Spila Otello
Assistente operatore, operatore, direttore di fotografia
Sono nato il 4 gennaio 1925. Ho lavorato nel cinema per 56 anni: prima da assistente operatore, per 15 anni, poi da operatore alla macchina, quindi da direttore di fotografia. Attorno al 1978-1980 circa, sono stato il primo ad usare la Stedicam. Feci “Toto’ lascia o raddoppia?” come operatore alla macchina. Il direttore di fotografia era alle sue prime esperienze nel lungometraggio, dato che proveniva dal mondo dei documentari. Infatti, io, che avevo più esperienza di lui, e gli insegnavo delle cose. Questo film lo feci tutto, dall’inizio alla fine. Totò aveva una controfigura. Le scene all’ippodromo furono filmate in esterni durante autentiche corse dei cavalli, mentre i primi piani con Totò e gli altri, le giravamo a Cinecittà, e poi furono montate. All’epoca si girava molto in interni.
Ricordo le liti, perché Totò girava dalle 14 alle 20 o 21, poi lui usciva e restava alzato fino alle due o tre di notte. Noi invece andavamo a letto prima, perché alle 8 eravamo già sul set. Uomo di cuore, ad inizio lavorazione, faceva regali a tutti. Dava una mancia consistente anche al portiere di Cinecittà, il quale gli apriva oltre che il cancello di Cinecittà, anche la portiera della automobile. Già all’epoca non vedeva bene, perché per lui, a terra, anziché i soliti segni fatti col gesso, mettevano in teatro di posa delle ventose, in modo che potesse sentirli al tatto dei piedi. In seguito, ho lavorato per anni alla Titanus, e lo incontrai per altri film, ma mai completi, dato che io subentravo a metà lavorazione per sostituire colleghi pluri-impegnati. Lui aveva o il camerino in teatro di posa, oppure si preparava in una roulotte. Nel corso degli anni sessanta ho lavorato per la Rai, a rubriche tipo “Cinelandia”, occasioni durante le quali ho filmato due o tre interviste televisive, fatte a Totò, sicuramente due volte a casa sua, ai Parioli.
Otello Spila
Ricordo le liti, perché Totò girava dalle 14 alle 20 o 21, poi lui usciva e restava alzato fino alle due o tre di notte. Noi invece andavamo a letto prima, perché alle 8 eravamo già sul set. Uomo di cuore, ad inizio lavorazione, faceva regali a tutti. Dava una mancia consistente anche al portiere di Cinecittà, il quale gli apriva oltre che il cancello di Cinecittà, anche la portiera della automobile. Già all’epoca non vedeva bene, perché per lui, a terra, anziché i soliti segni fatti col gesso, mettevano in teatro di posa delle ventose, in modo che potesse sentirli al tatto dei piedi. In seguito, ho lavorato per anni alla Titanus, e lo incontrai per altri film, ma mai completi, dato che io subentravo a metà lavorazione per sostituire colleghi pluri-impegnati. Lui aveva o il camerino in teatro di posa, oppure si preparava in una roulotte. Nel corso degli anni sessanta ho lavorato per la Rai, a rubriche tipo “Cinelandia”, occasioni durante le quali ho filmato due o tre interviste televisive, fatte a Totò, sicuramente due volte a casa sua, ai Parioli.
Otello Spila
Riferimenti e bibliografie:
- Intervista rilasciata a Simone Riberto, alias Tenente Colombo, 2 dicembre 1999