Comandante Mike Bongiorno in bocca al lupo!

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Le mode non si discutono: si subiscono. Ricordate gli anni del tango, della frangetta, dello jo-jo? Gli anni di Pitigrilli e di Guido da Verona, o di Macario e di Wanda Osiris? Nessuno si sarebbe mai azzardato a discuterne: la gente ne andava matta, anche i sassi ne parlavano, quei giochi, danze o persone erano altrettanti simboli nazionali, al centro di esaltazioni collettive e di infatuazioni generali.

Ora siamo nell’anno di Mike Bongiorno, un giovanotto che, fra le altre virtù, ha quella di essere innocuo. L’Italia intiera lo trova simpatico, pieno di charme, degno di ricchezze e di onori, degno soprattutto di essere un tema quotidiano di conversazione.

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Mike Bongiorno dunque è fuori discussione e non ci resta che ammirarlo alla televisione, nelle vignette pubblicitarie e in quelle umoristiche, alle feste parrocchiali e d’arma, all’inaugurazione di un albergo, alla sagra dell’uva e alla battaglia dei fiori, su tutti i quotidiani, ebdomadari e mensili della penisola. Ora dobbiamo ammirarlo anche al cinema.

Il fatto che Mike Bongiorno si sia dato a questa arte scoprendo in sé, improvvisamente, qualità di attore non ha fatto stupire nessun italiano: il nostro cinematografo è pieno di attori non attori, uno più, uno meno non fa scandalo e, del resto, anche le nostre dive più famose vengono da quei concorsi di bellezza che, nonostante le fasi drammatiche. hanno ben poco da spartire colle scuole di arte drammatica.

Mike Bongiorno è il primo a stupire di tanto successo, sebbene sappia sfruttarlo sino all’osso e ne sia un avveduto amministratore. È un ragazzo che ha trovato per caso la fortuna sulla sua strada e che l’ha accolta con naturalezza; un ragazzo educato che ha saputo incantare un popolo maleducato da millenni; dotato di una punta di esotismo che è giunta diritta al cuore dell'Italia provinciale, sicché dalle Alpi a Cape Passero tutti ne parlano, lo ammirano, lo trovano delizioso e molto carino.

Occorreva altro per fargli interpretare un film? No di certo: infatti, di film ne ha già interpretati quattro. I primi tre sono noti, o quasi. I loro titoli, se non li ricordate, sono i seguenti: Ragazze d’oggi, Il motivo in maschera, Totò lascia o raddoppia?. Ora arriva il quarto, il prezzo della gloria, ambientato su un cacciatorpediniere: marina, guerra e Mike Bongiorno, la cassetta non dovrebbe mancare.

Nel film, ci informano, il signor Mike Bongiorno è un ufficiale di marina, ovviamente eroico, incaricato di scortare attraverso il Mediterraneo un carico di carburante Dunque un Bongiorno tragico, grinta dura, lupo di mare, uomo uomo, onore e gloria, che davvero non immaginavamo per un tipo della sua grazia. Piuttosto un Bongiorno vicino a quel giovane coraggioso che egli fu negli anni di guerra quando, come è noto, militò nelle formazioni partigiane, venne catturato dai tedeschi, internato in Germania e salvato da un provvidenziale intervento della Croce Rossa. Era il primo prigioniero americano salvato dai tedeschi, fu invitato a parlare alla radio e vi trovò la sua fortuna diventando prima radiocronista e poi presentatore televisivo.

Il prezzo della gloria è stato girato a Taranto, con la regia di Antonio Musu e con la preziosa collaborazione delia nostra marina, naturalmente favorevole ad un film che ne esalta le gesta, anche le più oscure, come quelle delle navi che scortavano i convogli.

Dicono i produttori del film, e ci mancherebbe altro, che Mike abbia recitato la sua parte con molta naturalezza. Ne siamo lieti e un tantino stupiti, visto che tutta l’esperienza marinara del Bongiorno si riduce a qualche traversata atlantica in aeroplano. Un testo pubblicitario distribuito nei giorni scorsi informa che Mike « ha dormito nelle scomode amache dei marinai ed ha imparato a camminare diritto sul ponte, senza annaspare quando il mare era agitato ». In verità non sarebbe stato dignitoso che l’eroico ufficiale ruzzolasse dopo ogni battuta, la nostra marina avrebbe avuto più di una ragione per esserne contrariata.

Insieme a Mike, sulla nave da guerra, erano imbarcati gli attori Ferzetti e Cressoy, gente che ha avuto il torto di cominciare il cinema dal cinema invece che da una qualsiasi altra tribuna più popolare. Mike, come vedete, ha posato per alcune fotografie nelle vesti dell'elegante, ma eroico ufficiale per il quale le fanciulle italiane trepideranno e spremeranno lacrime di commozione.

Partecipano con lui al film Gabriele Ferzetti e Pierre Cressoy. La marina ha collaborato al film che è stato girato su una nostra nave da guerra. Il prezzo della gloria è il suo quarto film. È un prezzo che a Mike, dopotutto, non dispiace.

Noi non ci permettiamo di discutere il Bongiorno attore cinematografico anche perché si tratta di un fenomeno superiore alla critica come lo sono tutti i fenomeni di infatuazione collettiva. Ci rendiamo anche perfettamente conto che egli cerchi di trarre il maggior profitto possibile da questa sua felice stagione. Ci spiacerebbe però che egli stesse facendo, come si suol dire, il passo più lungo della gamba.

Come presentatore della TV e in particolare di « Lascia o raddoppia », l’abbiamo detto più volte, egli ci pare un ottimo elemento, uno perlomeno che riesce gradito a vaste e diverse categorie di spettatori. Come attore cinematografico, il cielo lo protegga, come, in passato, ha protetto altri anche più sprovveduti di lui.

«L'Europeo», anno XII, n.35, 26 agosto 1956


«L'Europeo», anno XII, n.35, 26 agosto 1956