Il ricordo di Barnum non fa paura a Paone
Nel suo studio c’è un cartello con su scritto: "È difficile reggere uno Stato, ma è dieci volte più difficile reggere un teatro"
L’UOMO DI FORMIA
Remigio Paone, senza dubbio il nostro più originale impresario di teatro, è nato a Formia il 15 settembre del 1899. Suo padre non era un impresario, ma un medico chirurgo che si occupava anche di politica e fu tra l'altro presidente della deputazione provinciale di Caserta. Amava dirsi, fin da allora, liberale di sinistra. Il figlio, chiamato alle armi nel '17, dovette interrompere gli studi liceali, e indossò la divisa del Genio zappatori. Dopo la guerra si iscrisse all'università di Roma e prese la laurea in scienze economiche discutendo una tesi sulla partecipazione degli operai agli utili delle aziende: oggi è socialista e amico di Nenni.
1906. Remigio Paone con la madre Tullia Amante e il fratello Mario.
Formia, 1902. Remigio Paone a quattro anni. Studiò prima nella sua città, poi a Sessa Aurunca e a Roma.
1900. Remigio Paone a quattro mesi. Suo padre era medico chirurgo.
Esordì come giornalista e lavorò al Mondo con Cianca. Nel 1924 sposò Italia Libera Boneduce, figlia dell'onorevole Alberto, che era stato ministro con Bonomi. Nel '26 lasciò il giornalismo e si diede agli affari, dai quali passò poi al teatro. Fu per qualche tempo collaboratore di Sem Benelli; ma si sentì più a posto nella Società di esercenti teatrali che diresse fino al 1938.
Il suo primo grande teatro fu il Teatro Nuovo di Milano, che è ancora, la sua « nave ammiraglia »: a Paone piacciono i traslati. In questo teatro, nel '40, la sera della prima rappresentazione di Piccola città di Wilder, polemizzò della sua barcaccia
1908. Remigio Paone l'anno prima del suo ingresso nel Collegio Giordano Bruno di Maddaloni.
Maddaloni, 1912. Remigio Paone nella divisa di convittore del Collegio Giordano Bruno. Non pensava ancora al teatro.
con la parte di pubblico che era all'opposizione, gli uscirono di bocca parole vivaci e fu arrestato come perturbatore dell’ordine pubblico. Quando Mussolini cadde, Badoglio lo nominò commissario agli spettacoli. Era l'uomo che ci voleva in tempi cori difficili.
Nelle elezioni politiche del '48 Paone prese 13.000 voli preferenziali, ma non fu eletto. L'anno prima aveva partecipato all'occupazione della prefettura di Milano, e, se non si versò sangue, un po' di merito è anche suo: quante parole disse quella notte!
Sessa Aurunca, 1917. Remigio Paone ai tempi del liceo. Nello stesso anno fu chiamato alle armi.
Torino, 1918. Remigio Paone, allievo ufficiale del Genio, all'Accademia militare. La bambina è la sorella Mimma e il ragazzo è il fratello Mario.
Formia, 1918. Remigio Paone nella villa del padre. Sono con lui i genitori e il fratello. Allora Remigio frequentava l'università.
L'IMPRESARIO DI MILANO
Dal '38 a oggi, Remigio Paone ha organizzato circa settanta spettacoli, festival della prosa e molti concerti. Commedie, non ne ha mai scritte, di cinematografo non si è mai occupato: anzi per il cinematografo ha antipatia; ed anche per la televisione. E‘ geloso del teatro. Nel suo studio c’è un cartello con su scritto: « È difficile reggere uno Stato, ma è dieci volte più difficile reggere un teatro »; sentenza romantica naturalmente, e di un romantico tedesco, Edward von Bauerfekl. Paone, che è napoletano o quasi, la pensa in questo come colui. Per trovare qualche cosa di nuovo che soddisfi il pubblico, Paone farebbe qualunque cosa, eccettuate le azioni maligne. Il suo assunto è sempre lo stesso: arrivare prima degli altri impresari; senza badare a spese. Infatti sa sparare più grosso degli americani; e neanche Barnum gli farebbe paura.
Roma, 1922. Paone con la fidanzata Italia Libera Beneduce, figlia dell'on. Alberto, ex-ministro. Alberto Beneduce fondò l'IRI.
Roma, 1924. Remigio Paone e Italia Libera Beneduce sposi. I due vecchi sono la nonna materna di Paone e il nonno materno della moglie.
Al sesto piano di cono Vittorio Emanuele 37, a Milano, i telefoni dei suoi uffici suonano di continuo. E di continuo si sente gridare lui. La sua segretaria, Marisa Bianchi, figlia di un colonnello dei carabinieri, si è ormai abituata. Quattro anni fa, quando si presentò a Paone, questi le domandò che cosa sapesse fare. Lei rispose che non sapeva fare nulla. Proprio nulla? Assolutamente nulla. Remigio Paone la assunse.
Venezia, 1925. I coniugi Paone distribuiscono ai piccioni in piazza San Marco il grano che non avevano potuto distribuire in viaggio di nozze.
Milano, 1940. Remigio Paone ed Elsa Merlini nei giorni in cui fu rappresentata per la prima volta la «Piccola città» di Thornton Wilder.
Milano, 1947. Nell'ufficio del prefetto Trollo durante l'occupazione della prefettura da parte degli operai. Remigio Paone, tra il prefetto e l'assessore Vernami, telefona per assicurarsi che sia giunto da Roma l'on. Marazza sottosegretario agli Interni.
Milano, 1948. Enrico Viarisio e Remigio Paone discutono sulla formazione di una compagnia di riviste. Paone ha organizzato dal 1938 ad oggi settanta spettacoli.
Milano, 1949. Paone bacia la mano a Dina Galli. La Galli recitò in una sola rivista, «Quo Vadis?», essendosi lasciata persuadere da Paone.
Paone non guida l'automobile. È troppo distratto. Per i viaggi lunghi, preferisce l'aereo. Una volta fissò il posto su un aereo, poi rinunciò al viaggio, e l'aereo cadde in mare. Fuma molte sigarette, ma un anno si e un anno no. Smette o ricomincia il 23 maggio. Ora, non fuma; ricomincerà fra tre mesi. Gli amici per lui sono amici; e devono servire tutti il teatro, anche se non c'entrano in nessun modo. Andare sempre d'accordo con Paone non è facile; impossibile non tornar a sorridergli
G. C. F., «L'Europeo», anno IX, n.10, 5 marzo 1953
![]() |
G. C. F., «L'Europeo», anno IX, n.10, 5 marzo 1953 |