Noi duri

1960 Noi duri 6

Lei con disinvoltura faccia il segnetto sulla valigia. Noi adesso piano piano, io e il mio cameriere, ci allontaniamo. Appena abbiamo svoltato l'angolo, noi...

L'algerino

Inizio riprese: dicembre 1959, Studi Cinecittà, Roma
Autorizzazione censura e distribuzione: 17 febbraio 1960 - Incasso lire 358.840.000 - Spettatori2.206.074


Titolo originale Noi duri
Paese Italia - Anno 1960 - Durata 103’ - B/N - Audio sonoro - Genere commedia/musicale - Regia Camillo Mastrocinque - Soggetto Leo Chiosso, Dino Verde - Sceneggiatura Leo Chiosso, Dino Verde - Produttore Ermanno Donati, Luigi Carpentieri - Fotografia Luciano Trasatti - Montaggio Roberto Cinquini - Musiche Leo Chiosso - Scenografia Piero Filippone


Fred Buscaglione: il commissario Fred Bombardone - Paolo Panelli: Hercule Robinot - Scilla Gabel: Joysette, la sigaraia - Linda Sini: Barbara, la proprietaria del night - Totò: l'Algerino - Mario Castellani: Alì, l'assistente dell'Algerino - Elio Pandolfi: don Serafino Alvarez - Luigi Pavese: il doganiere - Giuseppe Porelli: l'ispettore Vichy - Tony Ucci: Beaurivage, il suonatore di sassofono - Asternovas: i 5 del complesso musicale - Peppino De Martino: il prefetto - Ignazio Dolce - Giulio Marchetti: un poliziotto - Gino Ravazzini: il regista televisivo - Gianni Solaro: Joe "Nicotina" Ferguson - Bice Valori: Genzianetta, la moglie di Hercule - Nello Appodia: un gangster (non accreditato) - Veriano Ginesi : un gangster


Soggetto

Fred Bombardone è un agente dell'FBI che viene incaricato di infiltrarsi, assieme ad alcuni suoi uomini, nel night-club di un narcotrafficante noto come l'Algerino. Assunto da quest'ultimo, viene incaricato di ritirare una partita di droga da Casablanca ma la merce gli viene rubata, cosa che complica le indagini e la sua posizione nei confronti dell'Algerino.

Critica e curiosità

Film parodia su soggetto di Verde e Chiosso, ispirato ai «gialli» polizieschi affidati sullo schermo a Eddie Constantlne, Totò lo troviamo protagonista solo in sette brevi sequenze, dove il vero protagonista risulta essere Fred Buscaglione, con il suo gruppo musicale "Asternovas": il titolo infatti doveva essere "A qualcuno piace Fred”. Quando il film uscì nelle sale, verso la metà del febbraio 1960, Fred Buscaglione era deceduto in un tragico incidente d'auto il 3 febbraio 1960. Ritroviamo anche qui un Totò poliglotta, a suo agio anche con l'arabo.


Così la stampa dell'epoca

Il terzo film concorrente al mio pregevole Oscar della mediocrità è Noi duri, attuato da Camillo Mastrocinque per svolgere (come un solerte commesso di Galtrucco svolgerebbe sul banco una pezza di stoffa) il repertorio musicale del povero Buscaglione. Il cinema, qui, c'entra come un paracarro dell'Appia fra i canapè del salotto Bellonci, o come un salotto Bellonci fra i paracarri dell'Appia. Tutto, del resto, in mano a Mastrocinque diventa ibrido, spurio, incrociato. Egli suppone, in questo film, che un Fred Bombardone (ah quanto spirito, veleggiamo ancora nei tempi di Gandolini si dia, quale agente dell'FBI, alla caccia di una ghenga di spacciatori di nefaste droghe. [...].

Giuseppe Marotta, «L'Europeo», 1960


[...] Questo film è un vero guazzabuglio di avventure improbabili pure nella loro stessa paradossalità, e rivela una cura non troppo attenta nel rendere più credibile una storia che una migliore sceneggiatura avrebbe potuto presentare sotto un aspetto più gradevole.[...] La macchietta disegnata da Totò ricalca vecchi schemi del celebre comico [...].

Alberto Albertazzi, 1960


Per dar modo al compianto Fred Buscaglione di esibirsi nel suo celebre repertorio e di riproporre (per la prima volta) in immagini il "tipo" da lui creato, gli autori hanno imbastito una vicenda che, sia pur con larghe concessioni ai facili effetti e ad un umorismo di gusto non sempre sorvegliato, ha il pregio di non essere frammentaria e di non apparire troppo studiata in funzione dell'interprete.

Buscaglione veste i panni di un famoso agente dell'FBI, Totò quelli di un celebre spacciatore di droga a capo di una banda internazionale. Detto questo, è facile intuire quale sia il tono del film, che si svolge quasi esclusivamente nel mondo equivoco dei night-club, un tono cioè decisamente farsesco, rotto qua e là da qualche felice spunto volto a parodiare i passi celebri e obbligati di ogni film, serio, del genere. Sulle orme del più accreditato cinema francese in materia.

Camillo Mastrocinque ha costellato il film di belle donnine che sanno, con egual perizia, spogliarsi e maneggiare una pistola. Altri interpreti sono: Paolo Panelli, Scilla Gabel, Lynn Shaw, Linda Sini e Bice Valori.

«Il Tempo», 28 febbraio 1960


Le mani sprofondate nelle tasche, dalle quali lo estrae solo per abbattere un avversario o per abbracciare una donna, Fred Buscagliene è il protagonista del film Noi duri, del quale ha fatto in tempo a terminare anche il doppiaggio, contrariamente alle notizie pubblicate in occasione della sua fulminea scomparsa.

Il film, diretto da Mastrocinque, su soggetto di Verde e Chiosso, è una parodia del «gialli» con al centro uno di quel poliziotti fracassoni che di solito vengono affidati sullo schermo a Eddie Constantlne. Ma già i film di Constantine sono in massima parte delle smargiassate parodistiche. Qui, mantenendo inalterata la formula, violenza e belle donne, è stata caricata la dose umoristica, mettendo di fronte al poliziotto Fred un Totò «algerino» con tanto di fez in testa e trafficante di droghe. C‘è anche una seconda banda, capeggiata da Scilla Gabel, che come arma usa soprattutto la sua clamorosa avvenenza. Canzoni, spari, le smorfie di Paolo Panelli, il contorno femminile di Lynn Shaw e Linda Sini; c'è quanto basta per accontentare gli estimatori del genere.

«Corriere della Sera», 28 febbraio 1960


Questo film è la pura trasposizione cinematografica del suo mondo (di Fred Buscaglione) canoro. Bambole, whisky, "duri" che non son duri e una ispirazione roca, malinconica, insieme simpatica e antipatica.

Vice, "Il Messaggero", 28 febbraio 1960


E' un film strato Io scorso anno con l'unico scopo di sfruttare l’improvvisa popolarità di Fred Buscagliene, che per la morte di questo ha acquistato un interesso retrospettivo. Il soggetto non è che una parodia dei film polizieschi, neppure molto divertente: il «marine» e poliziotto Fred Bombardone organizza con i suoi uomini un'orchestra, che girando per i tabarini riesce a scoprire le fila di un traffico di droga. Nulla è preso sul serio: non le rivoltellate che fracassano solo bottiglie, non i pugni, non i malviventi, che hanno per capo Totò. Lo spirito di Paolo Panelli, uno dei falsi «gangsters» e le grazie di alcune belle figliole rendono sopportabile lo spettacolo.

Vice, «Corriere dell'Informazione», 13 marzo 1960


I documenti

Cosa ne pensa il pubblico...


I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com

  • Testamento di Fred Buscaglione e del suo rauco mondo di pupe (meglio: bambole), whisky e tabacco in una movimentata parodia dei classici del noir alla quale prendono parte un irresistibile Totò malavitoso con la sua tonta spalla (Castellani), splendide donne fatali (Sini, Gabel, Shaw), mogli gelose (Valori) e un'orchestra di poliziotti guidata dal solista Panelli. Come non citare poi il doganiere Pavese e l'imponente gangster Solaro? Il tutto non è eccezionale, ma senz'altro ben supervisionato. Giovanni Fago (allora csc) è aiuto regista.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò alla dogana.

  • Avvertenza: qui si adora Fred Buscaglione. Come non amare questo torinese che (un po' un Paolo Conte della mala) portò l'Italietta del dopoguerra dritta dritta in un mondo fantastico di gangster, pupe e pallottole che però non fanno mai veramente male a nessuno? Il film è una parodia del noir francese, a cominciare dall'ambientazione. Di per sè nulla di notevole, ma Fred e i suoi Asternovas (tutti nel cast con il"chitarrista" Paolo Panelli divertente) e un cameo di Totò, temibile malavitoso in marsina, fanno bene al cuore. Per spettatori dal whisky facile.

  • Film ritagliato sulla personalità artistica di Fred Buscaglione, che con le sue canzoni e, soprattutto, interpretazioni, portò un nuovo stile canoro nel panorama italiano di allora. Questo però non basta per fare di "Noi duri" un film divertente e pieno di autoironia come si potrebbe immaginare. L'apparizione di Totò l'Algerino, con tanto di fez e il battibecco alla dogana con Luigi Pavese, porta il sorriso e il riso per una comicità ineguagliabile e senza età, che tutti conosciamo. Buone canzoni e belle ragazze per completare il quadro.

  • Film disimpegnato e leggero che pretende di essere poco più di un caffè corretto dopo un lauto pasto. Buscaglione dimostra di essere spavaldo quanto basta e di avere la personalità necessaria per reggere il peso del ruolo da protagonista. Meno male che c’è Totò che dona una folata di allegria a una pellicola affetta da un’eccessiva semplicità di fondo, che si tramuta qualche volta in tedio. Gli intermezzi musicali lasciano il giusto spazio a Buscaglione, ma fanno perdere un po’ di consistenza e interesse al film.

  • Come risaputo un film cucito addosso per Fred Buscaglione, che morì pochi giorni dopo la fine delle riprese. Le molte scene musicali riescono a non far calare il buon ritmo. Un bel cast, con ruoli cuciti molto bene, una scanzonata presa in giro dei night e dei gangster. Esilarante Totò (la scena con il doganiere è assolutamente fantastica).

  • Un film di Fred Buscaglione con un cameo di Totò. Più che un film un minestrone poco saporito di generi diversi cucinato dalla regia poco brillante di Mastrocinque. C’è la parodia all'acqua di rose dei film noir francesi di Eddie Constantine, ci sono, come in un musicarello, i trascinanti numeri canori di Buscaglione interpretati con la sua calda voce rauca impastata col fumo delle sigarette e col whisky, si mostrano spogliarelli casti come nel documentaristico Europa di notte e infine ci sono gli sketch che Totò recita con il solito funambolismo.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò ha un buffo fez in testa e fa sempre ridire molto anche se ricalca consunti canovacci dell'avanspettacolo; Castellani inventa uno strano dialetto.

  • Simpatica commedia che, facendo il verso ai noir dell'epoca, ci presenta un Fred Buscaglione nei panni di un quasi-omonimo agente di FBI che si finge jazzista per indagare su un traffico di droga. Nulla di eccezionale, per carità, ma il mondo fumoso del jazz, del whisky e dei gangster tanto caro a Buscaglione, benché in chiave parodica, è ben rappresentato e i personaggi si muovono in esso con naturalezza, seguendo un plot ben costruito e ricco di momenti divertenti. Esilarante Totò, sebbene in un ruolo minore, equilibrate le parti cantate.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò alla dogana.

  • Buon ritmo ed anche bella fotografia. Fred, agente FBI con accento torinese, ha un'ottima voce quando canta ed anche quando parla, è ironico e velato da leggera malinconia. "Bambole" stupende. Spiritosa la coppia Panelli-Valori, ottimo Castellani, cammeo di Elio Pandolfi, gentiluomo spagnolo sedotto dalla Bice. E poi il Principe in fez, con un suo spazio che lascia il segno. Film leggero e divertente, anche se esile: certi numeri musicali, agli occhi di oggi, sono un po' lunghi, ma lo si guarda volentieri.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Fred sulla panchina con due fanciulle in abiti maschili; Gli esercizi ginnico-tersicorei della vicedirettrice del locale in tutina nera.

  • Come dice Buscaglione nel film, ha inventato il genere giallo musicale nel quale è un ispettore infiltrato come chef d'orchestra. Padrona del locale dove lui si esibisce è Linda Sini, che risulterà essere immune al suo fascino, Buscaglione era considerato un bello, con qualche chiletto in più, del cinema. Mentre fa breccia in Lynn Shaw e Scilla Gabel. Totò è poco più che una macchietta con la spalla Castellani, ma con Pavese risulterà essere irresistibile alla dogana.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: "Se lei ha una divisa io ci ho un paletot addosso, ha capito?" (Totò ci tiene ad affermare di essere un signore borghese davanti a Luigi Pavese doganiere).

  • La leggenda di Fred Buscaglione rivive in questo film in cui è il protagonista assoluto: in una improbabile Parigi assisterete alle avventure dell'agente dell'FBI (!) Fred Bombardone che si finge cantante di un night per scoprire chi è il gangster che semina morte. A complicare la sua missione arriva Totò nei panni del temibile Algerino con colpo di scena finale! Un cult personale che mi ha fatto diventare istantanemente un fan sfegatato del grande Fred.... Spero che, dopo, lo sarete anche voi.• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Fred, circondato da belle ragazze, esclama: "Ma questo qui è il paese dei balocchi... tutte bambole!".

Le incongruenze

  1. Il figlio di Hercule Robinot (Panelli) dice "ho fame" quando si trova in braccia al padre all'interno della centrale della polizia.... ma si vede benissimo che il pupo non ha aperto bocca!

www.bloopers.it


Tutte le immagini e i testi presenti qui di seguito ci sono stati gentilmente concessi a titolo gratuito dal sito www.davinotti.com e sono presenti a questo indirizzo.
La villa parigina nella quale l’agente Fred Bombardone (Buscaglione) incontra gli altri membri della squadra con la quale dovrà indagare su di una banda di spacciatori di stupefacenti è, com’è noto, Villa Manzoni, situata in Via Cassia 471 a Roma e vista anche in "5 per l'inferno" (1969). Attuale sede dell’ambasciata kazaka, su questa villa si racconta che sia maledetta e che la cosa fu taciuta a Totò, notoriamente superstizioso, che nei sotterranei vi girò le scene ambientate nel covo dell'Algerino (Totò). Ad accrescere la fama sinistra di questa dimora fu la tragica morte di Buscaglione, scomparso in un incidente stradale pochi giorni dopo la fine delle riprese.

A sinistra, l’arrivo dell’auto di Bombardone nel piazzale-belvedere che circonda la villa. A destra l'auto poi vira verso una delle facciate

per infilarsi sotto il porticato che anticipa l’ingresso principale
La villa com'è oggi.

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Riferimenti e bibliografie:
  • "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
  • "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
  • "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
  • "Totò, un napoletano europeo" (Valentina Ruffin), Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino 1996

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • Giuseppe Marotta, «L'Europeo», 1960
  • Alberto Albertazzi, 1960
  • «Il Tempo», 28 febbraio 1960
  • «Corriere della Sera», 28 febbraio 1960
  • Vice, "Il Messaggero", 28 febbraio 1960
  • Vice, «Corriere dell'Informazione», 13 marzo 1960