Giorgia Moll, la poliglotta di Cinecittà

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Sul successo di Giorgia Moll, sebbene sia ancora poco più che una matricola, i suoi produttori sono pronti a scommettere. Per raggiungerlo nulla le manca: temperamento, volontà, e naturalmente, misure perfette.

Roma, agosto

Sono passati solo due anni dal suo primo film (e a tale proposito giova ricordare che la sua inesperienza, aveva appena diciotto anni, costrinse a ripetere venti volte una scena d’amore) e già Giorgia Moli si avvia a diventare una stella di sicura fama. Di questo si dichiara certo il regista Mankiewicz al quale, tramite una Casa di produzione in cui egli è magna pars, l’attrice è legata da un contratto di cinque anni.

GIORGIA MOLL ha sempre mostrato di sapere sbrigarsi da sè; e di questo può anche ringraziare i suoi genitori che le hanno impartito una educazione moderna. Aveva solo tre anni quando andò da sola da Roma fino a Monaco di Baviera presso certi suoi parenti dove peraltro ha ogni anno trascorso le sue vacanze. Così, anche quando decise di cominciare come indossatrice, ottenne il permesso a condizione che questa nuova attività fosse presa sul serio.

La storia di Giorgia Moli è presto raccontata. Nata a Roma da padre tedesco, a quindici anni si rese conto che quelle misure e quella statura (1,70) che eccezionale per la sua età, le faceva piegare la schiena per non stonare troppo tra le sue compagne di scuola, poteva aprirle la strada del successo. Si diede da fare per lavorare come indossatrice e un anno dopo era già con Schubert; poi un altro gradino e fu "volante”. Dai grandi "atelier” alla macchina da presa il passo non è poi tanto lungo.

ANCORA NON MOLTO famosa in Italia, Giorgia Moll i suoi ammiratori li ha all’estero. Dalla Svizzera uno sconosciuto le ha mandato una scatola di genziane, raccolte per lei a duemila metri. Dal Vietnam ha ricevuto la promessa di un cimitero d’elefanti, come pegno nuziale.

Scoperta da un concorso di bellezza, un anno dopo era al suo primo provino e alla prima pellicola ”I galli del mare”. Dopo fu la volta de "Lo svitato” e, quindi, "Difendo il mio amore”, girato in parte presso Bergamo, dove l§i protagonista Martine Carol non le perdonò i' commento di molti che dichiararono di preferire la bellezza della giovane attrice italiana.

Temperamento bizzarro, capace di far disperare, ma anche di farsi perdonare, vera poliglotta di Cinecittà (parla correntemente l’inglese, il francese, il tedesco oltre, naturalmente, all’italiano e studia oggi il russo) Giorgia Moli è attualmente impegnata nella lavorazione di "I mariti in città” dove le è stata affidata la parte di una pittrice svizzera il cui romanzo d’amore con un marito dalla moglie in campagna (Renato Salvadori) è destinato a dissolversi con le prime nebbie dell'autunno.

ALL’IMPEGNO HA TENUTO FEDE. Quando si presentò da Schubert, Giorgia Moli non aveva ancora mai messo i tacchi. Tuttavia non si scoraggiò; si chiuse per tutta l'estate in elsa e cominciò ad andare su e giù per il corridoio con un libro in testa, in settembre superò brillantemente l’esame e fu assunta.

Ciò che più la preoccupa però in questi giorni è il suo debutto sul mercato intemazionale cinematografico. Fra un paio di mesi infatti, una volta ultimato il doppiaggio, sarà programmato a Nuova York il film "Un americano tranquillo” dove la Moll interpreta il personaggio di una fanciulla vietnamese. Mankiewicz, che ne è il regista, se ne è dichiarato perfettamente fiducioso, anzi ha aggiunto che questo sarà l’avvio a quegli ambiziosi progetti che egli non ha nascosto a nessuno di avere per la giovane "star” Quali siano non è comunque per ora dato di sapere.

A. D., «Tempo», anno XIX, n.36, 5 settembre 1957


A. D., «Tempo», anno XIX, n.36, 5 settembre 1957