Tuttototò (ma censurato)
Comincia la serie televisiva interpretata dal grande comico recentemente scomparso. In nove trasmissioni vengono presentate le più famose scenette che costituirono per tanti anni in teatro i «cavalli di battaglia» di Totò. Diverse battute però sono cadute sotto le forbici della censura televisiva.
Se non ci fosse stata la tragica, improvvisa morte di Totò, quanto tempo avremmo dovuto attendere per vedere sul teleschermo le trasmissioni di «Tutto Totò»? Alcuni mesi, forse. Del resto, è già da diversi mesi che gli show erano programmati.
Avrebbero dovuto essere dieci, e cominciare nel periodo delle feste natalizie: alla fine del 1966, cioè. Tanto è vero che la prima trasmissione avrebbe dovuto essere, appunto, «Totò a Natale». Non se ne fece niente: anzi, vennero ordinati alcuni rifacimenti, che Sandro Bolchi (regista scelto per l’occasione, essendo Daniele D’Anza, che ha realizzato tutta la serie, impegnato a Napoli) terminò proprio il 10 aprile, cinque giorni prima della morte del comico.
Ed è stata proprio questa tragica circostanza a convincere la TV a dare il via alla serie, che sarà composta di nove trasmissioni: sei comprendenti i più celebri sketch di Totò (si comincerà con «Il latitante», cui seguiranno «Il dongiovanni», «Il truffatore», «Il premio Nobel», «La scommessa», «Il grande maestro»); le altre tre trasmissioni presenteranno invece un Totò inedito, impegnato in scenette scritte appositamente per l’occasione: avremo così «Totò yé-yé», «Totò ciak» ( parodia di film western, musicali e di spionaggio), e «Totò a Napoli».
Qui di seguito pubblichiamo quello che resta forse il più celebre sketch di Totò: quello del vagone letto (che per la TV è interpretato anche da Sandra Milo). E’ uno sketch che nacque nel 1947 per la rivista «C’era una volta il mondo », di Michele Galdieri, e che durava all’inizio una decina di minuti. Poi, in teatro, sera per sera Totò vi aggiunse qualcosa di nuovo, e a poco a poco lo sketch diventò prima un atto unico, poi un’intera farsa.
La pubblicazione, dicevamo, non è ingiustificata. Ascoltate e guardate lo sketch in televisione, poi confrontatelo col testo che pubblichiamo: sarà interessante rilevare i tagli che vi avrà apportato la censura-tv.
(Vai alla pagina contenente il testo originale dello sketch "L'onorevole in vagone letto")
Carlo Galimberti, «Tribuna Illustrata», anno LXXVII, n. 19, 7 maggio 1967
Carlo Galimberti, «Tribuna Illustrata», anno LXXVII, n. 19, 7 maggio 1967 |