Giorgia Moll ha scelto l'indipendenza

1964 05 02 Tempo Giorgia Moll f0

Quando il discorso cade sulla Moll, tutti elogiano la sua cortesia, la sua gentilezza e remissività; doti che aiutano poco a fare strada nei mondo del cinema. Per questo l'attrice, ora che ha deciso di andare ad abitare da sola, vuole mostrarsi più energica a costo di essere definita antipatica

Roma, aprile

«Lo sa che mi rendo indipendente?» dice Giorgia Moll inginocchiandosi secondo la sua abitudine su un grande cuscino posato per terra, così riesce a nascondere le gambe che dal ginocchio in giù sono molto sottili: «Si, lascio via Alessandro Torlonia, la casa dei miei genitori, e vado a vivere da sola». Dove? Ancora non lo sa; ma in alto, sicuramente, «... E cosi sarò libera». Nel darmi l'annuncio di questa rivoluzionaria decisione. la sua voce non nasconde una certa felicità, ma il tono, neutro e gentile come al solito, tende a far passare la cosa come affatto normale; mentre, conoscendo Giorgia, il silo attaccamento alla famiglia, essa non è affatto tale. Anzi, secondo alcuni. è addirittura il segno che il dissidio fra Giorgia e Frau Moll, sua madre, è finalmente arrivato ad una svolta decisiva, scoppiato in modo aperto.

Esso covava da tempo, la permanenza di Giorgia in America ne era stata un’avvisaglia, certe dichiarazioni della signora Moll una palese conferma. La giovane attrice è troppo intelligente per nasconderlo del tutto; però tende a sminuirne l’importanza. Così quando le chiedo: «E la mamma?». «Oh, la mamma — esclama — lei naturalmente non voleva. Del resto si capisce, sono l'unica figlia che è rimasta in casa. Poi si è convinta, e ci siamo messe d’accordo». Ma il fatto che tutto si sia svolto (come Giorgia vuol fare intendere) entro i termini rigorosi della buona educazione, è solo una prova delle abitudini della famiglia e del carattere dei personaggi. In casa Moll, il rispetto reciproco e il "self-control'’ sono infatti due regole basilari, assimilate da tutti i familiari. Tutt’altro che calma, Giorgia è la gentilezza in persona.

Un tipo razionale

Non alza mai la voce oltre il tono necessario a far sì che due persone ragionevoli possano intendersi; i suoi modi sono quanto di più perbene si possa immaginare — quasi incredibili in una che da 9 anni lavora nel cinema — ma perfino desueti fra le ragazze borghesi. Tutti coloro (registi, attori, tecnici), che hanno lavorato con lei, ne conservano un ricordo piacevole, che si riassume in una sola frase: «Tanto carina, la Moll». Quanto a sua madre è il contrario esatto del cosidetto "madro". Ha educato la figlia all’indipendenza, e l’ha lasciata libera di comportarsi come voleva, sicura che Giorgia avrebbe sempre scelto il meglio; in 9 anni, mai una volta che si sia impicciata negli affari della figlia, nella sua vita pubblica. Tanto più ha sorpreso che alcuni mesi fa essa abbia rotto, con alcune dichiarazioni. questa rigorosa consegna.

Era evidentemente l'inizio della crisi che ora si sta concludendo. Da che cosa è nata questa crisi? Le sue origini è facile ritrovarle negli "infortuni” sentimentali di Giorgia: il fidanzamento male assortito con l’attore-poeta John Barrymore jr. il breve (troppo breve) flirt con Vittorio Gassman; e quanto alle ragioni della signora Moll, esse sono certamente quelle di tutte le madri preoccupate per il "destino" delle loro figlie. Messa in allarme dagli sbagli di Giorgia, essa ha cominciato a far marcia indietro cercando di distoglierla dall’ambiente del cinema e di somministrarle quella che. per universale opinione materna, è la medicina di tutti i mali. In questo senso suonano le dichiarazioni da lei rilasciate tempo fa ad un giornale. «Sarei felice — ha detto Frau Moll— se Giorgia si sposasse».

E questo è certamente il senso dei discorsi che, da un anno a questa parte, va facendo a sua figlia. Ma questa volta la signora Moll ha trovato in Giorgia, di solito remissiva, o comunque molto disposta a mettersi nei panni degli altri, un osso duro, anzi durissimo, una resistenza incrollabile. Occorre dire che non è stata favorita dalle circostanze. Dopo John Barrymore jr. («di cui — dice Giorgia — conservo soltanto un piccolo ricordo»), la Moll non si è più innamorata, nel senso vero della parola, di nessuno; ci sono state, si, molte "altre cose”, ma nessuna di rilievo. E quindi l'unico appiglio al quale la madre potesse attaccarsi era quello costituito dalle costanti ed affettuose profferte di Emilio de Cesare. un giovane avvocato, figlio dell'ultimo segretario di Mussolini, e amico di famiglia.

IN NOVE ANNI di carriera (il suo primo film, "Non scherzare con le donne" è del 1955), Giorgia Moll è apparsa in una ventina di pellicole girate in Italia e all'estero. Tra le più significative sono: "Lo svitato", "Mariti in città", "Mogli pericolose", "La cambiale", "Il rossetto" e "Laura nuda". L’attrice, che nelle fotografie vediamo affrontare i primi bagni sulla spiaggia di Fregane, ha finito, in Svizzera e Portogallo, "Un affare tranquillo".

E’ vero che, da quando si conoscono. il giovane De Cesare le ha chiesto più di una volta di sposarlo (gli amici dell’attrice dicono: una volta al mese). ma Giorgia ha sempre opposto un garbato "fin de non recevoir” alle di lui proposte; e a nulla sono valse le pressioni di sua madre, ed ancora meno gli articoli dei giornali che ogni tanto («Povero Emilio, mi dispiace, perchè finisce col farci una brutta figura») li danno come fidanzati. Perchè? Giorgia lo spiega col fatto che per lei Emilio non è niente più che un caro amico: qualcuno suggerisce invece che l'ostacolo vero a queste nozze è il cinema. che la giovane attrice non vorrebbe abbandonare per la soluzione "borghese" del matrimonio. In questa ipotesi, che configura un conflitto di tipo romantico, tra Arte e Famiglia, c'è una piccola parte di verità. Nel senso che Giorgia è affezionata al suo mestiere, e non potrebbe abbandonarlo completamente; ma questo è tutto. La Moll infatti è un tipo troppo razionale per credere ancora al mito del successo; non ci ha mai creduto, e tanto meno ora che, come essa dice. «il cinema non è più un lavoro, perchè si lavora 3-4 mesi l'anno, e quindi per me è diventato soprattutto un "hobby". Lo faccio solo se mi danno molti soldi oppure se la cosa mi diverte».

Senza dubbio per divertimento ha girato, per esempio, il suo ultimo film: "Un affare tranquillo", che è il più avventuroso (insieme a "Laura nuda") e il più importante film cui abbia partecipato da nove anni in qua. Che sia importante lo spera, quanto al divertimento è fuor di dubbio. I componenti della troupe erano tutti giovani, sotto ai 40 anni; e di essi soltanto 3 o 4 professionisti. Tutti gli altri reclutati dall’estroso regista, l’attore Meli Wells, qua e là per l’Europa, dalla Svezia all’Inghilterra, dalla Danimarca alla Svizzera; produttori compresi, uno inglese e uno svizzero, che hanno profuso nel film le loro sostanze. Sul "set” si parlavano non meno di nove lingue e si recitava "a soggetto", secondo il metodo Actor's Studio, sulla traccia di alcune battute. Tra gli interpreti c’erano anche due cani e una gallina, di nome Ernesto, che sapeva fumare la pipa e che disponeva di quattro "controfigure". Le riprese sono state effettuate parte in Svizzera. nella villa Paderewski, dove nel 1932 fu fondata la Repubblica polacca, e che nel film figura come "casa chiusa”, e parte in Portogallo. Quando dall’aeroporto di Losanna la troupe è partita per Oporto, «sembrava — dice Giorgia — un racconto di Maupassant».

Cerano i cani, la gallina e le controfigure, una bara, le "pensionanti" della casa chiusa, i neoproduttori, il truccatore improvvisato. il fotografo apprendista. A Maupassant del resto s’ispira la storia, che racconta di una giovane ereditiera la quale investe il suo denaro nell’acquisto di una "casa chiusa"; e siccome questa è d’infimo ordine, lei la rimette su, cominciando col rieducare le ragazze a un po' di buone maniere. doccia compresa. Alla fine però si accorge d’aver fatto un cattivo affare, perchè la cittadina è inadatta al tono che essa ha dato alla "casa", la popolazione protesta, c’è perfino un esaltato che dà fuoco alla villa. «E anche madame — conclude Giorgia — si accorge che quello non era il suo mestiere». Intanto però la Moll si è molto divertita a fare la "madame”; già, perchè questo ruolo è toccato a lei.

Il cinema solo come hobby; come idea non è affatto trovata male, soprattutto dati i tempi che corrono; ma non è evidentemente questo tipo di cinema che può costituire un ostacolo alle idee matrimoniali della signora Moll, e aver fatto precipitare la crisi madre-figlia. E allora che cos'è stato? Perchè Giorgia ha deciso, d’improvviso. di lasciare la sua famiglia? La risposta a queste domande va cercata nel carattere della giovane attrice, la quale è un concentrato di buoni maniere, ma anche una ragazza in gamba. indipendente, capace di adattarsi a molte situazioni.

L'esperienza americana

Fino a un certo punto della sua vita, questi due modi di essere hanno coesistito dentro di lei, in una forma d’apparente equilibrio; in realtà, il primo aveva il sopravvento sull’altro, nel senso, che Giorgia tendeva ad apparire e in fondo si comportava come un’irreprensibile "jeune fille" di famiglia. docile e ubbidiente senza che nessuno glielo chiedesse. sostanzialmente timida, preoccupata soprattutto di apparire perfetta agli occhi dei suoi genitori. Ora la situazione si è capovolta: Giorgia è sempre la stessa ma adesso vuole dar retta ad esigenze più propriamente sue, personali.

Durante il periodo di tempo trascorso l’anno passato a Nuova York da sola, senza amici, parenti. Giorgia ha imparato a diventar autosufficiente e si è accorta che al suo ideale di ragazza controllata, simpatica, perbene, aveva sacrificato troppa parte di sè. In tutto ciò si vede la mano di Lee Strasberg, «il quale — come dice la Moll — mi ha insegnato ad aver meno paura di palesarmi per quello che sono, difetti compresi. anzi soprattutto i difetti». Così, l’anno scorso quando tornò da Nuova York, ella era già matura per andarsene a vivere per conto suo; il lavoro ha solo rimandato una decisione già presa.

M.S., «Tempo», anno XXVI, n.18, 2 maggio 1964 - Fotografie di Angelo Frontoni


Tempo
M.S., «Tempo», anno XXVI, n.18, 2 maggio 1964 - Fotografie di Angelo Frontoni