
Totò: Viaggi nel Tempo (e nello Spazio Urbano)
Benvenuti nella sezione più nostalgica, geograficamente disorientante e cinefilamente ossessiva del culto totiano: le location dei film di Totò, ieri e oggi. Un viaggio non tanto nella filmografia, ma nei marciapiedi, nelle piazze, nei vicoli, nelle ringhiere arrugginite e nelle panchine che osservarono l’impareggiabile Principe De Curtis mentre inciampava, correva, veniva inseguito da guardie, ladri, donne, animali e dal destino stesso.
Questa operazione certosina, che meriterebbe un monumento nazionale accanto a quello dei Mille, consiste nel confronto fotografico tra fotogrammi originali dei film (che già di loro sembrano venire da una galassia lontana, o almeno da un’Italia con più cappelli e meno SUV) e immagini attuali delle stesse location, oggi magari soffocate da cartelloni pubblicitari, parcheggi selvaggi o nuove costruzioni che definire “brutaliste” è far loro un complimento.
🏛️ Il barocco era più barocco
Scopriamo così che la Napoli di Napoli milionaria è ancora lì, ma ha cambiato pettinatura. Che il Palazzo dove il Barone Paletti affrontava le sue disavventure odora oggi di kebab e corrieri in bicicletta. Che la piazza dove Totò vendeva la Fontana di Trevi (due volte, con ricevuta fiscale) è oggi in mano a influencer con selfie stick. E che Roma, la Roma di Arrangiatevi!, ha mutato pelle: le stesse finestre, ma ora chiuse da infissi in PVC; le stesse strade, ma piene di monopattini elettrici che il povero Totò avrebbe scambiato per cavalli cyborg.
🧭 Google Maps? No grazie, c'è il Davinotti!
Tutto ciò, sia detto con enfasi e commozione, è stato reso possibile grazie all’apporto gratuito (e appassionato, quindi ancor più miracoloso) del sito www.davinotti.com, autentico monumento vivente della filologia cine-topografica. Gente che non solo guarda i film, ma li disseziona, li insegue, li geolocalizza. Gente che ha l’occhio più allenato di un falco reale: se una persiana appare al minuto 37:14, loro la ritrovano, anche se è stata ridipinta, murata o trasformata in sportello bancomat.
📸 Lo scatto come atto d’amore (per Totò, non per Instagram)
Le immagini “ieri e oggi” non sono solo curiosità da appassionati o materia da didascalie: sono atti d’amore visivo, liturgie laiche in cui ogni pietra e ogni cornice architettonica diventano reliquie. C’è chi va a Lourdes, e chi va al civico 14 di via delle Fornaci, dove Totò inciampò in Guardie e ladri. Ed è la stessa devozione, con meno incenso e più granita al limone.
🕵️ Il detective dell’inquadratura perduta
Navigare nella sezione Le location del film, ieri e oggi significa indossare il trench del cine-investigatore, mettere in pausa il DVD al secondo giusto e partire in esplorazione. Significa chiedersi: quel muro era lì anche nel ’54? — e magari scoprire che sì, c’era, ma oggi ospita una saracinesca coperta di tag anonimi. Oppure constatare che la fontana dove Totò si lavava i piedi nel 1950 ora serve solo a raccogliere mozziconi. Insomma: la gloria passa, ma il mattone resta. A volte.
🎞️ Totò geolocalizzato: la nuova frontiera della devozione cinefila
Alla fine di questa avventura, il visitatore del sito non si limita più a ricordare i film. No. Li vive. Li ripercorre. Li ricalca, come un apprendista del sacro Totò. Le città diventano storyboard, e le passeggiate domenicali si trasformano in cine-caccia al tesoro. “Guarda, amore, questa era la via dove Totò tentava di evadere!” “Ma è un supermercato!” “Lo so. Ma guarda l’angolo. È lui. È lo stesso.”
🗺️ Il TotòTour che non sapevi di volere
In conclusione, la sezione è più di un archivio: è una macchina del tempo urbana, un viaggio sentimentale in cui il passato non è solo passato, ma una seconda pelle delle nostre città. E Totò non è solo un attore: è un segnaposto storico, un custode di memoria con bombetta e bastone.
E se vi capita, in una via anonima di Roma, Napoli o Milano, di sentire un’eco di risata che sembra arrivare da un’altra epoca… non vi preoccupate. È solo Totò che saluta. E vi dice:
«Ma mi faccia il piacere! Questa casa, una volta, era tutta un set.»
🎁 Nota di merito finale: Un inchino, un’applauso e una statua equina ai fondatori e ai collaboratori del Davinotti, che continuano a fare quello che neanche i ministeri riescono più a fare: conservare la memoria culturale visiva dell’Italia del cinema.
E per Totò, questa sì che è la vera eredità nobiliare.







