Valeria Moriconi prima donna

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1961 11 18 Tempo Valeria Moriconi intro

Molto rapidamente Valeria Monconi, che è Daisy nel “Rinoceronte” di Jonesco, è arrivata a far parte di una Compagnia che porta anche il suo nome e a godere in teatro delle distinzioni riserbate alle prime donne

Al teatro di via Manzoni di Milano Valeria Monconi occupa il camerino numero 1, il più spazioso, il solo che abbia diritto ai telefono: il camerino della prima donna, in una sola parola. E’ una distinzione che le fa piacere naturalmente. e lo si vede ad occhio nudo. Anzi, il modo in cui ci si muove, fa accomodare i visitatori, telefona al bar per far portare gli aperitivi, si accomoda lei stessa con le spalle alla specchiera, accentua per contrasto la sua aria di ragazzina leggermente impertinente, ma molto bene educata.

Del resto, da quando è a Milano con la Compagnia dei Quattro e ”il nome in ditta". dai primi di ottobre, il camerino del teatro è stato praticamente la sua casa. «Sa — dice — che in questo mese io di Milano non ho visto niente. Esco dall’albergo che è a due passi, mangio un boccone, vengo qui e qui rimango fino alla fine dello spettacolo, fino all’ora di andare a cena. Di Milano conosco appena due strade del centro, e le ho viste soltanto di notte».

L’orario della sua giornata infatti è questo: le prove cominciano alle due del pomeriggio e durano senza interruzione fino alle sette. Franco Enriquez è un regista molto puntuale e rigoroso. Alle otto e mezzo deve essere in teatro per la recita. Le resterebbe poco più di un’ora per andare a spasso, ed è proprio l’ora in cui i milanesi vanno a mangiare, i negozi tirano giù le saracinesche e la città si vuota. Non vale la pena di muoversi, e così preferisce rimanere in camerino a leggere o a studiare.

«A studiare, si capisce — afferma. — E’ chiaro che non si tratta soltanto di mandare a memoria la parte, che il naso nel libro bisogna tenerlo anche per altre ragioni».

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In tutta la sua carriera, che è ancora breve, ma che solo in apparenza è stata rapida, la Monconi ha lavorato sempre in modo molto coscienzioso. Anche nel primo principio, quando recitava con i filodrammatici. e intanto andava a scuola. Valeria Monconi, come si sa, non viene da nessuna accademia: cominciò a recitare a quindici anni nella filodrammatica studentesca della sua città di Jesi. Poi, quasi per caso, per un incontro occasionale con Alberto Lattuada, il regista le propose di fare una particina nel film che stava preparando e che era ”La spiaggia”. La parte era piccola, ma la nuova attrice sembrò molto brava ed ebbe subito altre proposte.

«Film da poco — dice —, film commerciali di cui mi vergogno un pochino. Meglio se non li avete visti. Però mi servirono da scuola».

Poi, nel 1957, Eduardo De Filippo le affidò una parte in ”De Pretore Vincenzo”, con Achille Millo. Un lavoro fortunato, ma che ebbe agli inizi vita piuttosto avventurosa. La Moriconi comunque si fece notare e da allora rimase in teatro. Recitò cori Calindri e finalmente, a Napoli, per il Teatro Stabile, che è diretto da Enriquez, interpretò ”ll Rinoceronte”, di cui era protagonista il povero Marcello Moretti. Era una scrittura provvisoria, Enriquez stesso non credeva che il lavoro avrebbe ottenuto il successo di pubblico che ottenne. Dopo le recite napoletane la Moriconi doveva essere libera, e infatti accettò un’offerta di Luchino Visconti che stava mettendo in scena la "Arialda” con Rina Morelli e Paolo Stoppa. Cominciarono le recite, ma intanto Franco Enriquez decise di portare il lavoro di Jonesco fuori dal teatro napoletano e di tentare la avventura su piano nazionale. Pensò anche di costituire una compagnia di giro, con quattro attori, che si sarebbe chiamata appunto "Compagnia dei Quattro”. La Moriconi, che era stata Daisy nell’edizione napoletana, avrebbe dovuto ovviamente essere uno dei quattro. L’attrice però non era libera: il suo contratto con Visconti non scadeva tanto presto e, per quanto la proposta di Enriquez le piacesse moltissimo, non poteva accettare. Da Roma intanto il lavoro di Testori si trasferì a Milano e accadde quello che tutti sanno: l’ "Arialda” si imbattè nei rigori della legge, e fu proibita. La compagnia venne sciolta, e Valeria Moriconi corse a riunirsi con i suoi compagni di adesso.

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«Vuole che le dica una cosa? — propone all’improvviso. — Lei però mi deve promettere di non raccontarla a nessuno».

Prometto naturalmente, e Valeria mi confida:

«Quella mattina a Milano, quando ci fu notificata l’ordinanza dèlia Magistratura che vietava la continuazione delle recite. fu un colpo per tutt; Non è diffìcile da immaginare E anche a me venne da pian gere, ma subito dopo mi veon da ridere. Ero solidale con miei compagni di lavoro e con l’autore naturalmente, ero convinta. e lo sono ancora, che la "Arialda” non meritasse quella sorte. Ma in fondo, proprio in fondo al cuore, un diavoletto saltava su a consolarmi. Per me era un’improvvisa e inaspettata libertà, la possibilità non sperata di accettare la proposta che mi aveva fatto Enriquez e alla quale avevo rinunziato con profondo rammarico. Non sono sicura di essere riuscita a nascondere compieta-mente la gioiosa fretta con cui feci le valigie e corsi alla stazione a prendere il treno per Roma».

«Vuol dire — osservo — che di tutto il teatro italiano lei è la sola persona a dovere della gratitudine alla Magistratura milanese per la sua severità?».

Valeria Moriconi sorride.

1961 11 18 Tempo Valeria Moriconi f3VALERIA MORICONI cominciò la sua carriera teatrale recitando in una filodrammatica di provincia quando aveva quindici anni. La sua prima interpretazione cinematografica fu una piccola parte nella "Spiaggia”. Alterna sempre il cinema al teatro, ma la sua vera passione è il palcoscenico.

«Direi una bugia, se dicessi il contrario». risponde.

La parte di Daisy non è una parte lunga, ma è intensa, carica di significati, congeniale al temperamento della giovane attrice. Non si può darle torto se è una parte che le piace: tanto più che la recita molto bene. Prima dell’incontro con Lattuada, appena finito il liceo, Valeria Moriconi si sposò (aveva diciassette anni) e con il marito si trasferì da Jesi a Roma. Si iscrisse all’università, nella facoltà di Scienze naturali e diede anche qualche esame.

«Non è vera però — dice ridendo — la voce che hanno messo in giro i maligni. E cioè che io sono stata scelta per recitare nel "Rinoceronte” perché l'avevo studiato scienze naturali, perché ero la sola attrice in tutto il nostro teatro a sapere davvero la differenza tra il rinoceronte asiatico e quello africano. A proposito, lei la sa?».

Dico di no, che non la so, che anch’io, come la maggior parte degli spettatori, sono uscito dal teatro con quel problema idiota, che la malizia di Jonesco era riuscita a far diventare angoscioso. «Bene — mi dice la Moriconi — gliela dirò io. Quello che ha due corna sul naso è il rinoceronte africano. Ma non l’ho studiato a scuola, sono andata a vederlo su un’enciclopedia».

Valeria Moriconi scherza volentieri, è uno dei dati del suo temperamento. Così come è pronta alla risata, e allora si illumina tutta; con lei non c'è pericolo di sprecare la battuta. Un segno di vivacità intellettuale, che è palese del resto nel suo modo di recitare, dove la personalità conta più della scuola. Jonesco (ora si sta preparando a recitare ”La lezione”) le piace più per la sua bizzarria che per le sue astrazioni: e questo è senza dubbio un segno di giovinezza.

F.V., «Tempo», anno XXIII, n.46, 18 novembre 1961 - Fotografie di Federico Patellani


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F.V., «Tempo», anno XXIII, n.46, 18 novembre 1961 - Fotografie di Federico Patellani