Cerasoli Lilli (Luisa)

Lili Cerasoli2

Lilli Cerasoli, talvolta indicata come Lili Cerasoli; vero nome Luisa Cerasoli (Roma, 30 gennaio 1932 – Malpais (Costarica), 10 Febbraio 2022), è stata un'attrice italiana.

Biografia

Attiva negli anni cinquanta, è stata fra le interpreti del film del 1957 Guendalina, diretto da Alberto Lattuada, che lanciò su scala internazionale l'attrice Jacqueline Sassard. E' morta in Costarica dove da qualche anno si era trasferita per motivi di famiglia. E' deceduta per cause naturali.


La stampa dell'epoca

Il tricolore le porta fortuna

Per due volte Lilli Cerasoli ha legato un suo successo di “indossatrice volante” alla bandiera italiana; poi ha tentato l’avventura del cinema col film “Ragazze d’oggi”, ma è troppo modesta per pensare d’essere già stata promossa attrice

Roma, marzo

Nel mondo delle indossatrici romane, la tournée compiuta nel 1953 da tre giovani debuttanti negli Stati Uniti è rimasta famosa. Sono passati da allora poco più di due anni: tutte e tre le ragazze che le sorelle Fontana inviarono in America e che vestirono, per la scena dell’arrivo all’aeroporto di New York, con i colori della bandiera italiana, hanno oggi dei nomi celebri: tutte e tre hanno abbandonato o stanno per abbandonare la professione di indossatrice per quella più prestigiosa di attrice del cinema. Erano Elsa Martinelli, Iris Bianchi, Lilli Cerasoli.

La Martinelli è la più "lanciata”. Dopo il suo debutto cinematografico negli Stati Uniti, sembra ormai aver dato il via in Italia ad una nuova epoca del sexy: l’epoca delle magre. Iris Bianchi si trova attualmente nel Mato Grosso a girare un film ambientato fra i primitivi. Delle tre, Iris era la più sottile. Nella Casa di mode Fontana aveva il compito di aprire la porta alle clienti e la finezza aristocratica del suo volto era resa ancor più evidente dalla denutrizione; Micol Fontana decise di fame una mannequin, le insegnò il mestiere e la scelse per una serie di defilé a Caracalla.

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La sera a Caracalla tira un’aria fresca e umida anche d’estate, e Iris che doveva mostrarsi con ampi decolleté si ammalò; non disse nulla, tirò avanti fino all’ultimo giorno esponendo le sue spalle magre, poi si mise a letto e il medico diagnosticò una polmonite galoppante. Delle tre inviate negli Stati Uniti, Iris era quella vestita di rosso; a Lilli Cerasoli invece toccò il verde.

t E' stato il verde» essa dice, «che mi ha portato fortuna». Sarebbe più esatto dire che è stato il tricolore. Un anno dopo il suo primo viaggio negli Stati Uniti, Lilli partì per Caracas con alcune indossatrici per una altra missione pubblicitaria. Giunsero proprio al termine del Festival della moda francese e si trovarono in una imbarazzante situazione: le francesi si erano accuratamente preparate ed avevano ottenuto un grande successo, le nostre avrebbero dovuto rimontare lo svantaggio ma erano, oltre tutto, in numero minore. A meno di non avere un’idea brillante, la sconfitta pareva certa. Lilli e la direttrice della Casa di mode si chiusero in camera, confabularono per un giorno e la sera il piano di battaglia era pronto.

IL GUARDAROBA di una indossatrice famosa come Lilli Cerasoli è necessariamente ricco e variato: in queste pagine ne presentiamo alcuni saggi. "RAGAZZE D’OGGI” è il film che Lilli Cerasoli ha recentemente interpretato: ne è stato regista Luigi Zampa, con il quale la Cerasoli conta di lavorare ancora. Fra gli attori italiani le sue preferenze vanno ad Alberto Sordi.

Prima di tutto fu sparsa la voce che le italiane erano venute in quattro soltanto perchè intendevano far indossare i modelli anche alle signore di Caracas. La notizia lusingò le signore e procurò numerose reclute. Poi da una città distante 300 chilometri furono fatte venire quattro bandiere italiane e Quattro venezuelane, in gran segreto: le prime furono messe in mano alle esterrefatte signore di Caracas, le seconde furono impugnate dalle mannequins. Al via, le due squadre si mossero con passo elastico dagli opposti lati della pedana e allorché s’incontrarono un incontenibile scroscio di applausi si levò: il più ormai era fatto.

Sono circa due anni che Lilli Cerasoli è entrata a far parte della eletta schiera delle indossatrici "volanti” ed ha già visto e viaggiato più di mezzo mondo. Le "volanti”, rispetto alle "fisse", rappresentano l’aristocrazia delle mannequins: nei periodi delle collezioni guadagnano, a Roma, circa mezzo milione al mese, a Parigi anche 800 mila lire; in più hanno il lavoro delle pose per i fotografi di moda. A Roma le "volanti” famose oggi non sono più di otto. Esse non sono legate a nessuna sartoria in particolare, ma lavorano per tutte le sartorie del mondo, chiamate ora a Parigi, ora New York, ora al Cairo, era a Teheran.

Da ognuno di questi viaggi, Lilli è tornata carica di ricordi, di caricature che lei stessa disegna, e di una caterva di oggetti e di suppellettili, piccoli e grandi, inutili e divertenti. A Ciampino ormai la conoscono tutti e la hanno battezzata come quella che "ogni volta si porta dietro una città”.

Dal viaggio in America, per esempio, Lilli ritornò con un paio di speroni alla cow-boy comprati nel Texas, un poncho e un cappellone acquistati nel Messico, una serie di giocattoli trovati alla fiera di Rio, e una caricatura di se medesima, con tutto questo più il bagaglio normale addosso, molto somigliante alla figura di un facchino in piena attività. La sua casa di Roma si arricchisce ogni volta di qualcosa di nuovo e di esotico: una maschera primitiva, dei seggiolini egiziani, una bambola americana, una macchina per fare il caffè alla turca, e prende sempre più l’aspetto di un bazar orientale.

Appeso alla parete bianca dell’ingresso c’è un trofeo zulù, composto di uno scudo, una lancia primitiva e una pesante mazza di legno: è il ricordo di una tournée nel Sud Africa e di una istruttiva avventura. Trovandosi sul posto, Lilli ambiva di far la conoscenza degli autentici zulù; ne aveva un’idea vaga e attraente, di uomini aitanti e primitivi, cinti il capo di piume e le reni di gonnellini. Noleggiò una macchina, convinse la comitiva a seguirla e partì. Nel posto indicatole trovò effettivamente gli zulù, ma erano così caratteristicamente primitivi che parevano falsi. Lilli si avvicinò a uno di loro e quello che sembrava un bellicoso guerriero si rivelò subito per un appiccicoso mercante: il quale non la mollò finché non le ebbe venduto e scudo e lancia e mazza di legno.

Una brava indossatrice d’altronde deve avere il gusto delle movenze ritmiche. Lilli Cerasoli ha ventitré anni, è alta un metro e 75 (senza tacchi), ha gli occhi celesti. E' nata a Roma, ma il suo destino di viaggiatrice si è palesato subito. Ha abitato in Danimarca nei suoi primi anni, a Firenze fra i sei e i dodici, poi in Sicilia; e infine è tornata a Roma, stabilmente. Ha ripreso a viaggiare da quando è indossatrice: nelle due Americhe, nell’Africa del Nord e del Sud, in tutta l’Europa. Il paese che preferisce iè l’America latina, soprattutto il Brasile e l’Uruguay. 

Malgrado la delusione, e le risa della comitiva, Lilli non si è pentita dell’acquisto fatto. Dice che tre donne sole hanno bisogno di una protezione e da quando sono entrate in casa quelle truci armi guerriere tutte si sentono più sicure. Lilli Cerasoli vive infatti a Roma con una sorella minore, che ha fatto anche lei l'indossatrice, e con la madre, che è una donna moderna, amica e consigliera delle figlie, e che qualche anno fa, spinta dalla necessità, si mise a scrivere scoprendosi una vena di narratrice; oggi è una assidua collaboratrice di riviste femminili. Il padre invece vive in America e Lilli dall’età di sette anni lo aveva visto soltanto in fotografia. Ne aveva una forte nostalgia e se accettò di partecipare alla prima tournée fu anche per questo motivo. L’incontro avvenne, a San Francisco: dei due il più commosso fu forse il padre a vedersi davanti quella ragazzona alta e disinvolta, che aveva lasciato bambina.

Semplice, ottimista, franca di carattere, la principale dote di Lilli Cerasoli è la comunicatività: ha un bel sorriso e il suo tipo di bellezza è quello che piace ai liceali. La sua aspirazione è quella di proseguire, ora che ha cominciato, nella strada del cinema. Quando Zampa la vide e la scelse per Ragazze d'oggi, Lilli credette che il più fosse fatto; poi il film è uscito, pubblico delle "prime” ha mostrato di non gradirlo e la neoattrice si è sentita nuovamente in alto mare; a risollevarle il morale è giunta l’offerta dell’Unitalia di andare a rappresentare il nostro cinema in Turchia e in Egitto.

Nuovamente debuttante, Lilli Cerasoli interroga ora l’avvenire: se non la spunterà con il cinema continuerà a fare la "volante”, altrimenti andrà ad ingrossare la schiera delle mannequins promosse attrici. Rispetto alle miss, la cui èra volge sensibilmente al tramonto, queste hanno per lo meno il vantaggio di sapersi muovere senza inciampare, di sorridere con discrezione, di riuscire a dimenticarsi delle proprie mani.

Ma Lilli Cerasoli ha più corde al proprio arco di quante la sua modestia lascerebbe supporre. Non è affatto nuova alla recitazione: ha frequentato la Accademia d’arte drammatica di Sharoff a Roma, ha tenuto una rubrica televisiva l’anno scorso ed un’altra ne sta preparando, è apparsa con sicurezza in più d’un documentario. Le abbiamo chiesto quale film vorrebbe interpretare, potendo scegliere un soggetto, e ha risposto: «Una riduzione di Le tre sorelle di Cecov, tenendo per me la parte di Irina». Fra le opere della narrativa moderna italiana ha indicato il primo racconto di "La bella estate” di Pavese.

Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n. 13, 29 marzo 1956 - Fotografie di Paolo Costa


E' più svedese che italiana

Questa è l’unica critica fatta dagli spagnoli a Lilli Cerasoli, che ha girato a Madrid il suo terzo film, “Il ragazzo dal cuore di fango”. Ora però l'indossatrice-attrice si è scoperta una terza vocazione: quella dei mimi.

Roma, aprile

La collezione di oggetti divertenti, inutili ed esotici, di Lilli Cerasoli, si è | arricchita in questi giorni di alcuni pezzi fondamentali: diverse lame di Toledo e due locandine della tragica corrida in cui peri Manolete. Alle lame, Lilli ha trovato subito posto, attaccandole alle pareti del soggiorno, dalle quali già pendevano un paio di speroni da cow-boy del Texas, un poncho messicano, una maschera zulù e due bambole argentine; ma le locandine, che sono poi due manifesti enormi, di tre metri per uno e mezzo, l’attrice-mannequin ha dovuto rinunciare ad esporli. Nel soggiorno non c’era più spazio; le pareti dell'ingresso erano già occupate da uno scudo, una lancia e una mazza africani; nella stanza da letto la madre si è rifiutata categoricamente di accettare i manifesti.

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Così, d’ora in avanti. Lilli dovrà pensare seriamente a cercarsi un'altra casa, magari meno moderna ma più grande, oppure dovrà rinunciare a tornare da ognuno dei suoi viaggi carica come un facchino. E’ più probabile che si verifichi la prima che la seconda ipotesi. Lilli Cerasoli è una ragazza che, giovanissima, ha già viaggiato mezzo mondo, per via del suo mestiere di mannequin "volante”; i viaggi sono stati la sua inizazione alla vita; di ognuno vuol conservare molti ricordi, dentro e fuori di sè. In questi giorni, per esempio, ha incollalo, in un grande album, tutte le fotografie del suo viaggio in Africa, e sotto alle foto ha narrato, con la sua rotonda calligrafia, tutta la storia. La quale comincia come una favola: «Eravamo otto ragazze, Paola, Loredana, Elsa. Rossana, Sandra, Riett ed io...».

Le sorelle Cerasoli sono quattro, due sposate e due no. Per Lilli si è parlato più volte di intenzioni matrimoniali, ma senza che vi sia mai stato nulla di reale: l’indossatrice-attrice ha ancora un ”umore vagabondo”. TUTTE LE SORELLE Cerasoli hanno avuto più o meno a che fare con la moda, in momenti diversi. La stessa Lilli, appena terminato un film, torna a fare l’indossatrice. Ha 24 anni ed è nata a Roma, ma ha trasceso qualche anno dell’infanzia in Danimarca. Successivamente ha abitato anche a Firenze.

In genere sono stati viaggi molto rapidi e caotici: un giorno a Nuova York, la sera dopo a Città del Messico, tre giorni dopo a Rio de Janeiro. Giusto il tempo di gettare un’occhiata intorno, per assorbire con gli cechi il panorama di una città, per guardare, attraverso uno spiraglio, le meraviglie del mondo. Meno l’ultimo, che è durato due mesi, perchè Lilli non è stata in Spagna per presentare i modelli delle nostre Case di moda, ma per girarvi un film: Il ragazzo dal cuore di fango. E’ un film di coproduzione italo spagnola, di quel genere di film al quale partecipano capitali e personale misti: due registi, uno italiano e uno spagnolo, uno dei quali finisce col non far nulla, e tecnici ed attori appartenenti alle due nazioni, i quali, dopo essersi espressi un po’ a gesti, finiscono con l’intendersi benissimo, e con l’imparare una ventina di vocaboli delle rispettive lingue. Lilli ha imparato, per esempio, che pueblo significa paese, flamenco, flamenco, e "ruvia mas sueca que italiana” significa "bionda, più svedese che italiana”.

E’ la definizione che i giornali di Madrid, i quali le sono stati molto prodighi di elogi, hanno coniato per lei. Lilli si divertiva un mondo, a leggerli, perchè vi trovava sempre frasi pompose, aggettivi enfatici. "Scultorea”, un giorno scrissero, e ancora oggi, quando lo ripete, ne sorride. Ma quello, aggiunge, è lo stile del Paese, e del resto tutte le attrici italiane godono in Spagna una enorme popolarità. Dopo aver dato per molto tempo un forte ostracismo alle nostre pellicole, gli esercenti e i distributori spagnoli hanno da qualche anno aperto le porte alla nostra produzione; e una recente graduatoria della popolarità ha dato questi risultati: Gina Lollobrigida e Sofìa Loren vengono nelle preferenze del pubblico, subito dopo Ava Gardner (giudicata spagnola di adozione), mentre alla Monroe non è toccato che l’undicesimo posto.

Ma se le attrici sono l’aspetto più clamoroso del successo dei nostri film in Spagna, la base di tale successo è nella felice capacità che essi posseggono di esprimere certi caratteri del nostro Paese e dei sentimenti del nostro popolo. A questa capacità si è ispirato il migliore cinema spagnolo, e se ne cominciano a vedere le tracce anche nelle produzioni di tipo medio, come è, per esempio, quella del film II ragazzo dal cuore di fango. L’ambiente in cui la storia si svolge assomiglia infatti all’ambiente di certi film italiani: è quello della più misera periferia di Madrid, densa di casupole e percorsa da bande di monellacci. Uno di questi provoca, involontariamente, mediante un atroce scherzo, la morte di una donna incinta; il marito di lei, un medico, si mette alla ricerca del colpevole, ansioso di vendicarsi; ma durante questa ricerea, viene a contatto con la miseria di quella gente, il suo currre m? è toccato, e, sdegnando ogni altro interesse, anche le lusinghe di una ragazza ricca, si dedica alla missione di lenire i loro bisogni.

TRE FILM IN TRE ANNI: questo è il bilancio cinematografico di Lilli Cerasoli. Debuttò come una delle protagoniste in "Ragazze d’oggi”, ebbe una minuscola parte in "Guendalina”, tornò al rango di prima attrice in "Il ragazzo dal cuore di fango”. Ora si sta appassionando all’arte dei mimi, alla quale la inizia Tony Montanaro, suo compagno di lavoro alla Televisione.

Questo è il terzo film interpretato da Liili Cerasoli. Il primo fu Ragazze d'oggi, che risale al ’55; il secondo è stato Guendalina, nel quale ha avuto una parte secondaria, di ragazza "facile”, girato nel ’56. Tre film in tee anni, non sono molti; ed effettivamente Lilli non se la piglia molto calda con il cinema. Se la chiamano, ed è libera, accetta; altrimenti continua il suo lavoro di mannequin, dove le occasioni non le mancano di certo. Ma essa non se la piglia calda con niente; perchè questo è il suo modo, ottimistico e semplice, di prendere la vita ed è una delle ragioni del suo successo nella vita. Molte ragazze le scrivono, con tono trafelato, chiedendole consiglio. «Ho queste e queste misure. Che cosa devo fare per diventare mannequin?» Lilli ogni tanto si mette al tavolino e risponde a tutte con il medesimo consiglio: «Andate in una sartoria, e fatevi vedere». E’ l’invincibilità delle cose semplici.

Così essa fece, giusto quattro anni fa. Seguendo l’esempio delle due sorelle maggiori, un giorno si recò in una famosa sartoria, indossò un vestito, e camminò per un paio di minuti in su e in giù. Le dissero che andava bene, e che tornasse. Poi conobbe le sorelle Fontana, ed ebbe la fortuna di essere scelta per presentare la moda italiana a Nuova York (le altre erano Iris Bianchi ed Elsa Martinelli). Da allora tutto è stato facile e la vita ricca di piccole disavventure e di episodi da operetta. Lilli ricorda ancora quel giovane ammiratore sudamericano, figlio del proprietario di una fabbrica di giocattoli, che arrivò trafelato all’aeroporto con le braccia cariche dù^jambole. E la tournée dell’annb scorso in Portogallo, a bordo di una nave che ad un certo momento cominciò a ballare e le modelle, le sciolte modelle, parevano trasformate in rigidi e goffi manichini, qualcuna si abbracciava addirittura alle colonne, per tenersi in piedi e non cadere addosso ai buyers (compratori) americani, che assistevano, ridendo, a quella stranissima sfilata.

Essere riuscita a fare, nella vita, ciò che le piace, sia esso il lavoro di mannequin sia esso il cinema, è la maggiore soddisfazione di Lilli Cerasoli; e non passa giorno senza che le frulli in testa che c’è qualcosa di nuovo da vedere o da imparare. Adesso, per esempio, ha pensato che le piacerebbe apprendere l’arte dei mimi e ha deciso di prendere lezioni da Tony Montanaro. Tony è il suo partner in uno sketch televisivo; è un ita-lo-americano, piccolo, smilzo, che ha fatto tappa a Roma nei corso di una sua trasmigrazione da est ad ovest. Con lui Lilli va molto d’accordo, perchè ha un po’ le sue stesse aspirazioni; è un tipo di filosofo, di umore vagabondo, la sua meta prossima è l’India.

Abbiamo chiesto a Lilli Cerasoli se l’India sarà anche la sua meta. Era un'insinuazione affettuosa, che Lilli si è affrettata a prendere sullo scherzo. Molte cose si possono nascondere dietro un sorriso fanciullesco e cordiale come il suo.

Stelio Martini, «Tempo», anno XIX, n. 16, 18 aprile 1957 - Fotografie di Carlo Cisventi


I cinque mestieri di Lilli Cerasoli

Lilli Cerasoli ha ventiquattro anni e ha già fatto cinque mestieri, tutti a Roma, tutti fortunati e, per così dire, tutti in una volta. Ha cominciato con il posare per fotografie pubblicitarie, poi è passata al rango di indossatrice volante. Si è fatta un nome insieme a Elsa Martinelli. Quando l’amica Elsa partì per l’America, Lilli fu chiamata anch’essa negli studi cinematografici: girò Ragazze d’oggi con Zampa. Divenne attrice, fu lodata. Ma continuò a fare la modella e la «volante», in attesa di altre scritture. Intanto cominciò a fare la giornalista (quarto mestiere), scrivendo due rubriche per un quotidiano e per un settimanale. Girò un altro film, Fratelli d’Italia. Oggi è impegnata con la televisione: per ora si esibisce in una serie di «shorts», le scenette pubblicitarie, ma i suoi progetti (e ambizioni) sono innumerevoli.

Gli esperti garantiscono che le misure di Lilli (altezza 175, vita 55, fianchi 94, petto 92, kg. 58) fanno di lei l’ « indossatrice perfetta ». Nelle fotografie, dall'alto in basso: Lilli Cerasoli prova un abito in una sartoria romana. A passeggio nella campagna romana per accontentare il fotografo.

«L'Europeo», anno XIII, n.52, 29 dicembre 1957


Il suo sogno è una fattoria

Lilli Cerasoli, la ragazza contesa anche in Inghilterra per la realizzazione di ’’shorts" pubblicitari, non ha ambizioni da diva: vorrebbe soltanto trascorrere in tranquillità una vita sana, all'aria aperta

Delle tre sorelle Cerasoli, Mirella, pittrice, Bianca e Lilli entrambe indossatrici, soltanto Lilli, a detta delle altre due ha un carattere dolce e posato. «Ha preso dalla nonna», commenta Bianca con disinvoltura: «anche i capelli biondi, gli occhi azzurri e il naso all'insù sono suoi».

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Nelle acque dell'Isola d'Elba Lilli Cerasoli si lascia dolcemente trasportare dalle onde, sino quasi a scomparire sotto di esse. E' anche ottima sciatrice d'acqua.

Ora questi lineamenti si sono trasmessi alla figlia di Mirella, una piccola peste di 5 anni, che somiglia come una goccia d’acqua a Lilli. «Abbiamo anche tre cuginette "impastate” sull’identico Cliché», dice Bianca come disgustata, «Mi sposerò con un negro» afferma ovviamente scherzando «nella speranza di avere un maschio che sia assolutamente nero dai capelli ai piedi». Lilli ascolta sorridendo le proteste della sorella mentre sotto il naso le mette riviste e quotidiani che la riproducono, con sottotitoli in tutte le lingue, mentre indossa vestiti da sera e costumi da bagno con i biondi capelli insaponati e via di seguito.

Estremamente fotogenica, Lilli è infatti assai richiesta per fotografie sia di moda che di pubblicità. Ha finito ora di girare una serie di ’’shorts” che vengono dati alla televisione. E un’altra serie ne ha girati a colori per la pubblicità nei cinema. Dopo la sua esperienza cinematografica in Spagna (preceduta da due parti in ’’Ragazze d’oggi” e "Guendalina”) nel tristissimo film ’’Gioventù bruciata", la stessa produzione le ha offerto dell’altro lavoro. Lilli ancora non sa con precisione di che si tratti; si augura soltanto che sia un po’ meno drammatico del precedente. Le piace il cinema, ma non ne fa la sua ragione di vita.

OSPITE DELLA CASA di un’amica, Lilli si fa la "tintarella” dondolandosi su un comodo divano o restando seduta su due lunghi pali che fanno da ponte a un piccolo specchio d’acqua. La giovane attrice molto impegnata in questi ultimi tempi in Italia per una serie di "shorts” pubblicitari televisivi, aveva ricevuto una lusinghiera quanto vantaggiosa proposta dall’Inghilterra per un analogo lavoro, ma i Sindacati londinesi si opposero. Molto semplice e alla mano, Lilli non porta mai gioielli.

Sono poche le attrici del cinema che praticano con serietà lo sport. Fra queste, v’è anche Lilli. Per lei sciare sull’acqua è come per noi camminare sulla terra: le è di una facilità estrema. E non è che lo pratichi soltanto per divertirsi: Lilli cerca anche la competizione. L’anno scorso, a esempio, ha vinto una medaglia per le gare svoltesi nello specchio di acqua di Trani. Era scesa in lizza piuttosto emozionata: c’erano molte concorrenti altrettanto brave, ma lei era la più conosciuta di tutte. Dice: «Mi sentivo addosso gli occhi di migliaia di persone: non ero a mio agio, mi sembrava di infilarmi nell’acqua da un momento all’altro. Anche l’onda più insignificante mi dava l’impressione di travolgermi e soffocarmi. Ma mi bastò qualche minuto per ambientarmi; poi non avrei più voluto smettere».

Se non avesse preso la strada che porta al cinema, alla moda e ai brevi film pubblici-tari, molto probabilmente Lilli Cerasoli sarebbe diventata una campionessa di sci acquatico. Nella sua piccola, ma interessante biblioteca, Lilli ha una serie di volumetti che trattano questo sport: dal momento in cui è nato — venne inventato da un alpino, e non è uno scherzo — sino ai giorni nostri. E ritagli di giornale, italiani o stranieri, infiorano di tanto in tanto le pagine di quei volumi: si riferiscono ai migliori risultati ottenuti dai più qualificati campioni del mondo, con alla testa il messicano Mendoza, l’uomo che scia sull’acqua a piedi nudi. Marina Doria e Piera Castelvetri.

QUESTI ULTIMI TRE MESI sono stati dedicati dalla Cerasoli alla non facile ricerca di un appartamento per sè, le sorelle e la madre. Un’esigenza quanto mai sentita suggerita soprattutto dall’ammucchiarsi dei numerosissimi ingombranti "souvenirs" che Lilli porta a casa ogni volta che ritorna dall’estero. La Cerasoli è tra le più dinamiche e sportive attrici del cinema.

E non solo lo sci d’acqua la appassiona ma anche il tennis. Non la preoccupano nè la fatica nè il peso che solitamente perde alla fine d’ogni viaggio: quando mettendosi in piedi sulla bilancia, vede che il peso aumenta — e la professione dell’indossatrice viene direttamente minacciata — una salutare sfaticata a tennis nessuno glie la toglie.

Il sogno di Lilli Cerasoli non è quello di diventare diva della TV o del cinema. La sua sola ambizione è molto semplice e più facilmente realizzabile: poter avere una fattoria con molte mucche, galline e maiali da allevare; e un giardino da coltivare; e filari d’uva da curare. Una fattoria lontana dal frastuono della città, in riva al mare. «Per poter fare quando ne ho voglia — dice — magari anche di notte, un po’ di sci sull’acqua».

L. C., «Tempo», anno XX, n.37, 9 settembre 1958 - Fotografie di Paolo Costa


Filmografia

Totò a colori, regia di Steno, (1952)
Il brigante di Tacca del Lupo, regia di Pietro Germi (1952)
Inganno, regia di Guido Brignone, (1952)
I tre corsari, regia di Mario Soldati (1952)
Art. 519 codice penale, regia di Leonardo Cortese (1952)
Fratelli d'Italia, regia di Fausto Saraceni (1952)
Ragazze d'oggi, regia di Luigi Zampa (1955)
Guendalina, regia di Alberto Lattuada (1957),
Il ragazzo dal cuore di fango, (In Italia), regia di Sergio Corbucci (1957)
Gioventù Disperata, (in Spagna), regia di Sergio Corbucci e Carlos Arévalo (1957)
Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)


Riferimenti e bibliografie:

  • Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n. 13, 29 marzo 1956 (Fotografie di Paolo Costa)
  • Stelio Martini, «Tempo», anno XIX, n. 16, 18 aprile 1957 (Fotografie di Carlo Cisventi)
  • «L'Europeo», anno XIII, n.52, 29 dicembre 1957
  • L. C., «Tempo», anno XX, n.37, 9 settembre 1958 (Fotografie di Paolo Costa)