Totò contro il pirata nero
Inizio riprese: gennaio 1964, Stabilimenti Interstudio, Roma
Autorizzazione censura e distribuzione: 25 marzo 1964 - Incasso lire 295.718.000 - Spettatori 1.227.046
Josè/Mario Petri
Titolo originale Totò contro il pirata nero
Paese Italia - Anno 1964 - Durata 93 min - Colore - Audio sonoro - Genere comico - Regia Fernando Cerchio - Soggetto Nino Stresa, Francesco Luzi - Sceneggiatura Nino Stresa, Francesco Luzi - Produttore Ottavio Poggi - Fotografia Alvaro Mancori - Montaggio Antonietta Zita - Musiche Carlo Rustichelli - Scenografia Giancarlo Bartolini Salimbeni - Costumi Giancarlo Bartolini Salimbeni
Totò: Josè - Mario Petri: il pirata nero - Grazia Maria Spina: Isabella, la figlia del governatore - Giacomo Furia: don Carlos d'Aragona - Mario Castellani: Uncino, il pirata con l'uncino - Pietro Carloni: il governatore - Aldo Giuffrè: il luogotenente Burrasca - Franco Ressel: il comandante spagnolo sfregiato - Romano Giomini
Soggetto
José è un ladruncolo napoletano che trovandosi a fuggire dalle guardie per un "piccolo" furto, si nasconde in un barile di Rhum della Jamaica sulla banchina del porto di Napoli. Il barile viene però caricato a sua insaputa su una nave pirata. Al momento di provare un po' di quel rum che si rivela tutt'altro, José viene scoperto dai pirati. Gli chiedono spiegazioni che non riesce a dare e temendo che sia una spia lo buttano a mare in pasto ai pescecani. Ma di notte José risale sulla nave, si cambia i vestiti bagnati e si copre con un lenzuolo. Creduto un fantasma semina spavento tra i pirati ma perduto il lenzuolo viene catturato e sottoposto al cappio del boia.
Sfuggendo alla pena in maniera miracolosa viene graziato. Affidato a Uncino, il cuoco della nave, nasce tra i due un'amicizia e José diventa suo aiutante. In un clima confidenziale Uncino sprona José a prendere una spada o a fabbricarsela con un pezzo di ferro nel caso non ne trovi una già pronta. José raccoglie l'invito e si fabbrica la spada con una potente calamita trovata in cucina e utilizzata invece dal cuoco come portafortuna per appendere coltelli, forchettoni, taglierini e quant'altro. Il pirata nero intanto riuscito ad abbordare l'Esperanza, una nave di Sua Maestà Spagnola, ha chiamato i suoi all'arrembaggio.
I pirati sembrano soccombere ma grazie alla sua arma "poderosa" José da solo riesce a gettare fuoribordo l'intera guarnigione spagnola guadagnando la stima dell'equipaggio piratesco e le ire del pirata nero obbligato a promuoverlo ufficiale. A causa del crescente rispetto che José si procura sulla ciurma il capitano tenta invano di farlo fuori prima con l'esplosivo e poi con un tiro al bersaglio. Passano alcuni giorni e il pirata nero con la compiacenza di un misterioso nobile spagnolo ordisce un piano.
Ordina a José e Burrasca di vestirsi da ricchi nobili, l'uno nei panni del marchese di Mendoza e l'altro in quelli del conte di Betancourt, e di intrufolandosi alla corte del governatore spagnolo il quale sta dando un ricevimento per il fidanzamento della figlia Isabella. Compito dei due è di aprire le porte del castello ai pirati sbarcati sull'isola di San Juan e aiutarli nel saccheggio del tesoro celato nei sotterranei. A corte José nonostante sia un po' attempato viene scambiato dal governatore, peraltro duro d'orecchi, per Pablo il figlio di un vecchio amico e i due instaurano una divertente chiacchierata fatta di qui pro quo e malintesi.
Durante la festa José riconosce nel nobile don Carlos d'Aragona, promesso fidanzato della figlia del governatore, l'uomo misterioso. Inoltre viene riconosciuto dal comandante della fortezza, incontrato durante l'arrembaggio della nave spagnola, e dopo, l'annuncio di fidanzamento con don Carlos, scopre Isabella, la figlia del governatore, in dolce compagnia del cadetto Manolo. Vista l'amicizia che pare esserci col padre, la donna chiede a José di intercedere per lei, in cambio della protezione della vita, affinché scongiuri il matrimonio con don Carlos.
Il comandante durante il ballo fa arrestare José con l'accusa di essere pirata, ma Isabella, convinta che sia innocente, lo libera proprio quando inizia il bombardamento e l'attacco pirata alla fortezza. A palazzo il pirata nero ritrova José con nientemeno che la figlia del governatore. Deluso per non aver potuto mettere le mani sul tesoro in mancanza della mappa, perduta da José e Burrasca, la rapisce e la tiene in ostaggio in una stanza della locanda. Qui arriva José in volo sfondando la finestra appena chiusa per aiutare la ragazza a fuggire ma non fanno in tempo a calarsi che giunge anche il pirata nero con l'intento maldestro di farla sua.
A questo punto José, scoperto, la salva dalle attenzioni del pirata e ingaggia un duello esilarante col suo vecchio capo, mettendolo alla fine fuori combattimento. Nella locanda, in cui era presente anche don Carlos, fanno irruzione i soldati spagnoli, guidati da Manolo il cadetto amato da Isabella, che accompagnati dal governatore arrestano tutti i pirati compreso il traditore, liberano gli ostaggi e lasciano libero José. José ritorna alla sua vecchia vita, a rubare galline nel porto di Napoli. Questa volta però sebbene inseguito, memore delle disavventure passate, si rifiuta di nascondersi nell'infido barile di rum.
Critica e curiosità
La trovata dei produttori del film è accoppiare Mario Petri, cantante lirico che alla metà degli anni '60 interpretò diversi film del genere allora in voga, a Totò nel terzo film-parodia di Ferdinando Cerchio, stavolta in un peplum piratesco. E' davvero desolante la pochezza del soggetto e della povertà di idee profusi per la realizzazione del film, in cui Totò deve dar fondo al suo vecchio repertorio per rendere appena godibile il prodotto. Nonostante queste grosse limitazioni, troviamo ancora dopo molti anni la maschera di Totò che ripercorre l'illogico e il surreale: caduto in mare, riemerge illeso (Due cuori fra le belve), impiccato gli si allunga a dismisura il collo, suona le sbarre del carcere come un'arpa, sparisce il corpo e rimane la testa, si traveste da fantasma (47 morto che parla). Nonostante il fisico appesantito e gli anni incombenti, alcune gag corporali di Totò riportano alle surreali gag delle comiche di Laurel & Hardy.
Così la stampa dell'epoca
All'inizio del '64, dopo l'insuccesso del Comandante, l'attore chiude la trilogia di Cerchio con lo scadente Totò contro il Pirata Nero. Totò viene stavolta accoppiato a un cantante d'opera, il baritono Mario Petri, che gli fa un po' da spalla e un po' da antagonista negli improbabili panni del Pirata Nero. Ancora una volta i galeoni spagnoli, le cannonate, le scene di massa, gli assalti dei pirati sono spezzoni cinematografici rubati ad altre pellicole. Totò contro il Pirata Nero è l'ennesimo film poco divertente che Totò interpreta solo per esigenze alimentari.
Alberto Anile
Lasciato in completa libertà, Totò si abbandona ai suoi lazzi e ai suoi giochi di parole, fino a toccare qua e là punte surrealistiche (le sbarre del carcere suonate come un'arpa, la scalata del muraglione, ecc.) che la regia, quantomai sciatta, purtroppo non sviluppa.
Ugo Casiraghi, 1964
Il repertorio delle parodie di Totò si arricchisce di questo film a colori, diretto da Ferdinando Cerchio, ove la convenzionale materia corsaresca è ribaltata in burla con accensioni ed esuberanze forse più da opera bulla che da farsa. Si tratta d'un ladruncolo che rimpiattatosi in una botte di poi imbarcata sopra una nave di pirati, si trova nel bel mezzo di quella turbolenta società, e costretto a partecipare ad arrembaggi, ruberie e violenze d'ogni sorta. Una stella assiste il gaglioffo, che non solo salva la pelle, ma. in grazia d'una spada calamitata scrocca la faina di invincibile spadaccino e coll'aureola dell'eroe entra nel castello d'un governatore sordo come una campana, sventandovi le trame del suo avversario il « Pirata nero» e liberando la figliola del castellano dall'impegno d'un odioso matrimonio.
E' Pasqua, e lasciamo andare. II filmetto ha un certo lustro di spettacolo che gli scusa la comicità piuttosto grossolana. Inesausta la vena del popolare comico, nel divertire, per lo più con giochi di parole e lazzi estemporanei, la platea che da tanti anni gli è fedele. Con lui sono Mario Petri, Aldo Giuffrè e Grazia Maria Spina.
l. p. (Leo Pestelli), «La Stampa», 28 marzo 1964
Un modesto tagliaborse che per ragioni di « prestigio » è costretto a nascondersi in una botte, si trova, a sua insaputa, imbarcato su un vascello pirata e quindi costretto a partecipare alle violente imprese della masnada. Assistito dalla fortuna oltre ogni dire il « nostro » non soltanto esce indenne da ogni sorta di combattimento ma, grazie a una lama calamitata, si conquista anche la fama di spadaccino imbattibile al punto da entrare da eroe nel castello di un governatore e qui sventare le trame del temibile « Pirata nero », suo avversario, liberando la figliola del castellano dall'impegno di nozze imposte.
A parte certa comicità piuttosto pesante il film, diretto in tono farsesco da Ferdinando Cerchio, non manca di spunti abbastanza divertenti che lo rendono accettabile. Se a tanto si aggiunge l’inesauribiie vena di Totò, sempre validissimo nel promuovere il riso con la sua ben nota mimica, il tutto si risolve in due ore di piacevole svago.
Vice, «Il Messaggero», 14 aprile 1964
Divertente, anche se l'umorismo del protagonista è sempre lo stesso e a volte di lega tutt'altro che diamantina, Totò contro il pirata nero è il classico filmetto pre-ferragostano. Il nostro uomo fa parte di una pericolosa consorteria di pirati il cui capo, il cantante lirico Mario Petri, studia un audace piano per sottrarre al governatore il suo prezioso tesoro. Il compito di aprire le porte del palazzo viene affidato appunto a Totò, ma egli capita nel bel mezzo di una festa: la figlia del governatore, Grazia Maria Spina. sta per andare in sposa ad un nobile che non ama. Totò. preso nel vortice delle danze, si idimentica del compito affidatogli dal pirata e. riconosciuto, finisce in prigione. A liberarlo ci penserà la promessa sposa: in cambio il «corsaro» riuscirà a riunirla all'uomo a cui vuol bene.
«Corriere della Sera», 14 agosto 1964
E' Ferragosto, cinema mio non tl riconosco. E ridiamo, allora, con Totò pirata per forza. L’avevamo lasciato generale in pensione, impegnato nella costruzione di un personaggio, lo ritroviamo in una macchietta senza controllo a ruota libera. A cavallo della tigre dei q quo. degli equivoci, dei funambolismi, delle filastrocche c delle pantomime, Totò non ne discende più: e neppure ci pensa. E’ sempre bravissimo, ed alcuni frammenti sono irresistibili, estrosamente montati con le risorse della sua maschera e i giochi irrefrenabili di parole.
Furfantello in fuga, imbarcato, per errore, dentro un barile, su di una nave corsara, Totò si trova infilato nelle più esilaranti avventure, .fra spadaccini sfregiati, governatori sordi, belle castellane, bastardi traditori, boccali semoventi, spade calamitate; ed arrembaggi, saccheggi, violenze, tesori, spagnoleschi naturalmente.
Con la sua faccia tosta e una sfacciata fortuna. Totò sconfigge il Pirata Nero, e libera fa graziosa figlia del governatore dall'odiosa promessa di matrimonio con un grassone mentitore. Totò contro il pirata nero, è a colori.
a.s. (Alberico Sala), «Corriere dell'Informazione», 15 agosto 1964
I documenti
Cosa ne pensa il pubblico...
I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com
- Va a due velocità. Ci sono momenti di stanca (non rari nei film di Cerchio con Totò) come l'interminabile incontro col governatore sordo, alternati a momenti brillanti, nei quali la comicità prende vie talora inattese, spesso davvero spiritose ("Cadetto!" "Ch'ha detto?"). Totò grande, comprimari spesso gradevoli (si vedo molto Veriano Genesi, perfetto come pirata). Un po' impacciata, ma deliziosa, Grazia Maria Spina. Largheggiando: **
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: "Cadetto!" "Ch'ha detto?" .
I gusti di B. Legnani (Commedia - Giallo - Thriller)
Tra i tantissimi film interpretati dal grande attore partenopeo, Totò contro il pirata nero è uno di quelli in cui la trama ha un'importanza decisamente secondaria e contano maggiormente le gag spesso poco logiche e squisitamente surreali del copione. Assolutamente sganciato dal contesto, Totò si dedica alla comicità pura e questo esercizio di scena è la motivazione principale per la visione del film.
I gusti di Galbo (Commedia - Drammatico)
Dopo Totò Contro Maciste (1962) e Totò e Cleopatra (1963), il regista Fernando Cerchio chiude così la collaborazione con il principe della risata. La pellicola gioca sull'umorismo "di pancia" con battute semplici e poco studiate, coniate su misura alla figura del "ladruncolo" José (Totò) finito per errore, durante una rocambolesca (all'interno d'un baule) fuga, sul vascello del Pirata Nero (interpretato da Mario Petri)! Anche se banale, però, grazie alle fide collaborazioni (di Furia e Castellani) ed alla presenza di Giuffré, il film strappa sincere risate senza soluzione di continuità.
I gusti di Undying (Horror - Poliziesco - Thriller)
Ladro finisce su una nave pirata, dove viene cooptato fino alla missione pericolosa nella villa del governatore. La trama piratesca fa da labile supporto all'arte comica di Totò, e tuttavia riesce ad avere un suo senso, anche per la sceneggiatura, che dà spazio a qualche trovata surreale e a qualche incastro meno sciatto del solito. Ma ovviamente è proprio Totò a reggere tutto quanto, fra gag, battute, giochi di parole, pantomime ed equivoci, coadiuvato da buone spalle come Castellani, Giuffrè e Carloni. Godibile.
I gusti di Pigro (Drammatico - Fantascienza - Musicale)
Va preso per quello che è: una vera e propria comica. Totò è piuttosto spassoso (il barile) e si lascia andare a mitragliate verbali che confonderebbero chiunque, spiazzando i pirati, specialmente il capo (il pirata Nero). Certo, alla lunga stufa un po’, non per colpa del sempre bravo Totò, ma per un copione che spesso gli rema contro. Con qualunque altro attore questo film sarebbe stato un’inaccettabile vaccata, ma quando uno è un fenomeno…
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: L'arrampicata su una parete palesemente orizzontale.
I gusti di Puppigallo (Comico - Fantascienza - Horror)
Buon film comico di Totò, con molte gustose trovate dovute soprattutto alle gag verbali. La storia in sostanza fa solo da contorno, ed il finale col comico quasi settantenne evidentemente controfigurato mentre prende a calci il pirata nero fa quasi tenerezza. Il ritmo però è buono e Totò regala molti momenti divertenti, senza contare che anche soltanto il fatto di vederlo conciato in quel modo fa davvero ridere. Le scene piratesche provengono quasi tutte da altri film, ovviamente.
I gusti di Renato (Commedia - Drammatico - Poliziesco)
Un Totò visibilmente invecchiato e stanco è quello che si vede in questo film, che riduce il numero delle sue battute a favore di inseguimenti e cadute (oppurtunamente interpretate da una controfigura). L'idea è simpatica, ma il ritmo langue e si salvano solo alcune scene (quella in cucina con Castellani, la serata del ballo), mentre altre risultano ridicole (l'impiccagione). Si ride ogni tanto, ma fa rimpiangere il Totò dei tempi andati.
I gusti di Rambo90 (Azione - Musicale - Western)
Ha una sua importanza per chi vuole comprendere l’essenza della comicità di Totò. Qui l'attore è libero, più che in altri contesti, da qualsiasi vincolo registico o di sceneggiatura e di improvvisare ed esprimersi in macchiette fatte di regole proprie. Non c’è solo la battuta fine a se stessa, ma anche un contorno di situazioni surreali che riesce a crearsi per portare a termine un film basato più su una idea di fondo che una vera e propria sceneggiatura.
I gusti di Minitina80 (Comico - Fantastico - Thriller)
Gradevole film con un Totò più in palla rispetto a Totò d'Arabia, aiutato anche dalla tematica affrontata, più avventurosa e meno cerebrale. Totò è sempre lui, capace di ricorrere a tutti i trucchi, i giochi di parole e le movenze che lo hanno reso celebre. Bravissimi i vari Petri, Castellani e Giuffrè che riescono a interagire col "Principe della Risata" in maniera efficace. Divertente e consigliato.
I gusti di Rigoletto (Avventura - Drammatico - Horror)
Uno degli ultimi film di Totò, in cui il genio napoletano risulta visibilmente minato dalle cattive condizioni fisiche. Il principe riesce nonostante tutto a riempire le voragini della sceneggiatura da maestro, coadiuvato da effetti speciali artigianali sui quali sorvoliamo. Il resto del film è poca cosa (del resto da Cerchio non ci si poteva aspettare molto di più). La storia potrebbe essere al limite interessante, e un regista più visionario avrebbe fatto meglio. Ma evidentemente il convento non passava di più, a Totò succedeva spesso...
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: I dialoghi in cucina con il fido Castellani.
I gusti di Pessoa (Gangster - Poliziesco - Western)
Un film scadente, questo di Cerchio. Ormai siamo agli ultimo bagliori comici del Principe della risata, che si va progressivamente spegnendo sia per il logorio eccessivo da parte dei produttori sia per l’incalzare dell’età. Dozzinale farsa sul mondo dei pirati, senza verve e senza sale con un Totò costretto, causa latitanza della sceneggiatura, a rispolverare il repertorio marionettistico e macchiettistico dei primi anni ’50 tutto mosse e facezie buffonesche. Ma Totò dà la curiosa impressione di essere posticcio, ormai la copia di se stesso.
I gusti di Graf (Commedia - Poliziesco - Thriller)
Un Totò che torna a uno dei suoi primi amori, ovvero il genere comico-surreale (che però non gli ha mai portato troppa fortuna), cercando di incastrarlo col parodistico, dove invece è sempre stato abbastanza forte. Il risultato non poteva che essere un film altalenante, simpatico ma non troppo riuscito in quanto avrebbe richiesto ben altri mezzi tecnici per assecondare l'estro del mattatore napoletano. Il cast è affiatato; unica nota stonata forse Petri, troppo antipatico e forzato nel proprio ruolo. Ottimi Castellani, Giuffré e Carloni.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò fantasma; La sordità di Carloni.
I gusti di Smoker85 (Commedia - Drammatico - Fantastico)
Due pallini. Mediocre, ma con un suo perché e il perché in questo caso è uno solo: Totò. Lasciato intelligentemente libero da Cerchio, il principe si scatena in lazzi di tutti i tipi, alcuni dei quali assolutamente irresistibili e salva un film altrimenti pessimo. Da ricordare la scena in cui il Pirata Nero spiega a Totò e a Giuffrè il piano per rubare il tesoro durante una cerimonia, esemplificativa dell'arte dell'improvvisazione del comico napoletano, in cui Totò per costruire i suoi lazzi sfrutta praticamente ogni parola pronunciata da Petri.
I gusti di G.enriquez (Comico - Poliziesco - Thriller)
Le incongruenze
- Totò e Isabella fuggono dai cannoni nemici, ma Totò si ferma alla vista di una sorta di cartello stradale, dicendo "Non possiamo andare di là, c'è il divieto di transito". In realtà però il cartello è il divieto di accesso (cartello rosso con la banda bianca orizzontale): il divieto di transito è un cartello bianco bordato di rosso
- Le scene ambientate sulla nave pirata sono state girate in studio, utilizzando un telone azzurro per rappresentare il cielo sullo sfondo. In alcuni momenti la presenza di questo telo viene tradita dall'ombra della nave, che le luci di scena proiettano proprio contro il telo
- Quando la fortezza del governatore spagnolo viene bombardata dalla nave pirata, le macerie che cadono dalle volte rimbalzano e sballonzolano, rivelando d'essere pietre di gommapiuma
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Tutte le immagini e i testi presenti qui di seguito ci sono stati gentilmente concessi a titolo gratuito dal sito www.davinotti.com e sono presenti a questo indirizzo. | |
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La fortezza del governatore spagnolo (Carloni) dell’isola di San Juan, assaltata dal Pirata Nero (Petri) dopo che vi erano stati mandati in “missione segreta” Josè (Totò) e Burrasca (Giuffrè), visto da vicino è il Castello Caetani, situato in Via della Fortezza a Sermoneta (Latina). Gli interni sono evidenti ricostruzioni in studio (le macerie cadute in seguito alle cannonate del pirata rimbalzano!!!), mentre le riprese da lontano inquadrano un altro castello. Grazie a Fedemelis per il fotogramma. Nelle scene dell’assalto alla fortezza si riconosce la porta d’accesso al castello, la stessa vista ne I cavalieri che fecero l’impresa |
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Il porto di Napoli dove viene caricato sulla nave del Pirata Nero (Petri) il barile nel quale si era nascosto il ladro Josè (Totò) è in realtà il porto di Porto Ercole (Monte Argentario, Grosseto). Grazie a Fedemelis per i fotogrammi | |
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Il castello che sovrasta il porto nel fotogramma precedente è la Rocca aldobrandesca (nota anche come "Rocca Spagnola"): ripresa da vicino rappresenta la prima inquadratura del castello del governatore di San Juan (poi le riprese passeranno a Sermoneta) |
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Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- l. p. (Leo Pestelli), «La Stampa», 28 marzo 1964
- Vice, «Il Messaggero», 14 aprile 1964
- «Corriere della Sera», 14 agosto 1964
- a.s. (Alberico Sala), «Corriere dell'Informazione», 15 agosto 1964