«Compagno? No, camarade»: la battuta che scatenò un pugno in faccia a Totò (Firenze 1945)
Totò aggredito a teatro a Firenze nel 1945: cosa accadde davvero secondo le fonti
Con la compagnia di rivista Totò-D’Albert dell’impresario Remigio Paone, Totò aveva intrapreso, nel gennaio 1945, una tournée in Toscana. Era in scena una seconda versione teatrale di «Imputati, alziamoci», scritta dal commediografo Michele Galdieri, con interpreti la celebre e brava soubrette moscovita Lucy D’Albert e gli attori Alberto Bonucci, Vittorio Caprioli e Mario Castellani. Il primo spettacolo venne, il lunedì 22, rappresentato con grande successo a Siena. La compagnia si trasferì, pochi giorni dopo, a Firenze, dove Totò fu coinvolto, lui malgrado, in un increscioso incidente con uno spettatore. Narra Mario Castellani, fedele spalla dell’artista napoletano, che sul palcoscenico...
Mario Castellani
Dopo essere ricorso alle cure mediche presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino, Totò interruppe immediatamente le recite e rientrò «spaventatissimo» a Roma presso la sua abitazione di viale Parioli, accudito con grande affetto dalla moglie Diana.
Una battuta di dubbio gusto, inserita nella rivista che la Compagnia di Totò sta recitando alla Pergola, ha provocato il risentimento di qualche spettatore, che ha voluto dare una tangibile dimostrazione del proprio malcontento. Sembra che in una scena dei lavori si svolgesse un dialogo, nel quale Totò - al secolo Antonio de Curtis di anni 47, da Napoli - con il solito dito in aria e il solito contorcimento di collo, affermava non esistere alcuna differenza fra camerata e compagno.
Al termine dello spettacolo, Totò ha veduto presentarsi nel camerino uno sconosciuto, il quale dapprima gli ha chiesto una fotografia e poi gli ha domandato, con aria ingenua, di spiegargli ancora che differenza passasse fra camerata e compagno. L'artista, così spigliato sul palcoscenico, è rimasto confuso e non ha saputo cosa rispondere; o, forse, non ne ha avuto il tempo, in quanto l'altro gli ha sferrato un pugno in pieno viso e se n'è poi andato. Il macchinista teatrale Silvio Viglino, di anni 43 abitante in via della Pergola 4, è intervenuto ma affrontato da altri due sconosciuti, ha avuto a sua volta un pugno.
L''Ospedale di S.M.Nuova, a Totò veniva riscontrata una ferita lacero contusa al labbro superiore e una ferita allo zigomo destro veniva riscontrata al Viglino. I due sono stati riscontrati guaribili in dieci giorni.
«La Nazione del Popolo», 11 marzo 1945
🎭 Conclusioni
Nell’inverno-primavera 1945 la compagnia Totò-D’Albert porta in Toscana Imputati, alziamoci: a Firenze una battuta — «Compagno? No, camarade» — scatena il noto “pugno a Totò”. Tra cronaca d’epoca, testimonianze di Mario Castellani e la stampa come La Nazione del Popolo, ricostruiamo il contesto dell'accaduto. Questa storia, cercata tra fonti coeve e articoli 1945, chiarisce perché il malinteso “camarade/compagno” poté accendere la platea: una cronologia utile a chi cerca ricostruzioni d’archivio sulle recite di Totò a teatro.
Riferimenti e bibliografie:
- "Totò massone" (Ruggiero di Castiglione) - Ed. Atanòr, 2017
- Articolo di giornale di proprietà di Simone Riberto, autore della biografia di Dino Valdi "L'altro volto di Totò - Il Principe secondo Dino Valdi"