Gli allegri cadetti di Paonia
Formia, agosto
Nella piccola baia tra Gaeta e Formia circola un’aria calda e spessa come una colata di polenta: qui, sopra l'autostrada a cento metri dal mare, l’impresario Remigio Paone ha costruito « La Caravella » dove egli, novello Nababbo di Palampur, trascorre giornate febbrili passeggiando in calzoncini rossi, mentre aspetta che un «trio di maghi » finisca la sua nuova rivista teatrale. Sull’album della villa un poeta anonimo ha scritto, tre giorni fa, dei versi scherzosi che dicono: « Questi sono i cadetti di Paonia — di Caravella di Castelremigio — son una compagnia senza vergogna — pronta a far per la paga ogni litigio... — Questi sono i cadetti di Castelremigio — per cui Paon farà il capello grigio! —». I imaghi sono Oreste Biàncoli, Dino Falconi e Orio Vergani che nel «Quo Vadis», pronto per andare in scena al « Nuovo » di Milano ai primi di settembre, daranno la risposta alla domanda del titolo, dove va l’umanità, dove vanno il cinema, il teatro, la politica, l’arte, con il brio spregiudicato dei più Zannatici rivistaioli che la storia della rivista italiana abbia mai messo insieme. Vergani ha subito inventato una battuta: «Quo Vadis? — A Formia! — Dove? — A Paonia! — lì precisamente? — Al Remigiale! » (Orio ha una residenza estiva a Gardone, proprio alle spalle del Vittoriale). Così sono nati i «cadetti di Paonia » che alla Caravella stanno facendo il diavolo a quattro.
Nel salone della villa, una parte della compagnia prova due volte al giorno 1 quadri dello spettacolo che nasce; c'è Viarisio che risponde al saluto del portiere « Buongiorno commendatore» c’è Milly, la chanteuse che rientra dopo i trionfi nelle boites di Montmartre e nei night-clubs di Broadway, c’è Pamara, la ballerina anglo-armena che va alle prove accompagnata dal marito ufficiale polacco, e Franco Scandurra, Vianello, Carlini, la S vieri, la Casagrande, Pia Rame, Barnabò e altri attori di teatro e di varietà; poi arriveranno dodici show-girl dell'avanspettacolo, verso la fine giungerà Dina Galli e la compagnia dei cadette di Paonia sarà completa. Biàncoli e Falconi sono forse la più grande coppia di autori di rivista che abbiamo, sono loro che hanno creato in Italia il nuovo genere dello spettacolo di varietà con attori di teatro e questo particolare dona loro un certo piacere; Orio Vergani è l'ultima recluta della compagnia, è la prima volta che il popolarissimo Orio affronta il genere rivistaiolo ma la sua autorità è tale che con la coppia degli amici ha subito familiarizzato, costituendo un consesso di « tre grandi » per i quali « Quo Vadis » è il primo esperimento di una grossa serie di spettacoli.
Falconi e Biàncoli cominciarono a lavorare insieme nell'anno del « martedì nero di Wall Street», il 1929, con la rivista « Dove sarà? », scritta per la Milly, allora diciassettenne, che debuttava sul palcoscenico del vecchio Parco Michelotti di Torino. L’anno seguente la coppia preparò « Triangoli », con la Merlini, Cimara, Ruggero Lupi e Besozzi, diretta da Dario Niccodemi, rappresentata al « Manzoni » di Milano, con Anna Magnani generica di fila. Vennero le riviste con Viarisio-Pola-Porelli, la serie degli spettacoli «Za-bum», il lancio di De Sica come chansonnier e avanti fino a «Quo Vadis»: il lavoro di Biàncoli-Falconi è da solo la metà di tutta la storia della rivista italiana. Con il «trio» collabora il maestro D’Ardena, piccolo mago del pastiche, giocoliere nella interpretazione musicale. E Paone sorride alla fatica della compagnia che sfida, con un eroismo da' medaglia d’oro al valor civile, i 40 gradi di caldo cercando una battuta, preparando un quadro, esaminando un costume, provando per la centesima volta una canzone.
I cadetti di Paonia lottaino contro il tempo, ma entro il mese la fatica deve essere conclusa, per battere le altre compagnie e dare al pubblico milanese un regalo a sorpresa. Paone sta già pensando a un altro grosso colpo alla Katherine Dunham, in virtù del quale un misterioso (per ora) complesso spettacolare americano dovrebbe venire per due settimane in Italia. Paone è certamente la figura più tipica dell’ambiente degli impresari di teatro: la storia del teatro «Nuovo» dal '38 ad oggi conferma l’instancabile personalità di quest’uomo che nell’iniziativa' teatrale getta una considerevole parte di audacia e di entusiasmo. Per lui il teatro, dalla prosa alla rivista, nelle sue molteplici realizzazioni, non è soltanto un’attività dove consuma il suo cervello e rischia « fette » molto grandi della sua fortuna finanziaria, è una specie di forno che brucia, nella cui bocca vorace egli introduce tutto quello che ha. Davanti a un caso simile, non si può non ammettere che la sua fortuna di impresario è il frutto e la ricompensa che per molti aspetti gli tocca di diritto.
« Quo Vadis » è una favola ultimissima che illumina nella garbatissima scenografia di Ratto i binari sui quali corre il treno dell’umanità, il sipario si alzerà proprio nel momento in cui il « treno del mondo » arriva sbuffando: sarà una locomotiva vera (dopo gli elefanti di Wanda Osiris e le fontane di Totò) che un insospettabile trucco scenico dello scenografo, con lo sferragliare dei congegni, lo sbuffo del vapore, il fischio e il ferroviere in divisa .farà rabbrividire gli spettatori della platea, nel ricordo dei fratelli Lumière e del treno di cinquant’un anni fa. Dal treno scenderanno i personaggi della favola, dalla giornalista che visita la Sicilia di Giuliano ai protagonisti della vicenda di «Stromboli bel sol d’amore »; tutta la gamma delle storie « Italia 1949» realizzata con il brio di Falconi, l'humour di Biàncoli e la cosiddetta « zampata patetica » di Vergani, farà dello spettacolo il dernier cri della moda rivistaiola. Dina Galli, Enrico Viarisio, e la Milly, con la ballerina Pamara, saranno i «pezzi forti» del fantastico treno: Milly, l’indiavolata chanteuse che qualcuno ricorda con le corbelli e di garofani rossi del Principe di Piemonte nelle sere del dolce café-chantant torinese, commuovere la gente con le «chansons sans voix» che diranno le rime di baci rubati e di cuori innamorati.
I cadetti di Paonia cantano sulla baia di Formia con la testa premuta dal caldo immobile che riempie la notte: finiscono le prove nelle ore piccole, a letto non potrebbero dormire e se ne vanno, guidati dal mastodontico Falconi, verso l’acqua tiepida del piccolo golfo: sembrano un manipolo di pazzi, sono invece uomini e donne, votati allo spettacolo e al sorriso, arrivati, con il treno del mondo, in una infuocata cittadina balneare del Sud.
Ilario Fiore, «La Settimana Incom Illustrata», anno II, n.33, 13 agosto 1949
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Ilario Fiore, «La Settimana Incom Illustrata», anno II, n.33, 13 agosto 1949 |