La malattia agli occhi - Totò: «tornerò a lavorare entro il mese prossimo»
Dichiarazioni di Totò che ieri ha fatto ritorno a Roma. A Napoli, per ringraziare il pubblico, che lo festeggiava, ha cantato una canzone - Si aggrava intanto la vertenza per la sospensione dello spettacolo
Roma, 8 maggio
Abbiamo visto questa sera Totò di ritorno dallo studio di un noto oculista e ci è apparso molto rasserenato: «un’operazione chirurgica nelle mie attuali condizioni di salute mi è stata assolutamente sconsigliata — egli ci ha detto — e devo seguire una lunga cura per rimettermi completamente; non sarà necessario un ricovero in clinica; domani mattina andrò a consultare il prof. Frugoni e mi affiderò a lui per una revisione generale; ho la speranza di potermi rimettere al lavoro nel prossimo mese di giugno, semprechè le cure si dimostrino efficaci».
Totò era giunto da Napoli questa mattina dirigendosi subito alla sua abitazione di viale Buozzi, in compagnia della moglie Franca Faldini, ed aveva accolto con cordiali effusioni la numerosa comitiva di fotoreporters e giornalisti che lo attendeva. Toltisi gli occhiali neri aveva acconsentito a farsi fotografare dicendo scherzosamente: «Leviamo di mezzo il malaugurio», e a un collega che domandava spiegazioni sui malore che lo aveva colpito durante la recita a Palermo», ha precisato: «La vista mi si annebbiava in un modo così preoccupante che non ero in condizioni di continuare a lavorare; non mi rimaneva altro che arrendermi alla triste necessità di sospendere la tournée e di mettersi a riposo; è stata una cosa antipatica per il pubblico, e posso ben dire che per la prima volta in vita mia mi rassegno a fare l’ammalato, tanto è vero che quando fui colto da una broncopolmonite, a Milano, lasciai il letto non appena possibile e tomai a recitare proprio quando, per un equivoco, veniva annunziato a Roma il mio decesso, salute a noi!».
Le accoglienze ricevute stamani allo sbarco a Napoli lo hanno commosso: «Erano le sei, voi capite, e c’era una folla che mi aspettava; è in queste occasioni che un attore si accorge che c’è al mondo più di qualcuno che gli vuole bene; è stata veramente una cosa commovente». E Totò, per ricambiare l’omaggio rivoltogli dalla stampa napoletana che era salita a bordo della motonave «Calabria», ha cantato una canzone da lui recentemente composta: «Chitarra mia».
Nell’ambiente teatrale ed in quello cinematografico era noto da tempo che Totò aveva praticamente perduto l’uso dell’occhio sinistro e circolava la voce che egli fosse in attesa del momento clinicamente propizio per tentare un intervento chirurgico. Ha prodotto però sensazione la dichiarazione della clinica oculistica di Napoli che nega recisamente che una cura di antibiotici in forti dosi abbia potuto determinare una grave forma di coroidite, il male cioè cui era stata attribuita la ridottissima potenza visiva dell’occhio destro di Totò. Un bollettino medico dovrebbe essere diramato nella giornata di domani.
Cessato l’allarme sorto dalle prime preoccupanti notizie secondo le quali il principe De Curtis sarebbe stato sul punto di doversi rassegnare alla cecità, vanno prendendo consistenza voci di un’azione giudiziaria che verrebbe iniziata da parte dell’impresario Mazza il quale aveva rilevato La compagnia Totò da Remigio Paone per continuare le «tournée» fino al 21 maggio. L’impresario aveva tempestivamente avanzato una richiesta di sequestro conservativo su tutto di materiale della compagnia, dagli scenari agli attrezzi, per un valore complessivo di diciannove milioni. Il tribunale di Palermo ha concesso un sequestro per sette milioni e, a quanto è dato di sapere, tutto il bagaglio pesante della compagnie è stato chiuso nei depositi del teatro Politeama, sulle cui porte sono stati apposti j rituali sigilli.
Dall’ufficio dell’impresa «Errepi» di Roma ci è stato detto laconicamente che «l’azione dell’impresario Mazza seguirà il suo corso, dato che il commendator Paone aveva regolato con lui tutti gli impegni per il proseguimento della tournée». Secondo altre voci sarebbe sorto alla fine della scorsa settimana un dissidio tra Paone e Totò, insistendo l’attore sulla necessità di interrompere le recite per una assoluta necessità di riposo, e ribattendo l’impresario che la decisione era troppo precipitosa. Vi è persino chi dice che l’impresario Mazza avrebbe ottenuto che Totò si sottoponesse ad una visita oculistica (una vera e propria visita fiscale) per accertare se egli fosse in condizioni di continuare a lavorare.
I primi impegni ai quali il comico dovrebbe far fronte sono un film a Roma, con Poppino De Filippo, ed uno in Francia con Fernandel. Un particolare curioso in tutta questa vicenda: Franca Faldini aveva ricevuto un’offerta telegrafica da una grande rivista americana perchè scrivesse un articolo intitolato: «Come assisterò mio marito».
e. g. m., «Gazzetta del Popolo», 9 maggio 1957
e. g. m., «Gazzetta del Popolo», 9 maggio 1957 |