I mostri sono tra noi

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Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi sono i protagonisti dei “Mostri”, un nuovo film a episodi, divertente e amaro, che mette alla berlina i personaggi della vita contemporanea con le loro manie e le loro debolezze

Roma, agosto

Nel linguaggio corrente la parola mostro ha cambiato significato. Non evoca più le immagini di Frankenstein o del dottor Jeckyll, non incute più terrore, non viene, come un tempo, adoperata nelle cronache per indicare il maniaco che ha trucidato la famiglia o la saponificatrice rea di aver messo a bollire membra ed ossa umane. No, oggi i mostri sono tra noi, vivono al nostro fianco, viaggiano con noi, li vediamo per strada, al cinema, sui giornali, senza inorridire. Anzi, spesso li ammiriamo, battiamo le mani per applaudirli, arriviamo persino ad invidiare il loro successo. Essi sono il prodotto della nostra epoca, un nuovo tipo umano assediato dai fotografi e dai cine e tele-operatori, bersagliato dai giornalisti, atteso negli stadi, nei salotti, in via Veneto, in via Montenapoleone; a Parigi, a Londra, a Nuova York.

Il regista che fa costruire dal suo produttore una torre di lancio del costo di ottanta milioni della quale non usufruirà per una sola scena del suo film di due miliardi di lire, è un mostro. Lo è il ministro che per vent’anni riesce a stare in carica, superando crisi e capovolgimenti di "correnti”. E’ mostro il pugile che, alla prima ripresa, manda l’ avversario al tappeto; lo scrittore che in un anno vince tre premi letterari; il chirurgo che opera sul cuore e sul cervello mentre gli obbiettivi delle macchine da ripresa trasmettono i suoi gesti lenti e sicuri, misurati al millesimo di millimetro. E' un mostro il bellissimo play-boy che fa cadere ai suoi piedi famosissime attrici, il cantante che prende un milione a sera, il centroavanti che, dopo aver seminato i terzini e "dribblato” il portiere, entra in rete con il pallone. Commentando le gesta degli eroi dei nostri giorni, applaudendo dagli spalti dello stadio o dalle poltrone del teatro, la gente grida o sussurra al loro indirizzo: c E’ un mostro!». «La mostruosità è nella normalità», osserva il regista Dino Risi che, facendo cambiare volto per trenta volte nello stesso film a Vittorio Gassman e ad Ugo Tognazzi, ha messo insieme una rassegna cinematografica dei mostri contemporanei.

1963 08 17 Tempo Vittorio Gassman Ugo Tognazzi A2 f1Il testimone”, uno degli episodi del film. Vittorio Gassman nella parte di un principe del foro dall'eloquenza sconvolgente mentre tiene la sua arringa davanti alla Corte, gli è accanto Tognazzi, il testimone: presentatosi volontario in tribunale per servire la legge finisce in prigione per colpa dell'avvocato.

«Sono tipi rappresentativi, non casi limiti», aggiunge l’autore de "Il sorpasso”, di "Poveri ma belli”, de "La marcia su Roma”.

«Non è neppure polemico, almeno in apparenza. Lo è però nella sostanza anche se non c’è il dito puntato contro il costume, l’ambiente o i personaggi che vi sono rappresentati. Tuttavia il marcio affiora ugualmente, anche se il racconto procede, come nel Sorpasso, a ritmo comico ed accelerato. Si ride, si ride moltissimo, ma il divertimento è velato da una sorta di diffusa amarezza. I mostri è nato — continua Risi — dal mio progetto di girare un film a mezzo tra l’inchiesta e il racconto cinematografico tradizionale. Poi lessi un soggetto che Age e Scarpelli avevano preparato per Alberto Sordi e mi piacque l’idea di questi personaggi che, pur vivendo nella normalità, sanno fare più degli altri, hanno una maggiore fortuna, più coraggio, più astuzia, quelli che insomma vengono definiti mostri. Del soggetto originale sono rimasti però soltanto dieci episodi; gli altri dieci che completano i venti "sketch” del film li ho inventati via via, mentre giravo».

Tognazzi e Gassman, che furono insieme nella "Marcia su Roma” diretto da Risi, sono di nuovo a fianco, anzi l’uno contro l’altro, in quattro episodi. Nel "Testimone”, ad esempio, Vittorio interpreta il ruolo di un avvocato abile e maneggione mentre Tognazzi, con un naso allungato ed ingrossato che gli cambia completamente la fisionomia, è il testimone volontario. Il racconto è ricco di trovate. Il testimone presentatosi in Tribunale spontaneamente per servire la Giustizia, viene travolto dal principe del Foro. Questi, dopo avergli scoperto una serie di mancanze nella vita privata lo manda in prigione.

1963 08 17 Tempo Vittorio Gassman Ugo Tognazzi A2 f2A sinistra Ugo Tognazzi nell'uniforme di vigile urbano della capitale. ”I Mostri” è diretto dal regista Dino Risi: gli episodi del film sono venti. L'unica interprete femminile è Michèle Mercier, moglie dell’attore cremonese nell’episodio "La televisione’’. A destra Gassman nel panni di un grande chirurgo che riattacca braccia e gambe accompagnando la sua opera con enfatici discorsi agli assistenti e agli infermieri. In un episodio l’attore fa la parte di una signora intellettuale.

Nei "Pugili”, Gassman diventa invece la vittima. Vittorio è l'ex-campione, proprietario di un ristorante che ha messo su con le ricche borse dei trionfi; Ugo, vecchio pugile sempre sfortunato, è ridotto alla miseria, ed un giorno convince il suo grande amico a ritornare sul ring. Egli spera di ricavare dall’incontro guadagni favolosi ma l’ex-campione al primo round è ridotto a pezzi. Il mostro ha perduto così il ristorante, che aveva venduto per organizzare il match, e la tranquillità raggiunta a prezzo di gravi sacrifici.

Nasi finti e parrucche

Gassman interpreta se stesso nel ruolo del grande ed affermato attore di prosa. Il maestro è nel camerino, pronto ad entrare in scena per l'otello, quando lo raggiunge un attore sfortunato alla ricerca di una raccomandazione per un impresario. Il maestro propina al disgraziato la storia della sua carriera e delle sue esperienze, poi, nel raccomandarlo a chi potrebbe scritturarlo, lo riduce a pezzi, definendolo uno stupido seccatore, un cane assolutamente negato per il teatro.

Nel ruolo di una potente signora regina dei salotti letterari che fa vincere un importante premio ad un aitante scrittore pugliese, Vittorio Gassman indossa un abito da mezza sera scollato fino alla schiena, sfoggia appariscenti gioielli, tre lunghi fili di perle e ha in testa una parrucca di capelli neri e corti. E’ l’unico mostro apparentemente femminile che appaia nella rassegna di Dino Risi. Non che non ci siano tra le donne mostri come li intende il regista. Tutt’altro. Ma — a suo avviso — la serie sarebbe risultata inesauribile.

1963 08 17 Tempo Vittorio Gassman Ugo Tognazzi A2 f3Un altro episodio del film. Il soldato Tognazzi è arrivato nella capitale per identificare il cadavere della sorella, una ragazza-squillo che ha fatto fortuna a Roma. Il soldato piange commosso, ma si consolerà presto e finirà col vendere le memorie della sorella a un giornale. Il viso di Tognazzi è rimasto al naturale solo in un episodio: quello del padre che cerca di far capire la realtà al figlio.

La galleria dei personaggi creata da Gassman in questo film, è completata da altri gigioni scelti nelle professioni più disparate. Egli si impegna in una lunga e sdolcinata conversazione nei panni di un frate che parla alla Televisione o gesticola con enfasi e retorica con bisturi alla mano, impersonando il grande chirurgo che riattacca arti con l’abilità del meccanico intento a montare un carburatore ad un macchina.

Anche per Tognazzi sono occorsi labbra di gomma, nasi finti e parrucche per farlo invecchiare o ringiovanire, imbruttire o diventare più bello, a seconda delle esigenze del copione. Per la parte del pugile fallito, il truccare Otello Sisi gli ha dovuto "fabbricare” due o tre cicatrici sul volto ed ingrossargli il naso. Degli occhiali spessi, da miope, un po’ di borotalco alle tempie e un paio di baffetti neri sono invece bastati per mutarlo in un onorevole assediato da un generale in possesso di un memoriale che farà saltare il governo. Il deputato ha promesso di leggere alla Camera le clamorose rivelazioni ma, al momento opportuno, sfugge in tutti i modi, presenzia alla corsa in bicicletta di bersaglieri veterani, inaugura un circolo parrocchiale, partecipa ad altre manifestazioni finché termina il dibattito in Parlamento. Ormai può lasciarsi raggiungere dal generale. L’occasione per far scoppiare la bomba è sfumata.

Tognazzi ha potuto evitare il trucco soltanto nell’episodio del padre moderno, preoccupato di insegnare al figlio i sistemi più efficienti per arrampicarsi ed arrivare ad un’ottima posizione. Ma il giovane rimane sconcertato dalle "lezioni” paterne e, alla fine, ammazza il padre. Meno tragico è lo sketch della Televisione. Ringiovanito, con capelli più lunghi e più fitti dei suoi, Tognazzi trascura, per seguire i programmi televisivi, la sua bella ed avvenente moglie. La sua passione è il video. Vede tutto, dall’annuncio pubblicitario al bollettino meteorologico, seduto di fronte al teleschermo fintanto che le dissolvenze finali non si disegnano sul video. La sua giovane moglie si rifà, intanto, intrattenendosi nella stessa casa con i suoi amanti. Il marito la raggiunge al termine dei programmi quando la annunciatrice dà finalmente la buona notte. Lo sketch si conclude con la battuta finale del coniuge che, soddisfatto, dice: «Cara, che cosa ti sei perduto. Stasera il giallo di Perry Mason, era straordinario».

«Più o meno», soggiunge Dino Risi, «i mostri della normalità sono entrati quasi tutti nella mia galleria filmata. Gassman e Tognazzi sono stati bravissimi. In fondo, anche loro si rivelano due autentici mostri. Quando appaiono sul set, gli altri scompaiono. L’unica donna del cast è Michèle Mercier, la giovane moglie di Tognazzi nell’episodio della Televisione».

Tra realtà e fantasia

Nelle didascalie del nuovo film di Dino Risi, Gustavo ed Otello Sisi meriterebbero il nome a caratteri cubitali nei titoli di testa. Padre e figlio, sono, rispettivamente, parrucchiere e truccatore dei venti volti diversi con cui Tognazzi e Gassman appaiono in questa cavalcata di gigioni. Gustavo lavora nel cinema da 25 anni ed ha appena finito "La caduta dell’Impero Romano". Il figlio Otello, un giovane di ventott’anni, frequenta i teatri di posa da bambino. Insieme, i due Sisi possono cambiare i connotati ad una persona, trasformare un professore universitario in un volgare delinquente e un flaccido ragioniere in un’affascinante signora. Durante le sette settimane di lavorazione dei "Mostri" seguivano la troupe con l’automobile carica di parrucche, di nasi finti, di labbra di gomma. Per gli esterni bisognava esser pronti a tutte le evenienze. Si passava da un episodio all’altro; a volte, occorreva trasformare Gassman da frate in ex-pugile nel giro di pochi minuti.

1963 08 17 Tempo Vittorio Gassman Ugo Tognazzi A2 f4Gassman con i baffetti e la dentiera. Tognazzi con un'espressione imbambolata, in divisa di agenti di Pubblica sicurezza nella scena dell'arresto di un ladro mingherlino e triste. Gassman e Tognazzi recitano l'uno accanto all'altro in quattro episodi del film: lo sketch dei due pugili suonati che organizzano un match per guadagnare un po' di soldi è il più drammatico dei "Mostri". Idue attori hanno interpretato insieme anche un altro film di Risi, "La marcia su Roma".

«Un’ora», dice Gustavo Sisi, «è sufficiente per cambiare i connotati anche ad un uomo dai lineamenti più marcati».

«Chi si presta di più al trucco Gassman o Tognazzi?»

«Tognazzi: ha un viso che si cambia più facilmente. Gassman ha invece i lineamenti marcati e la pelle tirata. Si fa prima soltanto per invecchiarlo».

Tutto sommato, ci vuole molto poco per cambiare due uomini in due mostri contemporanei. La metamorfosi è rapida. Un’ora di trucco e il gioco è compiuto. Un tocco e Tognazzi viene mutato in un soldato che, giunto a Roma per identificare il cadavere della sorella assassinata (una ragazza-squillo che aveva fatto fortuna), finisce per vendere le sue memorie ed un giornale di sinistra. Ecco un esempio perfetto | di "mostruosità nella normalità”, come Risi l’ha vista frugando tra realtà e fantasia.

Giuseppe Marrazzo, «Tempo», anno XXV, n.33, 17 agosto 1963


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Giuseppe Marrazzo, «Tempo», anno XXV, n.33, 17 agosto 1963