volanti

Premio BAFTA

1962: Nomination miglior attore straniero - I due nemici

Chicago International Film Festival

1982: Nomination Gold Hugo - Io so che tu sai che io so
Festival Internazionale del Cinema di Acapulco

1963: miglior attore - Mafioso
1963: miglior attore - Il diavolo

Premio Vittorio De Sica

1979: Premio attore Cinema Italiano
2001: Premio attore Cinema Italiano

Art Film Festival

1996: Premio attore

Taormina film fest

1990: Cariddi alla Carriera
2001: Diamond Awards

Giffoni Film Festival

1994: François Truffaut Award

Premio Flaiano

1992: Premio alla carriera

Gran Premio Internazionale dello Spettacolo

1994: Premio alla Carriera

David di Donatello

1960: miglior attore protagonista - La grande guerra
1961: miglior attore protagonista - Tutti a casa
1966: miglior attore protagonista - Fumo di Londra
1969: miglior attore protagonista - Il medico della mutua
1972: miglior attore protagonista - Detenuto in attesa di giudizio
1973: miglior attore protagonista - Lo scopone scientifico
1977: miglior attore protagonista - Un borghese piccolo piccolo
1981: Medaglia d'Oro del Comune di Roma
1982: Nomination miglior attore protagonista - Il marchese del Grillo
1984: Targa speciale
1990: David speciale alla carriera
1999: David alla carriera

Nastri d'argento

1954: miglior attore non protagonista - I vitelloni
1956: miglior attore protagonista - Lo scapolo
1959: Nomination miglior attore protagonista - Il marito
1960: miglior attore protagonista - La grande guerra
1961: Nomination miglior attore protagonista - Tutti a casa
1962: Nomination miglior attore protagonista - Una vita difficile
1963: Nomination miglior attore protagonista - Mafioso
1968: Nomination miglior attore protagonista - Un italiano in America
1970: Nomination miglior attore non protagonista - Nell'anno del Signore
1972: Nomination miglior attore protagonista - Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
1977: miglior attore protagonista - Un borghese piccolo piccolo
1981: Nomination miglior attore protagonista - Io e Caterina
1984: Nomination miglior attore protagonista - Il tassinaro
1995: Nastro d'argento alla carriera
2003: Nastro d'argento speciale (postumo)

Globo d'oro

1960: Premio speciale della Giuria - Tutti a casa
1969: miglior attore - Il medico della mutua
1981: miglior attore - Io e Caterina
1982: miglior attore - Il marchese del Grillo
2000: Premio alla carriera

Grolla d'oro

1958: miglior attore - Il marito e Ladro lui, ladra lei
1961: miglior attore - Tutti a casa
1966: Premio speciale - Fumo di Londra
1977: miglior attore - Un borghese piccolo piccolo
1989: Premio alla carriera
1995: miglior attore - Romanzo di un giovane povero

Una vita per il cinema

1959: Medaglia d'oro
1969: Vittoria alata
1970: Vittoria di Samotracia
1971: Vittoria di Samotracia
1977: Vittoria di Samotracia
1986: Vittoria di Samotracia
1991: Vittoria di Samotracia

Leggio d'oro

1995: Menzione speciale


Riferimenti e bibliografie:

  • Sito ufficiale, su albertosordi.it
  • Alberto Sordi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011
  • (EN) Alberto Sordi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc
  • (EN) Alberto Sordi, su Find a Grave
  • Alberto Sordi, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi
  • (EN) Alberto Sordi, su Discogs, Zink Media
  • (EN) Alberto Sordi, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation
  • (EN) Alberto Sordi, su genius.com
  • Alberto Sordi, su CineDataBase, Rivista del cinematografo
  • Alberto Sordi, su MYmovies.it, Mo-Net Srl
  • Alberto Sordi, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net
  • (EN) Alberto Sordi, su Internet Movie Database, IMDb.com
  • (EN) Alberto Sordi, su AllMovie, All Media Network
  • (DE, EN) Alberto Sordi, su filmportal.de
  • Sito ufficiale della Fondazione Alberto Sordi, su fondazionealbertosordi.it.
  • Alberto Sordi doppiatore, su sites.google.com.
  • Addio Alberto Sordi, su La Repubblica, 25 febbraio 2003.

  • Alberto Sordi in "L'avventurosa storia del cinema italiano", Franca Faldini e Goffredo Fofi, Cineteca di Bologna, 2011
  • "Follie del Varietà" (Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somarè), Feltrinelli, Milano, 1980
  • «L'Europeo», anno VI, n.13, 16 marzo 1950
  • Gian Domenico Giagni, «Epoca», anno II, n.21, 3 marzo 1951
  • Lorenzo Bedeschi, «L'Azione», 10 dicembre 1954
  • Maria Maffei, «Noi donne», anno XVIII, n.17, 27 aprile 1963
  • Paolo Cavallina, «Tempo», anno XXXIII, n.13, 27 marzo 1971