Totò in lotta con un gruppo di nobili

Nobilta

1951 04 28 La Stampa Toto Nobilta L

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stato presentato alla Procura della Repubblica, da parte di un noto legale, un esposto per conto di un gruppo di nobili italiani che hanno visto lesi i loro diritti dall'ordinanza del tribunale di Napoli in data 3 febbraio 1950 e secondo la quale il marchese Antonio de Curtis, in arte meglio conosciuto col nome di Totò, otteneva di aggiungere ai suoi precedenti cognomi quello di Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio ecc. Diventava così erede diretto di Costantino il Grande, cosa questa che però non avrebbe dato alcuna nota alle suddette famiglie nobili le quali accusano per ora Totò solo di aver usurpato cognomi che loro spettano.

Secondo quanto sarebbe scritto nell'esposto, la discendenza da Costantino sarebbe quanto mai fantasiosa, dato che il Focas al quale, secondo un documento presentato al Tribunale di Napoli, spetterebbero i titoli costantiniani, non avrebbe mai avuto diritto a tale eredità. In realtà il predecessore dei Focas non sarebbe che un signorotto ribelle di una provincia Bizantina che, dopo pochi mesi di ribellione, avrebbe fatto atto di sottomissione al vero imperatore; cosa dimostrabile - secondo il ricorrente - con qualsiasi testo storico completo. Tra l'altro sarà difficile anche provare come Totò sia riuscito a riunire in una sola persona, egli stesso, i cognomi di due famiglie, i Focas e i Ducas, che, secondo gli storici e l'araldica, non furono mai parenti fra loro.

Un penalista ha dichiarato che un esposto del genere, che tra l'altro sembra corredato di inoppugnabili documenti, potrebbe avere come conseguenza una denuncia penale nei riguardi della Antonio de Curtis per l'attribuzione di cognomi a lui non spettanti e fattisi aggiungere mentre sarebbero ancora viventi gli eredi effettivi delle famiglie cui spetterebbero cognomi.

«La Stampa», 28 aprile 1951


Note

La discendenza imperiale di Totò venne contestata nell'aprile del 1951 da un gruppo di nobili, incluso Marziano Lascaris di Lavarello, altro pretendente al trono di Bisanzio, con un esposto-denuncia presentato al Tribunale di Roma. Nel settembre 1951 la magistratura conferma il titolo nobiliare di Totò già sancito dalle sentenze del 18 luglio 1945 e 7 agosto 1946 del Tribunale di Napoli. Viene tenuta una conferenza stampa a casa di Totò, assistito dall'avvocato De Simone, per spiegare la sentenza del Tribunale di Roma.


La settimana Incom 00650 del 28 settembre 1951

La Stampa
«La Stampa», 28 aprile 1951