Totò: tra pergamene, processi e profumi di cipria - La vita e l'arte
Benvenuti nella sezione più indiscreta, ficcanaso e sfacciatamente devota della rete, dedicata a quel monumento nazionale in carne, ossa e monocolo che risponde al nome di Antonio De Curtis, in arte Totò, in sovrappeso d’arte e nobiltà. Qui, dove l’aneddotica si mescola con la filologia da parrucchiera napoletana e lo scoop conviviale, vi attende una vera enciclopedia del retroscena, raccolta con una devozione che sfiora il santino votivo.
⚖️ Processi d'alto rango (e basso impero)
Si parte con una disputa giuridica bizantina – letteralmente – con l’improbabile “Marziano II di Lavarello”, uno che, da solo, pare uscito da un film con Macario e che pretendeva l’Impero di Bisanzio come se si trattasse del posto in prima fila al San Carlo. Totò lo affronta in tribunale, ma non per conquistare Costantinopoli: solo per difendere la propria identità da nobile vero, non da operetta.
Segue la seconda causa, più araldica che epica, per rivendicare con fermezza (e carta bollata) i titoli nobiliari ereditati. Perché si può essere comici, sì, ma che almeno il sangue blu venga riconosciuto col timbro dell’anagrafe araldica.
🕵️ Prof e ricatti: il noir napoletano a episodi
Poi c’è il thriller con retrogusto fantozziano: una professoressa, probabilmente più interessata alle rendite che alla grammatica, tenta di ricattare il Principe. Una storia degna di Hitchcock, se Hitchcock fosse passato per Posillipo e avesse amato la pastiera.
👩👧 Le donne (e le divine) del Principe
La parte sentimentale? Ricca come un album di famiglia napoletano: Mamma Anna, con la sua aura da tragedia greca in salsa partenopea. Diana, moglie, musa, madre di Liliana. Liliana Castagnola, la passione tragica, che si conclude con una delle più struggenti pagine d’amore e morte del Novecento. Franca Faldini, la compagna degli ultimi anni, che ci regala il testamento completo, mica uno screenshot su WhatsApp.
🎤 Totò a Sanremo: tra giuria e (auto)parodia
E poi ci sono le apparizioni sanremesi. Non si sa se più folgoranti quelle in veste di giurato, dove dispensava giudizi e sarcasmo con la stessa mano, o quelle come concorrente, dove l’assurdo superava ogni pentagramma.
📻 La ricetrasmittente, la vista e il suono dell'anima
Nel periodo più buio – letteralmente – della sua vita, quando gli occhi facevano i capricci più della censura democristiana, la ricetrasmittente diventa compagna e infermiera sonora, a far vibrare le frequenze del cuore e del cabaret.
🏆 Collezionisti e comici d'affezione
E come dimenticare il culto attorno alla sua figura? Spicca il nome di Antonio Bosco, definito “Totomane” con la stessa naturalezza con cui si direbbe “cardiologo” o “profeta”. E si omaggia anche Mario Di Gilio, comico amato da Totò, a dimostrazione che persino il Re della Risata aveva un re della risata nel cuore.
🎬 L’ultima comparsa: come scomparire elegantemente
Infine, un finale degno del suo stile: l’ultimo film non lo vede protagonista, ma quasi comparsa. Un gesto poetico e silenzioso, come a dire: “Io me ne vado, ma l’arte resta. E magari se la cava anche senza di me… forse.”
📂 Sezione in aggiornamento perpetuo (come i grandi amori)
E per chi temesse la parola “fine”, niente paura: questa sezione cresce, vive, prolifera come una sceneggiatura firmata a metà. Perché con Totò, non si chiude mai davvero il sipario. Si abbassa giusto per sbirciare dietro le quinte.