Pittaluga Stefano
(Campomorone, 2 febbraio 1887 – Roma, 5 aprile 1931) è stato un produttore cinematografico italiano.
Biografia
Originario di Campomorone, località dell'interno alle pendici degli Appennini limitrofa al Comune di Genova, fu un giovane distributore ed il primo tycoon italiano: a partire dal 1913, inizio della sua attività, fino al 1930, portò la SASP (la sua società) ad avere il controllo di circa duecento sale cinematografiche.
Al tempo del cinema muto, fu uno dei fautori e sostenitore del cinema sonoro, tanto è vero che inserì nelle sue sale marchingegni per far udire l'audio, suggerendo sul piano legislativo meccanismi a sostegno del cinema nazionale.
Nel 1929 Pittaluga entrò come socio degli stabilimenti cinematografici della Cines, rilevandone una fetta importante l'ottanta per cento delle azioni. Tra le sue produzioni cinematografiche si ricorda il film: La canzone dell'amore (1930) di Gennaro Righelli, primo film sonoro italiano e i film della commedia leggera di registi quali Guido Brignone e Goffredo Alessandrini oltre che le prime innovative prove di Alessandro Blasetti e Mario Camerini.
Blasetti, nell'epitaffio su Il Tevere del 7 aprile 1931, così scrisse[1]:
« Stefano Pittaluga non si sostituisce. Ma non c'è bisogno di sostituirlo. Egli non ci ha lasciato di fronte ad una dura posizione da conquistare. L'ha conquistata - purtroppo con il sacrificio della sua vita - e ce l'ha consegnata con un solo compito, con un solo dovere: non disertarla, saperla difendere. La sua azienda, da lui controllata fino all'ultimo respiro, in ogni pietra ed in ogni uomo, è un organismo vivo e vitale creato dalla sua intelligenza vigile di industriale e di commerciante, dalla sua solida capacità organizzativa, dalla sua indiscutibile conoscenza delle materie e degli uomini». »
A Genova una sala cinematografica di corso Buenos Aires è stata a lungo intitolata a lui, prima di cambiare nome in Odeon. A seguito dell'ultima ristrutturazione nel 2003, l'attuale gestore ha ribattezzato le due sale ora in funzione "sala Pitta" e "sala Luga" in omaggio al personaggio che tanto diede al cinema italiano delle origini.
È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.
Filmografia
Villa Falconieri, regia di Richard Oswald (1928)
Stefano Pittaluga. Profilo professionale
Gli anni 20 del 1900 furono un periodo di profonda crisi per il cinema italiano, la produzione di film diminuì sempre di più; dai 144 del 1922 ai 38 del 1925, agli 8 del 1930 fino a toccare nel 1931 la quota minima di 2 sole pellicole realizzate in Italia.
I principali motivi di tale flessione si potevano così riassumere:
- l'elevata tassazione sui ricavi derivanti dagli spettacoli (il 60% del prezzo del biglietto)
- i salari esagerati pagati alle attrici ed agli attori più famosi ancora ancorati ai fasti del precedente periodo d'oro
- gli elevati costi di produzione legati alla scelta di realizzare film storici che richiedevano scenografie grandiose e centinaia di comparse (e che ormai non riscuotevano più il gradimento del pubblico)
- la crisi dell'esportazione sui mercati esteri che non apprezzavano più il tipo di film realizzati in Italia
Le grandi banche erano restie a finanziare il settore perchè mancavano figure di spicco, veri e propri industriali ,al pari di quelli nordamericani, in grado di capire i gusti del pubblico e rilanciare il settore con idee nuove mentre abbondavano i semplici distributori che acquistavano e vendevano pellicole realizzate da altri, soprattutto all'estero.
Alla fine degli anni 20 del 1900 sulla scena della cinematografia italiana si era consolidata la figura di Stefano Pittaluga e della sua società (SASP = Società Anonima Stefano Pittaluga).
Nato in provincia di Genova nel 1887, iniziò la propria attività nel 1913 e da Genova, a partire dal 1924, cominciò ad espandere la propria influenza raggiungendo una grande visibilità:
- divenne, dal 1926, distributore esclusivo in Italia delle case cinematografiche americane Universal, Warner Bros. e First National
- la sua società arrivò a possedere circa 200 delle 2500 sale cinematografiche attive in quel periodo,molte delle quali attrezzate per la proiezione di film sonori.
- in una delle sue sale venne proiettato nel 1929 il primo film sonoro proveniente dagli USA (The Jazz Singer) presentato in Italia con il titolo “Il cantante di jazz”
Nel 1929 Pittaluga acquisì la maggioranza nella proprietà della storica società romana di produzione CINES e nei teatri di posa di questa venne realizzato il primo film sonoro italiano,”La Canzone dell'Amore”, liberamente tratto da una novella di Pirandello (“In silenzio”) e presentato al Supercinema di Roma il 7 ottobre 1930.
Nel 1930 la società di Pittaluga, sommando i film prodotti direttamente a quelli distribuiti, controllava l'80% del mercato cinematografico nazionale.
In quegli anni in Italia si sentirono in modo dirompente gli effetti della crisi economica iniziata negli Stati Uniti nel 1929; le più importanti banche nazionali (Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano, Banco di Roma) entrarono in crisi poiché gli agrari e gli industriali italiani non riuscivano ad onorare i prestiti di denaro ricevuti, molte aziende fallirono ed anche le banche erano in pericolo.
Anche l'industria cinematografica venne coinvolta, in particolare il gruppo che faceva capo a Stefano Pittaluga che, già colpito dalla improvvisa morte del titolare e fondatore avvenuta nell'aprile del 1931, vedeva ora la crisi del vero proprietario del gruppo ovvero la Banca Commerciale Italiana che deteneva circa l'80% delle azioni.
Nel 1935 un incendio distrusse i teatri di posa della Cines che, anche dopo la morte di Pittaluga, continuava ad essere la più importante casa produttrice di film.
Galleria fotografica e rassegna stampa dell'epoca
E’ ufficiale ormai la notizia. La Società An. Stefano Pittaluga per decisione della Banca Commerciale, ha elevato il suo capitale a 100 milioni, assorbendo l'U. C. I. e la Leoni-film. Tutti i locali prima gestiti dalle due grandi società incorporate fanno parte dunque della stessa Società Pittaluga, ed il Comm. Stefano Pittaluga conserva meritatamente le cariche di Consigliere Delegato e Direttore Generale. Passa cosi sotto il suo diretto controllo la maggioranza delle sale destinate in Italia agli spettacoli di cinema varietà il che fa bene sperare per l'auspicata rinascita della cinematografia italiana. Per i uostri artisti, la buona notizia viene accentuata dal fatto che il Comm. Pittaluga fu il primo e più convinto fautore dell'unione degli spettacoli di varietà a quelli delle films. Quindi è sperabile che nuovi palcoscenici vengano offerti all' attività varietistica.
«Café Chantant», 10 ottobre 1926
Con decreto sovrano del 28 ottobrer su proposta di S. E. il Capo del Governo, il Comm. Stefano Pittaiuga è stato nominato Grande Ufficiale della Corona d’Italia. L’alta onorificenza viene a premiare in giusto tempo l'infaticabile attività realizzatrice e l'appassionato fervore che Stefano Pittaiuga, con tenacia ligure, ha dedicato all' affermazione cinematografica italiana nel mondo.
Amministratore Delegato della Società Anonima Stefano Pittaiuga, egli prodiga giornalmente la sua geniale energia a tutti i centri motori della poderosa intrapresa da lui fermamente voluta come strumento di propaganda e come baluardo italianissimo contro l’invasione sempre crescente in questo campo, del prodotto estero.
Pienamente consapevole dell'enorme importanza culturale politica ed economica assunta dall’offensiva che ci viene d'oltremare con la novità del film sonoro cantato e parlato, Stefano Pittaluga ha prontamente voluto affrontare i nuovi compiti che la situazione richiedeva, attrezzando gli Stabilimenti della "Cines" in maniera imponente e modernissima. Chi ha visitato, negli ultimi tempi, gli studios della Cines-Pittaluga, a cominciare da S. E. Bottai alle più elevate Gerarchie del Regime, ha dovuto dichiarare la propria sorpresa, mista al più vivo entusiasmo , per la efficienza e perfezione degli impianti. I teatri di posa per films sonori cantati e parlati al cento per cento della "Cines" costituiscono una nuova città in Roma Capitale e con il primo ciclo di lavori approntati , in una sola stagione, attestano la saldezza d’intenti di Stefano Pittaluga e l'entusiastica operosità con cui è stato compreso e seguito.
È naturale, quindi, che l'annunzio della nuova ricompensa ufficiale abbia destato unanime compiacimento fra i numerosi estimatori del nostro eminente industriale, fra i quali è anche la nostra rivista, malgrado che essa non abbia a lodarsi dello zelo di alcuni dirigenti della S. A. S. P.
Grantaire, «Varietà», novembre 1930
La riapertura della CINES e la prossima programmazione "Pittaluga"
La notizia attesissima ha carattere ufficiale. Il glorioso stabilimento della Cines di Roma, di proprietà dell'Anonima Pittaluga, inizierà la lavorazione del primi due grandiosi films nel gennaio 1930. I tre teatri che costituiscono le fucine di lavoro dello Stabilimento romano, sono stati definitivamente e completamente rimodernati con eccellenti opere murarie, seguendo i dettami della più rigida tecnica.
Ora è la volta della installazione degli apparecchi di presa per la produzione, sincronizzata, cantata e pariante. Questi apparecchi sono stati scelti, dopo appassionata selezione, dallo stesso Amministratore Delegato dell'Anonima Pittaluga nel suo recente viaggio a Parigi e a Londra.
La scelta è caduta sugli apparecchi sistema R. C. A. (Radio Corporation of America, di New York) ed essi rappresentano tutto quanto di più perfetto sia stato fatto fin qui nel campo pratico. Basta osservare che questi apparecchi della R. C. A. funzionano già brillantemente presso lo Case americane: P. D. C. Pathé Echange, Tiffary Stahl Productlons, Radio Corporation, R. K. O. e presso le Case europee: Pathé di Parigi, Natan di Parigi, Hugon di Parigi, Etahlissemens Halk di Parigi, B. I. P. (British International Pictures di Londra); Galnahorough di Londra, ecc.
L'Anonima Pitialuga si trova quindi in eccellente compagnia ed i suoi tre teatri della Cines con gli apparecchi R. C. A. daranno alla nuova produzione l'impulso e l'importanza cha essa si merita. Gli apparecchi partiranno da New York entro il mese di Novembre, e saranno installati entro il Dicembre, cosi che la lavorazione potrà iniziarsi nei primissimi giorni di gennaio del nuovo amo. L'impianto avverrà in tutti e tre i teatri della Cines e con criteri di installazione tali da consentire piana indipendenza nella lavorazione.
A proposito della quale possiamo aggiungere che gli Stabilimenti dalla Cines saranno pure dotati dell’apparecchio speciale Location Truk. Trattasi di un apparecchio identico a quello montato in teatro, ma attrezzato sopra un auto, per la presa di esterni e di attualità. Il ritardo quindi nella installazione degli apparecchi viene oggi chiarito e largamente compensato. L'Anonima Pittaluga ha creduto necessario soprassedere fino ad oggi, ma in compenso non si è appagata di installare un solo apparecchio o di pretendere una installazione provvisoria e di importanza ridotta ma ha dotato tutti i suoi tre teatri per la lavorazione sincronizzata, cantata e parlante, in modo che la lavorazione possa iniziarsi e proseguire senza il più piccolo arresto e con il maggior rendimento.
Sappiamo pure che l'ing. Bloomberg, specializzato nella installazione degli apparecchi R. C. A. trovasi già a Roma per presiedere e dirigere gli impianti. I due primi fllms che andranno in lavorazione negli Stabilimenti della Clnes di Roma sono: Figlia di Re, dal romanzo di Guido Milanesi e Ave Maria, soggetto di creazione originale per il cinematografo.
«L'Impero», 10 novembre 1929
La morte di Stefano Pittaluga
Roma, 6 aprile, matt.
Ieri è morto, in una Clinica di Roma, l'industriale Stefano Pittaluga. Egli era stato ricoverato circa un mese fa nella Clinica e vi aveva subito una grave operazione. Le condizioni del Pittaluga in questi ultimi giorni, dopo un’alternativa di miglioramenti e di peggioramenti, erano diventate molto preoccupanti. Sabato il suo stato diventò gravissimo o la catastrofe apparve imminente.
Stefano Pittaluga, ideatore e capo di quella vasta concentrarono di iniziative che porta il suo nome, era senza dubbio, per potenza di mezzi o por energia organizzativa, la figura preminente delia nostra industria e del nostro mercato cinematografico.
Anch'egli non fu esente da critiche, e contro la sua abilità, costruttiva, contro la sua capacità a operare realmente a vantaggio della cinematografia italiana nella larga misura che quella posizione privilegiata gli avrebbe permesso, si appuntarono spesso non solo l’ostilità dei suoi avversari del mestiere, ma anche i dubbi degli osservatori spassionati, in ogni modo questi dubbi, se hanno potuto per uh certo tempo sussistere, hanno dovuto disarmare dinanzi all’opera cui Pittaluga aveva consacrato, negli ultimi due anni, tutto se stesso, cioè la resurrezione della Cines. Caldo fautore, sin dai primi momenti, del film sonoro e convinto che nella rivoluzione che la nuova tecnica avrebbe apportato ai mercato mondiale era l’occasione lungamente agognata per una ripresa dell'industria nazionale, egli concepì immediatamente il disegno di allestire in Roma, ex novo, un grande o perfetto impianto per la produzione di film sonori e parlati.
[...]
La notizia della morte del gr. uff. Stefano Pittaluga, che diamo in altra parte del giornale, ha larga eco a Milano, dove egli era notissimo perché di qui aveva irradiato per tutta Italia la sua attività. Stefano Pittaluga era nato quarantaquattro anni fa a Campomorone in provincia di Genova e fino dalla prima giovinezza, prevedendo con felice intuizione gli sviluppi cui era destinata la cinematografia ancora in fasce a quei tempi, cercò di dare incremento all’industria alla quale il padre suo si dedicava esercendo una piccola sala cinematografica. Iniziò allora, limitatamente alla Liguria e a pellicole primordiali, quella industria del noleggio che doveva poi estendere a tutta Italia.
Dopo qualche tempo cercò più ampio campo di lavoro a Torino, ove, apprezzato e sostenuto da capitalisti di quella città, gesti sale cinematografiche ed estese l'industria del noleggio anche a tutto il Piemonte. Fu peraltro soltanto dopo la guerra, e mediante rimpianto della sede di Milano, che l’attività del Pittaluga, veramente eccezionale e che egli svolgeva anche in viaggi frequentissimi diffuse a tutta l'Italia, cosi che intorno alla sua azienda si formò il perno dell’industria cinematografica italiana. Da tempo era riuscito a impiantare uffici anche a Parigi e a Londra e stava attrezzandone un altro nell'America del Nord, non al solo scopo di acquistare per l'Italia i film colà prodotti, ma per collocare quelli usciti e in corso di fabbricazione negli stabilimenti della «Cines» di Roma.
«Corriere della Sera», 6 aprile 1931
I funerali di Stefano Pittaluga
Durante tutta la giornata di ieri la salma del gr. uff. Stefano Pittaluga, deposta nell’aula della direzione della «Cines» trasformata in camera ardente, è stata visitata da numerose autorità e personalità del mondo artistico e industriale. Anche i figli del Duce, Bruno e Vittorio, hanno visitato la salma recando omaggi floreali. Stamane alle 10,30 hanno avuto luogo i funerali, che sono riusciti solenni.
Il corteo movendo da via Vejo si è diretto alla basilica di San Giovanni dove si è svolto il rito funebre. Seguivano la salma i familiari, il ministro Bottai, il sottosegretario Alfieri, Pietro Mascagni, l'on. Sardi, varie rappresentanze di case cinemutografiche tedesche, inglesi, francesi e americane, una rappresentanza della «Luce», il comm. De Feo, presidente dell'istituto nazionale del cinema educativo, e molte altre personalità. Numerose erano le corone. Terminata la funzione religiosa, l’estinto è stato salutato col rito fascista; quindi il corteo si è ricomposto ed ha raggiunto la stazione di Termini, donde la salma, alle ore 17, è partita per Torino. Oltre al Duce, hanno telegrafato alla famiglia dell'estinto quasi tutti i direttori delle case cinematografiche italiane, molti direttori di cinematografi, Charlie Chaplin, Douglas Fairbanks e altri noti artisti stranieri.
«Corriere della Sera», 7 aprile 1931
La terza CINES
In queste ultime settimane si è molto scritto e parlato della costituzione di un nuovo potente organismo cinematografico che. riprendendo un nome glorioso negli annali della nostra cinematografia,, si è denominato Cines. Programmi, film, attori, cifre, tutto è stato oggetto di indiscrezioni più o meno vere, creando curiosità inappagati nel pubblico e, - negli ambienti tecnici, - ansietà, preoccupazione, speranze. Per questo abbiamo voluto interrogare Luigi Freddi presidente di Cinecittà e dell’Enic, e creatore di quella che chiameremo la terza Cines, il quale ha risposto alle nostre domande mettendo in chiaro i principi fondamentali che guidano la nuova Casa.
Quando entriamo nel suo studio a Cinecittà, Freddi sta esanimando alcune carte. Idee? Progetti? Pagine di una sceneggiatura? Mentre Haas fotografa, allungo l'occhio. Si, mi sembrano pagine di una sceneggiatura. Ciò vuol dire che Freddi riguarda e controlla quello che si produce per la marca della nuova Cines.
Chiedo a Freddi: — Come e sorta la nuova Cines?
— Dalle mie esperienze ai Direttore Generale per la Cinematografia, di Presidente di Cinecittà e di Presidente dell E. N. I. C. ho tratto la conclusione che, per realizzare una produzione di alto livello artistico, occorreva una Casa capace di assicurare le condizioni finanziarie necessarie per garantire un programma lavorativo a !unga scadenza.
— Come avete potuto assicurare queste condizioni?
— Apportando al nuovo organismo Cines la compartecipazione dei tre massimi enti della nostra Cinematografa: Banca del Lavoro per il finanziamento, Cinecittà per gli stabilimenti di produzione. E. N. I. C. per il noleggio e la distribuzione in genere dei film prodotti.
— Credete che basti solo il capitale a creare il buon film?
— Niente affatto. Seno anzi convinto che non e soltanto il capitale che crea il buon film, ma sono anche convinto che senza capitale adeguato il buon film non può nascere. La cinematografia e, in grandissima parte, un problema economico.
— Quali sono gli scopi della Cines?
— Primo scopo è quello di realizzare una produzione che dia al nostre Cinema un nuovo tono di dignità industriale e artistica. Secondo scopo e quello di portare la produzione'a un livello di internazionalità che le permetta di tornare da padrona sui mercati esteri.
— Come avverta l'attuazione di questo piano?
— Lavorando con serietà per raggiungere quell'industrializzazione del settore produttivo voluto, secondo le superiori *inalita della cinematrografia, dal Ministro della Cultura Popolare Alessandro Pavoli-ni. E questo in perfetta collaborazione con la Direzione Generale della Cinematografia.
— E vero che avete scritturato molti attori in esclusiva?
— Si, ma non si è fatto questo solo per ragioni pubblicitarie, cioè solo per legare il nome di un attore a una marca, ma per assicurarci un gruppo fondamentale di interpreti che rappresentasse una garanzia e desse la possibilità di predisporre ampi programmi lavorativi.
— E per gli attori minori?
— E mia ferma intenzione di alimentare i quadri sempre più con forze fresche che potranno essere meglio valorizzate appoggiandole a gente sicura. Senza una base solida su cui appoggiare l'esperimento, questo potrebbe fallire, trascinando seco la reputazione della Casa.
— Non si correrà il rischio di un monopolio Cines?
— No, perchè la Cines non sarà solo una forza costruttiva, tia un organismo di propulsione. Noi vogliamo essere forti non per ostacolare ma per facilitare, in ogni senso. Una prova di questo sta nel fatto che alcune Case lavoreranno associate con noi.
La terza Cines ha iniziato la sua attività. Già due film portano la sua marca: La cena delle beffe, di Blasetti, e Se non sono matti non li vogliamo, di Pratelli con la supervisione di Renato Simoni. Altri film sono attualmente in lavorazione, sia prodotti direttamente dalla Cines sia dalle Case associate che sono, per il momento, la Juventus, Amato, la Capitani e la Atesia; e precisamente: A che servono questi quattrini, di Pratelli, e Giuoco pericoloso di Malasomma. Altri ancora entreranno presto in lavorazione. Per il primo semestre del 1942 sono infatti previsti; Harlem. di Blasetti, Gente dell'aria (da un soggetto di Bruno Mussolini), di Pratelli, La bella addormentata (soggetto di Rosso di San Secondo), di Chiarini, Sera di Pioggia. di Amato. Quattro passi fra le nuvole. di Bonnard; e inoltre R.U.R.. da una commedia di Ciapek, e Avanti c’è posto, interpretato da Fabrizi.
Fra gli attori sono stati scritturati in esclusiva, direttamente dalla Cines : Amedeo Nazzari, Clara Calamai, Gino Cervi, Luisa Fenda, Osvaldo Valenti; dalle Case Associate: Paolo Stoppa, i fratelli De Filippo, Totò, Macario, Gandusio, Falconi, Fabrizi. Non tutti questi attori sono in esclusiva assoluta: taluni potranno interpretare film anche per altre Case, sempre che la Cines dia il nulla osta, previo esame della sceneggiatura e dell'importanza del ruolo. Una novità: per la nuova produzione della terza Cines faranno il loro debutto come registi, gli attori Gino Cervi e Amedeo Nazzari.
Anche Totò e Macario, [...] interpreteranno film per la nuova Cines la quale, presentando un così variato gruppo di attori, dà già un'idea della varietà della sua produzione, sia diretta che realizzata attraverso le Case associate.
«Tempo», anno VI, n.141, 12 febbraio 1942
L'atività della CINES
La gloriosa casa di produzione cinematografica ha per il futuro un programma particolarmente denso di realizzazioni
Durante la lavorazione de «La città si difende», che Germi sta girando per la CINES nel teatro 8 di Cinecittà, abbiamo incontrato il Comandante Carlo Civallero, Direttore Generale della CINES — di cui nel 1942 fu il primo Direttore di produzione — il quale oggi ha ripreso, presso questa vecchia gloriosa marca, la sua attività interrotta dal trasferimento della Società al Nord. Abbiamo colto l’occasione per avere da lui notizie sulla produzione CINES che risulta avviata, stando alle voci che circolano nell’ambiente, verso interessanti realizzazioni.
Il Comandante Civallero ci ha brevemente riassunto l’attività svolta dalla CINES dopo la sua ricostituzione avvenuta nell'estate del '49; ha accennato all'affrettata preparazione dei due primi films «Due mogli sono troppe» e «Cuori sul mare», che dovettero essere iniziati subito dopo la ricostituzione della Società per alleviare la disoccupazione che minacciava le maestranze, attori e tecnici nel successivo periodo invernale. Circostanze tecniche vollero che entrambi i film fossero quasi completamente girati in esterno: la lavorazione si protrasse nei mesi di novembre, dicembre e gennaio attraverso gravi difficoltà causate dalle condizioni atmosferiche eccezionalmente cattive. Non appena ricostituita. la CINES affidò la consulenza artistica a Emilio Cacchi che recentemente, per desiderio della Presidenza del Consiglio, ha anche assunto la carica di Consigliere di Amministrazione della Società.
Successivamente, in applicazione agli accordi generali Francia-Italia, la CINES ha realizzato, in coproduzione con la vecchia casa francese lil film «E’ più facile che un cammello...»; e quindi, anche in obbedienza al dovere morale di realizzare un film tratto da un romanzo di un grande autore italiano, ha messo in lavorazione «L'edera» di Grazia Deledda, la cui realizzazione i stata diretta da Augusto Genina, e che, destinato alla Mostra di Venezia, non potè parteciparvi a causa del ritardo dell’inizio lavorazione, determinatosi per cause di vario genere.
Le CINES ha iniziato il suo secondo anno di vita con il film «La città si difende», entrato in lavorazione ai primi di febbraio. Anche per questo film si stanno affrontando le difficoltà della lavorazione invernale, allo scopo di fornire lavoro nel periodo di minore attività della produzione cinematografica privata.
Particolarmente denso di realizzazioni è il programma che la CINES ha per il prossimo futuro. La società ha recentemente stretto un contratto con il regista Blasetti per la realizzazione di un film di genere particolare. Il Comandante Civallero non ha voluto illustrarci particolarmente la trama di questo film: sarà una sorpresa. Vari sceneggiatori stanno già lavorando alla sceneggiatura, affiancati allo stesso Blasetti: questo è tutto quel che siamo riusciti a sapere.
Sono in corso intanto trattative con LES FILMS FATUE’ per la scelta d'un soggetto che nei mesi estivi dovrà essere realizzato a Parigi in coproduzione con la casa francese. Si sta studiando anche la possibilità di portare alla regìa un giovane meritevole di considerazione. A questo proposito va rilevato che i rapporti tra la CINES ed il Centro Sperimentale di Cinematografia sono tra i più fervidi e operanti. La CINES, come Ente dello Stato, sente il dovere di aiutare i giovani del Centro, anche perchè le prove fomite m passato da questi giovani giustificano ogni ottimismo e fiducia. Nei recenti films «E' più facile che un cammello...» e «L'edera», la CINES ha cercato di utilizzare i giovani, sia attori che tecnici, del Centro; e cori pure per «La città si difende», Germi ha esaminato tutti i giovani del C.S.C. per la eventualità di poterli utilizzare nel suo film.
Quanto a quelli che sono i concetti base dell’impostazione futura delle produzioni CINES. il Comandante avallerò ci ha fatto osservare che, essendoci la CINES, per ragioni di vario genere, riservata finora la realizzazione dei films, il campo delle possibilità della coproduzione è stato ristretto a capitalisti estranei all’industria cinematografica. E' rimasto pertanto escluso il più importante settore, quello dei produttori veri e propri che formano il nerbo della produzione cinematografica nazionale, i quali troverebbero aiuto associandosi ad una Società come la CINES, a condizione però che fosse loro consentito di effettuare la realizzazione dei filma, vale a dire di esercitare quella mansione che costituisce la loro effettiva ragione di essere.
Per queste ragioni si ritiene utile che la CINES, salvo casi speciali, svolga la maggior parte del suo lavoro produttivo futuro associandosi con altre produzioni le quali, nella maggior parte dei casi, dovrebbero avere le responsabilità della produzione, naturalmente con il controllo tecnico e amministrativo della CINES. Seguendo tale criterio si darebbe un serio ed importante aiuto ai produttori italiani e, con il maggior numero dei films prodotti, verrebbero cd essere automaticamente ampliati i benefici effetti di carattere tecnico e sociale che sono alla base dell’attività della CINES.
Viceversa sarebbe pienamente logico, per una Società dello Stato, la realizzazione In proprio solo di quei films, indicati dalla Presidenza del Consiglio, che venissero giustificati sia da ragioni tecniche e artistiche che da ragioni di prestigio nel campo intemazionale, e che difficilmente un produttore privato affronterebbe.
«La Settimana Incom Illustrata», 31 marzo 1951
Riferimenti e bibliografie:
- Museo del Cinema di Torino
- bencinistory.altervista.org
- «Tempo», anno VI, n.141, 12 febbraio 1942
- «La Settimana Incom Illustrata», 31 marzo 1951
- Periodico "Cinema", 31 gennaio 1953