La malattia agli occhi: Totò quasi cieco deve lasciare le scene
Una emorragia alla retina dell'occhio sinistro, con gravi conseguenze anche sull'altro costringe l'attore al più assoluto riposo. La sua compagnia è stata sciolta ed egli da Palermo si è trasferito a Napoli per affidarsi alle cure di uno specialista. L'improvvisa quasi assoluta cecità sarebbe stata in parte provocata dall'uso eccessivo di antibiotici per vincere rapidamente una broncopolmonite che lo aveva afflitto l'inverno scorso.
Palermo, martedì sera.
Sulla improvvisa cecità che ha colpito Antonio de Curtis, il popolare Totò, si hanno i seguenti particolari. da due giorni Egli, impegnato qui a Palermo per una serie di recite al Politeama Garibaldi, accusava gravi disturbi agli occhi e aveva consultato i migliori oculisti della città. questi, dopo accurati esami, gli avevano consigliato assolute riposo e una cura con la quale si riteneva di poter riuscire ad arrestare il corso del male. La improrogabilità della terapia indicata dai sanitari imponeva al dinamico comico di sospendere le recite, il che accresceva il nervosismo che già lo tormentava. non v’era però nulla da fare che seguire le prescrizioni dei medici e pertanto Totò, assistito e sorretto dalla figliola che lo aveva accompagnato a Palermo, aveva preso, sia pure a malincuore, la decisione di chiudere la tournée con 15 giorni di anticipo. Ieri sera i numerosi spettatori che si erano affollati al botteghino del Politeama Garibaldi per tributare all'attore il terzo successo della sua parentesi palermitana, rimanevano costernati nell'apprendere che da rappresentazioni erano interrotte per «improvviso malore del capocomico».
In effetti non si trattava di un semplice malore, ma, come abbiamo accennato, di una grave forma di cecità che gli aveva di colpo oscurato le pupille. La forte diminuzione della vista, che in questi ultimi tempi, in vero, lo costringeva a recitare intravedendo appena le ombre degli attori che si avvicinavano intorno a lui sul palcoscenico, si era tanto accentuata da non vedere quasi più nulla.
Da molto egli soffriva di irritazione alla retina e le luci dei riflettori del palcoscenico e dei teatri di posa aggravano ogni giorno il male . a Milano, poi, questa predisposizione era addirittura degenerata in una forma preoccupante, In seguito a un eccessivo uso di antibiotici al quale si era sottoposto per vincere rapidamente una broncopolmonite che lo aveva afflitto nell'inverno scorso. Totò aveva affrontato il rischio di questa cura massiva per non costringere da compagnia ha una lunga vacanza, che avrebbe economicamente danneggiato tutto il complesso artistico. La conseguenza di tale cura violenta è stata una retinica di particolare gravità all'occhio sinistro.
Tuttavia, malgrado questo occhio quasi completamente obnubilato, Totò riprese a recitare, certo non considerando l'eccezionale pericolo al quale si esponeva. la cecità inesorabilmente avanzava, fino a produrre la perdita del Visus. prosegui ugualmente le sue peregrinazioni per l'Italia, non tanto ascolto e premurosi consigli degli amici in modo particolare dei medici che lo esortavano osservare un lungo periodo di riposo che sono, forse, unito a efficaci Cure, avrebbe potuto avere, sia pure in parte, ragione del male. Totò non ascolta i sanitari, neanche quando gli dissero chiaramente che se avesse continuato a offendere quotidianamente d'occhio, con la luce dei riflettori, sarebbe stata la perdita completa della vista.
Ostinato, spinto da quella sua passione per il teatro che tanta parte ha nel segreto del suo trionfo, passione tenace è instancabile per il palcoscenico, che aveva preferito a lusinghiere incassi offerti da produttori cinematografici, a Sanremo fu sul punto di dover interrompere le rappresentazioni.
E così, domenica scorsa, dopo due recite di grande successo al Politeama Garibaldi, un fitto velo scese anche sull'occhio destro. Secondo quanto si è appreso dai medici curanti, il male ha attaccato la retina dell'altro occhio molto probabilmente per un fatto simpatico: «coroidite acuta centrale recidivante».
Adesso Totò ha bisogno di riposare di tenere gli occhi chiusi al riparo della luce e di curarli clinicamente, con iniezioni di solventi che sciolgono appunto le sostanze precipitate nel sangue e che erano contenute negli antibiotici. La compagnia ieri sera si è sciolta rinunciando ultimare la «tournée» che avrebbe dovuto concludere il 21 maggio a Napoli.
Stamane, Totò, è stato trasportato a Catania, da dove è subito ripartito in aereo per Napoli. Ricoverato in una clinica, è stato visitato immediatamente dal professor Girolamo Lo Cascio, direttore della clinica dell'università partenopea, per essere sottoposto d'urgenza ad una cura con cui si spera di fargli riprendere la facoltà visiva.
il principe De Curtis «’o pazzariello», il comico più famoso del dopoguerra, l'attore che sabato scorso ha fatto esaurire a Palermo il Politeama, se ne va dalla scena per averla troppo amata. Forse se ne va via per sempre.
f.d., «Stampa Sera», 8 maggio 1957
f.d., «Stampa Sera», 8 maggio 1957 |