Giorgia Moll: non sono nata stanca
Cosi dice Giorgia Moll a chi le chiede quale sia il segreto della sua infrenabile vivacità. La giovane attrice, ora impegnata nell'Interpretazione del film "Mogli pericolose", è però tanto serena e tranquilla durante il lavoro quanto è irrequieta e in continuo movimento quando ò lontana dagli stabilimenti cinematografici
Roma, agosto
Giorgia Moll ascoltò attentamente la spiegazione minuziosa d’un certo esercizio che il chirurgo le prescriveva per risvegliare i muscoli della gamba destra indolenziti dalla lunga ingessatura, e osservò con una risatina che quell’esercizio era esattamente un passo di danza che aveva imparato nel Vietnam, quando "girava” con Mankievicz il film "Un americano tranquillo”. Dopo la brutta caduta di Mittelwald era stata costretta all'immobilità per due mesi, ma non appena Comencini aveva dato inizio alle prove del film "Mogli pericolose” si era presentata nel teatro di posa con la gamba ingessata, decisa a liberarsi di quell’impedimento che le aveva fatto correre il rischio di rinunciare al film.
Il chirurgo era stato consultato per decidere se ci fosse un qualche modo per liberare Giorgia dall'ingessatura senza dannose conseguenze. U responso era stato favorevole, a patto che fossero rispettate parecchie precauzioni che avrebbero inevitabilmente reso più pesante il lavoro dell'attrice. Giorgia si prestava docilmente, sopportava le fìtte lancinanti della gamba fratturata, riusciva a muoversi con la sua abituale disinvoltura sulla scena. Forse nessuna più di lei, tra le attrici della nuovissima generazione di Cinecittà, prende sul serio il cinema, come una seria disciplina scolastica che richiede metodo, applicazione, impegno. E’ una ragazza serena, senza ghiribizzi, vivace, ma senza scatti frenetici. Si è tentati di dire che in lei si sono armonicamente fusi i tempera-menti dei genitori: la metodicità e la tenacia nordiche del padre (che è tedesco d’origine), e la vivacità latina della madre (che è un’italiana).
Giorgia Moll è figlia di un tedesco edi una italiana. Parla già cinque lingue e ora sta studiando anche il russo. Quando non lavora, Giorgia Moli ama riposare in campagna.
All’inizio della carriera cinematografica di molte ragazze c’è una fortunata occasione che manda all'aria un normale corso di studi o un modesto impiego; ma a quella prima occasione devono seguirne molte altre, ad imprimere una serie di spinte e di sollecitazioni; se mancano, la debuttante si arena fatalmente nella schiera delle "sedotte e abbandonate dal Cinema”. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di improvvisazioni, che dapprima sembrano riuscire e poi falliscono. Giorgia s’era preparata ad altre cose, ancora prima che il cinema offrisse anche a lei un’ occasione: aveva studiato per diventare segretaria commerciale, aveva studiato musica. s’era messa a fare l’indossatrice e s’era appassionata alla pittura come ad un piacevole passatempo. Il regista che per primo la mise alla prova — Giuseppe Bennati — rimase sorpreso dal notevole complesso di attitudini di quella ragazza che pur non riuscendo a nascondere una vivissima emozione, un vero batticuore, dimostrava molte attitudini, si rendeva conto di ciò che doveva fare e si muoveva con una notevole disinvoltura professionale, come se avesse già l’abitudine a quel lavoro. A pochi giorni di distanza altri registi la conobbero, e fu così che, da timida debuttante, Giorgia divenne una delle nuove attrici che i produttori prendevano in considerazione.
Il suo avventuroso viaggio nel Vietman che fece di lei la protagonista del film di Mankievicz è stato raccontato tante altre volte che non è qui il caso di ripeterlo. Una descrizione della giovane attrice, che è al tempo stesso la più lusinghiera valutazione che una debuttante potesse attendersi, è stata fatta dalla stampa americana, all’apparire sugli schermi di "Un americano tranquillo”.
IL FILM che ha segnato la grande affermazione di Giorgia Moli è stato "L’americano tranquillo” di Mankievicz, nel quale l’attrice ha impersonato una ragazza eurasiatica. Sotto la direzione del regista Comencini, con il quale aveva già lavorato in "Mariti in città”, ora sta prendendo parte al film "Mogli pericolose”.
E’ stato scritto che Giorgia ricordava nientemeno che Luise Rainer de "La buona terra”. E’ stato notato che la sua fresca ingenuità professionale ha dato al personaggio di Fuong un palpito commovente di sincerità. Il critico d’un settimanale che è considerato decisamente orientativo per un largo settore del pubblico americano, ha scritto argutamente che «Mankievicz ha dimostrato un bel po’ di furberia andando a scegliere, nel Paese in cui gli attori e le attrici nascono per la strada, questa straordinaria ragazza che rende simpatico e toccante un personaggio distillato dai complicati ragionamenti di Graham Greene». Qualcuno rimproverò a Mankiewicz di aver scelto, per impersonare una ragazza eurasiatica, un’europea puro sangue; ma alla prova dei fatti si vide che il regista aveva avuto ragione, e ampiamente. Anche i critici più esigenti dovettero ammettere che la Moli non stonava affatto in quell’inusitato personaggio.
La Moli era rimasta per alcuni registi italiani, che pur l’avrebbero voluta, una scelta difficile; fino a quando Comencini non dimostrò, con "Mariti in città" di poterne fare un personaggio da commedia moderna. Ed in questi giorni, con "Mogli pericolose” (che non ha nessun aggancio di "serie” al film precedente) Giorgia ha avuto ancora più ampie possibilità di sfruttare il suo ricco temperamento. Si sente nei suoi panni.
Tra le quattro "mogli pericolose” (le altre sono: Sylva Koscina, Dorian Gray, Pupella Maggio) essa è, per un certo verso, la vittima. Il film le impone di accettare che suo marito (Renato Salvatori) sia sottoposto ad un collaudo della fedeltà coniugale; il che equivale, com’è facile immaginare, a mettere alla prova la sua gelosia di moglie.
FRA LE ATTRICI giovani, Giorgia Moll è una delle più ricercate per i film in coproduzione. Dopo aver studiato musica e seguito un corso per segretarie commerciali, Giorgia Moll trovò lavoro come indossatrice. Debuttò nel cinema diretta da Giuseppe Bennati. Tra i suoi "hobbies" v'è quello della pittura.
In tre settimane, seguendo scrupolosamente le prescrizioni del chirurgo, Giorgia è riuscita a ridurre al minimo le fastidiose conseguenze del suo infortunio di sciatrice: ormai è completamente ristabilita e tra le prospettive che maggiormente le sorridono, per quei dieci giorni di vacanze che spera di potersi concedere alla fine del film, c’è quella di ritornare sulle Alpi. Per quanto è serena e tranquilla durante il lavoro, è irrequieta e in continuo movimento quando è lontana dagli stabilimenti cinematografici. Se va al mare deve fare delle lunghe nuotate e sfrenarsi a correre con un fuoribordo. Se va in montagna deve sciare o fare delle lunghe gite. Non pensate, con questo* ad un tipo di ragazza-terremoto. « Io non appartengo alla generazione delle ragazze nate stanche: questo è tutto ». Quando faceva l’indossatrice la sua innata vivacità stava a riposo per ore e ore, ogrii giorno, per cedere il posto all’eleganza stilizzata e sorvegliatissima della "promenade” con cui essa presentava i modelli.
Giorgia è anche una ragazza di piacevole conversazione: l’abitudine alla lettura, un notevole interesse per i concerti, per le mostre d’arte, per'il teatro arricchiscono la sua conversazione. Ammette con schietta franchezza di non essere brava nel gioco delle risposte brillanti a domande singolari. Se si trovasse di fronte ad uno dei soliti questionari che frequentemente vengono sottoposti alle attrici, lei dice che risponderebbe così: c Le mie opinioni sugli uomini non interessano perchè io non sono un filosofo L’uomo che sceglierò potrò descriverlo solo quando l’avrò scelto. I film che mi piacerebbe di fare è inutile che li enumeri perchè la scelta non dipende da me. L’avvenimento più importante della mia vita, accaduto proprio da poco, è quello di essere diventata "Zia Giorgia” perchè mia sorella Trixie ha avuto una bambina ».
E. G. Mattia, «Tempo», anno XX, n.36, 2 settembre 1958
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E. G. Mattia, «Tempo», anno XX, n.36, 2 settembre 1958 |