Totò sexy
Ninì Cantachiaro
Inizio riprese: maggio 1963 Stabilimenti De Paolis, Roma
Autorizzazione censura e distribuzione: 31 agosto 1963 - Incasso lire 194.611.000 - Spettatori 881.950
Titolo originale Toto sexy
Paese Italia - Anno 1963 - Durata 90 min - Colore - Audio sonoro - Genere commedia - Regia Mario Amendola - Soggetto Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi - Sceneggiatura Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi - Fotografia Alessandro d'Eva - Montaggio Jolanda Benvenuti - Musiche Armando Trovajoli - Scenografia Ennio Michettoni
Totò - Ninì Cantachiaro - Erminio Macario (Mimì Cocco) - Mario Castellani (Umberto, il secondino) - Mario Pisu (l'ispettore De Marchi) - Mimmo Poli (un carcerato) - Andrea Scandurra (il carcerato calvo) - Gianni Agus (l'ispettore di dogana) - Pasquale De Filippo (un carcerato) - Franco Giacobini (l'impiegato di compagnia aerea) - Gianni Baghino (un compagno di cella) - Linda Sini (l'hostess) - Gianni Morandi (se stesso) - Gisella Ferrini (se stessa)
Soggetto
Due suonatori ambulanti, Ninì e Mimì, vengono arrestati per contrabbando e condotti in galera. Qui si divideranno tra i ricordi dei loro viaggi di piacere (in cui visitavano i vari locali di striptease delle grandi capitali europee) e scherzi e screzi con gli altri galeotti ed il secondino Umberto.
Critica e curiosità
Una fotocopia in penombra: Totò di notte n. 2
In principio era "Totò di notte n. 1", il capostipite di una stirpe di film dove la comicità si accoppia – forse controvoglia – con lo spogliarello all’italiana. Ma ecco che nel 1963, i soliti noti (regista, sceneggiatori, produttori, musicisti e persino le comparse!) decidono che sì, si può fare un sequel identico. Uguale. Clonato. Un cut & paste cinematografico ante litteram.
"Totò sexy" è quindi il figlio illegittimo di una relazione promiscua tra la commedia farsesca e l'erotismo pruriginoso da rotocalco, battezzato in sala con la benedizione del twist, del seltz e della piuma sul cappello. E sì, pure del pollo-palla.
Struttura narrativa: il sogno (o incubo) dietro le sbarre
Il film parte dalla prigione, dove Totò e Macario, due sassofonisti fuori tempo massimo (più da liscio di provincia che da jazz club), ricordano le loro "avventure osé" in un lungo flashback raccontato ai compagni di cella. Una cornice già vista (vedi “Accadde al penitenziario”) ma utile per legare scene sconnesse come perline su un filo narrativo spezzato.
Il filo conduttore è il viaggio tra spettacoli di burlesque e soubrettes seminude, con sketch che vorrebbero far ridere e nel frattempo alzare la temperatura – ma che finiscono spesso per raffreddare l’interesse dello spettatore, soprattutto se amante del vero Totò.
Il Principe tra piume, seni e seltz
Totò appare affaticato, pesante, spaesato. La maschera è sempre lì, intatta, ma l'obbligo di presenziare ad ogni siparietto scollacciato gli spegne la scintilla. Dove invece brilla, anche se solo a sprazzi, è nelle scene della prigione, all’Alitalia (“atterriamo a Cuneo per salutare lo zio spazzino”) e alla dogana (dove tenta di far passare cioccolata per galline), accompagnato da un affiatato Gianni Agus e un compassato Mario Pisu.
In questi momenti ritroviamo il Totò dei tempi d’oro, con i suoi duetti surreali, le risposte fulminanti (celebre il "Lei per noi è un ragioniere superiore") e le gag fisiche da manuale, come il braccio snodato e la pettinata a distanza, eseguita come un rituale sciamanico della comicità partenopea.
Plagio o auto-citazione? L’arte di riciclare sé stessi
Il film è una fiera del déjà vu. Una sorta di “Totò greatest hits”, ma senza la musica:
- Il seltz che parte al "pss"? Lo abbiamo visto (e apprezzato) in "Fifa e arena", "Totò le Mokò" e "Totò, Vittorio e la dottoressa".
- La piuma tagliata? Già tagliata in “Sua Eccellenza si fermò a mangiare”.
- Il pollo come palla? Un riciclo di “Accadde al penitenziario”.
- L’aereo e la paglietta? Copia conforme da "Totò di notte n.1".
- Il Totò-barbiere rapatore? Era già “Dov’è la libertà?”.
- L’italiano storpiato? Un grande classico della casa.
- La coiffure alla Umberto? Risale a “Totò, Peppino e i fuorilegge”.
Insomma, una autoparodia compulsiva, in cui il Principe si rincorre nel labirinto delle sue vecchie invenzioni come un Teseo senza filo... ma con piuma e forbici.
Penelope, twist e altre apparizioni musicali
Nonostante non sia propriamente un musicarello, "Totò sexy" ospita il giovanissimo Gianni Morandi, che canta “Penelope” tra un balletto osé e l’altro. È un cameo che sembra uscito da un altro film (spoiler: lo è, da “Il monaco di Monza”) ma che si incastra come può nella scaletta del film, dove ogni scena è un’isola e il montaggio un naufragio.
A fare da sfondo c’è l’invasione del twist, che ormai colonizzava ogni pellicola italiana, da Fellini a Franco e Ciccio, passando per Totò e Macario. Una vera epidemia cinematografica da sculettamento collettivo.
E la censura? Diciamo… distratta
"Totò sexy" esce il 5 settembre 1963, e subito becca il vietato ai minori di 18 anni: i motivi? Evidenti. Seni, cosce, battute allusive e donne che si spogliano come se la morale fosse già stata liberalizzata dalla Corte Costituzionale. Ma attenzione: è proprio in quegli anni che, con l’avvento del centrosinistra, la censura comincia a chiudere un occhio (spesso quello con la benda da pirata), permettendo la proliferazione di filmetti “sexy” confezionati in serie, con titoli fotocopia e trame intercambiabili.
Almeno dodici film con la parola "sexy" nel titolo uscirono tra il '62 e il '63, aprendo la strada alla commedia erotica all’italiana, che sarebbe esplosa qualche anno più tardi con Edwige Fenech e soci.
Conclusione: Totò, Macario e l’eros che non ride
"Totò sexy" non è un brutto film, ma nemmeno un buon film. È un tentativo sbilenco, un pastiche dove l’erotismo è goffo e la comicità annacquata. Ma dentro ci sono comunque perle sparse: un gesto, uno sguardo, una risposta spiazzante. E poi c’è Totò, sempre lui, un genio costretto a far ridere in mutande, ma capace, anche in mutande, di dire una battuta che ti resta.
Il pubblico non lo premiò, anche perché più aumentava la carne, meno aumentava la risata. L'equazione era sbagliata. Totò non era fatto per lo strip, e il cinema italiano, alla fine, lo capì. Purtroppo, troppo tardi per lui.
PS: Se non altro, Cuneo entrò nel mito. E Totò poté continuare a chiamare "ragioniere" chiunque, pure il secondino. E questo, in fondo, vale il prezzo del biglietto.
Le scene più famose e memorabili di "Totò sexy", con tutte le sfumature che merita questo strano oggetto cinematografico non identificato.
1. L’aeroporto dell’assurdo: l’aereo che deve atterrare a Cuneo
Una delle scene più celebri e irresistibilmente surreali del film si svolge al banco dell’Alitalia. Totò, con il suo consueto aplomb svitato, pretende con estrema naturalezza che l’aereo faccia scalo a Cuneo. Perché? Ma ovvio: deve salutare lo zio spazzino.
Il momento è emblematico per diversi motivi:
- L'assurdità burocratica affrontata con logica ferrea: Totò tratta la richiesta come se fosse la cosa più normale del mondo, scontrandosi con un personale aeroportuale in evidente imbarazzo.
- L’ironia geografica ricorrente: Cuneo, da luogo anonimo, diventa simbolo ricorrente dell’assurdo totoniano, una località mitologica dove avvengono le cose più improbabili.
- Il nonsense geniale di Totò, che riesce a rendere un banale desk Alitalia una scena da teatro dell’assurdo.
È qui che Totò ricorda al pubblico cosa significhi creare una gag con il nulla, semplicemente forzando la logica quotidiana fino a farla esplodere come un palloncino troppo gonfio.
2. La dogana e le galline: “questa cioccolata è per loro”
La scena alla dogana è un altro piccolo capolavoro di comicità nonsense e dialettica stralunata. Totò e Macario vengono fermati per il controllo bagagli. Tra gli oggetti trasportati compare una cioccolata. Totò si difende:
«È per le galline.»
Ed è subito poesia. Il dialogo prosegue con la logica del sogno: l’assurdo è detto con tale serietà da diventare quasi plausibile. Gianni Agus, impeccabile come sempre nei ruoli da spalla composta e perplessa, amplifica il contrasto tra il suo rigore e l’assurdità di Totò.
Nella stessa scena troviamo anche un’altra perla verbale: Totò si rivolge al secondino Castellani chiamandolo insistentemente “ragioniere”, con la seguente, esilarante spiegazione:
– «Non sono ragioniere.»
– «Lei per noi è un ragioniere superiore!»
Un esempio da manuale di comicità del titolo gratuito, dove il valore della parola è tutto nella sua sonorità e nel suo uso inatteso, non nel senso.
3. La scena in carcere con le barzellette numerate
All’interno della cella, Totò si esibisce in una delle sue gag più emblematiche: le barzellette raccontate con i numeri. È una trovata antica, di sapore teatrale, ma Totò la rinnova con il suo tocco:
– «4!»
– (risate dei compagni)
– «12!»
– (altre risate)
– «78!»
– (risate generali)
– «13!»
– «Quella è nuova!»
Questa scena, apparentemente semplice, è un vero omaggio alla potenza evocativa dell’immaginazione, dove il numero diventa veicolo comico. La battuta “Quella è nuova!” fa crollare ogni logica residua, in un perfetto colpo di teatro surreale. È Totò che racconta l’assenza, mima il significato e sbeffeggia il contenuto, tutto in un numero.
4. Il Totò-barbeur: il taglio “alla Umberto”
Un'altra sequenza gustosa è quella del barbiere improvvisato in carcere, dove Totò assume i panni di coiffeur per un malcapitato compagno. Dopo avergli rasato mezza testa, Totò giustifica il disastro dicendo che è un taglio “alla Umberto”, citando se stesso nel ruolo da "Totò, Peppino e i fuorilegge".
Qui si sommano più livelli:
- L’autocitazione sfacciata
- La gag visiva del taglio improponibile
- Il linguaggio para-parrucchiere che trasforma uno scempio in uno stile “ricercato”
In questa scena la comicità fisica incontra l’assurdo linguistico, con Totò che modula voce e gesti come fosse davvero il re del pettine.
5. Il braccio snodato e la pettinata a distanza
Totò rispolvera qui alcune delle sue gag fisiche da avanspettacolo, in particolare il braccio snodato, che sembra uscito da una marionetta rotta, e la pettinata senza toccarsi i capelli, una delle sue cifre stilistiche più sottili. Sono movimenti iconici, figli di un tempo in cui il corpo dell’attore comico era parte integrante della battuta.
Queste gag funzionano ancora perché:
- Sono universali e immediate
- Hanno un sapore vintage e artigianale, che fa il paio con l’intero spirito del film
- Ricordano un Totò più giovane e più vitale, in un contesto che purtroppo non gli rende giustizia
6. Il numero musicale di Gianni Morandi con “Penelope”
Apparizione spiazzante ma curiosa: il giovane Gianni Morandi, in piena ascesa, canta “Penelope” in uno dei tanti inserti musicali del film. La scena è una sorta di videoclip ante-litteram, infilato in mezzo alle (poche) vicende narrative con una disinvoltura quasi brutale.
È memorabile perché:
- Sancisce il legame tra Totò e i nuovi volti del pop italiano
- Dimostra il disordine strutturale del film, in cui ci si può aspettare qualsiasi cosa da un momento all’altro
- Anticipa il genere musicarello, anche se il film non è dichiaratamente tale
L’apparizione di Morandi rappresenta l’inizio del tramonto della generazione di Totò, che nel film sembra quasi osservare da lontano l’arrivo di un’Italia diversa, più giovane, più musicale, più televisiva.
7. Il tentativo di parlare una lingua straniera
Non poteva mancare uno dei classici cavalli di battaglia di Totò: la lingua straniera maciullata. In “Totò sexy” lo vediamo balbettare frasi in un inglese o francese inventato, distorto, trasformato in puro suono comico. Anche questa scena è già vista (e rivista), ma il fascino rimane:
- È una presa in giro universale del provincialismo italiano che si scontra con il mondo moderno
- La distorsione del linguaggio è comicità pura di suono
- Totò fa il verso a se stesso con autoironia quasi tenera
Conclusione: le perle sparse nella sabbia
"Totò sexy" non è un film compatto, ma è un baule pieno di piccoli oggetti comici, alcuni un po’ arrugginiti, altri ancora brillanti. Le scene sopra descritte restano nella memoria perché condensano la vera arte di Totò: trasformare l’assurdo in norma, rendere credibile l’impossibile, e fare ridere con una parola, un numero, un gesto.
Il film, nel suo caos svestito e nel suo ritmo disordinato, lascia comunque qualche ricordo indelebile. E chi ama Totò, lo sa: anche nei suoi momenti peggiori, una scena basta per giustificare tutto il resto.
Così la stampa dell'epoca
L’accoglienza riservata a "Totò sexy" nel 1963, prendendo in esame critica, pubblico e censura, cioè il triangolo delle Bermude in cui spesso naufragavano i film italiani di quell’epoca, soprattutto se – come questo – avevano la pretesa (o la colpa?) di mescolare la comicità con l’erotismo da fotoromanzo.
🎭✨ La critica: tra sconcerto, rassegnazione e ironia trattenuta
Alla sua uscita, "Totò sexy" venne accolto dalla critica con sufficienza quando andava bene, e con un certo imbarazzo quando andava male. I giornali del tempo, anche i più indulgenti verso il Totò-mito, non poterono fare a meno di segnalare la decadenza artistica evidente del progetto.
Le principali osservazioni della stampa furono:
- 🎬 La totale mancanza di originalità: venne sottolineato quanto il film fosse una copia carbone di “Totò di notte n.1”, con molte scene letteralmente riciclate.
- 📉 Il tono involontariamente malinconico: vedere Totò e Macario, due giganti della comicità italiana, imprigionati (anche in senso metaforico) in uno script sciatto e pretestuoso, fu interpretato quasi come una metafora della fine di un’epoca.
- 🍑 La goffaggine del tentativo erotico: i critici considerarono il tentativo di affiancare comicità farsesca e ammiccamenti sexy come un matrimonio male assortito, dove nessuno dei due coniugi sembrava felice di stare all'altare.
Il tono generale delle recensioni fu più che altro di sconforto rispettoso, come chi assiste a uno spettacolo fuori tempo massimo ma non se la sente di fischiare il grande attore che ne è protagonista.
📌 Nota critica esemplare: molti recensori usarono espressioni tipo “Totò è sempre Totò… ma” – dove quel “ma” diventava un abisso in cui affogavano tutti i complimenti.
🍿💸 Il pubblico: tiepido, confuso e poco pagante
La reazione del pubblico fu decisamente inferiore alle aspettative, e ciò ebbe un impatto negativo anche sugli incassi, che risultarono mediocri, soprattutto considerando la popolarità dei protagonisti e l’apparente appetibilità del titolo.
Ecco le principali motivazioni del parziale flop al botteghino:
- 🤨 Il pubblico di Totò era affezionato alla sua comicità familiare e surreale, e mal digeriva la virata verso il sexy-soft, con donnine mezze nude e cabaret scollacciati.
- 👵👨👩👧👦 Le famiglie, storiche fruitrici del cinema di Totò, si sentirono escluse: il film venne vietato ai minori di 18 anni (lo vedremo nella parte sulla censura), e questo limitò enormemente il pubblico potenziale.
- 🥱 Il ritmo lento, le scene staccate e gli inserti musicali mal collegati diedero allo spettatore l’impressione di un collage piuttosto che di un film vero e proprio.
- 💋 Chi cercava l’erotismo ne rimase deluso: la componente sexy era goffa, innocua, più comica che sensuale. Insomma, non faceva ridere davvero, e non eccitava neppure.
Il pubblico ne uscì perplesso, e in molti casi deluso. Non fu un disastro clamoroso, ma neppure un successo popolare.
🛑👁️🗨️ La censura: scure col manico corto
Nel 1963, la censura cinematografica italiana era in piena trasformazione. Con l’arrivo del centrosinistra e l’apertura di nuove sensibilità culturali, si cominciava ad accettare sul grande schermo quello che fino a pochi anni prima avrebbe comportato tagli brutali, sequestri o divieti totali.
Ma “Totò sexy” si trovò in una zona di mezzo, né abbastanza casto da passare inosservato, né abbastanza spinto da giustificare una rivoluzione.
📜 Il verdetto censorio ufficiale fu il divieto ai minori di 18 anni, motivato dai seguenti elementi:
- 👙 Scene di spogliarello troppo esplicite per l’epoca
- 🛏️ Allusioni sessuali non più sottintese ma palesi
- 💃 Coreografie giudicate indecenti, almeno secondo i parametri morali del tempo
La censura, pur senza intervenire con tagli vistosi, segnalò chiaramente la propria disapprovazione. Il divieto agli under 18 fu sufficiente a spegnere le velleità commerciali del film, il quale si trovò senza il pubblico familiare tradizionale, ma anche senza quello adulto che voleva ben altro da un film "sexy".
Interessante notare che nello stesso anno uscirono almeno 12 film italiani con la parola “sexy” nel titolo, segno che i produttori avevano fiutato una tendenza. Ma “Totò sexy” pagò lo scotto di essere né carne né pesce, e la censura ne aumentò l’ambiguità percepita.
📼🧳 E dopo? La (quasi) scomparsa e la rivalutazione casalinga
Dopo la sua uscita e la fiammata tiepida nei cinema, “Totò sexy” scomparve quasi dalla programmazione televisiva (poco adatto a Rai 1 alle 20.30) e fu riscoperto solo negli anni ’90 e 2000 grazie al mercato home video, che permise a collezionisti e appassionati di Totò di completare la filmografia del Principe.
Le ristampe in VHS e poi in DVD, con fascette provocanti e colori accesi, contribuirono a creare intorno al film una piccola aura da cult minore, soprattutto tra i completisti e gli amanti del trash rétro.
Oggi viene guardato più con affetto che con entusiasmo, come una curiosità di transizione, un reperto di un’epoca confusa, e una testimonianza di quanto anche i grandi – come Totò – abbiano dovuto adattarsi (e spesso soccombere) alle mode del momento.
🧠💡 Conclusione: una ricezione a tre velocità
- 📰 Critica: perplessa, lucida, talvolta impietosa, ma mai del tutto irrispettosa.
- 👥 Pubblico: tiepido, confuso, poco coinvolto; né soddisfatto dalla risata né sedotto dall’erotismo.
- ⚖️ Censura: formale ma decisa, mise un freno senza infierire, ma contribuì a limitarne il successo.
“Totò sexy” è, in definitiva, un film più interessante per quello che rappresenta che per quello che mostra: lo scontro tra vecchia e nuova comicità, tra il Totò anarchico e quello imbrigliato, tra un'Italia che stava cambiando e una che resisteva, a colpi di piume, twist e cioccolata per galline.
L'apporto di quel grande attore comico che è Totò, che farebbe ridere anche leggendo l'orario ferroviario, fa si che il lazzo sia presente in tutte le scene in cui è protagonista il comico napoletano, spalleggiato ottimamente da Macario . [...] Se c'è un solo motivo per andare a vedere questo filmetto è proprio solo per l'intramontabile principe De Curtis.
Vice, «La Libertà», 1963
Il divertimento manca del tutto in questo ennesimo zibaldone rivistaiolo in cui un illustre attore come Totò avvilisce la sua fama senza alcuna ragione. In una lunga carriera cinematografica non costellata certo di capolavori, i più recenti film di Totò spiccano per la loro infima qualità; ma questo "Totò Sexy" è senza dubbio il gradino più basso della scala. Allusioni e battute volgari si sprecano e di regia non è neppure il caso di parlare [...].
Valentino De Carlo, 1963
Totò sexy di Amendola dà quello che li titolo promette. Totò, carcerato, assieme a Macario, sogna nella cella. Le sue mosse, i suoi lazzi, di fronte al numeri di spogliarello e di danze, i suoi litigi con il secondino e con i compagni di prigionia, formano il mastice del film, che per il resto non è che l'ennesimo film «notte». Macario fa da spalla. Comicità greve; poveri carcerati: non essendo loro permesso raccontarsi barzellette In prigione, uno dice un numero, che corrisponde ad una barzelletta; e tutti, ricordandola, si mettono a ridere fragorosamente.
Vice, «Corriere della Sera», 7 settembre 1963
Totò e Macario sono in carcere e si abbandonano ai sogni. E che cosa sognano? Paris la nuit e gli spogliarelli, tanti spogliarelli. Insomma, siamo alle solite: tutto è un pretesto per fare un film di strip. Le battute, poi, sono sfacciatamente grevi. Ma chi glielo fa fare a Totò di perdersi in simile robaccia?
Vice, «Corriere dell'Informazione», 8 settembre 1963
Una trama, sia pur esile, la comicità dell'intramontabile Totò unita a quella del simpatico Macario, ambedue nelle vesti di detenuti, un dialogo abbastanza vivace non privo di garbati spunti umoristici, uno stuolo di Piacenti donnine ed ecco realizzato un gradevole film in cui tra una battuta e un'altra si inseriscono vari numeri di "spogliarello" e di danza apprezzabili soprattutto per la non comune compostezza e originalità.
Quello che tuttavia dà maggiore tono al lavoro che Mario Amendola ha diretto con garbo e contenutezza di toni è naturalmente la presenza di Totò, ancora una volta quanto mai efficace per mimica ed inesauribile vena umoristica. Accanto a lui, altrettanto brillante, Macario e numerosi altri attori oltre alle molte specialiste dello striptease. Due ore circa di divertente spettacolo, reso ancor più gradevole da un bel colore.
Vice, «Il Messaggero», 14 settembre 1963
Totò e Macario in prigione, rinchiusi nella loro cella, sognano e costituiscono il pretesto per propinare al pubblico i soliti spogliarelli (questa volta più castigati del solito). Tra un numero di varietà e l'altro si innestano le smorfie e le mosse di Totò e Macario, i loro litigi col secondino e con i compagni di prigionia ed infine, qualche trivialità di dubbio gusto che dovrebbe muovere al riso lo spettatore. Ha diretto quasi con fretta, Mario Amendola che si è preoccupato solamente di curare la buona fotografia in Eastmancotor.
Vice, «Momento Sera», 15 settembre 1963
Seguito di Totò di notte n. 1 che, invece di essere intitolato Totò di notte n. 2, ha assunto un'etichetta più piccante: Totò sexy. Naturalmente il film odierno, come il precedente, fa di nuovo perno sulla coppia di contrabbassisti unica nel suo genere, perché formata da Totò e Macario. Ai due, sulla scorta di un canovaccio firmato Corbucci e Grimaldi, ne succedono di ogni colore: finiscono perfino in galera, dove sognano una vita libera popolata di affascinanti donnine, quali furono quelle che Ninì e Mimì (così si chiamano i due ineffabili suonatori) incontrarono nel loro artistico peregrinare per lo cinque parti del mondo.
Lo spunto serve al regista Mario Amendola per inserire nel racconto frammenti inediti di film sexy e scene comiche varie, nelle quali oltre al tandem Totò-Macario si mostrano Gianni Agus, Franca Polesello, Toni Ucci, Mario Castellani ecc. La colonna sonora è di Armando Trovajoli, la fotografia in eastmancolor.
«Stampa Sera», 4-5 agosto 1964
Totò sexy: film semipornografico
Nessun dubbio, invece, sull'appartenenza di Totò Sexy al sottobosco semipornografico, appena velato dalla presenza di Totò e di Macario che, con qualche attore di minor nome, fanno i lazzi dei carcerati che fantasticano sulle donne, insomma, come già in Totò di notte n. 1, i due comici, diretti da Mario Amendola, legano con qualche grossolano «sketch» i numeri di spogliarello d'un ennesimo «sexy».
«La Stampa», 5 agosto 1964
Comicità carceraria. Fuori i colpevoli. Corbucci e Grimaldi per il soggetto e la sceneggiatura, Mario Amendola per la regia, e perché no anche Totò e Macario per l'interpretazione (si fa per dire). Il reato di costoro s'intitola Totò Sexy, film di spogliarelli e balletti appena mascherati dalle grevi scenette con cui i due comici, per l'occasione carcerati, si sforzano invano di imbastire una trama al film. Ci si erano già provati in Totò di notte n. 1 ed era andata male. Ora è peggio.
a. bl., «Stampa Sera», 5-6 agosto 1964
La censura
In agosto del 1963, in prima istanza, il film viene vietato alla visione ai minori degli anni 18. La III Edizione, proposta con delle modifiche, otterrà la revoca del divieto.
Ministero del Turismo e dello Spettacolo - Direzione Generale dello Spettacolo
Domanda di revisione 41043 del 22 agosto 1963
«Revisionato il film il 22 agosto 1963 , la Commissione esprime parere contrario alla concessione del nulla osta per la proiezione in pubblico in quanto il film contiene numerose scene e sequenze di danze provocanti ed esibizioni di parti nude offensive del buon costume, come ad esempio nel primo e secondo spogliarello, in una terza sequenza dove la ballerina resta con i seni coperti solo da un bottone, la scena della donna con la macchina, quella della giapponese e tutto il balletto con le funi.»
La visione del film è vietata ai minori di anni 18 (diciotto)
Roma, 22 agosto 1963
INCEI Film SpA - Roma
Il sottoscritto Stefano MANGIAVACCHI, rappresentante della INCEI FILM S.p.A. dichiara di aver apportato alla seconda edizione del film "TOTOSEXY" le seguenti modifiche:
1) sul primo spogliarello eliminazione scene: ragazza di spalle che agita il guanto lungo la bassa schiena - che si toglie il vestito - che si rovescia bicchiere di champagne sul ventre mostrando petto nudo - scena quando si toglie il mantello;
2) nel secondo spogliarello eliminazione scene: ragazza bruna distesa, che si agita sopra pelliccia di leopardo - stessa ragazza con petto coperto solo di bottoni - ultima parte dello spogliarello dalla scena Totò e Macario alla scena dei suonatori;
3) balletto due neg*i: eliminazione scene primo piano ragazza neg*a distesa brandina che agita le gambe in aria;
4) spogliarello ragazza bionda auto eliminazione scene: ragazza che con movenze si agita tenendosi all'asta di un lampione - stessa ragazza con i seni coperti solo da bottoni, sola e vicina a Totò e Macario
5) danza giapponese eliminazione: tutta scena ragazza in bikini con seni coperti solo da fiori
6) balletto baghera (funi) eliminazione scena ballerina in piedi con braccia alzate che si aggrappa ad una fune fino al punto in cui appare in piedi tra le funi un pò aperte - scena dal punto in cui la stessa è distesa sterra con la faccia nascosta dai capelli, fino al punto in cui è distesa a terra con il ginocchio alzato che si sorregge con le braccia alzate alle funi.
Abbiamo apportato i suddetti tagli per una lunghezza di metri 253.
Roma, 25 agosto 1963
Ministero del Turismo e dello Spettacolo - Direzione Generale dello Spettacolo
Domanda di revisione 41043 in data 26 agosto 1963 (2a Edizione)
«La Commissione il 29 agosto 1963 esaminata e revisionata la seconda edizione del film; vista la domanda del Sig. Stefano Mangiavacchi, rappresentante della INCEI Film s.p.a. datata 25 agosto 1963 con la quale si dichiara che alla seconda edizione del film: "Totosexy" sono state apportate le seguenti modifiche:
1) sul primo spogliarello eliminazione scene: ragazza di spalle che agita il guanto lungo la bassa schiena - che si toglie il vestito - che si rovescia bicchiere di champagne sul ventre mostrando petto nudo - scena quando si toglie il mantello;
2) nel secondo spogliarello eliminazione scene:
ragazza bruna distesa, che si agita sopra pelliccia di leopardo - stessa ragazza con petto coperto solo di bottoni - ultima parte dello spogliarello dalla scena Totò e Macario alla scena dei suonatori;
3) balletto due neg*i: eliminazione scene primo piano ragazza neg*a distesa brandina che agita le gambe in aria;
4) spogliarello ragazza bionda auto eliminazione scene: ragazza che con movenze si agita tenendosi all'asta di un lampione - stessa ragazza con i seni coperti solo da bottoni, sola e vicina a Totò e Macario
5) danza giapponese eliminazione: tutta scena ragazza in bikini con seni coperti solo da fiori
6) balletto baghera (funi) eliminazione scena ballerina in piedi con braccia alzate che si aggrappa ad una fune,fino al punto in cui appare in piedi tra le funi un pò aperte - scena dal punto in cui la stessa è distesa sterra con la faccia nascosta dai capelli, fino al punto in cui è distesa a terra con il ginocchio alzato che si sorregge con le braccia alzate alle funi,
riferito che tali eliminazioni di scena sono state regolarmente apportate nella seconda edizione del film, ESPRIME parere favorevole alla concessione del nulla osta per la proiezione in pubblico del film così come nella seconda edizione risulta modificato con la eliminazione delle scene sopra indicate a condizione che la visione sia vietata i minori degli anni 18 (diciotto) per numerose scene e sequenze che possono turbare la particolare sensibilità dell'età evolutiva di detti minori in relazione alle esigenze della loro tutela morale (art.5 legge 29-4-1962, n.161)
Roma, 31 agosto 1963
Questura di Roma - Prot. n° 118076-64930-12B. Spettacoli
LOCALE PROCURA REPUBBLICA CON ORDINANZA N. 24754 ODIERNA AT NORMA ART. 334 C.P. PARTE I HA ORDINATO SEQUESTRO OVUNQUE ESSE SI TROVINO COPIE DEL FILM TOTO' SEXY PRODOTTO DALLE SOCIETÀ INCEI ET CINEX, IN QUANTO TRATTASI DI CORPO DI REATO PER ESSERE STATO SOTTRATTO AL VINCOLO PlGNORATIZIO CUI ERA LEGATO PER EFFETTO DI INGIUNZIONE DELL'UFFICIALE GIUDIZIARIO CORTE DI APPELLO ROMA ANTONIO CIARRO DATATA LUGLIO 1963. PREGASI PROVVEDERE IMMEDIATAMENTE ESECUZIONE ORDINANZA PREDETTA TENENDO COPIE EVENTUALMENTE SEQUESTRATE AT DISPOSIZIONE AUTORITÀ GIUDIZIARIA DANDO COMUNICAZIONI PROCURA PREDETTA ET QUESTO UFFICIO.
PARTICOLARE ATTENZIONE RIVOLGESI COMMISSARIATO P.S. PORTA PIA ESSENDO FILM IN PROGRAMMAZIONE CINEMA EUROPA ET COMMISSARIATO P.S VIMINALE PERCHE SOCIETÀ INCEI HA SEDE VIA MARGHERA N. 22
IL QUESTORE F/TO DI STEFANO
Roma, 21 settembre 1963
Il sottoscritto Salvatore Porto, legale rappresentante della REIEITALIA SPA con sede in Roma, Via Aurelia Antica 422 - fa presente di essere titolare dei diritti di sfruttamento del film 'TOTOSEXY' (come da contratto che si allega in fotocopia e che è copia conforme dell'originale) già autorizzato a circolare in pubblico con il visto censura n. 41043 del 31.08.1963 con il divieto di visione ai minori degli anni 18 in base alla seguente motivazione della Commissione di revisione cinematografica:
"...La Commissione di revisione cinematografica visionato il film, esprime parere favorevole alla concessione del nulla di proiezione in pubblico con il divieto ai minori degli anni 18 per numerose scene e sequenze die possono turbare la particolare sensibilità dell'età evolutiva di detti minori in relazione alla esigenza della tutela morale", CHIEDE al Ministero del Turismo e dello Spettacolo, al fine di consentire anche ai minori degli anni 18 la visione del film ,"TOTOSEXY" di realizzare, una nuova edizione, attraverso il taglio ed il rimontaggio di due scene, per un totale di metri 4,30 in 16mm pari a metri 10,75 in 35mm che vanno ad aggiungersi ai tagli effettuati nella precedente edizione su disposizione della Cannissione dell'epoca.
Come noto, il film - una vecchia commedia del 1963 interpretata dal popolare attore comico Totò - descrive la vita da carcerati di due contrabassisti, Nini e Mimì, finiti in galera per motivi doganali. Durante il loro soggiorno in galera, i due, di notte, rivivono in sogno gli episodi di "dolce vita" di cui sono stati protagonisti nei loro viaggi attraverso l'Europa.
Per la realizzazione della nuova edizione la istante ha tenuto conto:
- della vetustà del film, tale da farlo risultare decisamente superato (sotto il profilo scenico/narrativo) rispetto ai numerosi film comici italiani attuali, la cui visione è consentita comunemente anche ai minori degli anni 18 e nei quali situazioni narrative analoghe a quelle raccontate in "TOTOSEXY" (spogliarelli, balletti, etc.) vengono descritte attraverso scene ben più articolate e realistiche, spesso con indulgenze e compiacimenti di
immagini;
- dei profondi mutamenti di costume intervenuti nella società italiana in questo lunghissimo lasso di tempo (30 anni), con la conseguente evoluzione sia dei concetti di "buon costume" e "comune senso del pudore" sia del
patrimonio informativo dei minori degli anni 18 anche in ordine ai temi trattati in "TOTOSEXY";
- del fatto die la visione dei fim comici italiani degli anni '60 - ed in particolare quelli interpretati dal popolare Totò - è ormai consentita correntemente - data la loro vetustà e l'assenza di elementi scenico/narrativi particolarmente pregiudizievoli - anche ai minori degli anni 18, attraverso i canali del cinema e della televisione.
Alla luce di quanto sopra, tenuto, conto della vetustà del film e dei complessivi tagli effettuati, si chiede l'eliminazione del divieto di visione deliberato nel 1963.
Con osservanza.
Roma, 28 gennaio 1993
Ministero del Turismo e dello Spettacolo - Direzione Generale dello Spettacolo
Domanda di revisione 88033 del 21 settembre 1992 (3a Edizione)
rispetto alla precedente edizione soto state apportate le seguente modifiche:
- alleggerimento dello spogliarello di una ragazza sul divano
- ulteriore alleggerimento della scena del balletto dei due ne*ri - mt 2,30
Lunghezza totale dei tagli mt.4,30 IN 16/mm pari a metri 10,75 IN 35/mm
Lunghezza totale del film dopo i tagli metri 983 IN 16/mm pari a metri 2.457 IN 35/mm.
i sopraindicati tagli sono in aggiunta a quelli disposti dalla commissione nella precedente edizione del 1963 che erano:
1) Sul primo spogliarello eliminazione scena ragazza di spalle che agita il guanto lungo la bassa schiena - che si toglie il vestito - che si rovescia bicchiere di champagne sul ventre mostrando il petto nudo - scena quando si toglie il mantello.
2) Nel secondo spogliarello eliminazione scena: ragazza bruna che si agita sopra pelliccia di leopardo - stessa ragazza con petto coperto solo di bottoni - ultima parte dello spogliarello dalla scena Totò e Macario alla scena dei suonatori.
Il film è visibile a tutti.
Roma, 18 febbraio 1993
Mi viene raccontato un fatto buffo. Un produttore voleva presentare un film zeppo di spogliarelli, quasi per intero dedicato a un simile genere di nudismo a rate. Ma fu opportunamente consigliato di diminuire i numeri di spogliarello se voleva che il film fosse accettato, e di aumentare il contorno con alcune sequenze di varietà meno piccanti. Il produttore accettò il consiglio: ridusse il numero degli spogliarelli e con le parti eliminate fece un altro film [Totò sexy, N.d.A.]. Dosando l'uno e l'altro con inserzioni di numeri «neutri» fece due film invece di uno: un doppio affare. Sull'attività dei censori non potrebbero gettarsi manciate di discredito più di così.
Giovanni Paolucci
I documenti
Le uscite in home video di “Totò sexy”, con tutti gli anni, le edizioni, i formati e i contenuti speciali disponibili—un documento per veri collezionisti.
🎞️ 1. Edizione VHS – Collana “Il Grande Cinema di Totò” (Anno indicativo: anni ‘90 / 2000)
- Casa editrice: Univideo in collaborazione con Fabbri Video – collana distribuita anche tramite Corriere della Sera
- Formato: videocassetta VHS (circa 87 minuti a colori)
- Dettagli tecnici:
- Formato video: 1.33:1 (probabilmente originale)
- Audio: italiano
- Colore: sì
- Contenuto: il film per intero, senza integrazioni o extra (tipica di queste collane economiche)
- Note: venduto singolarmente o in bundle assieme ad altri film di Totò
📀 2. Edizione DVD – CG Entertainment (Cecchi Gori Home Video)
- Anno d’uscita: tra il 2010 e il 2020 (data precisa non ufficializzata, ma successiva all’era VHS e pre-2025)
- Numero catalogo: EAN / UPC 8057092042168
- Regione: 2 (Europa, Medio Oriente, Giappone inclusion)
- Rating: Film per tutti (nonostante il divieto originario in sala ai minori di 18 anni)
- Formato video: ~90 minuti (90‑min version), colore, formati audio/video standard per DVD
- Extra inclusi (tipici DVD CG Entertainment, seppure non sempre chiaramente indicati):
- Menù animati
- Possibile presenza di galleria fotografica, trailer e scheda film
- Sovente accompagnati da booklet o retrocopertina illustrata
📦 3. Edizione “Editoriale DVD” – Ebond / EBOND
- Casa editrice: EBOND, specialista in ristampe di VHS e DVD da collane di quotidiani
- Formato: DVD standard
- Contenuti: generalmente senza extra significativi; si limita alla pellicola integrale, talvolta con libretto interno ridotto
- Anno di uscita: dopo la versione CG, quindi presumibilmente dopo il 2022 ma prima del 2025
🧾 Riepilogo delle edizioni e formati
Formato | Casa editrice | Anno stimato | Durata | Extra | Note |
---|---|---|---|---|---|
VHS “Il Grande Cinema di Totò” | Univideo / Fabbri Video | Anni ’90–2000 | ~87′ | Nessuno | Collana economica |
DVD CG Entertainment | CG / Cecchi Gori Home Video | 2010–2020 | ~90′ | Menù, trailer, gallerie possibili | EAN 8057092042168 |
DVD EBOND Editoriale | EBOND | Post-2022 | ~90′ | Solitamente nessuno | Ristampa editoriali |
🔍 Contenuti speciali: cosa c’è – e cosa no
- Menù animati: presenti nell’edizione DVD CG, assenti nella VHS
- Trailer originale: possibile presenza nella versione CG
- Booklet o retrocopertina dettagliata: rara ma presente in alcune stampe editoriali
- Extra video: assenti. Non sono riportati dietro le edizioni né testimoniate nei database come contenuti speciali quali making‑of, commento audio, scene tagliate, interviste
- Extras collaterali: nessuna traccia di documentari, interviste o materiale di archivio a parte.
📚 Stato attuale e reperibilità (luglio 2025)
- VHS Univideo/Fabbri è ormai fuori produzione; reperibile solo su siti di collezionismo o aste come eBay
- DVD CG Entertainment è attualmente tra le edizioni più complete e diffuse, spesso disponibile su Amazon ed IBS
- DVD EBOND Editoriale è distribuito in edicola o store online italiani, appare nelle riedizioni economiche
💡 Conclusione per i collezionisti
- Per una versione storica e nostalgica VHS "Il Grande Cinema di Totò".
- Per una qualità DVD e qualche extra, l’edizione CG Entertainment è la più completa.
- Una ristampa recente e economica è l’edizione EBOND, in DVD senza fronzoli.
Cosa ne pensa il pubblico...
I commenti degli utenti, dal sito www.davinotti.com
- Essendo fatto con "avanzi" di altro film e qualche nuovo materiale musicale, è un collage mal fatto e qua e là fastidioso. Qua e là, però, brilla pure il genio di Totò (Macario è in seconda fila). Per colpa della noia (di sexy non c'è proprio nulla, almeno oggi) non va oltre *½. Lando Buzzanca (come nel film precedente) è un passeggero dell'aereo e (forse) pure il primo carcerato a entrare nella mensa della prigione.
I gusti di B. Legnani (Commedia - Giallo - Thriller)
Gli effetti dei "Mondo" (alla Jacopetti, Cavara e Prosperi) ebbero la loro bella ripercussione in ogni genere, se pure Totò in questa (e in un'altra occasione) ebbe modo di essere spedito - in missione velatamente erotica - a zonzo per i locali notturni. Come sempre è il garbo dell'attore, qua affiancato dal malinconico e dolce Macario, a dare un senso all'operazione, che si dilunga fiaccamente dietro intermezzi-sedativi, garantiti dalla presenza d'un fanciullesco Morandi. Si vede più per rispetto delle presenze nel film, che per altro...
I gusti di Undying (Horror - Poliziesco - Thriller)
Serie di sketch vari (e poco divertenti), tenuti insieme (si fa per dire) da una cornice carceraria e da noiosissimi e insulsi siparietti musicali o pruriginosi spogliarelli. A cosa si è ridotto Totò, che qui duetta con Macario mantenendo a malapena l'interesse (vagamente apprezzabile la scena della dogana e qualche momento qua e là) con il solito armamentario comico massacrato da una sceneggiatura e da una regia penose. La visione è tempo perso.
I gusti di Pigro (Drammatico - Fantascienza - Musicale)
Seguito di Totò di Notte N° 1, inferiore al già non eccezionale primo capitolo. Il problema sta proprio nei noiosi intermezzi musicali che fanno da sfondo all'intera operazione, perché Totò e Macario sono fantastici e i loro duetti potevano essere sfruttati molto meglio. Da antologia la scena alla dogana, quella del cocktail e quella delle chiavi della prigione. Da vedere mandando avanti i numerosi spogliarelli e le varie canzonette.
I gusti di Rambo90 (Azione - Musicale - Western)
Un'indegna operazione commerciale che sfrutta alcuni spunti comici di Totò tenuti assieme da insulsi e noiosi siparietti con lontanissime venature erotiche. Nella scena della dogana Totò si diletta in giochi di parole che anticipano, per impostazione, la supercazzola di Tognazzi, ma il resto è poca cosa. La regia è cialtronesca, i colori scelti sono invece interessanti e lontanamente baviani. Sono presenti tante pubblicità nient’affatto nascoste (Alitalia, Pepsi e Motta, per citarne alcune).
I gusti di Minitina80 (Comico - Fantastico - Thriller)
Un film decisamente scialbo ma fortunatamente nobilitato e salvato dagli sketch della coppia Totò/Macario, coadiuvata da caratteristi come Castellani e Agus. Per il resto assistiamo a noiosissimi siparietti "sexy" (per l'epoca forse, perché al giorno d'oggi non sono nulla di che) che fungono da riempitivo. Il film si avvale nel montaggio di scarti presi dal precedente film della coppia.
I gusti di Gabrius79 (Comico - Commedia - Drammatico)
Siccome al peggio non c’è mai fine, dopo Totò di notte n. 1 ecco che i produttori attenti solo al facile incasso ci ammanniscono questo indegno Totò sexy. Soliti striptease inizi anni ’60 intervallati con alcune comicissime e collaudate scene d'avanspettacolo che Totò recita a ruota libera quasi con il pilota automatico. Macario e Castellani si confermano ottime spalle. Il film, che è narrativamente inserito in una cornice carceraria, ricorda Accadde al commissariato di Giorgio Bianchi, ma siamo alla rifrittura delle frattaglie nell'olio vecchio.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Le scatenate scene del banco dell'Alitalia, della dogana e dello smarrimento delle chiavi in carcere.
I gusti di Graf (Commedia - Poliziesco - Thriller)
Film realizzato con gli scarti di Totò di notte n. 1, con l’aggiunta di qualche esibizione di (casto) strip-tease. Considerando il carattere smaccatamente commerciale dell’operazione non rimane che applaudire alla professionalità della ben assortita coppia di protagonisti, del tris di spalle storiche Castellani-Marchetti-Agus e del navigato regista Amendola. Se il valore medio della cinematografia di un paese lo si valuta dalla qualità dei sottoprodotti, in Italia negli anni ’60 non ce la passavamo affatto male.
I gusti di Pstarvaggi (Comico - Commedia)
Le incongruenze
- Nella scena in cui il barista spagnolo prepara il cocktail sotto la dettatura di Totò, dimentica un paio di ingredienti e ne mette uno (il limone) che e' viene ripetuto due volte nella "ricetta". Mi chiedo se tutto cio' (la ripetizione dell'ingrediente in particolare) sia parte della gag o piuttosto uno svarione del comico nel fervore dell'improvisazione, errore passato inosservato o ignorato in ossequio al clima generale di "buona la prima" che contraddistingue il film
- Quando Toto' e Macario parlano con il carcerato di Pechino, si ricordano di una spettacolo cinese visto a Shangai...e nel numero musicale che viene mostrato si parla SOLO di Giappone (i Samurai, il Fujiyama...). Vabbe' che il solo fatto che il film sia di livello infimo e la canzone sia un twist (!) in italiano invitano a non sottilizzare troppo sulle differenze tra Cina e Giappone, ma...
- Macario e Totò si presentano alla sorella di Umberto rispettivamente come "Raffaella" e "Giotta". Quando intima a Macario di alzarsi, pero', la secondina dice "Svegliati Carlotta". Da dove nasce questo errore? Semplice: pochi secondi piu' tardi pensando ad alta voce su che sistemazione dare alle due carcerate, dice "Dunque, la' no, ci ho gia' meso Carlotta". Evidentemene il nome "Carlotta" era previsto in quella seconda battuta della sceneggiatura e Mario Castellani si e' confuso tirandolo fuori prima del dovuto per il personaggio sbagliato. Buona la prima e chi se ne importa dell'errore.
- Nel momento in cui il barista prepara il coctail ripete due volte la mescolatura del limone.
www.bloopers.it
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Riferimenti e bibliografie:
- "Totalmente Totò, vita e opere di un comico assoluto" (Alberto Anile), Cineteca di Bologna, 2017
- "Totò" (Orio Caldiron) - Gremese , 1983
- "Totò: principe clown", Ennio Bìspuri - Guida Editori, 1997
- "I film di Totò, 1946-1967: La maschera tradita" (Alberto Anile) - Le Mani-Microart'S, 1998
- Giovanni Paolucci, diario del 17 gennaio 1964, in Italia Taglia, Transeuropa, Milano 1999 (a cura di Tatti Sanguineti)
- "Totò proibito" (Alberto Anile) - Ed. Lundau, 2005
- Documenti censura Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - www.cinecensura.com
Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:
- Vice, «La Libertà», 1963
- Valentino De Carlo, 1963
- Vice, «Corriere della Sera», 7 settembre 1963
- Vice, «Corriere dell'Informazione», 8 settembre 1963
- Vice, «Il Messaggero», 14 settembre 1963
- Vice, «Momento Sera», 15 settembre 1963
- «Stampa Sera», 4-5 agosto 1964
- «La Stampa», 5 agosto 1964
- a. bl., «Stampa Sera», 5-6 agosto 1964