Caccia al tesoro con Romolo, Remo e la Luna
Con grande successo è andata in scena a Roma, la rivista Caccia al Tesoro, nella quale Billi e Riva fanno brillare ancora una volta le loro intelligenti qualità d’interpreti.
Benché gli autori siano nove, le varie invenzioni di Ricci, Romano, Verde, Zapponi, Frattini, Falconi, Calcagno, Giovannini e Garinei sono risultate tutte di buona lega e son riuscite a dar vita ad uno spettacolo estroso, ghiribizzoso, forse un po’ incoerente ma sempre pieno di gusto, ricco di effetti e intriso di una comunicativa allegria.
Lucy D’Albert, l'applaudita «soubrette» di «Caccia al Tesoro», in un costume che rievoca la Roma cantata da Belli e illustrata da Pinelli.
Gli applausi sono stati tanti, fin dalla prima rappresentazione, durante la quale un particolare clima di affiatamento tra gli attori e il pubblico si è stabilito anche in virtù del fatto che fra gli spettatori erano molte notissime personalità del mondo teatrale, cinematografico e rivistaiolo. L’espediente più gradito, anche se non molto nuovo, è risultato quello degli sketch, che hanno implicato la diretta partecipazione della platea. Tra i « giochetti » il più piacevole è quello della «telefonata»: uno spettatore qualsiasi, salito sul palcoscenico, deve chiamare per telefono un conoscente, a sua scelta, con il pretesto che preferisce.
Billi e Riva con Lucy D’Albert nel finale del primo tempo in cui si rievocano le vecchie osterie romane dell'Ottocento, con le loro canzoni.
E questo, a mezzanotte passata. Molto spiritosamente lo ha risolto Walter Chiari, il quale, presente alla « prima », telefonò al direttore della Incorri, Sandro Pallavicini, spacciandosi per il suo «tappezziere di fiducia »!... Eccellenti sono le musiche, squisiti i balletti: danzatrici di rigorosa preparazione e di stile impeccabile come Gilda Marino sono oggi assai rare sul palcoscenico della rivista. Belli i costumi e le scene di Maiorana, Herté, Colasanti e Hoffer; meno felici le coreografie di Gisa Geert, che questa volta peccano stranamente di fantasia.
Lucy D’Albert assolve con esperto stile il compito di soubrette. Ammirato il balletto delle Starlettes. Simpatici a tutti Diana Dei, Gianni Agus e Alighiero Noschese, che dà eccellenti imitazioni di Alberto Sordi, Carlo Dapporto e Silvio Gigli.
La danzatrice Gilda Marino nel grazioso balletto «Due guardiani di faro» in cui si mimano le smanie dei guardiani per una sirenetta.
In piena efficienza, Billi e Riva regnano su tutti. Qualche battuta grossolana viene soffocata dalle risate, che finiscono per prevalere sulle critiche e sulle sottigliezze, determinando quel tono di crescente buonumore che è il migliore riconoscimento delle virtù di una rivista.
La scena di presentazione di Billi e Riva nelle caricaturali spoglie di Romolo e Remo, insieme con Lucy D’Albert che impersona la Luna.
Alcune scene rievocano, con grazia particolare, una Roma ottocentesca. Un’altra ricorda vagamente le esibizioni di Katherine Dunham. Nella seconda parte, ha suscitato molta allegria il quadro Un commissario radiofonico alle prese con due malviventi, specie per la vivace mimica di Noschese. Nel complesso, nulla di nuovo, forse. Ma si tratta d’uno spettacolo dosato con esperienza che porta un valido contributo a quella necessità di « evasione » e di allegria di cui lo spettatore moderno sembra tanto soffrire.
«Epoca», anno IV, n.164, 22 novembre 1953
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«Epoca», anno IV, n.164, 22 novembre 1953 |