La camera ammobiliata

(La camera affittata a tre, La camera fittata per tre)

La_camera_fittata_a_tre

"Una stanza. Tre disperati. E la comicità che esplode"

Benvenuti nella camera più affollata, sgangherata e gloriosamente ridicola della storia del teatro napoletano. Non è una suite, non è un monolocale, non è nemmeno una stanza decente: è la camera fittata a tre, una specie di trappola comica in cui si incastrano miserie umane, melodie improbabili e il genio anarchico di Totò.

Questa scenetta – pardon, brano teatrale a soggetto con inserti surreali – nasce come farsa popolare napoletana, ovvero nel fertile terreno dove le tragedie della miseria e le commedie dell’assurdo crescono come funghi dopo la pioggia. Famosa per essere stata spesso proposta come “comica finale” (una dolce e mortifera contraddizione in termini), è diventata un classico da avanspettacolo, il che vuol dire: sudore, sigarette dietro le quinte, polvere, improvvisazione, applausi, e risate sparate come mitragliate a fine serata.

📺 Totò, maestro di moséca e di mosse comiche

Nel 1967 – quando il televisore è ormai più presente del crocifisso nei salotti italiani – questa farsa vetusta riceve il battesimo catodico con un nuovo nome: "Il grande maestro", episodio della serie Tutto Totò. E chi è questo maestro? Il signor Mardocheo Stonatelli, musicista sgangherato con il nome parlante più sonoro dai tempi di don Abbondio. Già il nome fa ridere: "Stonatelli". Un uomo che vive di note... ma preferibilmente fuori pentagramma.

Totò, nella parte, è strepitoso come sempre. Non solo per la mimica, ma per quell’arte sopraffina di fare del fallimento una sinfonia e della miseria un’orchestra da camera. La sua missione non è solo insegnare musica, ma sopravvivere alle intemperie dell’arte. E soprattutto... trovare un letto.

🏨 Letti singoli, sogni collettivi

Ed ecco che torna La camera fittata a tre. Tre uomini. Una camera. E una sola speranza: dormire senza morire. Il canovaccio è semplice, ma perfetto come una fuga di Bach suonata da un’orchestra di cucchiai:

  • Il primo uomo è un maestro di musica affamato, stanco, idealista;
  • Il secondo è un energumeno sospettoso, muscolare e paranoico;
  • Il terzo… sta morendo. Ma in modo buffo, si capisce.

Costretti a dividere uno spazio angusto, i tre si contendono non solo cuscini e coperte, ma porzioni d’ossigeno, decoro personale e residui di pazienza. Totò orchestra il tutto come un direttore impazzito: frai tossi del malato, le minacce del forzuto e le arie liriche cantate a sproposito. Il pubblico ride, si commuove e, se è del mestiere, prende appunti.

📖 Una genealogia comica: da Viviani a Castellani

Questa camera, più che fittata, è ereditata. Lo sketch è talmente antico che pare sia stato scritto da Pulcinella con una piuma d’oca, e recitato in sogno da Scarpetta. La versione del 1932 è nel contesto dello spettacolo Colori nuovi, con Totò in coppia con Guglielmo Inglese, altro maestro del paradosso scenico. Ma la vera consacrazione arriva nel 1933 al Teatro Eliseo, con la compagnia di Totò che porta in scena La banda delle gialle, rielaborata dal misterioso Paolo Rampezzotti (in arte Tramonti, come dire: uno che calava, ma solo il sipario).

Il copione, come un buon brodo, è stato continuamente riscaldato. Fino ad arrivare a Gli onorevoli (1963), dove Totò, nella parte del candidato a tutto e a niente, si ritrova senza alloggio, senza speranza, ma sempre con qualche battuta in tasca.

🎶 Stonatelli, Scannagatti e altri santi protettori dei comici affamati

Il personaggio di Mardocheo Stonatelli è un cugino stretto del ben più noto Antonio Scannagatti (Totò a colori, 1952), entrambi accomunati da una passione quasi mistica per la musica... e da un talento altrettanto mistico nell’essere ignorati da chi conta. Scannagatti si esibisce nella celebre marcia dei bersaglieri: e indovina un po'? Anche Stonatelli chiude lo sketch con una marcia. Perché se c’è una cosa che Totò amava, più della sua bombetta, era chiudere in bellezza. E possibilmente in levare.

👬 Con Castellani e Sansone, la stanza diventa palcoscenico

Totò non è mai solo. Il sodalizio con Mario Castellani, spalla perfetta, è garanzia di scintille. Castellani è l’uomo che non ride mai in scena, ma fa ridere tutti. Il terzo compagno di letto, a rotazione, può essere Alberto Sorrentino, Guglielmo Inglese, o il già citato Ercole Sansoni: ognuno a suo modo una caricatura vivente, un distillato di carattere partenopeo, un baritono mancato o un mimo involontario.

📺 Tutto Totò: 17 milioni di cuori sintonizzati

Quando l’episodio Il grande maestro va in onda, il 13 maggio 1967, il Programma Nazionale (quello che oggi chiameremmo Rai 1) registra 17,2 milioni di telespettatori. Una cifra che oggi, tra Netflix, Spotify e distrazioni digitali, farebbe svenire anche Fiorello.

Totò è lì, anziano ma fulminante, a recitare uno sketch nato quando lui aveva poco più di vent’anni. Ed è un cerchio che si chiude: la comicità dell’avanspettacolo portata con eleganza nella casa degli italiani, come una reliquia ripulita per la TV in bianco e nero. Un monumento comico alla sopravvivenza. Una camera fittata, sì… ma piena di talento da straripare.

🎺 Conclusione con fanfara: la moséca, la miseria e la magia

La camera fittata a tre è una parabola tragicomica sull’arte che non paga ma fa ridere, sulla miseria che fa dormire in tre su un letto, e sulla moséca – con la é, come la pronuncia Totò – che è sempre una cosa meravigliosa, anche se il pianoforte ha tre tasti rotti e l’orchestra è composta da tossicchi, lamenti e bestemmie sussurrate.

Ma in quel disordine, in quella stanza ammuffita e stipata di sogni, Totò suona la sinfonia della comicità eterna. Senza spartito, senza solfeggio, ma con il cuore in levare e la battuta pronta come una trombetta da bersagliere.



Scena dello sketch tratta dal telefilm "Il grande maestro" (1965), tratto dalla serie TV "Tuttototò" (dal minuto 17',50")

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(Ambientazione: la scena è una camera d’albergo secondaria. A sinistra in avanti il piccolo letto. Attorno qualche sedia. Le tre cameriere stanno spolverando e mettendo tutto a posto).

1a CAMERIERA Che vita d’inferno, non ne posso proprio più! Il lavoro che c’è in questo albergo è esagerato. Mancava proprio che domani fosse la festa del paese! L’albergo fin da stamani è tutto occupato e non c’è posto neanche per un cane.
2a CAMERIERA Tutto occupato? E questa camera?
3a CAMERIERA Questa è una camera di passaggio, chi vuoi che la prenda?
la CAMERIERA Andiamo ragazze, non ci perdiamo in chiacchiere. C’è tanto da fare. (la e 2A CAMERIERA via)
AVV. VERMICELLI (entrando) Permesso?
3a CAMERIERA Avanti, desidera? avvocato Vorrei una camera!
3a CAMERIERA Mi dispiace, l’albergo è tutto pieno... avvocato E come si fa? Questo è l’unico albergo del paese, dove vuole che vada a dormire? Arrangiatemi in qualche buco!
3a CAMERIERA In che buco volete che vi arrangi? avvocato In un buco qualsiasi!
3a CAMERIERA Se volete proprio adattarvi ci sarebbe questo lettino in questa camera di passaggio. avvocato Visto che non c’è altro mi adatterò. Quanto sarebbe il prezzo?
3a CAMERIERA 10 lire; 2 lire di servizio, 1 per tassa di soggiorno e sette lire perché è una camera di passaggio. avvocato Eccovi i soldi. Intanto lascio questa valigia, (via)
3a CAMERIERA Adesso è proprio il caso di mette un cartello come nel tram, «completo», (via)
2a CAMERIERA (entra affaccendata)
2° VIAGGIATORE E’ permesso?
2a CAMERIERA Avanti, desidera?
2° VIAGGIATORE Vorrei una camera.
2a CAMERIERA Impossibile, l’albergo è tutto occupato.
2° VIAGGIATORE Non c’è un altro albergo in questo paese?
2a CAMERIERA No, è l’unico.
2° VIAGGIATORE Cerchi di accomodarmi in un altro modo!
2a CAMERIERA Non c’è che questo lettino in questa camera di passaggio, se vuole accomodarsi qui.
2° VIAGGIATORE Trattandosi di una sola notte, mi arrangerò qui. (via, lasciando la valigia) (via anche la CAMERIERA)
la CAMERIERA (entra con della biancheria)
Mardocheo_StonatelliTOTÒ Permesso?
la CAMERIERA Desidera? TOTÒ Desidererei una camera.
1“ CAMERIERA Mi dispiace, ma l’albergo è tutto al completo.
TOTÒ Perché è completo?
la CAMERIERA Oh bella, perché è completo...
TOTÒ Mi hanno detto che nel paese non c’è altro albergo che questo, come fare? Siate buona! per una notte dormirò con voi.
la CAMERIERA Per chi mi avete preso? Se volete arrangiarvi, tanto più . che si' tratta di ufia sola notte ci sarebbe questo lettino in questa camera di passaggio.
TOTÒ Va bene... non c’è altro da fare, mi adatterò qui, quant’è?
la CAMERIERA Dieci lire.
TOTÒ Troppo... credevo che con un paio di lirette me la sarei cavato!
la CAMERIERA Meno di dieci lire non è possibile.
TOTÒ E va bene, eccovi le dieci lire! (la CAMERIERA prende le dieci lire e se ne va).
1° VIAGGIATORE (vede TOTÒ) Ecco gli inconvenienti della camera di passaggio, , questo adesso si è fermato qua e io mi devo coricare.
TOTÒ (tra sè ripete la stessa frase) (si salutano)
1° VIAGGIATORE Permette? Gennaro Vermicelli da Torre Annunziata.
TOTÒ Conosce Cirio?
1° VIAGGIATORE Che c’entra Cirio?
TOTÒ C’entra sì, i vermicelli non si fanno con la Conserva Cirio? Permette, io sono il maestro Antonio Stonatelli.
2a VIAGGIATORE (entrando, tra sé) Chi sono questi due intrusi? Questi sono gli inconvenienti delle camere di passaggio,-io mi devo coricare e questi, si sono messi proprio a parlare nella camera mia. Permettete? Ercole Sansoni,, viaggiatore di commercio.
TOTÒ (presentando) Maestro Stonatelli, (indicando) l’amico Tagliatelle!
1° VIAGGIATORE Vermicelli!
Mardocheo Stonatelli 4TOTÒ Eh va bene, sempre pasta è! signori belli io mi sento un po’ stanchetto...
1° VIAGGIATORE Anch’io.
2° VIAGGIATORE Io pure, io poi non mi sento troppo bene, i tre Buona notte!!!
(soggetto)
TOTÒ Io domani devo dirigere la banda... Capirete: è una grande responsabilità!
1° VIAGGIATORE E io, ho una causa in Pretura... lascio immaginare...
2° VIAGGIATORE E io domattina di buon’ora debbo andare dritto allo ospedale. TOTÒ Io vi darei un consiglio.
2° VIAGGIATORE Dite, dite...
TOTÒ Invece di andare dritto all’ospedale fate una curva, fermatevi al cimitero.
2°. VIAGGIATORE Maestro, non scherziamo!...
1° VIAGGIATORE Bene, signori, si fa tardi!
I tre Buona notte!!! (si avvicinano al letto e meravigliati si guardano) TOTÒ Signori, non ci siamo capiti, io devo dirigere la musica, devo alzarmi presto.
1° VIAGGIATORE Quello che dicevo anch’io, adesso andiamo a riposare, e domani magari... prenderemo magari un caffè assieme.
2° VIAGGIATORE No, io prendo sempre del latte... tótò e 1° VIAGGIATORE E va bene, va bene...
I tre Buona notte... (si avvicinano al letto, soggetto delle scarpe) TOTÒ Questo letto è mio, ho pagato dieci lire.
1° VIAGGIATORE Prego, il letto è stato affittato a me.
2° VIAGGIATORE Signori, non scherziamo... il letto è mio...
TOTÒ Un momento... il letto a voi chi ve l’ha affittato?
1° VIAGGIATORE. A me l’ha affittato una cameriera.
2° VIAGGIATORE Anche a me.
TOTÒ Signori miei, qui c’è un’equivoco, deve essere stato un errore commesso dalle diverse cameriere.
1° VIAGGIATORE E come si fa?
2° VIAGGIATORE Io devo riposare!...
TOTÒ Da buoni amici arrangiamoci tutti e tre, tanto a quest’ora dove vogliamo andare?
I tre Arrangiamoci... (i tre si spogliano)
TOTÒ E la notte passerà così. Se invece avessi ascoltato i consigli di mio padre oggi sarei un grande maestro e non mi sarei trovato in questo alberguccio... pazienza, questo è il mondo. Eh! va bene, le donne sono state la mia rovina, per correrle dietro non ho voluto studiare... ed ecco la mia carriera... pazienza, questo è il mondo. Povero papà mio, me lo diceva sempre, studia, studia ed io niente, pazienza.
(soggetto)
1° VIAGGIATORE Sentite, qui finiremo per non dormire nessuno.
2° VIAGGIATORE Io consiglierei, facciamo a turno, dormiamo un paio di ore per uno.
Mardocheo Stonatelli 5TOTÒ A me un’oretta mi basta, i tre Sì, facciamo cosi, (soggetto luce)
1° VIAGGIATORE (esce con candele appoggiandole sul tavolino)
2° VIAGGIATORE (va a letto)
TOTÒ e 1° VIAGGIATORE (soggetti di paura)
2° VIAGGIATORE (si alza da letto e va a dormire il 1° VIAGGIATORE) TOTÒ (al 2° VIAGGIATORE). Che nottataccia. Io domani devo dirigere e non crediate che sia roba da poco, figuratevi che fra tanti pezzi devo dirigere un pezzo mio di un’opera che non itìi hanno voluto rappresentare.
2° VIAGGIATORE Avete composto un’opera?
TOTÒ Un’opera storica, « Cosimo Primo », e questo pezzo sarebbe il ritorno di Cosimo 1° vincitore, lascio immaginare, una marcia trionfale, tutti effetti di trombone, (soggetto musica)
1° VIAGGIATORE (si sveglia spaventato) Qui non è possibile dormire, caro Stonatore.
TOTÒ Prego, Stonatelli...
1° VIAGGIATORE Stonatelli... Stonatore... io ho pagato dieci lire... e qui non si dorme...
2° VIAGGIATORE Ricordatevi che deve entrare all’Ospedale. TOTÒ Sentite, si vede che non avete sonno... qui perdiamo tempo... io
domani devo dirigere... vi ho pregato... ora io vado a dormire... i tre Buona notte... buona notte...
1° VIAGGIATORE Arrangiamoci appoggiati alla sedia, io però prima di dormire sono abituato a dirmi le orazioni.
2° VIAGGIATORE Anch’io tanto più che debbo entrare all’Ospedale.
(soggetto delle orazioni di TOTÒ e dell’ammalato)


Riferimenti e bibliografie:

  • "Quisquiglie e Pinzellacchere", Goffredo Fofi - Savelli Editori, 1976