Totò d'Arabia
Agente 008
Inizio riprese: ottobre 1964, Studi Balcazar, Barcellona
Autorizzazione censura e distribuzione: 4 febbraio 1965 - Incasso lire 311.729.000 - Spettatori 1.293.482
Titolo originale Totò d'Arabia / Toto de Arabia - Paese di produzione Italia, Spagna - Anno 1965 Durata 84 min Genere comico, commedia - Regia José Antonio de la Loma - Soggetto Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi - Sceneggiatura Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi - Produttore Alberto Pugliese, Luciano Ercoli - Musiche Angelo Francesco Lavagnino
Totò: Agente 008 - Nieves Navarro: Doris - Fernando Sancho: sceicco Alì el Buzur - George Rigaud: Sir Bains - Gustavo Re: Sir Turner - Mario Castellani: falso Omar el Bedù - Bruno Corbucci: spettatore alla corrida (cameo) - Luis Cuenca: El Kasser
Soggetto
Totò, ex-militare italiano al servizio, come domestico, presso l'Intelligence Service britannico viene promosso ad agente segreto con il nome di Agente 00Ø8 al fine di convincere il regnante di Shamara, lo sceicco Ali El Buzur a cedere il petrolio al Regno Unito. Dopo un breve soggiorno a Barcellona per ricevere ulteriori istruzioni Totò si trasferisce nel Kuwait dove riesce a sconfiggere i servizi segreti egiziani, turchi e russi. Per superare anche la CIA Totò si servirà delle trenta mogli dello sceicco, che alla fine lo adotterà e come El Buzur II guiderà la raffinazione del petrolio di Shamara da Napoli.
Critica e curiosità
Dopo "Il Comandante", "Che fina ha fatto Totò baby?" il film "Totò d'Arabia" diretto da Paolo Heusch chiude la trilogia dei film prodotti da Ercoli e Pugliesi. Un misto di Lawrence d'Arabia eJames Bond, il film è una pallida parodia di co-produzione italo spagnola. Totò ne approfitta per una breve vacanza a Barcellona in compagnia con di Franca Faldini. È l'ultimo film in cui il nome di Totò compare nel titolo.
Così la stampa dell'epoca
Totò interpreta Mister Totò. Mister Totò è un cameriere italiano a servizio presso il capo dell'Intelligence Service a Londra. Spinto dal desiderio della grande avventura, riesce a sostituire un agente con licenza di uccidere, sul tipo di James Bond, e si ritrova nel Kuwait. La sua missione è quella di assicurare all'impero britannico lo sfruttamento di un ricco giacimento petrolifero. Mister Totò ci riesce attraversando il deserto e solidarizzando con le trenta mogli dello sceicco Ali EI Buzùr.
Matilde Amorosi
Una piccola appendice ai tre film di Cerchio, infine, è Il Totò d'Arabia del '65, stanchissima parodia dei film di 007 e soprattutto di Lawrence d'Arabia di David Lean. L'organizzatore è ancora Paolo Heusch, regista occulto di Che fine ha fatto Totò Baby? e probabilmente anche di questa parodia. Un giorno Heusch prende l'attore sottobraccio e se lo porta in una sala della Cineriz per fargli vedere il film di Lean. Il principe si mette sotto il telone e guarda, da sotto in su, tutta la pellicola.
Alberto Anile
Totò d'Arabia, pigra parodia di "Lawrence"
Miracolosamente tardi, gli anni incominciano a farsi sentire anche sulle spalle di Totò, che per tanti anni e In produzioni troppo spesso indegne del suo talento comico, ha rallegrato le platee italiane come un dono di natura. Intendiamoci: leoni sì muore; e della sua inconfondibile zampata è qualche traccia anche in questo Totò d'Arabia diretto a colori da Antonio Della Lorna, ma sono tracce appunto su un deserto dì sabbia quale è in sostanza questa pigra parodia del «Lawrence d'Arabia» con inevitabili implicazioni alla James Bond.
Non sono certo queste le idee cinematografiche con cui si può dare una mano all'estremo Totò, ormai costretto all'avarizia dei movimenti e quindi più che maturo per le finezze del monologo; idee alla cui vuotaggine neppure il mimo dei verdissimi anni, ancora legato alle origini dell'avanspettacolo, avrebbe potuto sopperire. Per una (selva di microfoni appiattati fin nelle scollature, fra miraggi di gelatai e belle odalische in carne, il balordo agente «0-0-0 sbarrato-8» trascina la sua melanconica avventura petrolifera, finendo adottato da un califfo e ricco a miliardi. Egli può ben concludere «'cca nisciuno è fesso:»; non cosi il pubblico, purtroppo.
l.p. (Leo Pestelli), «La Stampa», 19 febbraio 1965
Dopo un inizio che promette, sia pure palesemente rivisti in chiave umoristica, sviluppi analoghi a quelli del celebre film di Lean, l'opera in questione se ne discosta nettamente e ci presenta un Totò agente segreto al centro di una complicata vicenda che si snoda su itinerari iberico-africani: tutto ruota, infatti, attorno a un favoloso giacimento petrolifero la cui concessione fa gola a molti Paesi e sulla lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi che i vari agenti segreti combattono fra di loro nel tentativo di far propria la posta in palio.
Agguati, attentati, colpi di mano lasciano però indenne il superagente Totò che semina e sgomina tutti gli avversari e con uno stratagemma riesce anche a spadroneggiare sul più colossale impero del petrolio.
Il film diretto da Antonio Dalla Loma corre sui binari obbligati del giallo-comico-avventuroso e fa leva prevalentemente sulla mimica del'intramontabile Totò, ma qua e là coglie nel segno soprattutto quando l’autore volge in parodia atteggiamenti e sistemi dei più celebri e «seri» agenti segreti che popolano attualmente i nostri schermi. Fra gli altri interpreti Nieves Navarro, Fernando Sancho, George Rigaud e Mario Castellani. Colore.
vice, «Il Tempo», 13 marzo 1965
Totò, cameriere napoletano in casa d'un pezzo grosso dell’Intelligence Service, si vede trasformato, da un momento all'altro, in agente dello spionaggio britannico, e spedito col numero 00/8 (è lui che ci tiene alla barra) in un paese arabo, dove gliene capitano di tutti i colori passando, comunque, indenne fra i colpi delle più diverse centrali di delazione e di provocazione, egli riuscirà a mettere le mani sul petrolio bramato dai suoi superiori: però lo terrà per sè, facendosi adottare da un capo musulmano (che ha trenta mogli ma nessun erede) ed impiantando una moderna raffineria in quel di Partenope.
Realizzato in Spagna, da un regista locale (Antonio Dello Loma) e con attori pure spagnoli (fatta la sola eccezione, ci è parso, del fido Mario Castellani, antica spalla del comico italiano), Totò d'Arabia scimmiotta pedestremente un po’ Lawrence e un po' i racconti, tornati di gran voga, sulle lotte fra i servizi segreti. Il copione, assai scarso di trovate, somiglia a una serie di barzellette, non di rado vetuste, messe insieme alla meglio. Naturalmente, Totò ha sempre qualche tratto di felice improvvisazione, verbale e mimica, che ci ricorda quanto grande e, quanto malamente sfruttato, sia il suo talento.
ag. sa., «L'Unità», 13 marzo 1965
Promosso da cameriere ad agente segreto 008 con tutte le licenze possibili ed immaginabili, ecco il simpatico Totò impegnato in una difficile missione per conto dell'Intelligence Service: procurare all'Inghilterra la concessione per lo sfruttamento del sottosuolo di Samara — cittadina del Kuwait ricca di giacimenti petroliferi — battendo sul tempo russi, egiziani e americani.
Non è difficile intuire ciò che capita al nostro eroe il quale, nonostante la propria ingenuità e le molte insidie non soloo riesce a «battere» la concorrenza, ma a mettere nel sacco gli stessi inglesi facendosi assegnare personalmente la concessione dallo sceicco di Samara che perdipiù finirà con l'adottarlo. Di tono parodistico e non privo di spunti divertenti il film, diretto con buon ritmo da Antonio Della Loma, risulta nel suo insieme abbastanza piacevole. Totó, per il quale il tempo sembra si sia fermato, fa sfoggio della sua intramontabile vena comica, più misurala del solito, ma non per questo meno effervescente e quindi di sicuro effetto. Accanto al bravo attore, tutti sufficientemente efficaci, Nieves Navarro, George Rigaud, Fernando Sancho, J.L. Lopez Vasquez, Mario Castellani e Luis Quenca. Colore.
«Il Messaggero», 13 marzo 1965
Totò in Arabia sulle orme di 007
Un'altra avventura del celebre comico napoletano. Il film che ha risvolti comici esilaranti è diretto da Antonio Della Loma. Un nutrito "cast" artistico dominato da uno stuolo di affascinanti fanciulle
Ancora un nuovo film di Totò, il comico per eccellenza, il comico che ha fatto ridere due generazioni: prima a teatro sui palcoscenici della rivista, poi al cinema nonostante l'incalzare delle mode, nonostante la nascita di nuovi comici e l'evolversi dei gusti degli spettatori, Totò ha resistito e resiste brillantemente a tutto questo ed ogni film diventa, in breve tempo, campione d'incasso. Un po' per l'età, un po' per una menomazione fisica agli occhi, Totò è stato costretto a rallentare la sua attività: non «gira» un film dopo l'altro, come quando era più giovane e in forze: ora tra i soggetti che gli vengono sottoposti, sa scegliere quelli che lo soddisfano in pieno e dai quali egli può trarre tutti gli effetti comici. Totò, lo sanno tutti, è un grande attore. Noi lo vediamo protagonista di storie allegre e divertenti, ma la sua arte è cosi raffinata che qualsiasi cosa egli si mette a fare, riesce alta perfezione. soddisfacendo tn pieno anche gli spettatori dal gusto più esigente.
Totò è un artista di talento e un gran comico. I suoi film sono sempre stati seguiti con passione, perchè già garantiscono In partenza due ore di sano differimento. Totò ha sempre detto che un comico deve saper divertire con la massima semplicità: un gesto, un movimento, una battuta detta al momento opportuno. Niente di trascendentale, ma ogni cosa costrutta per servire il pubblico, chi è quello che ti sostiene con il suo interesse e la sua benevolenza.
E' notorio che Totó, allorché si doveva accingere a girare un film, metteva come clausola di non spostarsi dall'Italia. Per «Totò d'Arabia», il nuovo film comico dell'attore napoletano. Totò si è recato per ìa prima volta all'estero, negli stessi luoghi dove è stato girato «Lawrence d'Arabia», ovverosia in Almeria, in quanto chè la realizzazione della parodia aveva più effetto sugli stessi posti dove si è svolto il film originario. «Totò d’Arabia», in sostanza, é la parodìa in forma spassosa e comica del famoso Lawrence. Ma veniamo al racconto del film.
Totò, un italiano che presta servizio come domestico presso il capo dell'Intelligence Service inglese, a Londra, attraverso una serie di trucchi riesce a farsi inviare al posto di uno dei tanti famosi e spericolati agenti 008 in una missione delicatissima presso il piccolo Stato del Kwait. L’impero britannico ha bisogno di accaparrarsi lo sfruttamento di tutto il petrolio che verrà estratto dai giacimenti locali e il capo dell Intelligence Service pensa che Totò sia l'uomo adatto a compiere tale missione.
Totò, prima di arrivare nel Kwait, è il protagonista di alcune avventure pericolose dalle quali lui esce, manco a dirlo, da trionfatore. Giunto nel piccolo Stato, con l'aiuto delle trenta mogli di Ali el Buzur riesce a sconfiggere un agente del servizio segreto americano che vuol costringere il sultano a firmare una carta di cessione del diritti di sfruttamento, e si fa adottare da Ali el Buzur, per cui diventa ricchissimo. Naturalmente, diventato da semplice domestico un ricco uomo d’affari, Totò si dimentica delI'Impero Britannico a si trasferisce a Napoli dove, nel suo grande stabilimento, combina affari con tutto II mondo, raffinando il petrolio grezzo che gli viene inviato puntualmente del Kwait.
Il film, diretto da Antonio Della Loma, in Eastman-color, ha per protagonisti, oltre a Totò, Nieves Navarro, George Rigaut, Fernando Sancho, Jose Luis Lopez Vasquez, Mario Castellani, Luis Cuenca ed uno stuolo di ragazze affascinanti.
L.S., «Momento Sera», 14 marzo 1965
Totò è tutt'altro che finito, ma non potrebbe più permettersi, per motivi di età e di salute, vicende sciocche e scombinate come Totò d'Arabia, ennesimo sfruttamento commerciale delle residue possibilità clownesche di un grande mimo.
Valentino De Carlo, «La Notte», 30 aprile 1965
Del film preso di mira per burlarsene, Totò d'Arabia, di Antonio della Loma, non mantiene che l'Inquadratura iniziale della motocicletta. Il resto non è che una pochade, nella quale Totò, su incarico dell'Intelligence Service, mette le mani su un ricchissimo giacimento petrolifero in uno staterello arabo, salvo poi mettere nel sacco i diplomatici Inglesi e diventare un pezzo grosso nel mondo dell’«oro nero». Le trovate sono modeste. Con Totò sono Nieves Navarro, George Rigaud, Mario Castellani e Fernando Sancho.
Vice, «Corriere della Sera», 30 aprile 1965
I documenti
Cosa ne pensa il pubblico...
I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com
- Produzione italospagnola bruttarella (*½) per uno degli ultimi film del Principe, che sovente appare stanco. Non funziona la parodia dei film alla James Bond e non funziona neppue quella a Lawrence d'Arabia, nonostante i richiami vocali ("ad Aqaba!") e la musica, non casualmente simillima. C'è anche una certa povertà di mezzi: basti pensare al bagno turco, che ci viene presentato come densissimo di vapori, in cui, invece, si vede benissimo ogni particolare...
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò, alle donne dell'harem che lo rifuggono: "Cos'avete visto? Uno spaventapassere?".
I gusti di B. Legnani (Commedia - Giallo - Thriller)
Un Totò ormai al crepuscolo artistico e della vita (morirà pochi anni dopo) impegnato in una parodia del celeberrimo Lawrence d'Arabia ma che prende via via la strada della satira dei film di spionaggio. L'unico motivo per consigliare la visione della pellicola sono proprio le performances dell'interprete principale in grado ancora di reggere ottimamente la scena. Per il resto il film è davvero poca cosa.
I gusti di Galbo (Commedia - Drammatico)
Davvero mediocre questa pseudo-parodia di Lawrence d'Arabia o James Bond, incapace di risolvere l'ambiguità fra una trama fortemente strutturata (quella della corsa delle spie all'accaparramento del petrolio arabo), articolata in diverse ambientazioni internazionali, e l'estro comico di Totò, lasciato a riciclare vecchie battute semprebuffe. Insomma, qua e là il riso si fa strada, ma la forzatura trasforma tutto in un nulla di fatto, lasciando spesso spazio all'inconsistenza (e alla noia, nonostante il ritmo piuttosto vorticoso). Trascurabile.
I gusti di Pigro (Drammatico - Fantascienza - Musicale)
Discreta commediola che si affida unicamente alla verve di un Totò ormai prossimo alla fine, ma sempre in grado di sfoderare battute fulminanti. Tralasciando commenti sulla regia (anonima) e sulla sceneggiatura, non rimane altro che godersi l'ennesima grande performance dell'attore napoletano, affiancato da un sempre ottimo Fernando Sancho.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: La valigetta aperta malamente causa per questo un'esplosione.
I gusti di Lovejoy (Comico - Horror - Western)
All'inizio sembra un film divertente, poi perde molto, con una trama da parodia di 007 che sembra più adatta a Franco e Ciccio che a Totò. Comunque lui è strepitoso: nonostante fosse vicino alla fine si produceva ancora in giochi di parole e improvvisazioni degni di nota. Il cast di contorno (tranne per il fido Castellani) è nullo e non regge la scena come fecero altre spalle storiche di Totò. Evitabile.
I gusti di Rambo90 (Azione - Musicale - Western)
Alcune scene ricordano molto da vicino il film parodiato (l'incipit con la motocicletta, la scena al pozzo nel deserto, la carica verso Aqaba), poi il tutto viene miscelato con lo spionaggio e 007, anzi 000 (barrato) 8 con licenza di uccidere, di rubare, di truffare... insomma con la famosa carta bianca, che in precedente occasione era suggerita per altri usi. La parte iniziale è la migliore, poi si impoverisce e a tratti annoia, nonostante un Totò che dà sempre il meglio, anche se la sceneggiatura non aiuta e tutto è lasciato sulle spalle del grande attore.
I gusti di Saintgifts (Drammatico - Giallo - Western)
In questa parodia che mescola Lawrence d'Arabia e 007, Totò interpreta un domestico che prende il posto di un agente segreto per una missione in Kuwait. La produzione italo-spagnola è modesta e la sceneggiatura non offre grandi spunti, tuttavia il Principe (ormai negli ultimi anni di attività) riesce ancora a mandare a segno delle buone battute e il suo estro riesce a tenere a galla il film fino alla fine.
I gusti di Belfagor (Commedia - Giallo - Thriller)
Opera crepuscolare di Totò, nonché la sua ultima parodia. Non tutto è da buttare e dimostra di potersela giocare con altri lavori dell’attore. Certo non è un film ambizioso, ma si lascia vedere con piacere. L’attore non è caricato dalla necessità di strafare a causa del contorno minimale e nemmeno sembra sentire la responsabilità di caricarsi sulle spalle l’interno fardello. II risultato finale è comunque godibile.
I gusti di Minitina80 (Comico - Fantastico - Thriller)
Uno degli ultimi Totò, stanco e affaticato, fa un tuffo nello spionaggio internazionale. Purtroppo non è certo uno dei film più riusciti del grande attore, ma è una macchina che, seppur lentamente, arriva a destinazione. La formula è solida e collaudatissima, una sorta di "ghe pensi mi" ante litteram, in cui Totò regge la baracca da solo, senza una vera e propria spalla, attraverso la sua arte mimica, fatta di gesti, espressioni e giochi di parole che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Niente di che. **
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Totò che distrugge la macchina fotografica di un turista tedesco; Il bagno turco.
I gusti di Rigoletto (Avventura - Drammatico - Horror)
L'ultimo film in cui compare il nome di Totò nel titolo e questo crea un po di tristezza, pensando anche che il grande comico napoletano sarebbe morto l'anno dopo. Totò d'Arabia fa il verso a Lawrence d'Arabia non riuscendo però a convincere del tutto in quanto alcune scene risultano veramente inutili; diciamo che l'unico che si salva è proprio il grande Totò. Comunque il film non è assolutamente brutto e una guardatina la merita.
I gusti di Taxius (Commedia - Horror - Thriller)
L'inizio non è male e due o tre risate - seppur a denti stretti, le strappa. Le note dolenti arrivano nella seconda parte. Infatti subentra una certa tediosità, che ben si esplicita nella lunghissima sequenza ambientata nel deserto. Nel cast, oltre al principe della risata, due facce note del cinema bis italiano: l'affascinante Nieves Navarro e il simpatico Fernando Sancho, voluti presumibilmente dalla produzione spagnola. Sorvolabile: **.
I gusti di Digital (Fantascienza - Horror - Thriller)
Film modesto ma non infimo, questo di Totò che fonde, in chiave parodistica, Lawrence D'Arabia con James Bond. Certo, la farsa è grossolana, piuttosto statica e priva di grande trovate di sceneggiatura, produttivamente povera e diretta con sciatteria da Paolo Heusch, le gag sono spesso riciclate e sanno di rancido, ma il magistero di Totò, nonostante l'attore appaia invecchiato e irrigidito, ci offre ancora momenti di autentico dvertimento e ci regala sketch e giochi linguistici gustosi che tendono verso il surreale e il demenziale.
I gusti di Graf (Commedia - Poliziesco - Thriller)
Il film va visto unitamente al film Lawrence d'Arabia, perché da quest'ultimo alcune scene vengono parodiate. Renato Turi che aveva doppiato José Ferrer nel primo film qui doppia l'agente turco ripetendo le stesse battute "Hai gli occhi azzurri come il Mar Rosso!" e Totò ribatte "questo turco mi puzza di abbruciaticcio!", dichiarando un'oggettiva omosessualità del turco, solo velata nel primo film! Un Totò una volta tanto filmato all'estero a Barcellona dopo averlo visto a Parigi. Fatto raro perché Totò non amava i viaggi troppo lunghi. Cameo di Nando Sancho.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: "00 è la licenza di uccidere!" Totò risponde: "Ah! questo significa da voi lo 00, da noi significa un'altra cosa!".
I gusti di Squash (Comico - Commedia - Horror)
Le incongruenze
- Quando l'agente 000sbarrato8 sorprende il tirolese a Barcelona con una macchina fotografica, gliela rompe gettandola a terra e calpestandola, ma nell'inquadratura successiva non c'è niente a terra.
- Totò si rade con il rasoio elettrico rubato a Mister Tops. Al cambio d'inquadratura impugna il rasoio in modo diverso.
- Totò legge un dossier segreto ponendoci sopra un foglio semitrasparente con dei buchi fatti apposta per evidenziare delle parole particolari. Quando l'inquadratura è stretta sul foglio, ci sono 4 buchi di uguale grandezza sul foglio, uno sopra l'altro. Quando invece l'inquadratura è più larga i buchi sono 5, irregolari e disposti in maniera completamente diversa.
- Totò e Castellani viaggiano nel deserto in groppa ai dromedari. Negli stacchi ripetuti più volte (dai primi piani alle panoramiche) essi appaiono affiancati e, immediatamente, distanziati di 4 - 5 metri, in fila indiana...
- Nella scena in cui Totò parla con i suoi superiori (sir.Bains e sir.Turner) gli cade il sigaro che stava fumando per terra ma lui sapientemente va avanti facendo finta di niente.
- Toto', gira il mappamondo dicendo che ha trovato la localita' segreta che e' sul confine del Kuwait, ma se notate bene il Kuwait si vede benissimo in un'altra parte del mappamondo .
www.bloopers.it
Totò d'arabia (1965) - Biografie e articoli correlati
Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1965
Castellani Mario
Corbucci Bruno
De La Loma José Antonio
Fernando Sancho
Grimaldi Giovanni (Gianni)
Iranzo Antonio
Israel Victor (Soler Vilanova José María)
Locchi Pino (Giuseppe)
López Vázquez José Luis
Navarro Garcìa Nieves (Susan Scott)
Pavese Luigi
Rizzoli Angelo
Totò e... Bruno Corbucci
Totò e... la parodia
Totò e... Luigi Pavese
Totò e... Mario Castellani
Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- l.p. (Leo Pestelli), «La Stampa», 19 febbraio 1965
- vice, «Il Tempo», 13 marzo 1965
- ag. sa., «L'Unità», 13 marzo 1965
- «Il Messaggero», 13 marzo 1965
- L.S., «Momento Sera», 14 marzo 1965
- Valentino De Carlo, «La Notte», 30 aprile 1965
- Vice, «Corriere della Sera», 30 aprile 1965