I buoni presagi di Giorgia Moll
Giunta a Nuova York, Giorgia Moll, che come tutte le giovani attrici è molto superstiziosa, s’è vista assegnare in un grande albergo l'appartamento che Sofia Loren occupò nel suo primo viaggio in America
Roma, febbraio
Quindici giorni fa, al momenti to di prendere l’aereo per Nuova York, fu chiaro che Giorgia Moli avrebbe dovuto partire senza Koala. La giovane attrice ne fu molto rattristata. Da quando l’ha eletto a suo portafortuna, non si è mai separata dal suo orso australiano dall’aspetto filosofico e sonnacchioso. Ma Koala ha il torto di pesare troppo, e l’attrice dovette rassegnarsi; ma un dubbio l'ha accompagnata durante tutto il viaggio: senza il benefico influsso di Koala, come sarebbe andata la première del film L’americano tranquillo?
GIORGIA MOLL, è ad Amalfi per una giornata di vacanza che la giovane attrice si è concessa avanti di partire per gli Stati Uniti, prima di lavorare nel cinema è stata indossatrice. Debuttò con il film "Non scherzare con le donne”, al quale seguirono ”Lo svitato” e "Difendo il mio amore”. Ultimamente ha interpretato per un produttore americano il film "Un americano tranquillo". Dopo quest’ultimo, in Italia e con la regia di Luigi Comencini, ha preso parte a "Mariti in città".
Il dubbio si è sciolto quando Giorgia, che come tutte le giovani attrici è molto superstiziosa, ha trovato a Nuova York un nuovo pretesto di buon augurio. Scesa all’albergo Hilton, si è accorta che la direzione le aveva riservato l’appartamento già occupato, nel suo primo viaggio in America, da Sofia Loren.
Nello spazio di un mese, tre attrici italiane si sono recate negli Stati Uniti a presenziare alle prime dei loro film. A metà gennaio parti Marisa Allasio, invitata dalla produzione di Arrivederci Roma, il film con Mario Lanza: poco dopo la seguì Giha Lollobrigida, con il pretesto della première del film La donna più bella del mondo. In realtà entrambe le attrici avevano dei secondi scopi, molto più importanti di quelli pubblicitari ufficialmente dichiarati. Il contratto di sette anni che la Lollo ha Armato nei giorni scorsi con la R.K.O. ne è la prova. L’unica che è partita senza nessun arrière pensée di questo genere è Giorgia Moli, ma il motivo è semplice: essa il suo contratto con gli americani l’aveva già firmato, mentre girava in Indocina il film di Joseph Mankiewycz.
Quando l’anno scorso fu chiamata d’urgenza a Saigon, con un telegramma che la raggiunse dopo un giro vizioso a Cortina d’Ampezzo, la Moli non sapeva ancora se sarebbe stata scelta come protagonista del film Un americano tranquillo. Dopo aver girato mezzo mondo e avere esaminato migliaia di diciottenni, il regista infatti era ancora indeciso. Voleva farle un ultimo provino, sul posto. Giorgia arrivò mentre i critici cinematografici di Saigon avevano scatenato una risentita campagna di stampa contro Mankiewycz. «Perchè — lo rimproveravano, — andare a prendere una ragazza europea per farle interpretare il personaggio di una ragazza vietnamese?». Il regista li lasciò sfogare e poi spiegò le sue ragioni.
«Ho scelto Giorgia Moli — scrisse in una lettera ai giornali — perchè assomiglia a una vietnamese: basteranno pochi ritocchi, e sarà perfetta. Perchè è sensibile, intelligente, e parla molto bene l’inglese. E, soprattutto, perchè è una europea: se io mercè questo film — argomentava il regista — lancio un nuovo "volto”, non capisco perchè dovrei precludermi la possibilità di impiegarlo in altri film, ambientati in Paesi diversi dall’Indocina». Il ragionamento non faceva una grinza; e Mankiewycz, dopo aver visto la sua "scoperta” al lavoro, mantenne fede ai suoi propositi offrendo alla Moli un contratto di cinque anni. L’attrice lo firmò con entusiasmo: il fatto di essere stata scritturata da un regista noto come Mankiewycz significava che le sue azioni avrebbero subito un immediato e notevole rialzo.
NEGLI STATI UNITI, Giorgia Moli ha assistito alcuni giorni fa alla presentazione di ”Un americano tranquillo”. A Washington, a Nuova York e a Los Angeles, dove sono state successivamente organizzate tre "prime”, il film e l’attrice hanno ottenuto lusinghieri consensi di pubblico e di critica.
Come infatti è accaduto. Aveva appena terminato di girare Un americano tranquillo che Luigi Comencini la richiese per darle la parte di protagonista nel film Mariti in città. La cifra pattuita per questa temporanea cessione dell’attrice fu piuttosto alta. Nel contratto era implicito infatti che il regista italiano avrebbe usufruito della notorietà che alla Moli sarebbe derivata dalla comparsa sugli schermi del film di Mankiewycz. Le cose però si sono svolte diversa-mente. Mariti in città è uscito prima di Un americano tranquillo. La colpa è di Graham Greene, l’autore del libro da cui è stato tratto quest’ultimo film; cioè del contenuto del romanzo di Greene, che non è particolarmente adatto a solleticare l’amor proprio degli americani. I primi assaggi tentati l’autunno scorso lo dimostrarono in modo patente.
Sono trascorsi da allora quattro mesi circa. E’ difficile dire quali e quante manipolazioni il film, inizialmente molto fedele al romanzo, abbia subito nel frattempo. Il successo riportato nel corso delle tre première» sta probabilmente a indicare che la critica alla mentalità americana è stata ammorbidita in modo tale da renderla accettabile al pubblico.
A. D., «Tempo», anno XX, n.9, 27 febbraio 1958 - Fotografie di Carlo Cisventi
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A. D., «Tempo», anno XX, n.9, 27 febbraio 1958 |