Vacanze difficili per Abbe Lane
L’esuberante danzatrice di Brooklyn ha passato un mese in Spagna completando tutte le principali corride con uno spettacolo musicale di cui era animatore suo marito; ora, dopo la fugace apparizione a Venezia, si prepara a interpretare il film “Susanna ed io”
REDUCE DALLA SPAGNA Abbe Lane, dopo aver riscosso applausi a Venezia si è recata nella vicina campagna vicentina. Aveva in programma qualche giorno di riposo con il marito Xavier Cugat. Ma la celebre coppia non ha tenuto conto delle truppe americane di stanza nel Veneto che hanno preteso un’esibizione.
A CIRCA UN ANNO dal suo arrivo in Italia, Abbe Lane si dichiara sempre più entusiasta del nostro Paese, benché le sue aspirazioni cinematografiche non siano state del tutto soddisfatte. Infatti ha lavorato in molti film ma soltanto in uno, ”I girovaghi”, diretto dall’argentino Hugo Fregonese ha sostenuto un vero e proprio ruolo. Negli altri si è sempre limitata a cantare e a ballare. Entro pochi giorni inizierà il film "Susanna ed io", una commedia brillante prodotta da Benito Perojo.
QUALCHE GIORNATA all’aperto la cantante americana è riuscita comunque a trascorrerla ugualmente sfuggendo all’assedio dei connazionali che l’avrebbero voluta loro ospite permanente. In Spagna i coniugi Cugat hanno viaggiato per un mese improvvisando spettacoli in ogni città dove si svolgeva una corrida.
ANCHE LA TELEVISIONE americana è tornata a interessarsi di Abbe Lane che eventualmente vi comparirà sempre accompagnata da un’orchestra diretta dal marito. Ma la speranza maggiore della moglie del "re della rumba” è un film cui sta pensando Alberto Lattuada e nel quale interpreterebbe la parte del demone della bellezza accanto a un pittore.
ABBE LANE è nata a Brooklyn il 17 dicembre 1932 e la sua vocazione di danzatrice risale a quando aveva sei anni. A quell’età venne scritturata per una serie di cortometraggi. Nel 1950 fu notata da Xavier Cugat che la volle come cantante nel suo famoso complesso orchestrale.
«Tempo», anno XVIII, n.30, 27 settembre 1956
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«Tempo», anno XVIII, n.30, 27 settembre 1956 |