Giorgia Moll: il suo primo bacio costò un patrimonio

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Georgia Moll dovette ripetere almeno trentacinque volte il suo primo bacio cinematografico; ma ora è già una esperta, ha interpretato tre film e il quarto andrà a girarlo in Francia, a dispetto delle gelosie di Martine Carol

Roma, luglio

Georgia Moli è la disperazione del suo agente pubblicitario. Non si vuol rendere conto che un’attrice ha dei doveri che non può trascurare. Non è libera di fare tutto quello che le salta in testa. Non può partire da un momento all’altro. Ma Georgia da questo orecchio non ci sente ancora. Quando vuol prendersi una vacanza, se la prende senza avvisare nessuno; nei giorni scorsi, per esempio, è andata a Parigi alla "Kermesse aux Etoiles” e il suo agente ha saputo del suo viaggio quando s’è visto arrivare dalla Francia una proposta di contratto e un fascio di giornali. Stupito e irritato, si è attaccato al telefono e questa volta era deciso a farle una ramanzina coi fiocchi; ma Georgia, con la sua voce angelica, con il suo fare un po’ svanito, l'ha smontato subito. « Ah, si », ha risposto, t lei ha perfettamente ragione »; e come se fosse in preda ad una autentica costernazione ha terminato il suo discorso di scuse parlando metà in tedesco e metà in russo.

GEORGIA MOLL ha preso parte alla "Kermesse aux Etoiles” svoltasi poco tempo fa a Parigi. Il successo che ha ottenuto le ha fruttato una parte in un film per la TV e una scrittura per un altro film diretto da Ralph Habib, il regista di ’Tanfan la Tulipe”. «Spero», dice Habib, «di portare fortuna come alla Lollobrigida».

Quello di studiare il russo è, in ordine di tempo, l’ultimo pallino di Georgia Moll. Dice che questa lingua mancava ancora alla sua cultura. Conosceva già il francese e l’inglese per averli studiati a scuola; l’italiano perchè è nata a Roma; il tedesco perchè è figlia di padre tedesco e perchè ogni anno, durante le vacanze, è stata in Germania. Anzi, per il momento Georgia è più tedesca che italiana, perchè ha la cittadinanza italiana ma non la nazionalità, e questa la potrà prendere fra qualche anno, quando diventerà maggiorenne. Oggi infatti ha solo 18 anni; e il suo volto che può passare per quello di una "ingenua" è in realtà soltanto il volto di una ragazzina. Certamente è una ragazzina cresciuta in fretta, ha una figura altissima, slanciata; ma ciò fa parte del suo fisico, cioè di un fatto involontario che la riguarda relativamente, e di cui anzi si vergogna.

Se ne vergognava di più a quindici anni: era alta un metro e 70, e invano portava tacchi bassissimi, invano curvava la schiena, le sue compagne le arrivavano si e no alle spalle. Georgia si sentiva molto triste e sfortunata. L’unica sua soddisfazione era quella di ascoltare le lodi delia sarta, la quale le vantava le sue misure perfette, vere misure da mannequin. Questa parola cominciò a ronzarle nelle orecchie, in modo sempre più insistente, e un giorno espresse a voce alta il desiderio di diventare modella. I suoi genitori reagirono bene. Essi hanno educato le proprie figlie con molta liberalità e sanno di potersene fidare. Georgia, per esempio, il suo primo viaggio da Roma a Monaco di Baviera lo fece, da sola, all’età di tre anni. Misero come unica condizione che la figlia seguisse una scuola regolare e che prima consultasse un competente.

Fu scelto Schubert e il risultato fu nettamente superiore alle previsioni. Invece di consigliarle una scuola, come gli avevano richiesto, il grande sarto esaminò la ragazzina con occhio clinico e poi disse: « Se lei vuole, può venire da me, nel mio atelier». Georgia non se lo fece dire due volte, e quell’anno, saltando la villeggiatura, passò tutto il mese di agosto ad esercitarsi, per casa, con i tacchi alti. Altissimi, anzi; cosicché lei che non ci era abituata, ad ogni passo falso cadeva, si storceva le caviglie, batteva I ginocchi contro i muri.

DI UN’AMICIZIA molto profonda tra Georgia Moll e Joe Di Maggio si parlò quando l’ex-marito di Marilyn Monroe venne a Roma lo scorso anno. Ma la storia era stata montata da un giornale americano sulla base di un incontro accidentale.

Arrivò a settembre con le gambe piene di lividi, ma dò non le impedì di debuttare brillantemente: sei mesi dopo era già passata di categoria, era diventata una "volante”. E in capo ad un anno, bruciando le tappe, aveva vinto un concorso di bellezza ed aveva fatto, nel medesimo giorno, il suo primo provino cinematografico. Tutto dunque procedeva come nelle favole: in modo facile, sorprendente, come se essa fosse in possesso di un anello miracoloso. Ma sarebbe sempre continuato cosi? Finora è continuato. L'unica grossa difficoltà che l’ha messa in imbarazzo è stata una difficoltà paraprofessionale.

La sua vergogna. Accadde al primo film, I galli del mare, nel quale Georgia, che aveva diciassette anni, dovette interpretare una scena d’amore. Forse era la prima volta che le capitava, in vita sua, di dover baciare un uomo; certamente era la prima volta che le capitava in pubblico. Era quindi più forte di lei: ogni volta che si veniva al fatto, un rossore improvviso le imporporava il volto, la fronte, e perfino le orecchie. Il costo di quel primo bacio di Georgia Moll è difficilmente calcolabile, ed è difficile pure che possa venir superato: fu necessario provare la scena venti volte e girarla quindici. Al secondo film andò un poco meglio, al terzo quasi bene; oggi, a parte il mal di pancia che la prende tutte le volte che comincia un film, Georgia non ha più di queste fisime, o, il che è lo stesso, non le fa vedere.

TRE GIORNI dopo aver preso parte a un concorso per l’elezione di "Miss Roma” (al quale partecipò con il numero 13, che tutte le altre ragazze avevano rifiutato) e aver vinto il titolo di "Miss Cinema”, Georgia Moli iniziò il suo primo film. Attualmente la Moll sta studiando recitazione sotto la guida di Wanda Capodaglio; e segue anche corsi di pianoforte e di russo. Come se ciò non bastasse, avrebbe anche deciso di prendere la licenza liceale classica (ha già quella del liceo scientifico).

Infatti non è più una matricola, ha interpretato già tre film, e con un certo successo di carattere personale. Il primo ha una storia curiosa. In Italia non è ancora apparso ma è già uscito in Argentina; dopo averlo visto, un giornalista è venuto apposta a Roma da Buenos Aires per intervistare la giovanissima protagonista. Il secondo, Lo svitato, non ha avuto buone accoglienze, ma i critici hanno speso per lei parole lusinghiere. Durante la lavorazione del terzo, Difendo il mio amore, accadde, per causa di Georgia, un mezzo pandemonio. I giornali di Bergamo scrissero che la Moll, attrice secondaria, era più bella e più attraente della protagonista, Martine Carol; l’attrice francese, quando lo seppe, s’indignò con lei come solo le donne a volte sono capaci di fare. Ma lei che colpa ne aveva?

Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n.30, 26 luglio 1956


Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n.30, 26 luglio 1956