ME DICISTE 'NA SERA
Antonio de Curtis, Franzese, Porcaro 1952
Comme so' triste 'e penziere
quanno so' mute 'e pparole!
E comme è friddo chistu sole
a quanno manchi tu.
Comme so' triste 'e penziere.
"Dimane - me diciste 'na sera -
astrignimmo 'e ccatene
ca ce fanno suffrì, dimane".
E luceva, sincera,
comme'a luce d' 'o bbene
'ca nun sape murì,
l'ultima lacrema, senza cadè,
ca st'uocchie d'angelo
chiagnevano pe'mmè.
Dimane?
Ogni gghiuorno, ogni sera
io t'aspetto ca viene
per murì 'nbracci'a tte.
Comme so' amare 'e pparole
quanno n'è ssente nisciuno.
Io, comm' 'a n'ombra sott'a luna
vaco parlanno 'e te.
Ma songo amare 'e pparole.
Totò: tre canzoni inedite scoperte dalla figlia
Tre canzoni inedite di Totò sono state trovate dalla figlia Liliana De Curtis fra i manoscritti del padre. «Dincello mamma mia», «Me diciste ’na sera» e «Me so’ scurdato e te» saranno pubblicati dalla Sony il prossimo dicembre.
«Corriere della Sera», 20 novembre 1997
Totò, ritrovate tre canzoni
Liliana De Curtis: «Le ha incise Mariangela D’Abbraccio, papà amava le belle donne». Il 15 febbraio galà su RaiUno
Tre canzoni inedite di Totò, «parole e mosica», assicura Liliana De Curtis, che le ha trovate mettendo ordine tra le carte del padre, catalogando autografi e fotografie destinati all’ atteso museo dedicato al principe della risata che sorgerà, chissà quando, al Palazzo dello Spagnuolo, alla Sanità. Dopo il colossale lavoro svolto da Vincenzo Mollica con i cofanetti della Fonit Cetra sulle «Canzoni di Totò», nessuno si aspettava altre novità canore del grande comico, e invece... Eccole qui, tre canzoni romantiche: la triste «Dincello mamma mia», «Me diciste ’na sera» e la più allegra «Me sò scurdato ’e te», che Liliana ha affidato alla voce di Mariangela D’Abbraccio, attrice napoletana che l’anno scorso ha portato in giro per l’Italia un recital dedicato al Totò autore e poeta.
«Mariangela è affascinante e bravissima», racconta la De Curtis, «l’ho conosciuta in occasione del suo spettacolo e sono rimasta conquistata dalla sua arte e dalla sua grazia. Quando mi sono capitate per le mani quelle canzoni, dopo aver scoperto in Siae che non erano nemmeno state depositate, ho deciso di farle uscire, al più presto possibile, su disco, come inizio delle celebrazioni per il centenario della nascita di papà, che festeggeremo alla grande l’anno prossimo. E ho pensato a lei. Con un sorriso sulle labbra: a mio padre un’operazione così sarebbe piaciuta anche perchè la D’Abbraccio è una bella donna, di quelle che lui sapeva apprezzare».
Considerata, probabilmente non a torto, una delle voci minori della produzione di Totò, la canzone era una delle passioni dell'artista: «Non c’è nessuna discrepanza tra la mia professione che adoro», dichiarò una volta, «e il fatto che ho composto canzoni e butti giù qualche verso pieno di malinconia. Sono napoletano e i napoletani sono bravissimi nel passare dal riso al pianto».
Ma torniamo al centenario di Totò, nato il 15 febbraio 1898: «Oltre al museo, che non so se sarà pronto per quella data, ci sono un sacco di iniziative che bollono in pentola», racconta la De Curtis. «Innanzitutto una serata di gala, anzi un Premio Totò, che si svolgerà il 15 febbraio a Napoli, sotto le telecamere di RaiUno, anche se non ho avuto ancora la conferma della messa in onda in diretta, bisogna controllare il palinsesto. E non abbiamo ancora deciso dove fare questo show, probabilmente in teatro, in quel periodo forse fa troppo freddo per puntare su piazza del Plebiscito, che pure sarebbe perfetta per rendere omaggio a papà: sarebbe uno spettacolo mai visto. Poi c’è il disco di canzoni e poesie interpretate dalla D’Abbraccio, che sarà pubblicato dalla Sony, e una grande mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma: è quella già vista a Napoli, ma ampliata. E queste sono soltanto le cose certe, sapesse quanti progetti ho...».
[f.v.], «Il Mattino», 20 novembre 1997
SCOPERTE Da un cassetto spuntano manosciritti dell'attore. Parole e musica saranno incisi da Mariangela D'Abbraccio
«Mio padre Totò cantava l'amore sofferto»
La figlia trova 3 brani: come Malafemmena. Arbore: geniale dilettante
Chissà se fu il giudizio del fedele autista, a cui faceva ascoltare in anteprima ogni sua composizione, a convincere Totò a lasciare nel cassetto quelle tre canzoni ritrovate per caso, tempo fa, dalla figlia Liliana De Curtis. «Dincello mamma», «Me so’ scurdate ’e te», «Me diciste na sera» ora diventeranno il nucleo portante dell’album «Il cuore di Totò» interpretato dall’attrice napoletana Mariangela D’Abbraccio, in uscita il 4 dicembre.
«Tutto è nato dallo spettacolo di Mariangela — racconta la figlia Liliana —. Dopo aver portato in scena un anno fa le canzoni di mio padre, Mariangela ha deciso di incidere un disco. Siamo andati a cercare tra i tanti documenti che conservo e le abbiamo trovate: scritte su fogli di carta da musica, mai incise, né depositate alla Siae». Canzoni di cui Liliana De Curtis non aveva mai sentito parlare. «Riflettono la sua vena più seria, malinconica. Non ricordo che ce le abbia mai fatte ascoltare. In genere mio padre chiedeva il nostro giudizio, oltre a quello del suo autista. Di che anno sono? Non posso dirlo con certezza, ma direi che appartengono al periodo 1950-51, lo stesso di "Malafemmena"» «Dincello mamma mia / c’a voglio sempe bene / c'a porto dint’o core / c’a tengo dint’e vene / è tutta a vita mia / nun ma pozzo scurda ’ / sta femmena è la mia / essa'adda ritumà» recita «Dincello mamma mia». «Me so' scurdate 'e te I e vuo’ sape' pecché / mo voglio bbene a n'ata / eh 'è assale cchiù meglio ’e te» è il ritornello di «Me so’ scurdate ’e te».
«L’atmosfera — continua la De Curtis — mi ricorda molto "Malafemmena", ci ritrovo il riferimento a quella sofferenza d’amore, quando mia madre (Diana Rogliani, n.d.r.) decise di separarsi da lui».
Per amore di leggenda si narra che «Malafemmena» fu ispirata al principe De Curtis dalla passione per Silvana Pampanini, conosciuta sul set di «47 morto che parla», mentre la donna che Totò dice di non potere scordare era proprio la madre di Liliana, che, quando già il loro amore era finito, volle mettere fine al loro matrimonio.
«Credo che "Me diciste 'na sera" — si sbilancia Mariangela D'Abbraccio — sia anche superiore a "Malafemmena". È la storia di un uomo abbandonato che si ritrova solo di notte per la strada e ripensa a tutte le promesse mancate della sua donna. È ancora la donna portatrice di dolore che si ritrova in tanta parte della sua produzione musicale. Questi inediti saranno una conferma della capacità di Totò di rispecchiarsi nella grande melodia napoletana». Nel disco, oltre alle tre canzoni, compariranno dei classici di Totò, da «Carme’ Carme’», a «Miss mia cara miss».
«Musicalmente è stato un grandissimo dilettante — commenta Renzo Arbore, estimatore di Totò — toccato in varie occasioni da una profonda ispirazione. E’ stato l’erede di Salvatore Gambardella, che come lui la musica non la conosceva, lasciava prevalere l’istinto sulla preparazione. Certo, "Malafemmena" resta il punto più alto della produzione di Totò, così misteriosamente affascinante, basata sulla semplicità, una canzone che non finisce mai di stupirti». Arbore si felicita della scoperta. «Sono molto curioso di ascoltare questi brani. Grazie al lavoro di Vincenzo Mollica, all’antologia uscita qualche anno fa, la sua opera era stata ricostruita quasi in toto. Alcune canzoni sono banali, altre sono ricche di magia».
Edoardo Bennato, che con la tradizione melodica napoletana ha poco a che spartire, sottolinea il valore dei testi di Totò: «Come nei suoi film, anche nelle canzoni è sempre riuscito a essere elegante, raffinato, passionale ma mai volgare. Nel suo modo di esprimere le emozioni c’è sempre un grande pudore. Anche in questo e stato un maestro. D’altronde a Napoli, quando si dice maestro, si pensa a lui».
Stefania Ulivi, «Corriere della Sera», 21 novembre 1997
Liliana de Curtis racconta la scoperta degli inediti, ora affidati alla voce della D'Abbraccio
"Mi è sembrato di sentire ancora la voce di Totò
Un piccolo tesoro tra le carte dell'artista
“Me so'scurdato’e te e vuó sapé perché? Mo’ voglio bbene a nata ch’è assaie cchiù meglio ’e te, ’ na bella ’nnammuratache pensa solo a me. Io cchiù nun penzo a te, però quarmo chell’ata me vase, io veco a te” è una strofa degli inediti.
Le prime strofe di “Me diciste ’na sera”, musicata daTotò. Comme sò triste ’e penziere, quanno sò mute ’e pparole! Ecomme è friddo chistu sole ’a quanno manche tu... comme sò triste ’e penziere.
Me diciste ’na sera, Dincello mamma mia, Me sò scurdato ’e te, tre titoli «nuovissimi, anche se sono stati scritti nei primi anni Cinquanta». Sono i titoli di tre canzoni inedite firmate da Antonio de Curtis, ritrovate dalla figlia Liliana che le ha «affidate» alla voce di Mariangela D’Abbraccio.
«È un po’ come un regalo di Natale, il regalo di Natale che mi ha fatto mio padre», Liliana De Curtis ha trovato le tre nuove canzoni ed ora le rende pubbliche, le offre agli ammiratori del grande attore, scomparso da tanto tempo e mai come ora presente nella sua città. Cento anni, «il prossimo anno si festeggiano i cento anni dalla sua nascita. Il 15 febbraio si farà festa, a Napoli ed in altre città italiane, con tante iniziative, anche spontanee, che vedranno impegnati personaggi dello spettacolo e della cultura e semplici ammiratori di mio padre», dice Liliana anticipando le giornate che già la vedono impegnata, con l’Associazione Antonio de Curtis, ad organizzare ed a promuovere «ma anche a difendere» il ricordo del grande Totò.
Come ha trovato queste nuove canzoni?
«Mettendo in ordine le sue carte, sono tre canzoni melodiche, una più allegra, due più malinconiche. Ho trovato questi spartiti non stampati, scritti a mano, ho capito che non dovevano essere cose note, ne ho letto le parole, la musica, non la ricordavo ed allora ho capito di trovarmi davanti una piccola dolce scoperta».
Una scoperta emozionante...
«Molto, mio padre raccoglieva tutto ciò che lo riguardava, era molto meticoloso, addirittura pignolo, e quindi credevamo davvero i avere visto già tutto, di conoscere ogni cosa. E invece ecco il suo regalo, improvviso, inatteso, è stato come se avessi sentito ancora la sua voce sussurrare, cantare come una volta la canzone appena composta».
Perché Totò era solito farle conoscere quel che scriveva?
«Sempre, ci leggeva le sue poesie, ci canticchiava i nuovi motivi. Era insicuro e voleva sempre una conferma, e poi il nostro parere era molto importante per lui».
Quando pensa che suo padre abbia composto queste canzoni?
«Credo tra il ’51 e il '52, erano quelli gli anni in cui mio padre dava libero sfogo a certi suoi pensieri, a certe malinconie, attraverso le canzoni. Le canzoni, le poesie, erano per lui come un diario neppure tanto segreto perché ce le leggeva subito. Erano il momento di riposo, l'occasione per fermare il pensiero e le ansie, il divertimento più intimo e personale».
Cosa ha fatto quando ha capito di aver trovato degli inediti di Antonio de Curtis?
«Innanzitutto ho esaminato bene gli spartiti, poi ho verificato alla Siae e non ho trovato alcuna traccia di questi componimenti. Allora sono stata certa che si trattava di canzoni mai eseguite, mai offerte all’attenzione deisuo pubblico. Così le ho depositate e poi ho incominciato a pensare a come fare per renderle pubbliche».
Ed ha incontrato la D’ Abbraccio...
«Una persona splendida, un'attrice sensibile e brava, è la protagonista di imo spettacolo costruito su mio padre, quando l'ho vista in teatro ho pensato che fosse la persona giusta per interpretare per la prima volta le tre canzoni che avevo trovato, il mio piccolo tesoro segreto. E così le ho proposto di incidere un disco, pubblicato dalla Sony, da far uscire subito, tanto per incominciare a preparare le celebrazioni che verranno il prossimo anno. Ed avevo ragione, quando ho ascoltato in sala d'incisione le tre canzoni mi sono veramente commossa».
Come celebrerà il centenario della nascita di Totò?
«Abbiamo molte idee, molte proposte, dovremo scegliere, sono tante e non ci potrà certo fare tutto. Napoli naturalmente sarà una delle città dove dovrà essere celebrato, e non soltanto con l’inaugurazione del museo a lui dedicato a cui stiamo lavorando, ma anche con uno spettacolo, un avvenimento adeguato. Poi ci sarà una grande mostra, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, e tante altre iniziative che ci vengono suggerite da ogni parte d'Italia. Mi sembra che Totò non invecchi, era amatissimo e lo è ancora di più anche dai più giovani, che l’hanno conosciuto solo attraverso il ricordo dei genitori o i tanti film di cui è stato protagonista».
Giulio Baffi, «Il Mattino», 21 novembre 1997
Totò musicista, 16 canzoni per colpire al cuore
Fra settanta giorni, il 15 febbraio, si celebrerà il centenario della nascita di Totò, e il 1998 offrirà molte occasioni per ricordare il grande attore scomparso trent'anni fa: oltre a una miriade di rassegne e proiezioni e a una pioggia dei suoi film in tv, ci saranno la prima edizione del premio Totò (si svolgerà il 15 febbraio nella galleria di Napoli e andrà in onda su Raiuno), l'inaugurazione del museo a lui dedicato (in allestimento a due passi dalla casa dov’è nato, in un palazzo del rione Sanità, verrà aperto a pezzi, man mano che i diversi settori saranno pronti), una mostra piena di memorabilia che in marzo approderà al Palazzo delle esposizioni, e cosi via.
Nell'attesa («E come primo importante passo di queste celebrazioni», dice la figlia Liliana) c’è una bella operazione che riguarda l’Antonio De Curtis autore di grandi canzoni: è appena uscito Il cuore ai Totò, un album che raccoglie 16 delle sue composizioni corredate da alcune brevi e poco note poesie. Le interpreta (e con grande gusto, sensibilità e passione nonostante sia alla sua prima esperienza discografica) Mariangela D’Abbraccio, l’attrice che la scorsa stagione ha portato con successo in teatro uno spettacolo, appunto Il atore di Totò, nel quale il lato musicale aveva un particolare rilievo.
Accanto a Malafemmena, Aggio perduto ammore, Il paese dei balocchi, Miss mia cara miss, Il bel Ciccillo, Carme', D’Abbraccio propone, ed è questa la piacevolissima sorpresa, anche tre canzoni inedite appena ripescate negli archivi della figlia. Me diciste ‘na sera e Mammarella 'e chistu core, struggenti e dalle melodie intense e sorprendentemente moderne, hanno lo stesso tema (un uomo lasciato dall’innamorata). Me so’ scardato ‘e te è mossa e divertente e dice esattamente il contrario: lui e lei si sono lasciati, ma lui ne ha trovata un’altra e non soffre nemmeno un po’. Assai ben cantate da Mariangela D’Abbraccio con un ottimo quintetto (arrangiamenti semplici e rigorosi «che restituiscono alle canzoni la loro pulizia»), i tre brani sono l’antipasto di altri inediti di Totò.
Fra gli oggetti lasciati dall’attore, infatti. c’è un vecchio registratore Geloso dei primi anni sessanta al compoleto di un nastro che nessuno («Soprattutto per una sorta di timore reverenziale», spiega Paola Agostini dell’Associazione De Curtis) ha ancora mai ascoltato. Secondo Liliana è assai probabile che nel nastro, l’ultimo sul quale il padre ha lavorato, ci siano parecchi di quei brani che Totò scriveva durante la notte e che il giorno dopo faceva sentire in anteprima al suo autista Carlo Cafiero mentre andava sul set. Essendo suoi fedeli ammiratori ci auguriamo di saperne tutto molto presto.
Fabrizio Zampa, «Il Messaggero», 5 dicembre 1997
I tre brani inediti in un cd con poesie ed altri pezzi famosi
Ecco Totò, il principe della canzone
Mariangela D'Abbraccio propone la versione discografica dello spettacolo dedicato al principe de Curtis
Ma chi l'ha detto che Totò era solo varietà, cinema e battute (geniali)? Il disco appena uscito, Mariangela D'Abbraccio canta il cuore di Totò sta a dimostrare, per chi avesse ancora qualche dubbio, che Totò era molto altro ancora. Molta musica, per esempio. «La sua vera passione, quello che amava di più era comporre canzoni», racconta la figlia Liliana De Curtis. È stato grazie al suo permesso che tra le carte del padre sono stati scovati tre brani inediti, subito inseriti nel disco.
Ma andiamo con ordine. Il cuore di Totò nasce come spettacolo teatrale che la D'Abbraccio, diretta da Marco Mattolini, ha portato in numerosi teatri italiani. «Nello spettacolo canto venti canzoni - racconta l'attrice - Più che teatro è un vero e proprio concerto. Quindi l'idea di farne un disco è stata piuttosto naturale». Un giovane produttore, Marco Patrignani, ha creduto nel progetto e con gli arrangiamenti di Francesco Tavassi e Giacomo Zumpano si è dato il via alle registrazioni. Non senza prima aver dato un'occhiata tra i manoscritti del Principe De Curtis. «A notte fonda, dopo aver passato in rassegna fogli su fogli, parti, parole, parti senza partiture e quan'altro - dice Zumpano - abbiamo capito di avere in mano tre canzoni di cui non si sapeva niente».
Me diciste 'na sera, Mammarella 'e chistu core e Me so'scurdato 'e te sono un impasto classico, emotivamente coinvolgente di temi e accordi cari a Totò. Il quartetto musicale (Giacomo Zumpano pianoforte, Illir Bakiu violoncello, Jean Marie Ferry chitarra, Vito Ercole batteria e percussioni) che accompagna l'attrice anche nella versione teatrale, avvolge in un'atmosfera di grande pathos la voce recitante: nelle canzoni, infatti, l'interpretazione entra con quella «irruenza» tipica da palco-scenico che sicuramente rappresenta la cifra stilistica della D'Abbraccio. Ma quando e come componeva Totò? «La notte - risponde la figlia - Un po' al pianoforte, che suonava male ma suonava, e un po' fischiettando. Poi le faceva ascoltare a noi della famiglia ma soprattutto a Cafiero, l'autista. Non ha mai pensato di sfruttare economicamente le sue composizioni. Le faceva prima di tutto per se stesso. Amava talmente tanto la sua parte musicale che quando poteva cercava di inserire una sua canzone nei film».
Antonio De Curtis, dunque, come artista a tutto tondo e poeta (la sua 'A livella ha venduto milioni di copie). «Eppure la televisione non sembra interessata a promuovere quest'altra anima di Totò, quella più intima, più seria. Abbiamo trovato difficoltà alla promozione del disco, per esempio da Costanzo e a Domenica In», dicono in coro i produttori e Liliana De Curtis. Interesse invece dimostrato da Rai International che per prima ha fatto ascoltare - in tutto il mondo - i brani inediti. Nel frattempo fervono i preparativi per il centenario (febbraio 1998). Tra gli eventi previsti spicca l'apertura, a Napoli, del Museo dedicato a Totò. «Abbiamo moltissimo materiale - ha detto Paola Agostini della Fondazione De Curtis - e lo stiamo catalogando. Liliana ogni tanto ci porta qualche pezzo venuto fuori inaspettatamente. Sarà un grande museo, collegato con tutti i musei di cinema del mondo anche attraverso le nuove tecnologie». Tra i pezzi rari c'è un vecchio registratore Geloso su cui Totò incideva.... Che cosa? Non si sa. Non è ancora stato ascoltato il nastro inserito, probabilmente datato 1967 o poco prima. Motivi fischiettati, idee, poesie? Chissà. Certamente altre testimonianze della fervidissima fantasia ed intelligenza del nostro Principe, non solo della risata.
Antonella Marrone, «L'Unità», 5 dicembre 1997
Totò, tre brani inediti d'amore e gelosia
Spartiti «dimenticati» in un magazzino. La figlia del comico: ne scrisse almeno 70
Re della farsa e del varietà, nume tutelare di tutti i comici di là da venire, Antonio De Curtis, principe di Bisanzio, in arte Totò, è stato pure un genio della canzone. Tante ne scrisse («Una settantina» assicura la figlia, Liliana De Curtis), ma solo una è passata davvero alla storia, «Malafemmena», che ha fatto il giro del mondo interpretata dagli artisti più disparati, da Giacomo Rondinella a Connie Francis, a Pavarotti. La più nota, non certo l’unica.
Molti fra i brani scritti e musicati dal grande attore napoletano hanno avuto per interpreti voci come Mina («Baciami»), Roberto Murolo («Nun si ’na femmena») Achille Togliani («La lavandou»), E ora, fra pochi giorni, la casa discografica Anubi International manderà sul mercato un cd, «Totò Lost Lyrics», con tre brani inediti più un quarto, «Picccrclla napulitana», interpretato solo una volta dal grande Nino Taranto.
«Per le altre tre invece, "T' aggia lassà", "N'ce so’ caduto" e "Dai dai bambina", è davvero la prima volta», assicura il produttore discografico Guido Marcone. E aggiunge: «Le due napoletane son davvero straordinarie, a mio parere quasi superiori a "Malafemmena”».
A riportare in vita le tre canzoni, parole e musica di Totò, vergate di suo pugno su altrettanti spartiti, è stato come sempre il caso.
«Gli spartiti — racconta Marco-ne erano di proprietà della signora Ficicchia, vedova di un editore napoletano che ti aveva comprati quando Totò era ancora vivo. Rimasti sepolti per molti anni nel magazzino, affidati a un certo punto al cantante Luciano Fineschi (che però purtroppo morì prima di utilizzarli), sono stati alla fine ceduti alla Anubi, che ha sede in Canada. Testati i brani sul mercato Usa con esito più che favorevole, è stato dato loro un nuovo adattamento musicale, più consono ai tempi, grazie all’intervento di una serie di musicisti, alcuni dei quali del gruppo di Zucchero. A quel punto si è deciso di inciderli in un disco. Li canterà una voce giovane, quella di Alessandra Valente, già cantante di gospel e jazz ma con una spiccata propensione per il repertorio napoletano». E la prima copia verrà messa all’asta, con l’impegno che metà dei proventi andranno a finanziare il Museo di Totò che sta per sorgere a Napoli.
Ma di che cosa parlano queste canzoni? D’amore, naturalmente. In «T'aggia lassà» Totò si dispera, parla di «gelosia che lo tortura», di «amore che lo fa sragionare». Una bella crudele, un'altra malafemmena da lasciare prima che sia troppo tardi. Ma dietro le parole roventi traspare una passione nient’affatto spenta. Altro capitolo del cuore in «N’ce so’ caduto», dove confessa un grande amore, lui che credeva che non l'avrebbe mai conosciuto:
So' 'nammurato ’e te e non saccio pecche so caduto, forse sta bocca toia che è profumata, forse 'sti occhi toi che so 'e velluto....
Quanto alla terza, l'unica con titolo e testo italiano, ha un tono di tutt'altro tipo. La «bambina» è la figlia di un pescivendolo del mercato che, grazie al suo bell'aspetto, ha vinto una corona di Miss e ora si dà delle arie. L'ammonisce Totò:
Ma non scordarti che tuo padre è quello che vende il baccalà.
«Che in giro ci possano essere canzoni inedite di Totò non lo escludo, ne ha scritte tante», commenta la figlia, Liliana De Curtis, riservandosi di ascoltarle prima di esprimere qualsiasi giudizio. «D'altra parte — aggiunge — dev'essere il momento delle riscoperte. Una poesia di Totò, "'A 'nnamurata mia", è stata messa in musica da Maria Quattrone e uscirà in cd interpretata da Marilena. E Fausto Cigliano ne ha appena inciso un'altra, "Angelina", inserita in un disco dove compare anche una canzone su testo di Eduardo e una terza scritta da Pupella Maggio». Una buona compagnia per Totò.
G. Ma., «Corriere della Sera», 11 maggio 2000
La figlia Liliana racconta del ritrovamento dei nuovi testi. «Non avevo mai ascoltato questi brani scoperti dai canadesi. Da noi si conosce solo “Malafemmena"»
Con l'estate, gli schermi tv tornano a farci sorridere con i film dì Totò. Ma il Totò più nascosto, un vero cantautore malinconico e introverso che trovava sfogo attraverso la musica e che regalò un gioiello come «Malafemmena», è tuttora di difficile accesso. Quattro sue canzoni inedite chiuse in un cd di proprietà canadese intitolato «Totò Lost Lyrics» e cantate da una bionda lettrice di inglese all'Università romana di padre napoletano, Alessandra Valente, aspettano con pazienza di trovare la strada dell'ascolto collettivo. Che non sarà necessariamente quella dei negozi né di Internet, ma forse una distribuzione privata, un bonus di qualche Azienda ancora illuminata in questi tempi bui. In un percorso rocambolesco che sembra preso da uno dei film d’avventura del grande Principe, le edizioni erano state acquistate in un negozio di Napoli dalla società canadese: poi i brani sono stati riarrangiati e attualizzati, senza stravolgerli, dal musicista torinese Guido Marcone nei suoi studi vicino Lucca, e la Valente scelta dopo numerose audizioni. «N' ce so' caduto» e «T' aggio lassa'» sono belle canzoni romantiche e malinconiche, che in qualche modo rimandano a «Malafemmina», «Piccerella napulitana» e «Dai dai bambina» sono invece più giocose. Ma la novità vera ora è che la figlia dell'attore, Liliana de Curtis, coinvolta da Marcone in questa operazione, è decisa e convinta a riportare a galla, a partire dall'autunno, l'intero patrimonio musicale di Totò.
Signora de Curtis, lei sapeva dell'esistenza di questi brani?
«Ho sempre detto a tutti che mio padre ha sempre depositato ciò che creava alla Siae. Il signor Marcone ha trovato il materiale in queste specie di negozi napoletani dovi vendono di tutio, spartiti compresi: ha adattato la musica, le parole sono quelle: ha fatto una cosa musicalmente splendida. Sono brani inediti perchè mai cantati, la gente non li ha mai sentiti, è bellissimo che siano finiti in un cd».
Lei aveva mai ascoltato questo materiale?
«Io mai. Papà ha scritto tantissimo, qualcosa come 45 canzoni. Continuiamo a sentire "Malafemmena" che è un inno nazionale, perchè non le altre? Questo è un primo passo, importante e bellissimo»
La ragazza che canta? «Intanto è una brava ragazza, cosa già molto difficile con i personaggi da cui siamo sovrastati; la voce poi è perfetta nella situazione attuale, moderna».
Trovare gli altri inediti sarebbe anche un grande business.
«Ma basta andare alla Siae o da me, che li ho tutti. Debbo solo riordinare un po' le mie cose, questo è un periodo difficile perché mia madre s'è rotta il femore e sono molto occupata. Bisognerà fare un controllo, soprattutto per vedere se siano mai stati incisi; ho desiderio di andare fino in fondo»
Coma ricorda suo padre musicista?
«La musica era forse la cosa che amava di più: tirava fuori la sua anima e infatti di canzoni allegre ve no sono poche. Gli venivano di getto, scriveva su qualunque cosa avesse in mano, anche sui pacchetti delle sigarette. Suonava il pianoforte con due dita, lui, incideva con il Geloso che io conservo e poi la mattina ci faceva ascoltare; il primo a sentire era Carlo Cafiero, il nostro autista di sempre. Era una cosa molto tenera: canzoni e poesia facevano parte della vita privata di papà».
Il musicista Guido Marcone sta ora lavorando a un musical del vecchio leone della discografia Ennio Melis da mettere in scena a Montreal; dal suo studio di Lucca spiega: «Alcuni brani sono la logica conseguenza di "Malafemmina". "N'ce so' caduto" è stato scritto prima, il più complicato e "T’aggia lassà"; "Piccirella napulitana" era stato cantato da Nino Taranto e gli altri provati, ma non con questi spartiti. Sappiamo anche con chi Totò aveva composto con un suo amico, Mario Gozzoli, di cui non troviamo eredi e non sappiamo nulla ma sugli spartiti ci sono le sue correzioni, era un trascrittore molto bravo, delle idee di Toto. Il giro armonico è simile a quello di "Malafemmena", perchè ogni autore è appassionato a certi "giri", da Gerry Mulligan a Totò.
Marinella Venegoni, 7 agosto 2000
Riferimenti e bibliografie:
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- La Stampa
- La Nuova Stampa
- Stampa Sera
- Nuova Stampa Sera
- Il Messaggero
- Corriere della Sera
- Corriere d'Informazione
- l'Unità
- Il Mattino