Benussi Femi (Eufemia)

Eufemia “Femi” Benussi (Rovigno, 4 marzo 1945) è un'attrice cinematografica e teatrale italo-jugoslava, che ebbe il suo momento di maggior notorietà durante tutti gli anni settanta; proveniente dal teatro e attiva nel cinema fino dagli anni sessanta, divenne nota per le sue interpretazioni erotiche e le sue numerose scene di nudo; la sua carriera terminò all'inizio degli anni ottanta quando non volle più accettare ruoli erotici.

Biografia

Nata in Istria, ebbe le sue prime esperienze di scena al Teatro del Popolo di Fiume, in Jugoslavia[1], del quale era all'epoca (1964) l'attrice più giovane[2]; giunse a Roma ai tempi della frequenza universitaria dopo la fine di una relazione sentimentale[1][2], ospite di una sua parente che viveva nella Capitale, e fu introdotta quasi subito nell'ambiente cinematografico: già nel 1965, infatti, grazie alla sua avvenenza, fu inserita dal regista Massimo Pupillo nel cast del film Il boia scarlatto.

Nel 1966 fu ingaggiata da Pier Paolo Pasolini per il suo Uccellacci e uccellini di fianco a Totò e Ninetto Davoli e, successivamente, si specializzò in film di genere, in particolare commedie erotiche (Le calde notti di Poppea, La ragazza di via Condotti, La cameriera nera), in ciò favorita dalla sua disponibilità a girare scene di nudo[1], e poliziotteschi (La mala ordina, Il giustiziere sfida la città), spesso con commistione dei due generi (Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile, L'assassino è costretto ad uccidere ancora); non mancò anche la partecipazione a produzioni estere (Colpo grosso alla napoletana, insieme a Robert Wagner e Raquel Welch, La morte bussa due volte).

La sua disponibilità a essere diretta in ruoli erotici le procurò tra il 1975 e il 1976 il sequestro di tre film e una condanna a quattro mesi con la condizionale[3]; la sua fama di attrice senza veli era talmente consolidata che in occasione dell'uscita del film Le impiegate stradali, in cui interpretava il ruolo di un'insegnante arrestata per errore durante una retata di prostitute da parte della Buon costume, la casa di produzione annunciò: «Per la prima volta vestita, la conturbante Femi Benussi»[3]; non senza ironia, la stessa Benussi si disse soddisfatta di «…essere sexy senza prendere freddo. Gli studi cinematografici sono tutti maledettamente pieni di spifferi»[3].

All'epoca aveva, tuttavia, già ridotto i suoi ritmi di lavorazione: fino ad allora era giunta a girare anche quindici film in un anno[3], mentre nel 1977 fu impegnata in una sola produzione[2]. Nel suo periodo migliore, la metà degli anni settanta, il suo compenso per ogni film era tra i dieci e i quindici milioni di lire dell'epoca[4]. Negli stessi anni fu attiva anche in teatro in produzioni quali Scusi, mi presti tua moglie? a Torino con Ric e Gian (1974) e, sempre nel capoluogo piemontese, in ’L'curà de Rocabrusà con Carlo Campanini (1978-79)[5]; a Roma con Renato Rascel e Giuditta Saltarini in Nemici per la pelle (1980)[6].

Con l'abbandono dei ruoli erotici, tuttavia, la sua carriera si interruppe perché non le furono più offerti contratti cinematografici: denunciò tale situazione in un suo intervento a un convegno tenutosi nel gennaio del 1980 al Circolo della Stampa di Torino sul tema La donna nello sfruttamento della pornografia, nel quale disse che da quando aveva smesso di girare scene di nudo, delle quali era oramai nauseata[7], di fatto non lavorava più nel cinema perché non le erano più state offerte scritture[7]. Fu, ancora, presente in televisione nella trasposizione su piccolo schermo dell'operetta Nitouche insieme a Elisabetta Viviani e Lauretta Masiero (1980)[8]. Nel 1983, dopo il suo ultimo film, scomparve di fatto dalle scene e soltanto nel 2002 concesse un'intervista, a Franco Grattarola, Stefano Ippoliti e Matteo Norcini per il n° 2 di Cine 70 e dintorni [9][10], in cui di fatto prese le distanze dalla sua attività di attrice erotica, asserendo di preferire di essere ricordata per altri film girati in carriera[1].


Galleria fotografica e stampa dell'epoca


Strega in calzoncini

Femi Benussi, attrice con l’hobby della chiromanzia, dice: «Le mie doti parapsicologiche evitano delusioni sul lavoro»

Roma, marzo

Quando si intervista o si parla con un attore e con un’attrice non si sente dire: «Avrò successo. Sì, certo ho successo... Ho paura di non averlo...». Il successo non si nomina mai; ma tra l’intervistato e l’intervistatore questa presenza è immancabile e condizionante. Sembra quasi che a nominarlo porti male, crei fatture, si allontani per sempre.

Femi Benussi, giovane bella e brava (non lo diciamo noi che non ne abbiamo la competenza, ma i registi che hanno lavorato con lei), con il successo ha un conto aperto da sempre, da quando giovanissima ha debuttato. E dal momento che più volte il successo ha dimostrato simpatia nei suoi confronti. Femi si è organizzata, sa tutto di chiromanzia, sa leggere le carte, la mano e i fondi del caffè. Sostiene anche, con una punta di megalomania, che quando dà la mano ad una persona è in grado di "percepirne” i pensieri.

Noi non ci siamo sottoposti al test della mano, perchè forse la Benussi è veramente dotata di questi poteri paranormali. Per questo le abbiamo chiesto se le sono serviti nella sua carriera artistica. E’ una domanda che le rivolgiamo e lei risponde: «No, per carità... lo faccio soltanto per divertirmi... però ho una strana percezione, e riesco quasi sempre a capire le cose che vanno in porto, le proposte giuste e quelle che invece, come spesso succede nel cinema, rimangono solo vaghe promesse».

Facciamo un po’ di biografia. A sedici anni debuttò in teatro, a Fiume, con una filodrammatica dove in una favola faceva Cenerentola. Rimase a lungo con quella formazione ed ebbe anche un successo locale. Dice: «Il dialetto era dolcissimo, ed era perciò dolcissimo usarlo per recitare... Conservo le critiche dei giornali locali che parlavano delle mie partecipazioni teatrali...». Poco dopo Femi lasciò gli studi e rimase incerta sul da farsi. Venne interpellata da un regista jugoslavo famoso, che le offrì una parte.

In "Uccellacci e uccellini” condivise con Totò la prima grande occasione

Poteva essere una splendida occasione per debuttare e invece disse di no e partì per l’Italia (Fiume, ricordiamolo, era ormai Iugoslavia) dove rincorse un amore diffìcile. Quindi non una scelta ragionata e artistica, non una scelta dettata dal suo futuro di attrice, ma una scelta di donna. Approdò perciò a Roma, spiaggia libera per tutti coloro che desiderino fare del cinema o del teatro. Cercò di entrare a far parte della compagnia di Cesco Baseggio supponendo che il dialetto veneto e i suoi precedenti l’avrebbero aiutata in questo, invece non vi riuscì. Aveva, intanto, cominciato a prender parte a quei film minori che spesso non fanno neppure prima visione e che passano nella più completa indifferenza.

Poi l’occasione, la prima strizzata d’occhio del successo, Pasolini che la sceglie per un ruolo in "Uccellacci e uccellini”. Femi quella volta fu felice non già per la parte, che era di esigue proporzioni, ma perchè il lavorare con Pasolini la toglieva dal limbo delle troppe attrici minori. Ne parla ancora, oggi, e con grande soddisfazione, di quel lavoro. Ricorda Totò, che era protagonista del film e dice non senza acutezza: «Eravamo tutti e due alla grande occasione, Totò per la prima volta, pur essendo stato un grandissimo attore, lavorava con un regista di prestigio e anche io lavoravo per la prima volta con un regista famoso... Totò era attento ed emozionato».

Poi, dopo il film di Pasolini, per la Benussi ci fu un ritorno ai film consueti, a quelli cioè che le interessavano meno. Per continuare il discorso di prima: un appuntamento mancato con il successo. Poi di nuovo l’occasione: qualche mese fa un film diretto da Giuseppe De Santis, un regista importante e di prestigio. Il film si intitola "Giornata di dolore per l’avvocato Arami”; è una storia intimista dove si racconta il vivere diffìcile di una donna che ha accanto a sè un uomo impotente. Il cast è molto serio: Riccardo Cucciolla, Lino Capolicchio, Ivo Garrani, Andrea Checchi e un singolare ritorno al cinema di Yvonne Sanson che fu, negli anni Cinquanta, l’interprete di successo di tanti film. Per la Benussi, questo di De Santis, è un film importante in quanto le consente e le consentirà di dimostrare che oltre ad essere bella è anche in grado di recitare, vale a dire di fare l’attrice.

Poi, in questi giorni ha iniziato le riprese di "Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile” con Sylva Koscina, Annabella Incontrerà, Krista Nell e Angela Cavallo. Il ”capo della squadra mobile” è Farley Granger. E dopo? Dopo non sa, non vuol parlare, non vuol dire: siamo daccapo alla storia delle carte e del fondo di caffè, quasi una inconscia paura che il successo, riaccostatosi di nuovo si allontani improvvisamente, scantoni, giri l’angolo e lei sia costretta ad attendere di nuovo.

Sandro Villa, foto Angelo Frontoni, «Tempo», anno XXXIV, n. 10, 12 marzo 1972


I lamenti di Femi Benussi: "Sono una lavoratrice"

Da «Uccellacci e uccellini» a tantissimi spogliarelli

Roma, 23

«E' difficile fare un bel film: perciò mi sono adattata a girare tutto quel che mi si offriva. Io sono una lavoratrice». Così , risponde Femi Benussi a chi le i fa notare di girare troppi film, di cui diversi discutibili per l'esibizione più del suo fisico che delle sue qualità di interprete. L'attrice, che in questi giorni ha terminato di girare nel film di Alfredo Rizzo «La sanguisuga conduce la danza», il ruolo di una perfida e repressa governante che in un castello provoca una serie di delitti, ha ricordato tra i suoi film «Uccellacci e uccellini» di Pasolini e «Un professionista di sicuro avvenire» di De Santis.

«Soffro — ha spiegato — a vedermi affibbiato il cliché di interprete di ruoli morbosi. Non è che sia contro i temi spregiudicati, ma essi dovrebbero essere, a ragion veduta, espressioni di precisi contesti. Spero di lasciare certi temi per combinazione, cioè che prima o poi mi venga offerto per caso un bel film. Ma nell'attuale situazione del cinema italiano, dove i mediocri prodotti commerciali sono nella stragrande maggioranza, tali combinazioni capitano sempre meno».

«E’ vero — ha aggiunto — avrei dovuto avere il coraggio fin dall'inizio di respingere i ruoli balordi che mi offrivano, ma vi assicuro che è difficile, visto che alcune mie partecipazioni. a film di buon livello non hanno avuto l'esito commerciale sperato, avere la forza di dire di no. Perciò ho pensato solo a lavorare, a prendere tutto quel che mi si offriva: in fondo è quanto può fare, una professionista che non fa piani, che è fuori dai "clan” che caratterizzano i diversi settori della produzione».

«Ho girato finora — ha concluso Femi Benussi — una quarantina di film, ma l’unico in cui mi sono veramente piaciuta è ”Un professionista di sicuro avvenire”». (Ansa)

«Il Piccolo di Trieste», 24 gennaio 1975


Filmografia

Il boia scarlatto, regia di Massimo Pupillo (1965)
Uccellacci e uccellini, regia di Pier Paolo Pasolini (1966)
A suon di lupara, regia di Luigi Petrini (1967)
Il tempo degli avvoltoi, regia di Nando Cicero (1967)
Samoa, regina della giungla, regia di Guido Malatesta (1968)
Colpo grosso alla napoletana (The Biggest Bundle of Them All), regia di Ken Annakin (1968)
Requiem per un gringo (Réquiem para el gringo), regia di Eugenio Martín e José Luis Merino (1968)
L'assassino ha le mani pulite, regia di Vittorio Sindoni (1968)
Tarzana, sesso selvaggio, regia di Guido Malatesta (1969)
La morte bussa due volte (Blonde Köder für den Mörder), regia di Harald Philipp (1969)
Il rosso segno della follia, regia di Mario Bava (1970)
Homo Eroticus, regia di Marco Vicario (1971)
Le calde notti di Poppea, regia di Guido Malatesta (1972)
I giochi proibiti de l'Aretino Pietro, regia di Piero Regnoli (1972)
La mala ordina, regia di Fernando Di Leo (1972)
Che fanno i nostri supermen tra le vergini della jungla?, regia di Bitto Albertini (1972)
Poppea... una prostituta al servizio dell'impero, regia di Alfonso Brescia (1972)
Finalmente... le mille e una notte, regia di Antonio Margheriti (1972)
Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile, regia di Roberto Bianchi Montero (1972)
La ragazza di via Condotti, regia di Germán Lorente (1974)
Il domestico, regia di Luigi Filippo D'Amico (1974)
L'assassino è costretto ad uccidere ancora, regia di Luigi Cozzi (1975)
Classe mista, regia di Mariano Laurenti (1975)
La collegiale, regia di Gianni Martucci (1975)
La commessa, regia di Riccardo Garrone (1975)
Il giustiziere sfida la città, regia di Umberto Lenzi (1975)
Nude per l'assassino, regia di Andrea Bianchi (1975)
La sanguisuga conduce la danza, regia di Alfredo Rizzo (1975)
Stangata in famiglia, regia di Franco Nucci (1976)
La professoressa di lingue, regia di Demofilo Fidani (1976)
La moglie di mio padre, regia di Andrea Bianchi (1976)
La cameriera nera, regia di Mario Bianchi (1976)
Un toro da monta, regia di Roberto Mauri (1976)
Che dottoressa ragazzi!, regia di Gianfranco Baldanello (1976)
Le impiegate stradali (Batton Story), regia di Mario Landi (1976)
Mala, amore e morte, regia di Tiziano Longo (1977)
Mizzzzica... ma che è proibitissimo?, regia di Salvatore Bugnatelli (1983)
Corpi nudi, regia di J. Mallory (1983)

Radiofonia

Noi duri, regia di Adriana Parrella (1975)

Note

  1. ^ a b c d Roberto Palisca, Femi Benussi, una rovignese a Cinecittà (PDF), in la Voce del Popolo (Fiume), 11 ottobre 2008. URL consultato il 19 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
  2. ^ a b c Elvio Ronza, Bella, nubile, cerca eroe, in Stampa Sera, 14 novembre 1977, p. 6. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  3. ^ a b c d Femi Benussi si rivestirà, in Stampa Sera, 12 maggio 1976, p. 13. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  4. ^ Vent'anni di cinema porno, pag. 25
  5. ^ Femi Benussi, la nipote sexy del reverendo Campanini, in La Stampa, 8 settembre 1978, p. 8. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  6. ^ Non vanno in vacanza, in Stampa Sera, 4 agosto 1980. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  7. ^ a b Tema la pornografia. Si apre lo scontro, in La Stampa, 1º febbraio 1980, p. 30. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  8. ^ I capricci dell'educanda, in Stampa Sera, 7 giugno 1980. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  9. ^ Federico Chiacchiari, Cattive letture : arriva la critica replicante!, in Sentieri selvaggi, 15 luglio 2002. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  10. ^ Franco Grattarola, Stefano Ippoliti, Matteo Norcini, …finalmente Femi Benussi, in Cine70 e dintorni, nº 2, primavera 2002, pp. 4-16.

Riferimenti e bibliografie:

  • Femi Benussi, su MYmovies.it, Mo-Net Srl
  • (EN) Femi Benussi, su Internet Movie Database, IMDb.com
  • (EN) Femi Benussi, su AllMovie, All Media Network
  • (DE, EN) Femi Benussi, su filmportal.de
  • Sandro Villa, foto Angelo Frontoni, «Tempo», anno XXXIV, n. 10, 12 marzo 1972
  • «Il Piccolo di Trieste», 24 gennaio 1975