Mike Bongiorno: come si diventa presentatori della televisione

1959 Mike Bongiorno hgg

MIKE BONGIORNO ci ha rivelato i segreti delle scuole americane che preparano i giovani alla carriera del "video". Negli Stati Uniti, il personale della televisione, frequenta addirittura un corso universitario della durata di due anni.

Mike Bongiorno ha condotto in porto in questi giorni la centosettantatreesima puntata di «Lascia o raddoppia?»; ha fatto guadagnare ai concorrenti quasi mezzo miliardo in gettoni d’oro; è stato proclamato a Barcellona il miglior presentatore d’Europa.

Possiede cavalli, cani, automobili e un appartamento lussuosamente arredato in via Passerella 2 a Milano. Da più anni divorziato in America conduce vita da scapolo. Amministra saggiamente il suo patrimonio, reso sempre più cospicuo dalle sue numerose prestazioni. La sua «borsa autografi» conosce quotazioni solide da oltre cinque anni. E* invidiato da tutti i suoi colleghi i quali, per quanto si arrabattino, non riusciranno mai ad ottenere il tono misurato, pacato, disinvolto che gli consente di superare anche le situazioni più imbarazzanti.

Dove ha imparato Mike Bongiorno l’arte di rivolgersi a milioni di spettatori destando fra loro il massimo interesse anche per argomenti il più delle volte banali?

Per «2.500 lire» la risposta è: a scuola.

Benché l'ex annunciatore del 13° canale del New Jersey non abbia seguito i corsi regolari che nelle Università americane fanno della televisione una facoltà importante quanto da noi quelle di medicina e ingegneria e perciò non sia laureato dal Dipartimento mezzi di comunicazione (gruppo televisione), egli è stato in grado di riferirci sui metodi adottati in America per fare di uno studente un perfetto uomo di Televisione.

L'università della TV

Per poter essere ammessi al biennio universitario jn seno al gruppo delle arti delle comunicazioni, gli studenti debbono superare la prova iniziale di alcuni teste. Il primo consiste nel premettere ad un gruppo di nomi ricorrenti nella storia degli Stati Uniti il prenome (come dire: Lincoln... Abramo; Roosevelt.... Franklin Delano etc.). Per il secondo test occorre indicare La data di alcune battaglie famose. Un terzo elenco da riempire contempla gruppi di parole affiancate da sinonimi e da vocaboli di egual suono ma di diverso significato: il candidato deve indicare il sinonimo ed eliminare la parola di significato differente.

Una volta ammesso al corso lo studente ottiene gratuitamente libri e libera frequenza e gli viene devoluto un assegno mensile di 210 dollari (circa 150 mila lire).

Ecco come funziona la scuola.

L'Università inette a disposizione degli allievi alcuni studi televisivi a circuito chiuso dotati di apparecchiature complete. Dopo un corso teorico-pratico durante il quale prendono dimestichezza con le apparecchiature ed il loro funzionamento, gli studenti diventano personale attivo della stazione. Cioè a dire che, al termine di due anni, una nuova stazione televisiva viene ad aggiungersi alle altre, con un nuovo canale.

Uno «sponsor», cioè un finanziatore, interviene a mettere il suo nome e i suoi dollari accanto allo spettacolo ideato, sceneggiato, diretto ed annunciato dagli studenti.

Mike Bongiorno si appresta a dare l'addio a quella che è stata la sua rubrica di maggior successo. «Lascia o raddoppia». Dopo circa duecento settimane, nel corso delle quali ha distribuito premi per mezzo miliardo, il vecchio telequiz andrà in vacanza per lasciare il posto a «Tredici contro tredici» che sarà inaugurato in autunno.

Le regole del successo

Ma prima di raggiungere questo risultato occorre una preparazione rigorosissima : ogni classe, divisa in squadre di 15-20 alunni, in ore diverse crea, produce, realizza programmi diversi: ogni studente funge ora da cameraman (cine-reporter), da floor manager (assistente di studio), da director (regista), da «controllore dei tempi», attività che nella televisione americana ha una importanza enorme, dal momento che ogni 12 minuti di spettacolo la pubblicità si intrufola pettegola, anche nel bel mezzo di una scena drammatica. Cura particolare è affidata al ruolo di announcer, cioè di presentatore.

La presentazione in America è molto personale. Dice Mike Bongiorno che anche se si deve dare la notizia che in un villaggio del Minnesota è nato un vitello con due teste, il presentatore deve far precedere la notizia dal suo riverito nome. Altre attività sperimentali sono quelle dello scenografo (designer) e del direttore della parte tecnica.

Il lavoro che si svolge è tutto preventivamente scritto: non si muove una telecamera (dolly) se il movimento non sarà in precedenza fissato.

Ogni allievo deve perciò stendere copioni d’ogni genere, sia del tipo drammatico (commedia, tragedia, persino opera lirica) sia del tipo «leggero» (varietà, pubblicità, programmi per ragazzi e per signore, culturali, dibattiti).

Si insegna la regola per cui il pubblico deve identificarsi nei personaggi di maggiore interesse e quella per cui ogni vicenda, anche lontana nel tempo, debba rapportarsi alla, realtà ed alle esigenze spirituali e di costume odierne. Tutto questo lavoro viene infine discusso pubblicamente fra studenti e professori in un «seminario» (dibattito) di tre giorni.

Questo sistema di produzione rigidamente controllata consente risultati (commercialmente) perfetti. Il giudizio da parte del professore, e quindi la votazione, tiene conto della maggior rispondenza della sceneggiatura all'immagine messa in trasmissione, ancor prima dell’originalità della trasmissione.

Come a dire che l'estro, l’improvvisazione sia pur geniale, sono lasciati accuratamente fuori della porta dello studio.

Mike Bongiorno conclude: chi esce dalla scuola americana può non rivelarsi un genio ma sarà un perfetto e coscienzioso allestitore di spettacoli «sicuri».

Per quanto poi riguarda il successo, Mike Bongiorno è d’accordo nel dire che non è materia che s’impari sui banchi. Egli stesso non sa per quale motivo i treni sui quali egli sale siano costretti a notevoli ritardi, causati dagli ammiratori che vogliono farsi firmare autografi da lui. Ma pur ignorando il motivo di questo favore popolare, egli ne è felice.


IL NUOVO TELEQUIZ DI MIKE BONGIORNO

Il 30 giugno, dunque, dovrebbe finire «Lascia o raddoppia». Ma è proprio sicuro? Non del tutto. Mike Bongiorno lo annunciò, è vero, in una delle ultime trasmissioni /issando anche la data. Ma può darsi che si continui ancora. Attualmente la Televisione si i accorta di un aumentato interesse per la rubrica di telequiz, che consiglierebbe la sua brusca fine. Lo stesso Mie Bongiorno, il quale tiene a precisare che l’annuncio è stato dato da lui a titolo personale, per sondare gli umori del pubblico, è del parere di continuare. Forse gli dispiace troppo di lasciare la «sua» creatura.

Comunque se si dovesse decidere per la fine, c'è già pronto un altro telequiz che andrebbe in onda non prima del mese di ottobre. Non è il «Ventuno», di etri si i già molto parlato, ma la trasposizione televisiva di un altro programma che Mike Bongiorno ha inventato per la radio: «Il gonfalone d’oro». Ha già un titolo, ma soltanto in via provvisoria, come succede per i film ai quali non è ancora stato dato il primo giro di manovella: «Tredici più tredici». Il titolo si riferisce alla storica disfida di Barletta: infatti anche il «Gonfalone d’oro» è una specie di sfida Ira le varie provincie italiune. Gli ascoltatori della radio ben sanno di che cosa si tratta: ad ogni puntata si incontrano i rappresentanti di province e cittì italiane. Mike Bongiorno li interroga su avvenimenti storici, o folcloristici, o geografici relativi al loro luogo di provenienza. Se non sanno rispondere, entrano in loro aiuto delle commissioni locali, installale nei teatrini di provincia. Le cose poi ti complicano maggiormente per la presenza in teatro di altri soccorritori. Insomma. una trasmissione vivacissima che ha già ottenuto un grande successo. La sua trasposizione televisiva, con frequenti spostamenti dal teatro di posa alle varie città italiane in lolla tra di loro, dovrebbe riuscire ancora più interessante.

Questo i il programma per il futuro. Semprechè, però. «Lascia o raddoppia» muoia veramente. Il che, a tutt’oggi, non è ancora sicuro.

Aldo Molteni, «Sorrisi e Canzoni», anno VIII, n.13, 29 marzo 1959


Sorrisi e Canzoni TV
Aldo Molteni, «Sorrisi e Canzoni», anno VIII, n.13, 29 marzo 1959